Versione di igino
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SEMELE
Cadmus Agenoris et Argiopes filius ex Harmonia Martis et Veneris filia procreavit filias quattuor, Semelen Ino Agauen Autonoen, et Polydorum filium. Iovis cum Semele voluit concumbere; quod Iuno cum resciit, specie immutata in Beroen nutricem ad eam venit et persuasit, ut peteret ab Iove, ut eodem modo ad se quomodo ad Iunonem veniret, "ut intellegas", inquit, "quae sit voluptas cum deo concumbere." Itaque Semele petiit ab Iove, ut ita veniret ad se. Qua re impetrata Iovis cum fulmine et tonitribus venit et Semele conflagravit. Ex utero eius Liber est natus, quem Mercurius ab igne ereptum Nyso dedit educandum, et Graece Dionysus est appellatus.
ALCESTIS
Alcestim Peliae et Anaxibies Biantis filiae filiam complures proci petebant in coniugium; Pelias vitans eorum condiciones repudiavit et simultatem constituit ei se daturum, qui feras bestias ad currum iunxisset et Alcestim in coniugio avexisset. Itaque Admetus ab Apolline petiit, ut se adiuvaret. Apollo autem, quod ab eo in servitutem liberaliter esset acceptus, aprum et leonem ei iunctos tradidit, quibus ille Alcestim avexit. Et illud ab Apolline accepit, ut pro se alius voluntarie moreretur. Pro quo cum neque pater neque mater mori voluisset, uxor se Alcestis obtulit et pro eo vicaria morte interiit; quam postea Hercules ab inferis revocavit.
SEMELE
Cadmus Agenoris et Argiopes filius ex Harmonia Martis et Veneris filia procreavit filias quattuor, Semelen Ino Agauen Autonoen, et Polydorum filium. Iovis cum Semele voluit concumbere; quod Iuno cum resciit, specie immutata in Beroen nutricem ad eam venit et persuasit, ut peteret ab Iove, ut eodem modo ad se quomodo ad Iunonem veniret, "ut intellegas", inquit, "quae sit voluptas cum deo concumbere." Itaque Semele petiit ab Iove, ut ita veniret ad se. Qua re impetrata Iovis cum fulmine et tonitribus venit et Semele conflagravit. Ex utero eius Liber est natus, quem Mercurius ab igne ereptum Nyso dedit educandum, et Graece Dionysus est appellatus.
ALCESTIS
Alcestim Peliae et Anaxibies Biantis filiae filiam complures proci petebant in coniugium; Pelias vitans eorum condiciones repudiavit et simultatem constituit ei se daturum, qui feras bestias ad currum iunxisset et Alcestim in coniugio avexisset. Itaque Admetus ab Apolline petiit, ut se adiuvaret. Apollo autem, quod ab eo in servitutem liberaliter esset acceptus, aprum et leonem ei iunctos tradidit, quibus ille Alcestim avexit. Et illud ab Apolline accepit, ut pro se alius voluntarie moreretur. Pro quo cum neque pater neque mater mori voluisset, uxor se Alcestis obtulit et pro eo vicaria morte interiit; quam postea Hercules ab inferis revocavit.
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Cadmo, figlio di Agenore e di Argiope, generò quattro figlie da Armonia, figlia di Marte e di Venere: Semele, Ino, Agave e Autonoe, e un figlio, Polidoro. Giove voleva giacere con Semele; quando Giunone lo seppe, assunse l’aspetto della nutrice Beroe, andò da lei e le suggerì di chiedere a Giove che venisse a visitarla nello stesso modo in cui andava da Giunone: «Così saprai, - le disse - quale piacere si ricavi giacendo con un Dio!»; e così Semele chiese a Giove di venire da lei in quel modo. Giove la esaudì, arrivò accompagnato da tuoni e fulmini e Semele ne morì bruciata. Dal suo grembo nacque Libero, che Mercurio salvò dal fuoco e consegnò a Niso perché lo allevasse; in greco è chiamato Dioniso. Il pastore Atteone, figlio di Aristeo e Autonoe, vide Diana al bagno e tentò di farle violenza. Perciò Diana, adirata, gli fece spuntare le corna e lo fece divorare dai suoi stessi cani.
Molti erano i corteggiatori che ambivano al matrimonio con Alcesti, figlia di Pelia, e Anassibia, figlia di Biante. Pelia rifiutò le loro offerte e stabilì il patto che avrebbe concesso la figlia a chi avesse aggiogato allo stesso carro delle bestie selvagge e su quello avesse condotto Alcesti alla cerimonia nuziale. Così Admeto pregò Apollo di aiutarlo. Apollo, che era stato trattato benignamente da lui durante il suo periodo di schiavitù, gli consegnò già aggiogati un cinghiale e un leone, con i quali egli si portò via Alcesti. Ottenne anche da Apollo questo dono: che qualcuno avesse la possibilità di morire al suo posto. Dunque, quando ne suo padre ne sua madre vollero morire per lui, si offrì sua moglie Alcesti e si sostituì a lui nella morte; ma successivamente Ercole la fece tornare dal regno dei morti.
Molti erano i corteggiatori che ambivano al matrimonio con Alcesti, figlia di Pelia, e Anassibia, figlia di Biante. Pelia rifiutò le loro offerte e stabilì il patto che avrebbe concesso la figlia a chi avesse aggiogato allo stesso carro delle bestie selvagge e su quello avesse condotto Alcesti alla cerimonia nuziale. Così Admeto pregò Apollo di aiutarlo. Apollo, che era stato trattato benignamente da lui durante il suo periodo di schiavitù, gli consegnò già aggiogati un cinghiale e un leone, con i quali egli si portò via Alcesti. Ottenne anche da Apollo questo dono: che qualcuno avesse la possibilità di morire al suo posto. Dunque, quando ne suo padre ne sua madre vollero morire per lui, si offrì sua moglie Alcesti e si sostituì a lui nella morte; ma successivamente Ercole la fece tornare dal regno dei morti.
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