VERSIONE URGENTISSIMA!!!!! (11932)
Ragazzi vi kiedo un favore enorme mi serve questa versione entro stasera assolutamente altrimenti sono morto inizia : Fuisse quidam fertur Demaratus Corinthius... e finisce ...qui romani dicti, fecisse accepimus. GRAZIE IN ANTICIPO A COLORO KE MI RISPONDERANNO!!!! ah dimenticavo è di CICERONE
Risposte
Sennò a questo punto scrivila tutta
mmm coincide con qualke parola ma non è ke ci prenda molto con la mia... grazie cmq:hi
Trovata, dovrebbe essere questa:
Fuisse enim quendam ferunt Demaratum Corinthium et honore et auctoritate et fortunis facile civitatis suae principem; qui cum Corinthiorum tyrannum Cypselum ferre non potuisset, fugisse cum magna pecunia dicitur ac se contulisse Tarquinios, in urbem Etruriae florentissimam. Cumque audiret dominationem Cypseli confirmari, defugit patriam vir liber ac fortis et adscitus est civis a Tarquiniensibus atque in ea civitate domicilium et sedes collocavit. Ubi cum de matre familias Tarquiniensi duo filios procreavisset, omnibus eos artibus ad Graecorum disciplinam erudivit. Mortuo deinde Demarato et maiore filio, minor natu Romam migravit, cumque facile in civitatem receptus esset, propter humanitatem atque doctrinam Anco regis familiaris est factus usque eo,ut consiliorum omnium particeps et socius paene regni putaretur. Erat in eo praeterea summa comitas,summa in omnes cives benignitas. Itaque mortuo Marcio cunctis populi suffragiis rex est creatus L.Tarquinius;sic enim suum nomen ex Graeco nomine inflexerat, ut in omni genere huius populi consuetudinem videretur imitatus. Atque eundem primum ludos maximos,qui Romani dicti sunt, fecisse accepimus
E ciò, a quanto si racconta, fu dovuto all'opera di un certo Demarato, di Corinto, personalità di spicco della sua città in quanto ad onore, autorità ed averi; il quale (Demarato), non essendo riuscito a sopportare la tirannia di Cipselo, che vigeva a Corinto se ne fuggì, a quanto si racconta, con buona parte dei suoi averi, per rifugiarsi a Tarquinia, città molto fiorente dell'Etruria. Quando venne a sapere che la tirannia di Cipselo si era consolidata, Demarato - uomo di liberi e saldi princìpi - rinnegò la (propria) patria e acquisì cittadinanza di Tarquinia, eleggendo suddetta città a propria dimora. Quì, avendo avuto due figli da una donna di Tarquinia, li fece erudire in tutte le discipline, secondo la didattica dei Greci.
Morto, poi, Demarato e il secondogenito, il primogenito si trasferì a Roma e - dopo aver facilmente ottenuto la cittadinanza, in virtù della sua "humanitas" e della sua immensa cultura - divenne (così) intimo amico del re Anco, al punto che era creduto partecipe di ogni decisione (del re) e, praticamente, un "re aggiunto" . Egli (infatti) era un tipo molto "alla mano", ben disposto nei confronti di tutti i suoi concittadini.
Così, alla morte di Marcio, fu creato re per suffragio unanime, L. Tarquinio; aveva infatti così mutato il suo nome dal suo (originario) greco, per dare a vedere d'aver assimilato fino in fondo i costumi di questo popolo.
Sappiamo che, sempre lui, fu il primo ad istituire i "Ludi Massimi", detti "Romani"
Fuisse enim quendam ferunt Demaratum Corinthium et honore et auctoritate et fortunis facile civitatis suae principem; qui cum Corinthiorum tyrannum Cypselum ferre non potuisset, fugisse cum magna pecunia dicitur ac se contulisse Tarquinios, in urbem Etruriae florentissimam. Cumque audiret dominationem Cypseli confirmari, defugit patriam vir liber ac fortis et adscitus est civis a Tarquiniensibus atque in ea civitate domicilium et sedes collocavit. Ubi cum de matre familias Tarquiniensi duo filios procreavisset, omnibus eos artibus ad Graecorum disciplinam erudivit. Mortuo deinde Demarato et maiore filio, minor natu Romam migravit, cumque facile in civitatem receptus esset, propter humanitatem atque doctrinam Anco regis familiaris est factus usque eo,ut consiliorum omnium particeps et socius paene regni putaretur. Erat in eo praeterea summa comitas,summa in omnes cives benignitas. Itaque mortuo Marcio cunctis populi suffragiis rex est creatus L.Tarquinius;sic enim suum nomen ex Graeco nomine inflexerat, ut in omni genere huius populi consuetudinem videretur imitatus. Atque eundem primum ludos maximos,qui Romani dicti sunt, fecisse accepimus
E ciò, a quanto si racconta, fu dovuto all'opera di un certo Demarato, di Corinto, personalità di spicco della sua città in quanto ad onore, autorità ed averi; il quale (Demarato), non essendo riuscito a sopportare la tirannia di Cipselo, che vigeva a Corinto se ne fuggì, a quanto si racconta, con buona parte dei suoi averi, per rifugiarsi a Tarquinia, città molto fiorente dell'Etruria. Quando venne a sapere che la tirannia di Cipselo si era consolidata, Demarato - uomo di liberi e saldi princìpi - rinnegò la (propria) patria e acquisì cittadinanza di Tarquinia, eleggendo suddetta città a propria dimora. Quì, avendo avuto due figli da una donna di Tarquinia, li fece erudire in tutte le discipline, secondo la didattica dei Greci.
Morto, poi, Demarato e il secondogenito, il primogenito si trasferì a Roma e - dopo aver facilmente ottenuto la cittadinanza, in virtù della sua "humanitas" e della sua immensa cultura - divenne (così) intimo amico del re Anco, al punto che era creduto partecipe di ogni decisione (del re) e, praticamente, un "re aggiunto" . Egli (infatti) era un tipo molto "alla mano", ben disposto nei confronti di tutti i suoi concittadini.
Così, alla morte di Marcio, fu creato re per suffragio unanime, L. Tarquinio; aveva infatti così mutato il suo nome dal suo (originario) greco, per dare a vedere d'aver assimilato fino in fondo i costumi di questo popolo.
Sappiamo che, sempre lui, fu il primo ad istituire i "Ludi Massimi", detti "Romani"