Ho bisogno di aiuto con il classico di greco da portare all'esame..sabato! rispondete è urgente..
ho bisogno di aiuto con il classico di greco da portare all'esame..sabato! rispondete è urgente..
come ho scritto nelle domande precedenti la mia tesina è sull'infanzia... di greco porto gli epigrammi (Anite) e poi porto Callimaco con l'inno ad Artemide e Teocrito con Eracle bambino. La prof vuole chiedere il classico. Noi abbiamo fatto l'Elena di Euripide e l'encomio di Elena di Gorgia e di Isocrate. aiutatemi voi a trovare qualche passo di questi autori citati perchè altrimenti devo farmi tutto il classico studiato quest'anno e sono più di 400 versi!!! rispondete!!!...
Aggiunto 1 giorni più tardi:
si.... io per il momento mi sto studiando alcuni versi dell'Elena di Euripide in qui narra del concepimento di Elena. Ma sono un po' pochini...sono 7. Poi ho trovato un epigramma di Anite, ma anche lì sono solo 4 versi... Hai idee??
Aggiunto 1 ore 38 minuti più tardi:
mi faresti un grandissimo piacere... anche se è un po complicato l'inno ad artemide... ho provato a tradurne un po... ma essendo in dorico è più difficile... se sai darmi un aiuto a tradurlo ed analizzarlo, mi faresti un piacere immenso... devo recuperare il voto degli scritti.. ho preso solo 31...su 45... :-(
io comunque ho trovato un passo dell'Elena di Euripide che potrebbe forzatamente centrarci... è quel passo in cui Elena narra del suo concepimento... del mito di zeus che si unisce a leda.... anche se sono 8 versi, meglio di niente...
Aggiunto 1 giorni più tardi:
si, giu92d
come ho scritto nelle domande precedenti la mia tesina è sull'infanzia... di greco porto gli epigrammi (Anite) e poi porto Callimaco con l'inno ad Artemide e Teocrito con Eracle bambino. La prof vuole chiedere il classico. Noi abbiamo fatto l'Elena di Euripide e l'encomio di Elena di Gorgia e di Isocrate. aiutatemi voi a trovare qualche passo di questi autori citati perchè altrimenti devo farmi tutto il classico studiato quest'anno e sono più di 400 versi!!! rispondete!!!...
Aggiunto 1 giorni più tardi:
si.... io per il momento mi sto studiando alcuni versi dell'Elena di Euripide in qui narra del concepimento di Elena. Ma sono un po' pochini...sono 7. Poi ho trovato un epigramma di Anite, ma anche lì sono solo 4 versi... Hai idee??
Aggiunto 1 ore 38 minuti più tardi:
mi faresti un grandissimo piacere... anche se è un po complicato l'inno ad artemide... ho provato a tradurne un po... ma essendo in dorico è più difficile... se sai darmi un aiuto a tradurlo ed analizzarlo, mi faresti un piacere immenso... devo recuperare il voto degli scritti.. ho preso solo 31...su 45... :-(
io comunque ho trovato un passo dell'Elena di Euripide che potrebbe forzatamente centrarci... è quel passo in cui Elena narra del suo concepimento... del mito di zeus che si unisce a leda.... anche se sono 8 versi, meglio di niente...
Aggiunto 1 giorni più tardi:
si, giu92d
Risposte
scusa chiarabarone...cosa significa chiedere il classico ?
in realtà, di cosa hai bisogno ?
:hi
Aggiunto 5 ore 43 minuti più tardi:
La scelta di Callimaco con l'inno ad Artemide è centratissima...vuoi una parte del testo e traduzione di questo inno ?
per quanto concerne Isocrate, nell'encomio di Elena, è un po' arduo trovare l'infanzia...comunque cercherò...
Aggiunto 1 giorni più tardi:
Inno ad Artemide
L'inno callimacheo ad Artemide è un vasto quadro, sapientemente equilibrato tra un movimento narrativo, sostenuto con sicuro respiro, e un caldo slancio di invocazione rituale, e altrettanto sapientemente organizzato tra i registri della solennità e della tenerezza. Ciò si mostra assai bene nella prima scena, quando, da una brevissima dichiarazione di poetica, l'inno trascorre a rappresentare l'origine delle timài della dea: la verginità, la polionimia, l'arco, la caccia, il corteggio di ninfe, tutto questo è oggetto di una richiesta che Artemide bambina rivolge a Zeus. Il momento è dunque collocato nel clima rassicurante degli affetti familiari, e ravvivato dalla rappresentazione plastica della grazia infantile (si pensi al gesto con cui Artemide si protende verso la barba del padre senza riuscire a toccarla) e del capriccio infantile: Artemide è mossa da una tenera gelosia nei confronti del fratello Apollo. Parimenti, il gesto di assenso di Zeus è sospeso tra la terribilità della tradizione omerica e la spontaneità immediata della carezza.
῎Αρτεμιν (οὐ γὰρ ἐλαφρὸν ἀειδόντεσσι λαθέσθαι)
ὑμνέομεν, τῇ τόξα λαγωβολίαι τε μέλονται
καὶ χορὸς ἀμφιλαφὴς καὶ ἐν οὔρεσιν ἑψιάασθαι,
ἄρχμενοι ὡς ὅτε πατρὸς ἐφεζομένη γονάτεσσι
παῖς ἔτι κουρίζουσα τάδε προσέειπε γονῆα•
‘δός μοι παρθενίην αἰώνιον, ἄππα, φυλάσσειν,
καὶ πολυωνυμίην, ἵνα μή μοι Φοῖβος ἐρίζῃ,
δὸς δ' ἰοὺς καὶ τόξα–ἔα πάτερ, οὔ σε φαρέτρην
οὐδ' αἰτέω μέγα τόξον• ἐμοὶ Κύκλωπες ὀϊστούς
αὐτίκα τεχνήσονται, ἐμοὶ δ' εὐκαμπὲς ἄεμμα•
ἀλλὰ φαεσφορίην τε καὶ ἐς γόνυ μέχρι χιτῶνα
ζώννυσθαι λεγνωτόν, ἵν' ἄγρια θηρία καίνω.
δὸς δέ μοι ἑξήκοντα χορίτιδας ᾿Ωκεανίνας,
πάσας εἰνέτεας, πάσας ἔτι παῖδας ἀμίτρους.
δὸς δέ μοι ἀμφιπόλους ᾿Αμνισίδας εἴκοσι νύμφας,
αἵ τε μοι ἐνδρομίδας τε καὶ ὁππότε μηκέτι λύγκας
μήτ' ἐλάφους βάλλοιμι, θοοὺς κύνας εὖ κομέοιεν.
δὸς δέ μοι οὔρεα πάντα• πόλιν δέ μοι ἥντινα νεῖμον
ἥντινα λῇς• σπαρνὸν γὰρ ὅτ' ῎Αρτεμις ἄστυ κάτεισιν•
Artemide cantiamo [ὑμνέομεν] (per chi canta [ἀειδόντεσσι partic. dat. plur. ]
non è lieve [ἐλαφρὸν] ignorarla [λαθέσθαι]), che ama [μέλονται] gli archi
e la caccia alla lepre e il vasto coro
e scherzare [ἑψιάασθαι ]sui monti, cominciando [ἄρχμενοι]
da quando, ancora piccola bambina,
in questo modo si rivolse al padre [τάδε προσέειπε γονῆα],
stando seduta sulle sue ginocchia [πατρὸς ἐφεζομένη γονάτεσσι]:
"Concedimi [δός ], papà, di rimanere
vergine sempre e avere molti nomi,
perché Febo con me non venga a gara [ἵνα μή μοι Φοῖβος ἐρίζῃ].
Concedimi archi e frecce; suvvia, padre,
non ti chiedo di darmi una faretra
né un grande arco. Per me i Ciclòpi sùbito
fabbricheranno [τεχνήσονται] frecce, per me un arco
dalla forma ricurva. Ma ti chiedo
di portare la luce e di indossare [ζώννυσθαι ]
una tunica corta sul ginocchio [ἐς γόνυ μέχρι χιτῶνα
ζώννυσθαι λεγνωτόν]
col bordo all'orlo, per andare a caccia
di animali selvatici [ἵν' ἄγρια θηρία καίνω. ]. Concedimi
sessanta danzatrici oceanine
tutte di nove anni, tutte ancora
bambine che non portano cintura.
Al mio servizio dammi venti ninfe
del fiume Amnìso, che [αἵ ]dei miei calzari [μοι ἐνδρομίδας]
e dei cani veloci abbiano cura[ θοοὺς κύνας εὖ κομέοιεν] ,
come si deve, quando non colpisco
linci né cervi[ὁππότε μηκέτι λύγκας
μήτ' ἐλάφους βάλλοιμι]. Dammi tutti i monti,
ma una città riservami qualunque,
quella che vuoi [ἥντινα λῇς]: discende [ κάτεισιν] raramente
Artemide in città.
ciao chiarabarone :hi
in realtà, di cosa hai bisogno ?
:hi
Aggiunto 5 ore 43 minuti più tardi:
La scelta di Callimaco con l'inno ad Artemide è centratissima...vuoi una parte del testo e traduzione di questo inno ?
per quanto concerne Isocrate, nell'encomio di Elena, è un po' arduo trovare l'infanzia...comunque cercherò...
Aggiunto 1 giorni più tardi:
Inno ad Artemide
L'inno callimacheo ad Artemide è un vasto quadro, sapientemente equilibrato tra un movimento narrativo, sostenuto con sicuro respiro, e un caldo slancio di invocazione rituale, e altrettanto sapientemente organizzato tra i registri della solennità e della tenerezza. Ciò si mostra assai bene nella prima scena, quando, da una brevissima dichiarazione di poetica, l'inno trascorre a rappresentare l'origine delle timài della dea: la verginità, la polionimia, l'arco, la caccia, il corteggio di ninfe, tutto questo è oggetto di una richiesta che Artemide bambina rivolge a Zeus. Il momento è dunque collocato nel clima rassicurante degli affetti familiari, e ravvivato dalla rappresentazione plastica della grazia infantile (si pensi al gesto con cui Artemide si protende verso la barba del padre senza riuscire a toccarla) e del capriccio infantile: Artemide è mossa da una tenera gelosia nei confronti del fratello Apollo. Parimenti, il gesto di assenso di Zeus è sospeso tra la terribilità della tradizione omerica e la spontaneità immediata della carezza.
῎Αρτεμιν (οὐ γὰρ ἐλαφρὸν ἀειδόντεσσι λαθέσθαι)
ὑμνέομεν, τῇ τόξα λαγωβολίαι τε μέλονται
καὶ χορὸς ἀμφιλαφὴς καὶ ἐν οὔρεσιν ἑψιάασθαι,
ἄρχμενοι ὡς ὅτε πατρὸς ἐφεζομένη γονάτεσσι
παῖς ἔτι κουρίζουσα τάδε προσέειπε γονῆα•
‘δός μοι παρθενίην αἰώνιον, ἄππα, φυλάσσειν,
καὶ πολυωνυμίην, ἵνα μή μοι Φοῖβος ἐρίζῃ,
δὸς δ' ἰοὺς καὶ τόξα–ἔα πάτερ, οὔ σε φαρέτρην
οὐδ' αἰτέω μέγα τόξον• ἐμοὶ Κύκλωπες ὀϊστούς
αὐτίκα τεχνήσονται, ἐμοὶ δ' εὐκαμπὲς ἄεμμα•
ἀλλὰ φαεσφορίην τε καὶ ἐς γόνυ μέχρι χιτῶνα
ζώννυσθαι λεγνωτόν, ἵν' ἄγρια θηρία καίνω.
δὸς δέ μοι ἑξήκοντα χορίτιδας ᾿Ωκεανίνας,
πάσας εἰνέτεας, πάσας ἔτι παῖδας ἀμίτρους.
δὸς δέ μοι ἀμφιπόλους ᾿Αμνισίδας εἴκοσι νύμφας,
αἵ τε μοι ἐνδρομίδας τε καὶ ὁππότε μηκέτι λύγκας
μήτ' ἐλάφους βάλλοιμι, θοοὺς κύνας εὖ κομέοιεν.
δὸς δέ μοι οὔρεα πάντα• πόλιν δέ μοι ἥντινα νεῖμον
ἥντινα λῇς• σπαρνὸν γὰρ ὅτ' ῎Αρτεμις ἄστυ κάτεισιν•
Artemide cantiamo [ὑμνέομεν] (per chi canta [ἀειδόντεσσι partic. dat. plur. ]
non è lieve [ἐλαφρὸν] ignorarla [λαθέσθαι]), che ama [μέλονται] gli archi
e la caccia alla lepre e il vasto coro
e scherzare [ἑψιάασθαι ]sui monti, cominciando [ἄρχμενοι]
da quando, ancora piccola bambina,
in questo modo si rivolse al padre [τάδε προσέειπε γονῆα],
stando seduta sulle sue ginocchia [πατρὸς ἐφεζομένη γονάτεσσι]:
"Concedimi [δός ], papà, di rimanere
vergine sempre e avere molti nomi,
perché Febo con me non venga a gara [ἵνα μή μοι Φοῖβος ἐρίζῃ].
Concedimi archi e frecce; suvvia, padre,
non ti chiedo di darmi una faretra
né un grande arco. Per me i Ciclòpi sùbito
fabbricheranno [τεχνήσονται] frecce, per me un arco
dalla forma ricurva. Ma ti chiedo
di portare la luce e di indossare [ζώννυσθαι ]
una tunica corta sul ginocchio [ἐς γόνυ μέχρι χιτῶνα
ζώννυσθαι λεγνωτόν]
col bordo all'orlo, per andare a caccia
di animali selvatici [ἵν' ἄγρια θηρία καίνω. ]. Concedimi
sessanta danzatrici oceanine
tutte di nove anni, tutte ancora
bambine che non portano cintura.
Al mio servizio dammi venti ninfe
del fiume Amnìso, che [αἵ ]dei miei calzari [μοι ἐνδρομίδας]
e dei cani veloci abbiano cura[ θοοὺς κύνας εὖ κομέοιεν] ,
come si deve, quando non colpisco
linci né cervi[ὁππότε μηκέτι λύγκας
μήτ' ἐλάφους βάλλοιμι]. Dammi tutti i monti,
ma una città riservami qualunque,
quella che vuoi [ἥντινα λῇς]: discende [ κάτεισιν] raramente
Artemide in città.
ciao chiarabarone :hi