Aiutatemi a fare una ricerca please!!!
salve mi aiutereste a fare una ricerca approfondita sulla condizione della donna nell'iliade e la questione del divino sempre nell'iliade grazie mille...
Risposte
ciao...
-Le donne dell'Iliade sono descritte da appellativi graziosi, hanno bianche braccia, guance rosee, lunghi pepli. In guerra vengono trattate come prede, fanno parte del bottino, non solo la guerra è stata scatenata dal rapimento di Elena ma non dimentichiamo che la contesa Agamennone/Crise/Achille nasce proprio da una questione di spartizione del bottino di donne, Criseide scambiata con Briseide. Agamennone accenna chiaramente alla funzione di queste prede: lavorare in casa del padrone e dormire nel suo letto. Donne-oggetto quindi ma non oggetti privi di valore, lo stesso Crise è pronto a riscattare la figlia con "doni infiniti", il che non avverrebbe in una società che svaluta le donne (si pensi a quella indiana dove le figlie femmine venivano addirittura soppresse alla nascita). Le spose nobili si occupano della casa (perlopiù filatura e tessitura) e dei figli, circondate da ancelle e nutrici. Parlano ed esprimono liberamente i loro sentimenti, non dimentichiamo che il compianto di Ettore viene pronunciato proprio da 3 donne, Ecuba, la madre, Andromaca, la moglie, ed Elena la cognata. Sono discorsi lunghi, articolati e pieni di affetto. Se poi consideriamo le donne-dee queste godono di ancora maggiore intraprendenza. Sono madri tenerissime, affettuose, iper-protettive, parziali verso i propri figli come qualunque genitrice odierna. Teti protegge Achille, cerca di nasconderlo dalla guerra, intercede per lui presso Giove (e desta con questo la gelosia di Era). Venere protegge Enea fino al punto di intromettersi nella battaglia, ed è umana ed ironica la scena in cui viene ferita ad un braccio e ci resta malissimo, mettendosi a piangere disperata e correndo a rifugiarsi nell'Olimpo, mentre le altre divinità la rimproverano per aver voluto intromettersi in un affare che "non è per lei". La guerra insomma non è "roba da donne" che la osteggiano sistematicamente (anche Andromaca supplica Ettore di evitare il rischio mentre lui, tutto d'un pezzo, preferisce la morte al disonore). Ci sono però delle eccezioni, donne investite di prerogative maschili che partecipano al combattimento come Atena e Artemide che vengone dette "urlatrici", oppure come le Amazzoni che sono alleate dei Troiani. E infine ci sono le sacerdotesse, come Cassandra.
- https://www.skuola.net/mitologia-epica/iliade-omero/gli-dei-nell-iliade.html
LA RELIGIONE OLIMPICA
La religione greca è priva di molti elementi tipici delle religioni monoteistiche.
In particolare mancano forme di rivelazione, dogmi (cioè verità di fede), figure di profeti o messia, ed anche una casta sacerdotale ed un testo sacro (come la Bibbia, i Vangeli, o il Corano).
La fede negli dei dell’Olimpo , dunque, non si fondava su elementi come questi, ma sul nomos, cioè su convenzioni e consuetudini.
Gli dei erano noti attraverso i miti, trasmessi come favole e poi interpretati dai poeti, che dunque svolgevano un ruolo fondamentale.
Il singolo non aveva un rapporto personale col divino: quella greca era una religione pubblica, che si realizzava essenzialmente nel culto, nei riti, nei sacrifici, nelle celebrazioni promosse dalla polis.
Non esisteva nemmeno un concetto di peccato simile a quello cristiano. Le uniche colpe verso gli dei, se così le vogliamo chiamare, erano l’empietà, una offesa alle cose sacre, il non compiere sacrifici e riti stabiliti, e la Hybris, cioè la tracotanza, la violazione dei limiti imposti dalla natura all’essere umano. Allora gli dei punivano l’uomo mandando sciagure e tormenti.
Il modo di rappresentare gli dei in Grecia è cambiato nel corso del tempo.
Nell’Iliade di Omero alcuni attributi degli dei conservano tracce di una rappresentazione totemica (divinità come personificazione di animali o di fenomeni naturali) .
Era veniva definita boopis , cioè occhi bovini; Atena glaucopis, occhi di civetta; Posidone scuotitor della terra; Zeus vasto fragore.
Ma in Omero gli dei sono già antropomorfi, cioè hanno sembianze e caratteristiche umane. Ciò che realmente li distingue dagli esseri umani è l’immortalità.
• Sono grandi, belli, splendenti; vivono sull’Olimpo (un monte della Tessaglia), in magnifici palazzi e conducono una vita felice; non mangiano carne né bevono vino, ma ambrosia e nettare. Nelle loro vene non scorre sangue, simbolo di vita ma anche di morte, ma un liquido chiamato icore.
• Sono davvero simili agli uomini, perché vivono amori, rabbie, gelosie, vendette esattamente come gli esseri umani. Sono vicini ai mortali, cui inviano continui messaggi attraverso segni, prodigi, sogni.
• Non suscitano nell’uomo terrore o smarrimento, quanto piuttosto stupore e ammirazione. Essi non sono perfetti nei comportamenti ; quindi non costituiscono per l’uomo un modello etico
• Anche gli dei dipendono da una forza più grande di loro: la Moira.
La Moira è il destino, cioè una forza cosmica che assegna a ciascuno una parte immutabile e che governa la condizione umana. Anche Zeus, nell’Iliade, afferma di non avere alcun potere su di essa.
I MAGNIFICI DODICI
Le divinità dell’Olimpo non solo avevano figura umana, ma ciascuna era dotata di una propria personalità, un carattere, una storia, raccontata in un numero sterminato di miti.
Ad Omero e al poeta Esiodo si fa risalire una sistemazione e una disposizione ordinata dei numerosi racconti che, con varianti locali, erano presenti in tutte le regioni della Grecia. Altre storie ancora si trovano nei poeti tragici e in altri autori anche dissacranti, come Luciano di Samosata.
Ed ora…andiamo a fare un giretto sull’Olimpo!
E’ una montagna alta, con la cima sempre invisibile. Perché è sempre circondata di nuvole… o perché ci vivono gli dei??
Ecco i veri, unici, mitici dodici…
1. Zeus , re di tutti gli dei. Con lui iniziò il primato delle divinità celesti sulle divinità ctonie (della terra). Dio del cielo.
2. Hera, sua moglie-sorella, protettrice del matrimonio
3. Poseidone, fratello di Zeus, dio del mare e delle tempeste. Col tridente provocava terremoti.
4.Atena, figlia prediletta di Zeus. Dea della sapienza e della forza guerriera.
5. Apollo, figlio di Zeus, aveva il dono della sapienza ; era dio di armonia, bellezza, delle arti e del canto
6. Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza, del rapporto immediato con la natura.
7. Afrodite, dea del desiderio, dell’amore, della bellezza e madre di Eros, che con le sue frecce dorate suscitava l’innamoramento.
8. Artemide, dea vergine e cacciatrice.
9. Ares, dio della guerra
10. Ermes, il messaggero degli dei; dio dei commerci e della comunicazione… e anche dio dei ladri….
11. Efesto, il fabbro degli dei, brutto e deforme. Viveva nel vulcano dove aveva la sua officina.
12. Demetra, dea delle messi, della fertilità e dei cicli della vegetazione, sorella e sposa di Zeus
LE RELIGIONI MISTERICHE
Gli dei dell’Olimpo, così perfetti, luminosi e razionali, hanno consentito lo sviluppo della filosofia, della scienza, della letteratura e dell’arte, contribuendo a creare quella idea di armonia e bellezza che tutti riconosciamo al mondo greco. Sicuramente, però, la religione tradizionale non spiegava le zone d’ombra, di irrazionalità , di istinto pur presenti nell’uomo d’ ogni tempo, non risolveva il bisogno di un rapporto più diretto e personale col divino, né rispondeva alle domande più angosciose dell’esistenza: con la morte finisce tutto? L’anima sopravvive alla fine del corpo? Qual è il destino dell’essere umano?
E allora?
Che questi bisogni fossero reali, allora come oggi, lo vediamo nella presenza di forme religiose per così dire parallele alla religione tradizionale: i culti misterici .
Il termine deriva essenzialmente dalla segretezza che li caratterizzava. I culti misterici principali sono quelli in onore di Dioniso (il dionisismo e l’orfismo) e i misteri eleusini, in onore della dea Demetra.
I culti misterici presentano caratteri comuni:
1. trattano tutti un tema di fondo, quello della morte e resurrezione/reincarnazione, narrato attraverso la vicenda mitica di una divinità che muore e rinasce sotto varia forma.
2. le divinità onorate sono divinità ctonie, cioè della terra, legate a una concezione più primitiva del divino e connesse alla vegetazione, all’agricoltura, ai cicli stagionali della natura ritenuti simbolici del ciclo morte/rinascita. (Demetra, dea delle messi; Dioniso dio degli alberi, dei frutti, della vite)
3. I riti sono per iniziati, cioè riservati a gruppi ristretti che spesso devono superare prove faticose e dolorose per accedere alle verità dei misteri.
4. I riti si svolgono nel segreto; spesso non vi sono nemmeno luoghi specifici destinati al culto
spero di averti aiutato almeno un pò...
-Le donne dell'Iliade sono descritte da appellativi graziosi, hanno bianche braccia, guance rosee, lunghi pepli. In guerra vengono trattate come prede, fanno parte del bottino, non solo la guerra è stata scatenata dal rapimento di Elena ma non dimentichiamo che la contesa Agamennone/Crise/Achille nasce proprio da una questione di spartizione del bottino di donne, Criseide scambiata con Briseide. Agamennone accenna chiaramente alla funzione di queste prede: lavorare in casa del padrone e dormire nel suo letto. Donne-oggetto quindi ma non oggetti privi di valore, lo stesso Crise è pronto a riscattare la figlia con "doni infiniti", il che non avverrebbe in una società che svaluta le donne (si pensi a quella indiana dove le figlie femmine venivano addirittura soppresse alla nascita). Le spose nobili si occupano della casa (perlopiù filatura e tessitura) e dei figli, circondate da ancelle e nutrici. Parlano ed esprimono liberamente i loro sentimenti, non dimentichiamo che il compianto di Ettore viene pronunciato proprio da 3 donne, Ecuba, la madre, Andromaca, la moglie, ed Elena la cognata. Sono discorsi lunghi, articolati e pieni di affetto. Se poi consideriamo le donne-dee queste godono di ancora maggiore intraprendenza. Sono madri tenerissime, affettuose, iper-protettive, parziali verso i propri figli come qualunque genitrice odierna. Teti protegge Achille, cerca di nasconderlo dalla guerra, intercede per lui presso Giove (e desta con questo la gelosia di Era). Venere protegge Enea fino al punto di intromettersi nella battaglia, ed è umana ed ironica la scena in cui viene ferita ad un braccio e ci resta malissimo, mettendosi a piangere disperata e correndo a rifugiarsi nell'Olimpo, mentre le altre divinità la rimproverano per aver voluto intromettersi in un affare che "non è per lei". La guerra insomma non è "roba da donne" che la osteggiano sistematicamente (anche Andromaca supplica Ettore di evitare il rischio mentre lui, tutto d'un pezzo, preferisce la morte al disonore). Ci sono però delle eccezioni, donne investite di prerogative maschili che partecipano al combattimento come Atena e Artemide che vengone dette "urlatrici", oppure come le Amazzoni che sono alleate dei Troiani. E infine ci sono le sacerdotesse, come Cassandra.
- https://www.skuola.net/mitologia-epica/iliade-omero/gli-dei-nell-iliade.html
LA RELIGIONE OLIMPICA
La religione greca è priva di molti elementi tipici delle religioni monoteistiche.
In particolare mancano forme di rivelazione, dogmi (cioè verità di fede), figure di profeti o messia, ed anche una casta sacerdotale ed un testo sacro (come la Bibbia, i Vangeli, o il Corano).
La fede negli dei dell’Olimpo , dunque, non si fondava su elementi come questi, ma sul nomos, cioè su convenzioni e consuetudini.
Gli dei erano noti attraverso i miti, trasmessi come favole e poi interpretati dai poeti, che dunque svolgevano un ruolo fondamentale.
Il singolo non aveva un rapporto personale col divino: quella greca era una religione pubblica, che si realizzava essenzialmente nel culto, nei riti, nei sacrifici, nelle celebrazioni promosse dalla polis.
Non esisteva nemmeno un concetto di peccato simile a quello cristiano. Le uniche colpe verso gli dei, se così le vogliamo chiamare, erano l’empietà, una offesa alle cose sacre, il non compiere sacrifici e riti stabiliti, e la Hybris, cioè la tracotanza, la violazione dei limiti imposti dalla natura all’essere umano. Allora gli dei punivano l’uomo mandando sciagure e tormenti.
Il modo di rappresentare gli dei in Grecia è cambiato nel corso del tempo.
Nell’Iliade di Omero alcuni attributi degli dei conservano tracce di una rappresentazione totemica (divinità come personificazione di animali o di fenomeni naturali) .
Era veniva definita boopis , cioè occhi bovini; Atena glaucopis, occhi di civetta; Posidone scuotitor della terra; Zeus vasto fragore.
Ma in Omero gli dei sono già antropomorfi, cioè hanno sembianze e caratteristiche umane. Ciò che realmente li distingue dagli esseri umani è l’immortalità.
• Sono grandi, belli, splendenti; vivono sull’Olimpo (un monte della Tessaglia), in magnifici palazzi e conducono una vita felice; non mangiano carne né bevono vino, ma ambrosia e nettare. Nelle loro vene non scorre sangue, simbolo di vita ma anche di morte, ma un liquido chiamato icore.
• Sono davvero simili agli uomini, perché vivono amori, rabbie, gelosie, vendette esattamente come gli esseri umani. Sono vicini ai mortali, cui inviano continui messaggi attraverso segni, prodigi, sogni.
• Non suscitano nell’uomo terrore o smarrimento, quanto piuttosto stupore e ammirazione. Essi non sono perfetti nei comportamenti ; quindi non costituiscono per l’uomo un modello etico
• Anche gli dei dipendono da una forza più grande di loro: la Moira.
La Moira è il destino, cioè una forza cosmica che assegna a ciascuno una parte immutabile e che governa la condizione umana. Anche Zeus, nell’Iliade, afferma di non avere alcun potere su di essa.
I MAGNIFICI DODICI
Le divinità dell’Olimpo non solo avevano figura umana, ma ciascuna era dotata di una propria personalità, un carattere, una storia, raccontata in un numero sterminato di miti.
Ad Omero e al poeta Esiodo si fa risalire una sistemazione e una disposizione ordinata dei numerosi racconti che, con varianti locali, erano presenti in tutte le regioni della Grecia. Altre storie ancora si trovano nei poeti tragici e in altri autori anche dissacranti, come Luciano di Samosata.
Ed ora…andiamo a fare un giretto sull’Olimpo!
E’ una montagna alta, con la cima sempre invisibile. Perché è sempre circondata di nuvole… o perché ci vivono gli dei??
Ecco i veri, unici, mitici dodici…
1. Zeus , re di tutti gli dei. Con lui iniziò il primato delle divinità celesti sulle divinità ctonie (della terra). Dio del cielo.
2. Hera, sua moglie-sorella, protettrice del matrimonio
3. Poseidone, fratello di Zeus, dio del mare e delle tempeste. Col tridente provocava terremoti.
4.Atena, figlia prediletta di Zeus. Dea della sapienza e della forza guerriera.
5. Apollo, figlio di Zeus, aveva il dono della sapienza ; era dio di armonia, bellezza, delle arti e del canto
6. Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza, del rapporto immediato con la natura.
7. Afrodite, dea del desiderio, dell’amore, della bellezza e madre di Eros, che con le sue frecce dorate suscitava l’innamoramento.
8. Artemide, dea vergine e cacciatrice.
9. Ares, dio della guerra
10. Ermes, il messaggero degli dei; dio dei commerci e della comunicazione… e anche dio dei ladri….
11. Efesto, il fabbro degli dei, brutto e deforme. Viveva nel vulcano dove aveva la sua officina.
12. Demetra, dea delle messi, della fertilità e dei cicli della vegetazione, sorella e sposa di Zeus
LE RELIGIONI MISTERICHE
Gli dei dell’Olimpo, così perfetti, luminosi e razionali, hanno consentito lo sviluppo della filosofia, della scienza, della letteratura e dell’arte, contribuendo a creare quella idea di armonia e bellezza che tutti riconosciamo al mondo greco. Sicuramente, però, la religione tradizionale non spiegava le zone d’ombra, di irrazionalità , di istinto pur presenti nell’uomo d’ ogni tempo, non risolveva il bisogno di un rapporto più diretto e personale col divino, né rispondeva alle domande più angosciose dell’esistenza: con la morte finisce tutto? L’anima sopravvive alla fine del corpo? Qual è il destino dell’essere umano?
E allora?
Che questi bisogni fossero reali, allora come oggi, lo vediamo nella presenza di forme religiose per così dire parallele alla religione tradizionale: i culti misterici .
Il termine deriva essenzialmente dalla segretezza che li caratterizzava. I culti misterici principali sono quelli in onore di Dioniso (il dionisismo e l’orfismo) e i misteri eleusini, in onore della dea Demetra.
I culti misterici presentano caratteri comuni:
1. trattano tutti un tema di fondo, quello della morte e resurrezione/reincarnazione, narrato attraverso la vicenda mitica di una divinità che muore e rinasce sotto varia forma.
2. le divinità onorate sono divinità ctonie, cioè della terra, legate a una concezione più primitiva del divino e connesse alla vegetazione, all’agricoltura, ai cicli stagionali della natura ritenuti simbolici del ciclo morte/rinascita. (Demetra, dea delle messi; Dioniso dio degli alberi, dei frutti, della vite)
3. I riti sono per iniziati, cioè riservati a gruppi ristretti che spesso devono superare prove faticose e dolorose per accedere alle verità dei misteri.
4. I riti si svolgono nel segreto; spesso non vi sono nemmeno luoghi specifici destinati al culto
spero di averti aiutato almeno un pò...