Il saccheggio di Persepoli

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Ciao! Cerco la versione "Il saccheggio di Persepoli" da Cotidie Legere n. 10 pag. 293
inizia così : Pysistratus, cum adulescens quidam amore filiae ..

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Cronih
Ho trovato questa:

sistratus mitissimus fuit. Cum adulescens quidam, amore erga filiam eius incensus (infiammato), in eius fronte in publico osculum impressisset. Pisistrati uxor maxima ira exarsit et virum suum rogavit ut morte adulescentem multaret. At vir: "Si eos occidimus qui nos amant, quid iis faciemus qui nos in odio habent?". Olim, cum quidam ex amicis eius apud eum cenarent, unus ex iis, cui nomen erat Thrasippus, cum multum vini potavisset, contumelias Pisistrato fecit, quas ille aequo animo toleravit. Tunc Thrasippus, mansuetudine eius accensus (incoraggiato), gravioribus contumeliis eum operuit atque arroganter in eius os expuit. Postridie homo ille, cum ebrietas eius evanuisset, intellexit quam graviter Pisistratum contumeliis suis laesisset, et sibi mortem consciscere volebat. At Pisistratus eandem mansuetudinem adhibuit quam pridie et eum a consilio detraxit.

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Pisistrato fu assai mite. Avendo un giovane, acceso d'amore per sua figlia, dato un bacio in pubblico sulla sua fronte, la moglie di Pisistrato arse di rabbia e chiese che suo marito punisse il giovane con la morte. Ma l'uomo: se uccidiamo quelli che ci amano, cosa faremo a quelli che ci hanno in odio? Una volta, cenando dei suoi amici presso lui, uno di questi, a cui era nome di Trasippo, avendo bevuto molto vino, offese Pisistrato, che tollerò con grande animo quelle (offese). Allora Trasippo, incoraggiato dalla sua mansuetudine, svelò ancor più pesanti offese e aprì insolentemente la sua bocca. Il giorno dopo quell'uomo, essendo svanita la sua ubriachezza, capì che aveva leso Pisistrato pesantemente con le sue offese e voleva uccidersi. Ma Pisistrato usò la stessa mansuetudine che il giorno prima lo distolse dall'intento.


Poi questa:

Pisistratus, Atheniensium tyrannus, cum filiam adulescens, amore correptus, in publicus osculatus esset, hortante uxore ut in iuvenem animadvertet, respondit: “Si eos, qui nos amant, interfecerimus, quid eis faciemus, quibus odio sumus?”. Q. Metellus, Celtibericum in Hispania gerens bellum, cum urbem Centobrigam obsideret et muris admoveret machinas, visis in adversa parte filiis duabus Rhoetogenis, qui ad se transfugerat, ne forte in conspectu patris iuvenes peritent, ab obsidione discessit. C. Caesar, Catonis morte audita, et se illius gloriae invidere et illum suae invidisse dixit, et patrimonium eius liberis incolume servavit.
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Pisistrato, tiranno degli ateniesi, poiché un ragazzo, preso da amore, aveva baciato in pubblico sua figlia, siccome la moglie lo esortava a prendere provvedimenti contro il giovane, rispose: "Se noi uccideremo coloro che ci amano, che cosa faremo a quelli cui siamo in odio?" Quinto Metello, allorché in Spagna combatteva la guerra contro i Celtiberi, mentre assediava la città di Centobriga e faceva accostare le macchine da guerra alle mura, poiché vide dall'altra parte le due figlie di Retogene, che aveva disertato passando dalla sua parte, perché le giovani non perissero sotto gli occhi del padre, lasciò l'assedio. Cesare, quando apprese della morte di Catone (scil., l'Uticense), affermò che ne invidiava la gloria e che quello era stato invidioso della sua, e ne conservò intatto il patrimonio per i figli di lui.

E' anche questa: https://forum.skuola.net/latino-greco/help-x-venerdi-un-tiranno-clemente-da-valerio-massimo-13169.html

Ciao! :hi

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