Aiuto! Mi serve assolutamente il confronto tra il castello dell'innominato e quello di don rodrigo! (Promessi sposi))
Il confronto tra il castello dell'innominato e quello di don rodrigo dei promessi sposi!! è super urgente!!
Miglior risposta
Don rodrigo
-Vive in un palazzotto
-"Palazzotto" è un termine diminutivo e può essere considerato importante solo in relazione a piccole casupole mentre in relazione al "Castellaccio" perde importanza e potere
-Luogo che possiamo definire “sereno” rispetto a quello dell'innominato
-Il Palazzotto presenta aspetti principalmente metaforici
-Don Rodrigo cerca di ostentare il suo potere, di farlo vedere alla gente che passa vicino alle sue terre o le attraversa. Questo dipende dal fatto che il signorotto tiene in gran conto l’altrui opinione.
-il Palazzotto è di impianto grezzo e mediocre e questa abitazione sorge isolata e discosta e questo mette in evidenzia anche che Don Rodrigo è un tipo solitario e vuoto interiormente
L’innominato
-Vive in un castellaccio
-"Castellaccio" invece è un termine dispregiativo e concentra la crudeltà e l’oscurità.
-Luogo dirupato e frastagliato
-Il Castellaccio sia metaforici che simbolici.
-L’Innominato sa di avere molto potere, e preferisce che i visitatori lo capiscano da soli, senza particolari indizi; l’unico elemento che un po’ appare sono gli stanzoni lunghi, bui, che contribuiscono perfettamente a creare l’atmosfera tetra che le dicerie e le leggende hanno creato attorno a questo strano personaggio
-Presenza dell’alto, sia come ubicazione del Castellaccio che come concezione di se stesso da parte dell’Innominato infatti quest’ultimo dice di non avere nessuno sopra di sé .
Spero ti sia d'aiuto.
Ciao Laura!
ZVTxJ1UltY0
-Vive in un palazzotto
-"Palazzotto" è un termine diminutivo e può essere considerato importante solo in relazione a piccole casupole mentre in relazione al "Castellaccio" perde importanza e potere
-Luogo che possiamo definire “sereno” rispetto a quello dell'innominato
-Il Palazzotto presenta aspetti principalmente metaforici
-Don Rodrigo cerca di ostentare il suo potere, di farlo vedere alla gente che passa vicino alle sue terre o le attraversa. Questo dipende dal fatto che il signorotto tiene in gran conto l’altrui opinione.
-il Palazzotto è di impianto grezzo e mediocre e questa abitazione sorge isolata e discosta e questo mette in evidenzia anche che Don Rodrigo è un tipo solitario e vuoto interiormente
L’innominato
-Vive in un castellaccio
-"Castellaccio" invece è un termine dispregiativo e concentra la crudeltà e l’oscurità.
-Luogo dirupato e frastagliato
-Il Castellaccio sia metaforici che simbolici.
-L’Innominato sa di avere molto potere, e preferisce che i visitatori lo capiscano da soli, senza particolari indizi; l’unico elemento che un po’ appare sono gli stanzoni lunghi, bui, che contribuiscono perfettamente a creare l’atmosfera tetra che le dicerie e le leggende hanno creato attorno a questo strano personaggio
-Presenza dell’alto, sia come ubicazione del Castellaccio che come concezione di se stesso da parte dell’Innominato infatti quest’ultimo dice di non avere nessuno sopra di sé .
Spero ti sia d'aiuto.
Ciao Laura!
ZVTxJ1UltY0
Miglior risposta
Risposte
Grazie ;)
"Una mattina, don Rodrigo uscì a cavallo, in treno da caccia, con una piccola scorta di bravi a piedi; il Griso alla staffa, e quattro altri in coda; e si avviò al castello dell’Innominato." Queste righe che concludono il XIX capitolo provocano una svolta decisiva nella vicenda romanzesca, introducono nel racconto un alone di mistero, di attesa, un tono favoloso e mitico; e nel capitolo successivo la descrizione dell’ambiente in cui tiranneggia l’Innominato riprende quella del primo capitolo, producendo la sensazione di un nuovo inizio. E’ così che si prepara la lettura di pagine particolarmente importanti nel romanzo, quelle dedicate alla conversione esemplare dell’innominato. La vicenda viene ambientata in un luogo descritto con caratteri che ne esaltano il significato. La descrizione del Castellaccio, si collega a quella del Palazzotto nel capitolo V. Qui, la presentazione che viene data dell’abitazione del Signorotto Don Rodrigo è strettamente correlata con gli aspetti del suo carattere. Infatti, come il Palazzotto è di impianto grezzo e mediocre, anche il carattere del suo padrone si rispecchia in questa struttura e come la sua abitazione sorge isolata e discosta anche lui è solitario e vuoto interiormente; le porte e le finestre sono chiuse, il tutto è circondato dal silenzio e la casa sembra essere abbandonata; infine la violenza e l’arroganza di Don Rodrigo si percepiscono dagli avvoltoi inchiodati ai battenti del portone e dalle urla dei mastini.
Il narratore con le espressioni "Palazzotto" e "Castellaccio" suggerisce un confronto fra i due personaggi. "Palazzotto" è un termine diminutivo e può essere considerato importante solo in relazione a piccole casupole, cioè come nel paese di Don Rodrigo, mentre in relazione al "Castellaccio" perde importanza e potere. "Castellaccio" invece è un termine dispregiativo e concentra la crudeltà e l’oscurità. Alla fine l’impressione dominante non è quella di un luogo sereno, ma di un luogo dirupato e frastagliato, come la coscienza di chi vi domina: infatti anche la descrizione del Castellaccio è metafora della personalità del padrone. Nella descrizione del paesaggio e dell’ambiente che circondano il "Castellaccio" c’è un’opposizione tra alto e basso che si può percepire dalle espressioni: "sulla cima", "giogaia di monti", "pendio", "saliva", "lassù", "dall’alto", "più in alto" e "valle", "precipizi", "il fondo". Queste espressioni oltre ad avere una funzione descrittiva e realistica dell’ambiente assumono un valore simbolico: l’altezza si riferisce alla volontà di potenza dell’Innominato e all’idea di non avere niente e nessuno sopra di sé. La bassezza richiama la lenta presa di coscienza della malvagità in cui l’Innominato é sprofondato.
L’insistenza con cui Manzoni sottolinea la presenza dell’alto, sia come ubicazione del Castellaccio che come concezione di se stesso da parte dell’Innominato, suggeriscono la presenza di un’altezza diversa. L’innominato dice di non avere nessuno sopra di sé e con questa affermazione il narratore allude invece alla sua prossima scoperta dell’altezza di Dio.
In conclusione il Palazzotto presenta aspetti principalmente metaforici, mentre il Castellaccio sia metaforici che simbolici.
____________________________________________________________________________
Basta solo come il Manzoni descrive le due magioni per farci capire quanto siano diverse: sebbene siano entrambi in posizioni sopraelevate, il castello dell’Innominato si trova in una valle uggiosa, circondata da gole e rupi, completamente isolata dal resto del mondo. Don Rodrigo dimostra il suo potere mettendo la propria casa più in alto di quelle dei suoi servitori, l’Innominato proibendo a chiunque a vivere dove vive lui, a meno che non sia sotto sua richiesta, e quindi sotto al suo tetto.
Don Rodrigo vuole dimostrare di essere il signore assoluto del paesello circondandosi di contadini a lui fedeli, rendendo il suo castello il centro di un piccolo impero, facendola apparire come una rocca in mezzo ai flutti rispetto alle case che tentano di risalire la collina. La rocca dell’Innominato appare come l’unico edificio nel raggio di chilometri, circondato dal nulla. Don Rodrigo tiene due bravi fuori dalla porta, a far compagnia a due loro simili, degli avvoltoi appesi alla porta; i bravi sono smaniosi di entrare, di mangiare, di far baldoria, perché si sentono sicuri sotto la protezione del loro capo. I bravi dell’Innominato non abbassano mai la guardia, restano attenti, controllano le zone anche lontane dal castello, per avere tutto il tempo di reagire nel caso degli indesiderati superassero il primo controllo.
La principale differenza fra le due abitazioni-fortezze, i due padroni e il loro modo di pensare, è essenzialmente che Don Rodrigo cerca di ostentare il suo potere, di farlo vedere alla gente che passa vicino alle sue terre o le attraversa. Questo dipende dal fatto che il signorotto tiene in gran conto l’altrui opinione, mentre l’Innominato sa di avere molto potere, e preferisce che i visitatori lo capiscano da soli, senza particolari indizi; l’unico elemento che un po’ appare sono gli stanzoni lunghi, bui, che contribuiscono perfettamente a creare l’atmosfera tetra che le dicerie e le leggende hanno creato attorno a questo strano personaggio.
Fonti: Yahoo, Wikibooks.
Questo ho trovato,vedi se ti è utile!
Ciao Laura!
Il narratore con le espressioni "Palazzotto" e "Castellaccio" suggerisce un confronto fra i due personaggi. "Palazzotto" è un termine diminutivo e può essere considerato importante solo in relazione a piccole casupole, cioè come nel paese di Don Rodrigo, mentre in relazione al "Castellaccio" perde importanza e potere. "Castellaccio" invece è un termine dispregiativo e concentra la crudeltà e l’oscurità. Alla fine l’impressione dominante non è quella di un luogo sereno, ma di un luogo dirupato e frastagliato, come la coscienza di chi vi domina: infatti anche la descrizione del Castellaccio è metafora della personalità del padrone. Nella descrizione del paesaggio e dell’ambiente che circondano il "Castellaccio" c’è un’opposizione tra alto e basso che si può percepire dalle espressioni: "sulla cima", "giogaia di monti", "pendio", "saliva", "lassù", "dall’alto", "più in alto" e "valle", "precipizi", "il fondo". Queste espressioni oltre ad avere una funzione descrittiva e realistica dell’ambiente assumono un valore simbolico: l’altezza si riferisce alla volontà di potenza dell’Innominato e all’idea di non avere niente e nessuno sopra di sé. La bassezza richiama la lenta presa di coscienza della malvagità in cui l’Innominato é sprofondato.
L’insistenza con cui Manzoni sottolinea la presenza dell’alto, sia come ubicazione del Castellaccio che come concezione di se stesso da parte dell’Innominato, suggeriscono la presenza di un’altezza diversa. L’innominato dice di non avere nessuno sopra di sé e con questa affermazione il narratore allude invece alla sua prossima scoperta dell’altezza di Dio.
In conclusione il Palazzotto presenta aspetti principalmente metaforici, mentre il Castellaccio sia metaforici che simbolici.
____________________________________________________________________________
Basta solo come il Manzoni descrive le due magioni per farci capire quanto siano diverse: sebbene siano entrambi in posizioni sopraelevate, il castello dell’Innominato si trova in una valle uggiosa, circondata da gole e rupi, completamente isolata dal resto del mondo. Don Rodrigo dimostra il suo potere mettendo la propria casa più in alto di quelle dei suoi servitori, l’Innominato proibendo a chiunque a vivere dove vive lui, a meno che non sia sotto sua richiesta, e quindi sotto al suo tetto.
Don Rodrigo vuole dimostrare di essere il signore assoluto del paesello circondandosi di contadini a lui fedeli, rendendo il suo castello il centro di un piccolo impero, facendola apparire come una rocca in mezzo ai flutti rispetto alle case che tentano di risalire la collina. La rocca dell’Innominato appare come l’unico edificio nel raggio di chilometri, circondato dal nulla. Don Rodrigo tiene due bravi fuori dalla porta, a far compagnia a due loro simili, degli avvoltoi appesi alla porta; i bravi sono smaniosi di entrare, di mangiare, di far baldoria, perché si sentono sicuri sotto la protezione del loro capo. I bravi dell’Innominato non abbassano mai la guardia, restano attenti, controllano le zone anche lontane dal castello, per avere tutto il tempo di reagire nel caso degli indesiderati superassero il primo controllo.
La principale differenza fra le due abitazioni-fortezze, i due padroni e il loro modo di pensare, è essenzialmente che Don Rodrigo cerca di ostentare il suo potere, di farlo vedere alla gente che passa vicino alle sue terre o le attraversa. Questo dipende dal fatto che il signorotto tiene in gran conto l’altrui opinione, mentre l’Innominato sa di avere molto potere, e preferisce che i visitatori lo capiscano da soli, senza particolari indizi; l’unico elemento che un po’ appare sono gli stanzoni lunghi, bui, che contribuiscono perfettamente a creare l’atmosfera tetra che le dicerie e le leggende hanno creato attorno a questo strano personaggio.
Fonti: Yahoo, Wikibooks.
Questo ho trovato,vedi se ti è utile!
Ciao Laura!