PLEASE PER OGGI!!!2 VERSIONI

moskyna
la prima:In libris veterum memoriarum scriptum est Hannibalem Carthaginiensem apud regem Antiochum facetissime lusisse. Ea cavillatio huiuscemodi fuit:ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentes,quas bellum populo Romano facturus comparaverat,convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis florentem;inducebat etiam currus cum falcibus et elephantos cum turribus equitatumque frenis,ephippiis,monilibus,phaleris praefulgentem. Atque ibi rex contemplatione tanti ac tam ornati exercitus gloriabundus Hannibalem aspicit et "putasne -inquit- haec omnia comparari posse ac satis esse Romanis?" Tum Poenus eludens ignaviam ambelliamque militum eius pretiose armatorum:"Satis,plane satis esse credo Romanis haec omnia,etiamsi avarissimi sunt." Nihil prorsum neque tam lepide neque tam acerbe dici potest:rex de numero exercitus sui quasiverat,respondit Hannibal de praeda.
la seconda:Titus Manlius summo loco natus fuit.Ei Manlio cognomentum fuit Torquatus.Causam cognomenti fuisse accepimus torquem ex auro,quam ex hoste,quem occiderat,detraxit atque induit.Cum pugnabant,Gallus quidam nudus praeter scutum et gladios duos,torque atque armillis decoratus,processit,qui et viribus et magnitudine et adulescentia simulque virtute ceteris antistabat.Extemplo pugnae facta pausa est et Gallus cum vocemaxima conclamabat se unum pugnaturum esse cum Romano singillatim.Nemo audebat propter magnitudinem atque inmanitatem eius faciei.Narant deinde Gallum inridere linguam exertare incepisse.Titus Manlius subito processit quia non toleravit virtutem Romanam a Gallo turpiter spoliari.Metu magno ea congressio in ipso ponte coram exercitu fuit.Manlius scuto scutum percutit atque de loco hominem deiecit;eo pacto ei sub Gallicum gladium successit atque Hispanico pectus hausit.Ubi eum evertit,caput praecidit,torquem detraxit eamque sanguinulentam sibi in collum imponit.Ex hoc facto traditum est ipsum posterosque eius Torquatos cognominatos esse.
:thx

Risposte
Mario
1.Nei vecchi libri di memorie sta scritto che il cartaginese Annibale prese in giro molto spiritosamente il re Antioco. La presa in giro fu questa: Antioco gli mostrava schierata la massa di uomini che aveva preparata per far guerra al popolo romano, e faceva manovrare tale esercito ricco di armamenti d'argento e d'oro; faceva passare davanti a lui i carri falcati, gli elefanti turriti e la cavalleria sfolgorante nelle briglie, nelle selle, nelle collane, nelle bardature. Gloriandosi il re nel contemplare tante e così ornate truppe, si rivolse ad Annibale dicendogli: «Che ne pensi, che tutto ciò possa essere messo a confronto e bastare per i Romani?». Al che il Cartaginese, volendo deridere l'ignavia e la codardia di milizie così preziosamente adornate, rispose: «Basterà, credo davvero che basterà tutto ciò ai Romani, anche se sono avidissimi». Non si poteva dir nulla di più spiritoso e mordente; il re aveva parlato del numero dei suoi soldati e chiesto un raffronto con i Romani; Annibale, rispondendogli, si era riferito alla preda.

Titus Manlius summo loco natus adprimeque nobilis fuit. 2 Ei Manlio cognomentum factum est Torquatus. 3 Causam cognomenti fuisse accepimus torquis ex auro induvias, quam ex hoste, quem occiderat, detractam induit. 4 Sed quis hostis et quid genus, quam formidandae vastitatis et quantum insolens provocator et cuimodi fuerit pugna decertatum, Q. Claudius primo annalium purissime atque inlustrissime simplicique et incompta orationis antiquae suavitate descripsit. 5 Quem locum ex eo libro philosophus Favorinus cum legeret, non minoribus quati adficique animum suum motibus pulsibusque dicebat, 6 quam si ipse coram depugnantes eos spectaret. 7 Verba Q. Claudi, quibus pugna ista depicta est, adscripsi: "Cum interim Gallus quidam nudus praeter scutum et gladios duos torque atque armillis decoratus processit, qui et viribus et magnitudine et adulescentia simulque virtute ceteris antistabat. 8 Is maxime proelio commoto atque utrisque summo studio pugnantibus manu significare coepit utrisque, quiescerent. 9 Pugnae facta pausa est. 10 Extemplo silentio facto cum voce maxima conclamat, si quis secum depugnare vellet, uti prodiret. 11 Nemo audebat propter magnitudinem atque inmanitatem facies. 12 Deinde Gallus inridere coepit atque linguam exsertare. 13 Id subito perdolitum est cuidam Tito Manlio, summo genere gnato, tantum flagitium civitati adcidere, e tanto exercitu neminem prodire. 14 Is, ut dico, processit neque passus est virtutem Romanam ab Gallo turpiter spoliari. Scuto pedestri et gladio Hispanico cinctus contra Gallum constitit. 15 Metu magno ea congressio in ipso ponti utroque exercitu inspectante facta est. 16 Ita, ut ante dixi, constiterunt: Gallus sua disciplina scuto proiecto cantabundus; Manlius animo magis quam arte confisus scuto scutum percussit atque statum Galli conturbavit. 17 Dum se Gallus iterum eodem pacto constituere studet, Manlius iterum scuto scutum percutit atque de loco hominem iterum deiecit; eo pacto ei sub Gallicum gladium successit atque Hispanico pectus hausit; deinde continuo humerum dextrum eodem concessu incidit neque recessit usquam, donec subvertit, ne Gallus impetum icti haberet. 18 Ubi eum evertit, caput praecidit, torquem detraxit eamque sanguinulentam sibi in collum inponit. 19 Quo ex facto ipse posterique eius Torquati sunt cognominati." 20 Ab hoc Tito Manlio, cuius hanc pugnam Quadrigarius descripsit, imperia et aspera et immitia "Manliana" dicta sunt, quoniam postea bello adversum Latinos cum esset consul, filium suum securi percussit, qui speculatum ab eo missus, interdicto hostem, a quo provocatus fuerat, occiderat.

Tito Manlio fu un uomo proveniente da una famiglia di alto rango. 2 Questo Manlio ebbe come cognome Torquatus. 3 Il motivo di questo cognome, come è stato detto, fu che egli abbia portato come decorazione al collo una catena dorata, un trofeo avuto da un nemico ucciso da lui.
Ma chiunque sia stato il nemico, e qualunque sia stata la sua nazionalità, quanto paurosa sia stata la sua taglia (cioè il suo fisico), quanto insolente sia stata la sfida, e come la battaglia fu combattuta- tutto ciò Quinto Claudio ha descritto nel primo libro dei suoi Annali con parole di massima purezza e chiarezza, e con la semplice e inalterata grazia del vecchio stile.
Quando il filosofo Favorinus lesse questo passaggio con queste parole, egli abituato a dire che la sua mente era mescolata ed influenzata da non poche emozioni ed eccitamenti come se egli stesso fosse un testimone oculare del loro concorso. 6 ho inserito le parole di Quinto Claudio nelle quali egli descrive la battaglia: 7 “nel frattempo un Gallo (forse abitante della Gallia, ma non ne sono sicura) veniva avanti, che non indossava nulla tranne uno scudo e due spade e l’ornamento di una catena al collo e un bracciale; nella forza e nella taglia, nel vigore di giovane peccatore e anche nel coraggio, egli eccelse in tutto il resto. 8. nell’altezza stessa della battaglia, quando due soldati stavano combattendo con il massimo ardore, egli cominciò a produrre segni con la mano a entrambi i lati, smisero di combattere. 9. il combattimento cessò 10 non appena il silenzio fu garantito, egli disse ad alta voce, con una voce forte (potente) che se chiunque avesse desiderato agganciarlo nel singolo combattimento, pagina 197, egli va avanti. 11 per questo nessuno ha osato affrontarlo, a causa del formato enorme e aspetto selvaggio. 12 poi il gallico cominciò a ridere di loro e cacciare fuori la lingua. 13 per q2uesto immediatamente incitò una grande indignazione nei confronti di tito manlio, un giovane di alto rango, che un tale insulto dovrebbe essere offerto il suo paese (non ha molto senso) e che nessuno da cosi grande esercito non dovrebbe accettare la sfida. 14 egli, come dico, ha fatto un passo avanti e non subirebbe il valore romano essere timidamente macchiato dal gallico. Armati con uno scudo e una spada spagnola del guerriero, egli affrontò il gallico,.15 il loro incontro avvenne sul ponticello stesso, in presenza di entrambi gli eserciti, tra l’apprensione grande. 16 perciò loro si affrontarono, come ho detto prima: il gallico, secondo ilsuo metodo di combattimento, con lo scudo avanzò e aspettava un attacco; Manlio, affidatosi al coraggio piuttosto che all abilità, colipì scudo contro scudo l'avversario facendogli perdere l'equilibrio. 17 mentre il gallico stava cercando di riacquistare la stessa posizione, Manlio ancora colpì contro lo scudo e ancora ha forzato l’uomo a cambiare la sua posizione. In questo modo egli cadde sotto la spada del gallico e lo pugnalò nel seno con la sua lama spagnola. Poi subito, con lo stesso metodo d’attacco, egli colpì la spalla destra del suo avversario e egli non si ritirò del tutto fino a quando non lo abbatté, senza ddare al gallico una chance per colpire un colpo. 18 dopo che egli lo rovesciò, bloccò la sua testa, strappò la catena al collo e la mise, coperto di sangue come fu, attorno al suo collo. 19 a causa di questo atto, egli stesso e i suoi discendenti ebbero come cognome Torquatus."

le seconda vers era gia presente, nn so se è giusta.

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