Aiutoooooooo tema su giolitti e il suo governo

fresh21
Sera a tutti qualcuno mi pou aiutare con il tema su giolitti e il suo governo...aiutoooooooooooooooooooo!!!

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.anonimus.
Prova a dare un'occhiata qui:
- https://www.skuola.net/ricerca/tema+su+giolitti+e+il+suo+governo

Ciao Laura!
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cucciolotta :3
WIKIPEDIA

Aggiunto 2 minuti più tardi:

L'ETA' GIOLITTIANA L'ETA' GIOLITTIANA Dopo la morte di Umberto I, divenne re all'età di 31 anni il figlio Vittorio Emanuele III, che prevedeva un rapido ritorno alla più rigida legalità costituzionale. Nel 1901 il re affidò l'incarico di formare il governo all'esponente più in vista della Sinistra, Giuseppe Zanardelli. Questi abbandonò il sistema repressivo, concesse un'amnistia ai condannati politici e stabilì una limitata libertà di associazione, di propaganda e sciopero. Nel 1903, in seguito al ritiro per malattia di Zanardelli, fu chiamato a capo del governo il ministro degli interni Giovanni Giolitti che mantenne la carica per quasi un decennio [età giolittiana]. Di orientamento liberale e appartenente alla cosiddetta Sinistra costituzionale, Giolitti era dotato di una precisa conoscenza della realtà, di un solido equilibrio e di uno spiccato senso del dovere. Si preoccupò sempre di unire gli interessi proletari a quelli borghesi e di operare in condizioni di rigorosa neutralità fra capitale e lavoro. Giolitti fu abilissimo nel trovare un equilibrio tra le forze sociali, promovendo da un lato un'avanzata legislazione sociale e dall'altro una politica volta a favorire la nascente industria italiana. Giolitti sosteneva che lo Stato doveva essere un'entità superiore agli interessi di parte. Concesse pertanto ampia libertà di sciopero e, ogni volta che essa venne esercitata, si limitò a mantenere l'ordine pubblico in attesa che i contrasti tra lavoratori e proprietari si risolvessero per mezzo di trattative dirette. Nel campo legislativo usò l'arma delle riforme per mantenere il controllo sulle masse. Nel corso del suo decennio di governo venne pertanto perfezionata e migliorata la legislazione in favore dei lavoratori anziani, infortunati o invalidi, vennero emanate nuove norme sul lavoro delle donne e dei fanciulli, venne esteso l'obbligo dell'istruzione elementare fino al dodicesimo anno d'età, eccetera. Inoltre, venne per la prima volta stabilita un'indennità parlamentare. Egli favorì inoltre la conquista di migliori retribuzioni, accrescendo le possibilità di acquisto delle classi lavoratrici. Tutto questo, oltre ad altri interventi nel campo sanitario come la distribuzione gratuita del chinino contro la malaria, portò ad un incremento demografico. Il maggior benessere generale così raggiunto facilitò il risanamento dell'economia nazionale, permettendo un notevole incremento delle entrate dello Stato. La favorevole situazione finanziaria accrebbe a sua volta il risparmio e quindi i depositi presso le banche, le quali poterono così finanziare numerose imprese. I settori agricolo, meccanico e tessile raddoppiarono così i fatturati (si affermarono alcuni importanti settori: automobiliFiat, gommaPirelli). Durante l'età giolittiana fu inoltre realizzato un intenso programma di lavori pubblici. Particolarmente importante fu l'intervento relativo alla rete ferroviaria, Giolitti decretò la nazionalizzazione della rete ferroviaria.NIENTE WIKI

.anonimus.
Cucciolotta, anche te dovresti mettere la fonte da cui hai ricavato queste informazioni.
Si è pregati di inserire le fonti ,a meno che sia inventato da voi,se preso da internet ci va la fonte.

cucciolotta :3
Giovanni Giolitti (Mondovì, 27 ottobre 1842 – Cavour, 17 luglio 1928) è stato un politico italiano, più volte presidente del Consiglio dei ministri. Nella storia politica dell'Italia unita, la sua permanenza a capo del governo fu una delle più lunghe.
Il periodo storico durante il quale esercitò la sua guida politica sull'Italia è oggi definito età giolittiana. Sebbene la sua azione di governo sia stata oggetto di critica da parte di alcuni suoi contemporanei, come per esempio Gaetano Salvemini, Giolitti fu uno dei politici liberali più efficacemente impegnati nell'estensione della base democratica del giovane Stato unitario, e nella modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana a cavallo fra Ottocento e Novecento. Dopo un iniziale voto di fiducia, nel 1922, al nuovo governo fascista, dal 1924 si tenne all'opposizione di Benito Mussolini.Per età giolittiana s'intende quel periodo della storia italiana che va dal 1901 al 1914, un quindicennio circa che a buon diritto prese il nome dai governi di Giovanni Giolitti che caratterizzarono la vita politica italiana sino alla vigilia della prima guerra mondiale.
L'età giolittiana si innesta sulla fine della Destra storica: è anticipata da un primo governo transitorio in un momento di crisi di Crispi, comincia propriamente dopo la crisi di fine secolo e ha una coda prima dell'instaurazione del regime fascista.nizio del primo ministero di Giovanni Giolitti coincise sostanzialmente con la prima vera disfatta del governo di Crispi, messo in minoranza nel febbraio del 1891 su una proposta di legge di inasprimento fiscale. Dopo Crispi, e dopo una breve parentesi (6 febbraio 1891 - 15 maggio 1892) durante la quale il paese fu affidato al governo liberal-conservatore del marchese Di Rudinì, il 15 maggio 1892 fu nominato Primo Ministro Giovanni Giolitti, allora ancora facente parte del gruppo crispino.
Il suo rifiuto di reprimere con la forza le proteste che, nel frattempo, attraversavano estesamente il paese e che, il più delle volte, si riversavano nelle piazze (vedi il paragrafo L'ideologia politica) a causa di una generale crisi economica che faceva salire, fra l'altro, il costo dei beni di prima necessità; le voci che lo indicavano come propositore di una tassa progressiva sul reddito (motivi, entrambi, che gli alienarono il consenso dei ceti dirigenti borghese-imprenditoriale e dei proprietari terrieri, che vedevano in lui una minaccia ai propri interessi economici) e, infine, lo scandalo della Banca Romana che gli valse accuse di aver "coperto" irregolarità fiscali (prima con il suo dicastero delle finanze e poi con una costante riluttanza all'apertura di inchieste parlamentari) lo travolsero in pieno facendogli crollare la base del consenso su cui poggiava la sua ancora giovane politica e lo costrinsero a dimettersi poco più di un anno e mezzo dalla nomina, il 15 dicembre 1893.4 febbraio 1901 il pronunciamento di Giolitti alla Camera, emblematico della sua ideologia, contribuì alla caduta del governo allora in carica, il Governo Saracco, responsabile di aver ordinato lo scioglimento della Camera del Lavoro di Genova.

.anonimus.
Alessia, se le informazioni non sono scritte da te, è opportuno tu inserisca la fonte da cui è tratto.
Ciao Laura!

Alessiaavola2000
Giovanni Giolitti, nato a Mondovì nel 1842 e morto a Cavour nel 1928, è stato indubbiamente uno dei maggiori uomini di Stato italiani, anche se il giudizio sulla sua opera ha diviso profondamente i contemporanei e gli storici.
Per alcuni fu un astuto conservatore travestito da progressista; per altri un opportunista che accettò senza problemi la dissoluzione delle basi del regime liberale. Per alcuni fu il liquidatore del sistema bipartitico a favore di maggioranze centriste e trasformiste costruite su interessi clientelari e locali: grande corruttore, quindi, della vita politica e parlamentare e personalmente corrotto nella vicenda della Banca Romana. Per altri fu l'interprete politico del reale modo di essere della società italiana, che era meno salda nei principi etici rispetto agli anni del Risorgimento ed era stretta nella morsa del conflitto tra una destra e una sinistra eversive, che solo una politica centrista poteva neutralizzare. Per alcuni, fu ideatore e realizzatore di una società moderna e democratica attraverso l'introduzione del suffragio universale maschile (elezioni) e l'inserimento di socialisti e cattolici nella vita politica del paese; per altri fu il semplice notaio di un'avanzata delle masse lavoratrici, socialiste, cattoliche e poi anche nazionaliste, che avveniva per forza propria e con intenti ostili nei confronti del regime liberale.
Dopo aver percorso una folgorante carriera nell'amministrazione dello Stato, Giolitti iniziò nel 1882 la sua carriera politica. Eletto deputato, entrò a far parte, come liberale progressista, della maggioranza parlamentare di Agostino Depretis. In Parlamento niente gesti clamorosi, nessun discorso altisonante: solo un oscuro e duro lavoro nelle commissioni parlamentari, grazie al quale acquisì una perfetta conoscenza dei meccanismi e dei protagonisti della vita parlamentare.
Nel 1885 assieme ad altri quarantaquattro deputati, fra cui anche Sidney Sonnino, Giolitti prese le distanze dalla finanza allegra del ministro del Tesoro Agostino Magliani e dagli espedienti con cui questi occultava il deficit di bilancio.

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