Aiuto relazione
ragazzi per domani dovrei fare una relazione riguardante " La musica e i giovani"...potete aiutarmi?
Risposte
Ti lino una ricerca sui giovani italiani da cui puoi estrapolare la tua relazione...Io poi incentrerei il discorso anche sulla capacità che ha la musica di richiamare momenti precisi alla nostra mente, oppure del modo in cui accompagnare dei particolari episodi della nostra vita...Poi potresti parlare del fenomeno sempre più crescente da parte dei giovani di unirsi in mini-band ecc...ecc...
Ecco l'inchiesta:
Gli adolescenti e la musica. Quanto, dove e come la consumano. Le risposte, tra conferme e sorprese, in una ricerca che ha coinvolto 1200 studenti liceali di Bologna e Messina.
Giovane musicista
Musica? Ogni momento è quello giusto. Almeno per gli adolescenti italiani che, in classifica di importanza, collocano l'esperienza musicale al terzo posto, dietro solo a famiglia e amicizia. Lo rivela un'indagine condotta nelle città di Bologna e Messina che ha coinvolto 1200 ragazzi della prima e della quarta classe delle scuole superiori, esplorando gusti, generi, modalità d'ascolto e conoscenze di base. Dai dati, riassunti da Giancarlo Gasperoni, Marco Santoro (docenti del Dipartimento di Comunicazione dell'Università di Bologna) e Luca Marconi (Presidente della sezione italiana di IASPM - International Association for the Study of Popular Music) in "La Musica e gli adolescenti. Pratiche, gusti, educazione" (EDT, 2004) emergono quattro principali linee di tendenza: oltre alla già citata centralità della musica nella vita quotidiana, la voglia di suonare in prima persona, la scarsa frequentazione di corsi di formazione e la massificazione dei gusti.
Tra i ragazzi di Messina e quelli di Bologna non sussistono differenze. "Due su tre sono appassionati e il 60% afferma di saper suonare e leggere spartiti", riassume Luca Marconi. Un popolo musicalmente colto, quindi? Non proprio: "Solo il 10% degli intervistati segue corsi per imparare e solo il 4% lo fa in un conservatorio", prosegue il Presidente di IASPM. Di certo il vuoto non è colmato dalla scuola, rispetto a cui tre studenti su quattro si dichiarano insoddisfatti, e così si fa strada un po' di ignoranza. Molti non sanno collocare storicamente né i grandi compositori del passato né le pietre miliari del pop e chi lo fa risulta soggetto a una sfasatura verso gli estremi: "I classici sono spesso ricondotti più indietro, al '700, mentre i rocker del '900 sono tutti spostati avanti verso gli anni '70", spiega Marconi. Anche il grande Priesley non sfugge alla regola e solo il 21,7% riporta agli anni '50 le prime esibizioni del cantante di Memphis.
Per quanto riguarda i generi, spopolano quelli da video clip, quotidianamente guardati dal 42% del campione: dance, rap e tecno. E scompare l'opera, apprezzata solo dal 5% degli intervistati. "E' ribadita la tendenza al conformismo degli adolescenti - dice Marconi - anche se non mancano le voci contro, quelli che vogliono che la musica sia cultura, spesso nascosti tra coloro che suonano".
Tutto secondo copione allora? No, se è vero che "la generazione del piercing" si dimostra sorprendentemente legata al focolare domestico, con una buona fetta del campione che dice di condividere la propria esperienza musicale con genitori e famigliari.
Tutti i dati della ricerca, disponibile in libreria al costo di 12 euro, saranno al centro della giornata internazionale di studi, ospitata sabato 4 dicembre presso il museo internazionale della musica di Palazzo Sanguinetti in Strada Maggiore 34. Per l'occasione, dalle 10 alle 18, si alterneranno in cattedra tutte le anime che hanno partecipato alla realizzazione dello studio. Gli accademici, che hanno curato l'interpretazione statistica e sociologica dei dati. I rappresentanti nazionali e internazionali di IASPM, che hanno tratto indicazioni per la didattica della musica. E gli esponenti delle cantine di Bologna, città che, oltre a essere stata campione dello studio, ha finanziato il progetto nell'ambito di Bologna2000.
([url=http://209.85.135.104/search?q=cache:lm0axANeebsJ:www.magazine.unibo.it/Magazine/Attualita/2004/12/02/musica.htm+usica+e+giovani+relazione&hl=it&ct=clnk&cd=4&gl=it]tratto da qui[/url])
Ecco l'inchiesta:
Gli adolescenti e la musica. Quanto, dove e come la consumano. Le risposte, tra conferme e sorprese, in una ricerca che ha coinvolto 1200 studenti liceali di Bologna e Messina.
Giovane musicista
Musica? Ogni momento è quello giusto. Almeno per gli adolescenti italiani che, in classifica di importanza, collocano l'esperienza musicale al terzo posto, dietro solo a famiglia e amicizia. Lo rivela un'indagine condotta nelle città di Bologna e Messina che ha coinvolto 1200 ragazzi della prima e della quarta classe delle scuole superiori, esplorando gusti, generi, modalità d'ascolto e conoscenze di base. Dai dati, riassunti da Giancarlo Gasperoni, Marco Santoro (docenti del Dipartimento di Comunicazione dell'Università di Bologna) e Luca Marconi (Presidente della sezione italiana di IASPM - International Association for the Study of Popular Music) in "La Musica e gli adolescenti. Pratiche, gusti, educazione" (EDT, 2004) emergono quattro principali linee di tendenza: oltre alla già citata centralità della musica nella vita quotidiana, la voglia di suonare in prima persona, la scarsa frequentazione di corsi di formazione e la massificazione dei gusti.
Tra i ragazzi di Messina e quelli di Bologna non sussistono differenze. "Due su tre sono appassionati e il 60% afferma di saper suonare e leggere spartiti", riassume Luca Marconi. Un popolo musicalmente colto, quindi? Non proprio: "Solo il 10% degli intervistati segue corsi per imparare e solo il 4% lo fa in un conservatorio", prosegue il Presidente di IASPM. Di certo il vuoto non è colmato dalla scuola, rispetto a cui tre studenti su quattro si dichiarano insoddisfatti, e così si fa strada un po' di ignoranza. Molti non sanno collocare storicamente né i grandi compositori del passato né le pietre miliari del pop e chi lo fa risulta soggetto a una sfasatura verso gli estremi: "I classici sono spesso ricondotti più indietro, al '700, mentre i rocker del '900 sono tutti spostati avanti verso gli anni '70", spiega Marconi. Anche il grande Priesley non sfugge alla regola e solo il 21,7% riporta agli anni '50 le prime esibizioni del cantante di Memphis.
Per quanto riguarda i generi, spopolano quelli da video clip, quotidianamente guardati dal 42% del campione: dance, rap e tecno. E scompare l'opera, apprezzata solo dal 5% degli intervistati. "E' ribadita la tendenza al conformismo degli adolescenti - dice Marconi - anche se non mancano le voci contro, quelli che vogliono che la musica sia cultura, spesso nascosti tra coloro che suonano".
Tutto secondo copione allora? No, se è vero che "la generazione del piercing" si dimostra sorprendentemente legata al focolare domestico, con una buona fetta del campione che dice di condividere la propria esperienza musicale con genitori e famigliari.
Tutti i dati della ricerca, disponibile in libreria al costo di 12 euro, saranno al centro della giornata internazionale di studi, ospitata sabato 4 dicembre presso il museo internazionale della musica di Palazzo Sanguinetti in Strada Maggiore 34. Per l'occasione, dalle 10 alle 18, si alterneranno in cattedra tutte le anime che hanno partecipato alla realizzazione dello studio. Gli accademici, che hanno curato l'interpretazione statistica e sociologica dei dati. I rappresentanti nazionali e internazionali di IASPM, che hanno tratto indicazioni per la didattica della musica. E gli esponenti delle cantine di Bologna, città che, oltre a essere stata campione dello studio, ha finanziato il progetto nell'ambito di Bologna2000.
([url=http://209.85.135.104/search?q=cache:lm0axANeebsJ:www.magazine.unibo.it/Magazine/Attualita/2004/12/02/musica.htm+usica+e+giovani+relazione&hl=it&ct=clnk&cd=4&gl=it]tratto da qui[/url])
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