Aiuto promessi sposi capitolo 17 !!!

Angelo3
1)Nel 17esimo capitolo compare più volte la parola provvidenza cercala e spiega le frasi e i concetti a cui essa è legata
2)cosa dice bortolo circa le iniziative del governo di venezia????
3)Riassumi la parte del dialogo fra renzo e bortolo che in tono scherzoso riguarda l’uso del termine baggiano
Vi prego entro Mercoledì potete darmi le risposte ? Mi ha già detto la prof che mi interroga, e vi prego le domande VORREI che fossero abbastanza lunghe.Vi prego ragazzi :D
Grazie a tutti

Miglior risposta
jessicabortuzzo
intanto un piccolo riassunto del capitolo 17: CAPITOLO XVII
Renzo si sente braccato. Intanto scende la notte. Ormai è un fuggitivo sospetto,costretto ad evitare ogni incontro. Entra in un bosco, l’ambiente gli appare fosco e terrificanti fantasie lo tormentano. Sul punto di tornare indietro, sente il rumore dell’acqua e si rifugia in un capanno e all’alba con l’aiuto di un pescatore arriva a Bergamo. Qui iniziano le ricerche per trovare Bortolo;trovatolo gli spiega tutta la vicenda e Bortolo gli promette un aiuto.

Analisi Cap. 17

Questo capitolo è direttamente collegato al precedente e ne è quindi la continuazione, come era già avvenuto per i due precedenti. Renzo è appena uscito dall'osteria di Gorgonzola in cui, si è visto, è profondamente maturato nell'atteggiamento rispetto all'esperienza avuta nell'osteria "La luna piena". Egli si sta dirigendo verso la salvezza, Bergamo.
La narrazione è suddivisa in due parti: nella prima si descrive il cammino di Renzo che attraversa un bosco alla disperata ricerca del rumore dell'acqua del fiume Adda. La seconda racconta il ritrovamento, da parte di Renzo, del cugino Bortolo e il conseguente inizio di una nuova vita. Lo spazio è prevalentemente esterno e l'azione si svolge per buona parte nel bosco, che rappresenta lo smarrimento un po' come la "selva oscura" di Dante. Perdizione che però viene completamente distrutta dall'aiuto della Provvidenza. Se si vogliono analizzare meglio questi due aspetti, si può affermare che lo smarrimento assume un significato simbolico, cioè non è solo l'attraversare un luogo buio e avvolto nel silenzio, ma è soprattutto un disordine interiore, un disordine del suo animo sembra che le sue inquietudini vengono proiettate sul paesaggio circostante. La Provvidenza aiuta Renzo a ritrovare la retta via, usando una terminologia Dantesca, prima con il ritrovamento dell'Adda, poi con quello della capanna in cui trascorre la notte, il bosco quindi perde ogni connotato negativo. Per quanto riguarda il tempo la vicenda narrata dal capitolo XI al capitolo XVII si svolge in un arco di tempo piuttosto breve: da sabato 11 a lunedì 13 settembre.
Qui il tempo però acquista, come lo spazio, una valenza simbolica. La notte è infatti il momento del pericolo. L'alba è il momento della pace e della fiducia ritrovata. Siamo quindi alla conclusione della fuga avventurosa di Renzo, al termine delle numerose peripezie, pericoli e minacce; e allo stesso tempo, come già accennato, è l’ora del suo ravvedimento.

La grande forza poetica di questo capitolo, sta nella sapienza con cui il Manzoni svolge parallelamente il racconto del paesaggio e l’avventura con i pensieri del giovane. Si può fare quindi qualche osservazione, ad esempio, sulle sensazioni uditive acuite dall’atmosfera tenebrosa e con la sensazione di sollievo nell’udir le acque dell’Adda; come quando giunge un amico nel momento del bisogno. Sul piano dell’esperienza interiore tra le diverse pause riflessive, si possono sottolineare quelle polemiche a proposito dei discorsi del mercante e delle voci che si sovrappongono all’osteria; alle quali si affiancano i pensieri delle persone care anche se sono lontane. A questo punto del romanzo, il promesso sposo termina la sua avventura urbana ed esce quindi dallo spazio narrativo, sebbene di fatto sarà presente più volte nei dialoghi degli altri personaggi.

In questo che è l'ultimo dei capitoli dei capitoli dedicati a Renzo raggiunge il punto massimo di maturazione interiore e psicologica. La sua sicura baldanza di allocutore della folla si è trasformata nel passo guardingo di chi fugge senza darlo a vedere. Ora egli è solo, di fronte a una realtà ostile, e nel suo petto si agitano i sentimenti più disparati: dalla paura alla speranza, alla voglia di sopravvivere. Il personaggio, insomma, si è interiorizzato, ovvero assume una ricchezza spirituale nuovo, e prende su stesso tutto il mondo che lo circonda.

E' questa la interiorizzazione del personaggio. Il paesaggio si fa stato d'animo, dell'animo di Renzo. Questo non era mai avvenuto con tanta intensità fino ad ora nel romanzo, e le ragioni narrative ne sono precise: può giustificare un paesaggio interiore solo un personaggio che abbia affrontato una maturazione spirituale tale da giustificare un sottile rapporto fra lo spirito e le cose. E' la situazione emotiva di Renzo che giustifica le splendide note paesistiche di cui tutto il capitolo è intessuto.
Come diretta conseguenza di questa interiorizzazione del paesaggio abbiamo che il capitolo è meno narrativo e più lirico: certo, la narrazione è affidata al monologo interiore, con cui Renzo dà voce a tutto il suo giustificato sdegno. Ma è la parte lirica a campeggiare, che è affidata al paesaggio. Due sono le sequenze fondamentali di questa parte: la notte dell'angoscia e l'alba della salvezza.
Per la prima, come strumento per dare una controparte quasi ritmica all'angoscia ed alla paura, il Manzoni fa ricorso alla aggettivazione o ripetizione sostantivale ternaria, volendo con essa significare che la natura esercita un netto predominio sull'uomo. Nella seconda prevale il respiro dell'ampio periodare manzoniano, che pare quasi il sospiro di sollievo del protagonista a fronte della ritrovata salvezza.
Analisi del testo

Renzo, dopo una notte di angosce sulla riva dell’Adda, si mette in salvo oltre il confine raggiungendo il paese di Bortolo. Si conclude così la fuga di Renzo e l’intera sequenza dedicata alle sue avventure milanesi. Da questo momento, Renzo resterà a lungo estraneo al racconto attivo. Il capitolo definisce una situazione decisiva per la trama del romanzo: il promesso sposo, fuggiasco oltre i confini dello stato di Milano e ricercato dalla polizia, è impossibilitato a riunirsi con Lucia.

Personaggio -guida unico nel capitolo è ancora Renzo con i suoi spostamenti e con le sue evoluzioni spirituali. Accanto a lui si affaccia sulla scena il cugino Bortolo, aiutante discreto ma costante da questo momento e fino alla fine del romanzo.

Un ruolo narrativo fondamentale è svolto, nella prima parte, dall’ambientazione: la campagna aperta, ostile di notte e accogliente di giorno, e il fiume Adda che segna il confine tra la perdizione e la salvezza. Nella seconda parte l’atmosfera è rasserenata dalla raggiunta salvezza e dalle garanzie di una nuova vita, ma permangono i segni dolorosi di una carestia sempre più incombente.

Si compie nel capitolo, almeno provvisoriamente, il percorso di formazione di Renzo. Le sue parole e il suo smarrimento durante la notte son quasi prove di iniziazione, che lo portano ad un riscatto spirituale: coscienza degli errori commessi, pentimento, preghiera, fede e fiducia nella Provvidenza si succedono nel suo animo turbato, e si trasformeranno al mattino in una rinnovata capacità di ragionare e agire, in una fiducia nel futuro che nasce non dall’istinto ma dalla meditazione.

Nella vicenda di Renzo si propone il tema della patria abbandonata: un sentimento contraddittorio di amore e nostalgia da un lato e di rifiuto dall’altro come conseguenza degli affetti e delle contrarie situazioni. Ma accanto al significato sentimentale dell’esilio, in queste pagine viene presentato attraverso la figura del cugino Bortolo il motivo storico dell’emigrazione per il lavoro.
Il capitolo è quasi completamente dedicato al solitario viaggio di Renzo. Soprattutto nella parte notturna dell’episodio, il narratore ricorrerà principalmente a due tecniche stilistiche: quella delle sequenze narrative e descrittive, di natura oggettiva; quella dei soliloqui e dei monologhi interiori, di natura soggettiva, che esprimeranno i vari stati d’animo di Renzo e gli stessi fantasmi del suo dormiveglia.
Bortolo è un personaggio del romanzo di Alessandro Manzoni I Promessi Sposi. Questo appare come cugino di Renzo e gli offre asilo a casa sua nel bergamasco poiché Renzo era ricercato come rivoluzionario dal governo di Milano.
Costui è lavoratore in una filanda; per questo Renzo può offrirgli il proprio ausilio nel lavoro, siccome di mestiere eseguiva il filatore di seta. Questo personaggio non compare mai direttamente, se non in un solo frangente in cui dialoga con il cugino.
Bortolo si rivela comunque di estremo aiuto per il cugino, dato che non solo lo ospita per un anno, ma gli offrirà un lavoro per il resto della vita dal momento in cui Renzo si trasferirà con la moglie Lucia nel territorio di Bergamo e vi metterà su casa con la propria famiglia.
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