Aiutooooo (12599)
Ragazzi vi prego mi dovete fare un tema sul 5 comandamento: NON UCCIDERE vi prego me lo doevete fare nn sò ke scrievere aiutatemi grz!
Risposte
questo è sugli omicidi puoi riadattarlo bene al to tema:
[url=http://209.85.135.104/search?q=cache:im13jPe6U7wJ:www.atuttascuola.it/TEMI/di_attualita/omicidi.htm+temi+svolti+omicidio&hl=it&ct=clnk&cd=1&gl=it]clicca[/url]
essendo alquanto libera la tua traccia puoi anche collegare il tuo tema alla pena di morte qui trovi un tema già fatto:
https://www.skuola.net/temi-saggi-svolti/temi/pena-di-morte.html
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La vita dell’uomo è sacra perché è stata creata da Dio ed ha come scopo principale quello di tornare a Dio. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine; nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente (Catechismo Chiesa Cattolica n. 2258).
Per cercare di capire meglio questo comandamento, leggiamo insieme il brano della Bibbia che ci racconta del primo omicidio, l’uccisione di Abele da parte del fratello Caino.
Caino e Abele (Gn 4, 2b-16)
Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. 3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a Caino: “Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7 Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo”. 8 Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna! ”. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello? ”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? ”. 10 Riprese: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! 11 Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12 Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra”. 13 Disse Caino al Signore: “Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? 14 Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”. 15 Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte! ”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato. 16 Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
Da questo brano possiamo tirar fuori alcune riflessioni importanti per capire meglio che cosa questo quinto comandamento ci vuole dire.Vediamo Caino che è molto irritato dal fatto che Dio avesse gradito i sacrifici di Abele e non i suoi. Notiamo che Caino si sente, in qualche modo, accusato, rimproverato dalla innocenza del fratello, dalla sua generosità. Abele è un uomo giusto e Caino non sopporta la sua vicinanza perché l’innocenza del fratello mette in questione il suo modo di vivere.
Uccidere, alla fine, è sempre questo: togliere di torno un testimone scomodo, far sparire un testimonio inquietante, ridurre al silenzio chi ti dà fastidio, togliere dalla tua presenza chi ti fa capire che ti stai comportando male; eliminare chi, con la sua presenza e i suoi richiami, ti impedisce di vivere come ti fa comodo.
û “Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello? ”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? ”
Questa risposta di Caino ci permette di tirar fuori un’altra riflessione: dire che la vita è inviolabile e sacra significa affermare la necessità di rispettare l’altro; non uccidere allora significa non soltanto “non togliere la vita” ma rispettare la vita dell’uomo.
Qui però bisogna capire bene che cosa vuol dire rispettare, con quale significato usiamo questa parola. Possiamo usare questo termine in un senso negativo come quando, ad esempio, diciamo che bisogna rispettare le leggi, bisogna cioè ubbidire alle leggi; oppure quando diciamo che è necessario rispettare le idee degli altri, nel senso che io accetto si la possibilità che gli altri abbiano le loro idee ma questo non mi impedisce di restarmene con le mie idee e convinzioni. C’è come una separazione tra gli altri e me: io rispetto gli altri però resto delle mie idee, resto per i fatti miei, i problemi degli altri non mi interessano.
Rispettare la vita dell’uomo non significa questo.
C’è un senso positivo della parola “rispetto” che significa prendersi cura, avere a cuore. In questo senso rispettare la vita dell’uomo significa prendersi cura dell’uomo, del nostro fratello, di chi ci sta accanto. Questo modo di pensare al rispetto degli altri possiamo collegarlo all’amore per il prossimo (la Parabola del buon samaritano): rispettare la vita dell’uomo vuol dire amare l’uomo, prendersi cura di una persona che soffre, di un anziano che sta per morire, di un amico che si trova in difficoltà e ci chiede una parola di conforto, ci chiede un consiglio. Rispettare l’altro significa essergli vicino: non più “ognuno per i fatti suoi” ma “aver a cuore la sorte dell’altro”.
Allora si capisce che la risposta di Caino è tutto il contrario di quello che il comandamento dice e che Gesù ci fa capire nella parola del Vangelo: ogni uomo è custode del proprio fratello; se c’è il rispetto per l’altro io divento il suo custode; noi cristiani, in forza del Battesimo, siamo diventati custodi dell’altro, di chi ci vive accanto ogni giorno, così come di chi incontriamo casualmente durante la nostra giornata, perché l’altro, qualsiasi altro, è sempre un fratello, una persona che mi è vicina, per la quale io divento “prossimo”.
Da parte ci Caino c’è il rifiuto di vivere la responsabilità verso gli altri: ecco l’egoismo, la chiusura in se stesso, ecco il venir meno della solidarieta.8 Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna! ”. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
Caino per ammazzare il fratello esce dalla città per andare in campagna. La città qui sta ad indicare la vita civile, il vivere nella società. Questo uscire dalla città, allora, vuol farci capire che l’omicidio avviene fuori dalla vita civile, da quella vita cioè che è regolata da leggi e norme di convivenza civile: l’omicidio avviene uscendo dalle regole, dalle leggi.
15 Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte! ”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.
Anche l’omicida merita rispetto. E’ importante questo fatto, come cioè anche la persona malvagia, cattiva, abbia la sua dignità e meriti rispetto.
Da una parte Dio non può lasciare impunito il delitto: Caino viene punito, viene cacciato fuori dalla sua terra, deve andare lontano; la terra non produce più frutto per lui. C’è però l’impegno di Dio a favore dell’omicida: Dio si fa garante della vita dell’uomo che ucciso il fratello. La vita dell’uomo, infatti, vale per se stessa, non dev’essere rispettata solo quando è innocente.
Gesù, nel vangelo di Matteo, dice a proposito di questo quinto comandamento: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: Chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio (Mt 5,21-22)”
Con questa affermazione di Gesù, il comandamento Non uccidere diventa illimitato e riguarda tutti i rapporti tra gli uomini. Anche l’ira verso il proprio fratello equivale ad un omicidio perché è come dire: “la tua presenza mi dà fastidio, sparisci dalla mia vista, voglio vederti morto”.
Gesù, invece, ci ha insegnato ad amare perfino i nostri nemici, quelli che ci danno fastidio, che ci sono antipatici, che ci fanno del male; egli ci invita a porgere l’altra guancia, a non reagire al male con il male ma a combattere il male con il bene.
E’ anche in questo modo che ciascuno di noi può costruire la PACE giorno per giorno.
Per cercare di capire meglio questo comandamento, leggiamo insieme il brano della Bibbia che ci racconta del primo omicidio, l’uccisione di Abele da parte del fratello Caino.
Caino e Abele (Gn 4, 2b-16)
Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. 3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a Caino: “Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7 Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo”. 8 Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna! ”. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello? ”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? ”. 10 Riprese: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! 11 Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12 Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra”. 13 Disse Caino al Signore: “Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? 14 Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”. 15 Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte! ”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato. 16 Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
Da questo brano possiamo tirar fuori alcune riflessioni importanti per capire meglio che cosa questo quinto comandamento ci vuole dire.Vediamo Caino che è molto irritato dal fatto che Dio avesse gradito i sacrifici di Abele e non i suoi. Notiamo che Caino si sente, in qualche modo, accusato, rimproverato dalla innocenza del fratello, dalla sua generosità. Abele è un uomo giusto e Caino non sopporta la sua vicinanza perché l’innocenza del fratello mette in questione il suo modo di vivere.
Uccidere, alla fine, è sempre questo: togliere di torno un testimone scomodo, far sparire un testimonio inquietante, ridurre al silenzio chi ti dà fastidio, togliere dalla tua presenza chi ti fa capire che ti stai comportando male; eliminare chi, con la sua presenza e i suoi richiami, ti impedisce di vivere come ti fa comodo.
û “Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello? ”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? ”
Questa risposta di Caino ci permette di tirar fuori un’altra riflessione: dire che la vita è inviolabile e sacra significa affermare la necessità di rispettare l’altro; non uccidere allora significa non soltanto “non togliere la vita” ma rispettare la vita dell’uomo.
Qui però bisogna capire bene che cosa vuol dire rispettare, con quale significato usiamo questa parola. Possiamo usare questo termine in un senso negativo come quando, ad esempio, diciamo che bisogna rispettare le leggi, bisogna cioè ubbidire alle leggi; oppure quando diciamo che è necessario rispettare le idee degli altri, nel senso che io accetto si la possibilità che gli altri abbiano le loro idee ma questo non mi impedisce di restarmene con le mie idee e convinzioni. C’è come una separazione tra gli altri e me: io rispetto gli altri però resto delle mie idee, resto per i fatti miei, i problemi degli altri non mi interessano.
Rispettare la vita dell’uomo non significa questo.
C’è un senso positivo della parola “rispetto” che significa prendersi cura, avere a cuore. In questo senso rispettare la vita dell’uomo significa prendersi cura dell’uomo, del nostro fratello, di chi ci sta accanto. Questo modo di pensare al rispetto degli altri possiamo collegarlo all’amore per il prossimo (la Parabola del buon samaritano): rispettare la vita dell’uomo vuol dire amare l’uomo, prendersi cura di una persona che soffre, di un anziano che sta per morire, di un amico che si trova in difficoltà e ci chiede una parola di conforto, ci chiede un consiglio. Rispettare l’altro significa essergli vicino: non più “ognuno per i fatti suoi” ma “aver a cuore la sorte dell’altro”.
Allora si capisce che la risposta di Caino è tutto il contrario di quello che il comandamento dice e che Gesù ci fa capire nella parola del Vangelo: ogni uomo è custode del proprio fratello; se c’è il rispetto per l’altro io divento il suo custode; noi cristiani, in forza del Battesimo, siamo diventati custodi dell’altro, di chi ci vive accanto ogni giorno, così come di chi incontriamo casualmente durante la nostra giornata, perché l’altro, qualsiasi altro, è sempre un fratello, una persona che mi è vicina, per la quale io divento “prossimo”.
Da parte ci Caino c’è il rifiuto di vivere la responsabilità verso gli altri: ecco l’egoismo, la chiusura in se stesso, ecco il venir meno della solidarieta.8 Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna! ”. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
Caino per ammazzare il fratello esce dalla città per andare in campagna. La città qui sta ad indicare la vita civile, il vivere nella società. Questo uscire dalla città, allora, vuol farci capire che l’omicidio avviene fuori dalla vita civile, da quella vita cioè che è regolata da leggi e norme di convivenza civile: l’omicidio avviene uscendo dalle regole, dalle leggi.
15 Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte! ”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.
Anche l’omicida merita rispetto. E’ importante questo fatto, come cioè anche la persona malvagia, cattiva, abbia la sua dignità e meriti rispetto.
Da una parte Dio non può lasciare impunito il delitto: Caino viene punito, viene cacciato fuori dalla sua terra, deve andare lontano; la terra non produce più frutto per lui. C’è però l’impegno di Dio a favore dell’omicida: Dio si fa garante della vita dell’uomo che ucciso il fratello. La vita dell’uomo, infatti, vale per se stessa, non dev’essere rispettata solo quando è innocente.
Gesù, nel vangelo di Matteo, dice a proposito di questo quinto comandamento: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: Chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio (Mt 5,21-22)”
Con questa affermazione di Gesù, il comandamento Non uccidere diventa illimitato e riguarda tutti i rapporti tra gli uomini. Anche l’ira verso il proprio fratello equivale ad un omicidio perché è come dire: “la tua presenza mi dà fastidio, sparisci dalla mia vista, voglio vederti morto”.
Gesù, invece, ci ha insegnato ad amare perfino i nostri nemici, quelli che ci danno fastidio, che ci sono antipatici, che ci fanno del male; egli ci invita a porgere l’altra guancia, a non reagire al male con il male ma a combattere il male con il bene.
E’ anche in questo modo che ciascuno di noi può costruire la PACE giorno per giorno.
io ho trovato questo
http://www.zammerumaskil.com/comand5.html
spero che possa servirti
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