Versioni greco! Libro ATENA
Ragazzi/e,mi servone le versioni di greco del libro Atena da pag.232 a 235!
1)La volpe e la scimmia
2)Una vittoria della maga Medea
3)Il dio bifronte
4)Una lezione di...vita
5)Un'antica metamorfosi
Potete darmele subito,grazie!
Aggiunto 1 minuto più tardi:
vi ho allegato le foto dalla seconda versione alla quinta,ma vi ricordo che mi serve anche la prima.
1)La volpe e la scimmia
2)Una vittoria della maga Medea
3)Il dio bifronte
4)Una lezione di...vita
5)Un'antica metamorfosi
Potete darmele subito,grazie!
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vi ho allegato le foto dalla seconda versione alla quinta,ma vi ricordo che mi serve anche la prima.
Miglior risposta
Una vittoria della maga Medea
Gli Argonauti venivano impediti da Talos ad approdare a Creta. Alcuni dicono che Talos era un gigante di bronzo, che correva in modo straordinario ma che era (sottinteso) avverso agli stranieri e violento, altri, invece, dicono che Talos era toro per il corpo (= è un accusativo di relazione) ma uomo per l'intelligenza. Tutti i mitologi (autori di miti) concordano che Talos fu donato da Efesto a Minosse affinché fosse guardiano dell'isola. Dunque, Talos tre volte al giorno correva intorno all'isola e stava di guardia: e perciò, a quel tempo, teneva d'occhio (osservava) Argo e scagliava pietre e frecce di ferro affinché gli Argonauti non approdassero. Ma fu ingannato da Medea e morì: Medea, infatti, come alcuni dicono, sorridente con volto sereno si avvicinò a Talos e gli porse (mise innanzi) un veleno mortale. Così gli Argonauti approdarono a Creta.
Aggiunto 22 minuti più tardi:
Il dio bifronte
Si diceva che Giano fosse bifronte perché aveva due volti, uno dietro, uno, invece, davanti. Il dio, per primo, come i mitologi raccontano, inventò non solo corone, zattere e navi ma incise (coniò) anche la moneta di bronzo e di argento. Perciò, gli abitanti della Sicilia e dell'Italia sulle monete incidevano una piccola immagine che aveva un volto a due teste del dio. Poi, viene inciso il nome di Giano e sulle monete si trovano o una corona o una zattera o una nave. I Romani, poi, quando intraprendevano una qualche impresa, sacrificavano (compivano sacrifici) a Giano, dio del principio; inoltre, costruirono un tempio in onore di Giano bifronte: le porte del tempio venivano aperte insieme alle finestre in alto durante una guerra (in tempi di guerra), invece, venivano chiuse durante la pace (in tempi di pace).
Aggiunto 21 minuti più tardi:
Una lezione di...vita
Un leone, un asino e una volpe, dopo che strinsero un'alleanza, se ne andarono a caccia. Quando raccolsero insieme un'assai grande preda, subtio il leone ordinò all'asino di dividerla tra loro affinché avessero la parte conveniente (che spettasse a ciascuno di loro). Egli, allora, fece tre parti alla pari, esortando gli amici a scegliere. E il leone, adirato per la uguaglianza delle parti, divorò l'asino. Poi, ordinò alla volpe di fare le parti (dividere). Ma quella, che temeva la forza e la prepotenza del leone, accumulò tutto della preda (tutta la preda) in una sola parte mentre tenne per sé una piccola particella. E il leone alla volpe: "Chi ti ha insegnato (lett. insegnava") a dividere?". E quella rispose: "la disgrazia dell'asino". La favola mostra che le sventure dei vicini sono ammonimenti per gli uomini.
Aggiunto 21 minuti più tardi:
Un'antica metamorfosi
La formica attuale, anticamente, era un uomo e si occupava dell'agricoltura ma non gli bastavano le proprie fatiche, ma e desiderava sempre quelle degli altri e rubava i prodotti dei vicini. Allora, Zeus, per punirlo a causa della sua arroganza, lo trasformò nell'animale che quelli di oggi chiamano formica. Quello, dunque, mutato nell'aspetto, non cambiava, però, l'abitudine (lo stile di vita). Infatti, ancora ad oggi, gira per i campi e, raccogliendo le fatiche degli altri e proteggendo accuratamente le cose che si è procurato nel formicaio, le tesorizza (accumula, custodisce) per se stesso. La favola insegna che i malvagi, anche se vengono puniti al massimo grado, non cambiano la (loro) indole.
Aggiunto 6 minuti più tardi:
Per quanto riguarda la prima versione, "la volpe e la scimmia", dovresti postare la foto, come hai fatto per le altre versioni.
Tuttavia, ti riporto il testo della favola di Esopo che dovrai, però, confrontare con il testo originale in quanto sicuramente vi sono delle diversità.
La volpe e la scimmia
Una volpe e una scimmia che camminavano per la medesima via erano in contesa sulla loro nobiltà. E mentre enumeravano sia l'una sia l'altra i loro numerosi titoli, giunte in un certo luogo, ecco che volgendo là lo sguardo, la scimmia emise un gemito. E alla volpe che gliene chiedeva la causa, la scimma indicando delle tombe disse: "Come non devo piangere vedendo le stele funebri dei miei padri e dei loro schiavi e servitori?" E a lei rivolta, replicò la volpe: "Ma sì, dici pure tutte le menzogne che vuoi! Infatti, nessuno di questi potrà alzarsi per smentirti". Così anche gli uomini bugiardi allora le sparano grosse quando non è presente chi possa sbugiardarli.
Gli Argonauti venivano impediti da Talos ad approdare a Creta. Alcuni dicono che Talos era un gigante di bronzo, che correva in modo straordinario ma che era (sottinteso) avverso agli stranieri e violento, altri, invece, dicono che Talos era toro per il corpo (= è un accusativo di relazione) ma uomo per l'intelligenza. Tutti i mitologi (autori di miti) concordano che Talos fu donato da Efesto a Minosse affinché fosse guardiano dell'isola. Dunque, Talos tre volte al giorno correva intorno all'isola e stava di guardia: e perciò, a quel tempo, teneva d'occhio (osservava) Argo e scagliava pietre e frecce di ferro affinché gli Argonauti non approdassero. Ma fu ingannato da Medea e morì: Medea, infatti, come alcuni dicono, sorridente con volto sereno si avvicinò a Talos e gli porse (mise innanzi) un veleno mortale. Così gli Argonauti approdarono a Creta.
Aggiunto 22 minuti più tardi:
Il dio bifronte
Si diceva che Giano fosse bifronte perché aveva due volti, uno dietro, uno, invece, davanti. Il dio, per primo, come i mitologi raccontano, inventò non solo corone, zattere e navi ma incise (coniò) anche la moneta di bronzo e di argento. Perciò, gli abitanti della Sicilia e dell'Italia sulle monete incidevano una piccola immagine che aveva un volto a due teste del dio. Poi, viene inciso il nome di Giano e sulle monete si trovano o una corona o una zattera o una nave. I Romani, poi, quando intraprendevano una qualche impresa, sacrificavano (compivano sacrifici) a Giano, dio del principio; inoltre, costruirono un tempio in onore di Giano bifronte: le porte del tempio venivano aperte insieme alle finestre in alto durante una guerra (in tempi di guerra), invece, venivano chiuse durante la pace (in tempi di pace).
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Una lezione di...vita
Un leone, un asino e una volpe, dopo che strinsero un'alleanza, se ne andarono a caccia. Quando raccolsero insieme un'assai grande preda, subtio il leone ordinò all'asino di dividerla tra loro affinché avessero la parte conveniente (che spettasse a ciascuno di loro). Egli, allora, fece tre parti alla pari, esortando gli amici a scegliere. E il leone, adirato per la uguaglianza delle parti, divorò l'asino. Poi, ordinò alla volpe di fare le parti (dividere). Ma quella, che temeva la forza e la prepotenza del leone, accumulò tutto della preda (tutta la preda) in una sola parte mentre tenne per sé una piccola particella. E il leone alla volpe: "Chi ti ha insegnato (lett. insegnava") a dividere?". E quella rispose: "la disgrazia dell'asino". La favola mostra che le sventure dei vicini sono ammonimenti per gli uomini.
Aggiunto 21 minuti più tardi:
Un'antica metamorfosi
La formica attuale, anticamente, era un uomo e si occupava dell'agricoltura ma non gli bastavano le proprie fatiche, ma e desiderava sempre quelle degli altri e rubava i prodotti dei vicini. Allora, Zeus, per punirlo a causa della sua arroganza, lo trasformò nell'animale che quelli di oggi chiamano formica. Quello, dunque, mutato nell'aspetto, non cambiava, però, l'abitudine (lo stile di vita). Infatti, ancora ad oggi, gira per i campi e, raccogliendo le fatiche degli altri e proteggendo accuratamente le cose che si è procurato nel formicaio, le tesorizza (accumula, custodisce) per se stesso. La favola insegna che i malvagi, anche se vengono puniti al massimo grado, non cambiano la (loro) indole.
Aggiunto 6 minuti più tardi:
Per quanto riguarda la prima versione, "la volpe e la scimmia", dovresti postare la foto, come hai fatto per le altre versioni.
Tuttavia, ti riporto il testo della favola di Esopo che dovrai, però, confrontare con il testo originale in quanto sicuramente vi sono delle diversità.
La volpe e la scimmia
Una volpe e una scimmia che camminavano per la medesima via erano in contesa sulla loro nobiltà. E mentre enumeravano sia l'una sia l'altra i loro numerosi titoli, giunte in un certo luogo, ecco che volgendo là lo sguardo, la scimmia emise un gemito. E alla volpe che gliene chiedeva la causa, la scimma indicando delle tombe disse: "Come non devo piangere vedendo le stele funebri dei miei padri e dei loro schiavi e servitori?" E a lei rivolta, replicò la volpe: "Ma sì, dici pure tutte le menzogne che vuoi! Infatti, nessuno di questi potrà alzarsi per smentirti". Così anche gli uomini bugiardi allora le sparano grosse quando non è presente chi possa sbugiardarli.
Miglior risposta