Versioni: La battaglia di Filippi
La battaglia di Filippi:
inizia con: Postquam(=dopo che) Caesar coniuratorum pugionibus in Curia confossus est finisce con: Post cruentam victoriam triumviri provincias inter
se(= tra di loro) diviserunt.
Funesti presagi per il destino di Roma:
inizia con: Bello Punico secundo dei funesti prodigiis ingentes calamitates Romanis praenuntiaverunt
finisce con: hi (=questi) libri olim Romam a rege Tarquinio lati sunt et in Capitolio in templo Iovis positi sunt. Itaque irae celestium multis victimis expiatae sunt.
grazie mille!
inizia con: Postquam(=dopo che) Caesar coniuratorum pugionibus in Curia confossus est finisce con: Post cruentam victoriam triumviri provincias inter
se(= tra di loro) diviserunt.
Funesti presagi per il destino di Roma:
inizia con: Bello Punico secundo dei funesti prodigiis ingentes calamitates Romanis praenuntiaverunt
finisce con: hi (=questi) libri olim Romam a rege Tarquinio lati sunt et in Capitolio in templo Iovis positi sunt. Itaque irae celestium multis victimis expiatae sunt.
grazie mille!
Risposte
le versioni sn queste:
queste 2 versioni sono entrambe di Livio.
Ubi Mucius in Porsennae castra venit, in confertissima turba prope regium tribunal consistit. Ibi, cum stipendium militibus forte daretur, rex et scriba eius sedebant pari fere ornbatu, nec Mucius sciebat uter rex esset nec audebat hoc sciscitari. Itaque, facinus fortunae committens, telum temere icit et scribam pro rege obtruncat. Magno clamore undique facto regii satellites accurrunt et Mucium fugere conantem comprehendunt. Cum eum ante regis tribunal retraxissent, Mucius minime territus inter tantas fortunae minas, “ Romanus sum –inquit- civis; C. Mucium me vocant. Hostis hostem uccidere volui, nec ad mortem minus animi est quam fuit ad caedem; et facere et pari fortia Romanum est. Nec unus in te ego hos animos gessi, longius post me ordo est petentium idem decus”.
Da: Ubi fino a consistit ho tradotto: Quando Muzio arriva nell'accampamento di Porsenna, si ferma nell'ammassata folla vicino alla tenda reale della tribuna del generale.
Da:"Romanus fino alla fine ho tradotto: "sono cittadino romano; mi chiamano Gaio Muzio. Nemico, ho voluto uccidere un nemico, e di fronte alla morte non ho minor coraggio di quanto ne ebbi di fronte all' uccisione; tanto compiere quanto subire azioni valorose è degno di Romani. Nè io solo ho concepito questi sentimenti nei tuoi confronti; dopo di me c è una lunga fila di nomi che aspirano allo stesso onore.
non so se è corretto quello che ho tradotto..
se mi potete aiutare a trodurre il pezzo centrale..grazie!
la seconda versione inizia con: Cum rex, simul ira incensus periculoque conterritus minitabundus, ignes adferri iussit ut Mucius e finisce con quae postea sunt Mucia prata appellata.
grazie ancora!
queste 2 versioni sono entrambe di Livio.
Ubi Mucius in Porsennae castra venit, in confertissima turba prope regium tribunal consistit. Ibi, cum stipendium militibus forte daretur, rex et scriba eius sedebant pari fere ornbatu, nec Mucius sciebat uter rex esset nec audebat hoc sciscitari. Itaque, facinus fortunae committens, telum temere icit et scribam pro rege obtruncat. Magno clamore undique facto regii satellites accurrunt et Mucium fugere conantem comprehendunt. Cum eum ante regis tribunal retraxissent, Mucius minime territus inter tantas fortunae minas, “ Romanus sum –inquit- civis; C. Mucium me vocant. Hostis hostem uccidere volui, nec ad mortem minus animi est quam fuit ad caedem; et facere et pari fortia Romanum est. Nec unus in te ego hos animos gessi, longius post me ordo est petentium idem decus”.
Da: Ubi fino a consistit ho tradotto: Quando Muzio arriva nell'accampamento di Porsenna, si ferma nell'ammassata folla vicino alla tenda reale della tribuna del generale.
Da:"Romanus fino alla fine ho tradotto: "sono cittadino romano; mi chiamano Gaio Muzio. Nemico, ho voluto uccidere un nemico, e di fronte alla morte non ho minor coraggio di quanto ne ebbi di fronte all' uccisione; tanto compiere quanto subire azioni valorose è degno di Romani. Nè io solo ho concepito questi sentimenti nei tuoi confronti; dopo di me c è una lunga fila di nomi che aspirano allo stesso onore.
non so se è corretto quello che ho tradotto..
se mi potete aiutare a trodurre il pezzo centrale..grazie!
la seconda versione inizia con: Cum rex, simul ira incensus periculoque conterritus minitabundus, ignes adferri iussit ut Mucius e finisce con quae postea sunt Mucia prata appellata.
grazie ancora!
Devi mettere l'inizio e la fine, così o io o qualcun altro ti aiuterà ;)
Puoi fare così: copia completamente l'altro thread, e incollalo qui sotto, poi cancella quello vecchio :yes
Puoi fare così: copia completamente l'altro thread, e incollalo qui sotto, poi cancella quello vecchio :yes
grazie sei un mito:thx:thx grazie milleeeee!!!!!!!!!!!
nn è che potresti darmi una mano con la traduzione di: L' eroismo di Muzio scevola salva la città di Roma??
nn è che potresti darmi una mano con la traduzione di: L' eroismo di Muzio scevola salva la città di Roma??
L'ho fatta, leggi sopra ;)
grazie mille
:hi ma della seconda avrei bisogno la traduzione..se è possibile
:hi ma della seconda avrei bisogno la traduzione..se è possibile
La traduzione della prima si trova qui, se avessi problemi o dubbi scrivili qua.
Ecco il testo con relativa traduzione della seconda:
Bello Punico Secundo Dei funestis prodigiis ingentes calamitates Romanis praenuntiaverunt. Nam et Romae et circa Urbem brevi tempore multa portenta facta sunt aut nuntiata sunt et temere credita sunt: hominum animi enim creduli sunt cum religione sunt moti. Romae in foro Holitorio infans semestris repenere magna voce loqui coepit; in foro boario bos in tectum aedificii sua sponte ascendit atque inde, clamore habitatorum territus, se deiecit; in caelo naves fulgentes visae sunt; aedes Spei fulmine icta est. Lanuvii hastae Martis sacrae se moverunt et corvus in aedem Iunonis devolavit atque in statua deae consedit; in agro Amiternino multis locis homines candida veste visi sunt; In Piceno lapidibus pluit; in Gallia lupus vigili ex vagina gladium rapuit et eum abstulit. Ob gravia deorum signa decemviri Libros Sibyllinos adierunt. Sibyllini appellantur Libri in quibus responsa Sibyllae Cumanae, Apollinis sacerdotis, Graecis litteris scripta sunt; hi libri olim Romam a rege Tarquinio lati sunt et in Capitolio in templo Iovis positi sunt. Itaque irae celestium multis victimis expiatae sunt.
Durante la Seconda Guerra Punica gli dei annunciarono ai Romani grandi distruzioni con presagi funesti. Infatti sia a Roma sia intorno alla città in poco tempo accaddero molte sciagure o furono annunciate e furono ritenute da temere: infatti gli animi degli uomini sono credenti quando sono mossi dalla superstizione. A Roma nel Foro Olitorio un bambino di sei mesi iniziò a parlare velocemente e a gran voce; nel foro Boario un bue salì sul tetto di un edificio di sua spontanea volontà e poi, spaventato dal clamore degli abitanti, si lanciò, nel cielo furono viste delle navi splendenti, il tempio della Speranza fu colpito da un fulmine. A Lanuvio le aste sacre di Marte si mossero e un corvo volò sul tempio di Giunone e si sedette sulla statua della dea; nell'agro Amiternino furono visti in molti punti uomini con una veste bianca, nel Piceno piovvero pietre, in Gallia un lupo prese dal fodero di una guardia la spada e la portò via. A causa dei gravi segnali degli dei i Decemviri consultarono i Libri Sibillini. Sono chiamati Sibillini il libri nei quali sono scritti in greco i responsi della sibilla Cumana, sacerdotessa di Apollo; questi libri una volta vennero portati a Roma dal Re Tarquinio e posti nel tempio di Giove nel Campidoglio. E così con molte vittime le ire dei Celesti furono espiate.
:hi
Ecco il testo con relativa traduzione della seconda:
Bello Punico Secundo Dei funestis prodigiis ingentes calamitates Romanis praenuntiaverunt. Nam et Romae et circa Urbem brevi tempore multa portenta facta sunt aut nuntiata sunt et temere credita sunt: hominum animi enim creduli sunt cum religione sunt moti. Romae in foro Holitorio infans semestris repenere magna voce loqui coepit; in foro boario bos in tectum aedificii sua sponte ascendit atque inde, clamore habitatorum territus, se deiecit; in caelo naves fulgentes visae sunt; aedes Spei fulmine icta est. Lanuvii hastae Martis sacrae se moverunt et corvus in aedem Iunonis devolavit atque in statua deae consedit; in agro Amiternino multis locis homines candida veste visi sunt; In Piceno lapidibus pluit; in Gallia lupus vigili ex vagina gladium rapuit et eum abstulit. Ob gravia deorum signa decemviri Libros Sibyllinos adierunt. Sibyllini appellantur Libri in quibus responsa Sibyllae Cumanae, Apollinis sacerdotis, Graecis litteris scripta sunt; hi libri olim Romam a rege Tarquinio lati sunt et in Capitolio in templo Iovis positi sunt. Itaque irae celestium multis victimis expiatae sunt.
Durante la Seconda Guerra Punica gli dei annunciarono ai Romani grandi distruzioni con presagi funesti. Infatti sia a Roma sia intorno alla città in poco tempo accaddero molte sciagure o furono annunciate e furono ritenute da temere: infatti gli animi degli uomini sono credenti quando sono mossi dalla superstizione. A Roma nel Foro Olitorio un bambino di sei mesi iniziò a parlare velocemente e a gran voce; nel foro Boario un bue salì sul tetto di un edificio di sua spontanea volontà e poi, spaventato dal clamore degli abitanti, si lanciò, nel cielo furono viste delle navi splendenti, il tempio della Speranza fu colpito da un fulmine. A Lanuvio le aste sacre di Marte si mossero e un corvo volò sul tempio di Giunone e si sedette sulla statua della dea; nell'agro Amiternino furono visti in molti punti uomini con una veste bianca, nel Piceno piovvero pietre, in Gallia un lupo prese dal fodero di una guardia la spada e la portò via. A causa dei gravi segnali degli dei i Decemviri consultarono i Libri Sibillini. Sono chiamati Sibillini il libri nei quali sono scritti in greco i responsi della sibilla Cumana, sacerdotessa di Apollo; questi libri una volta vennero portati a Roma dal Re Tarquinio e posti nel tempio di Giove nel Campidoglio. E così con molte vittime le ire dei Celesti furono espiate.
:hi