Anche se forse c'e' sciopero cmq aiutatemi x favore

studente1212
vi prego

titolo:notizie su alcibiade
autore:cornelio nepote
x quando:x domani

testo latino:

Dicitur alcibiades, summo genere natus Athenis, in urbe amplissima, omnium suae aetatis formosissimus fuisse.Educatus est in domo Periclis - privignus enim eius fuisse dicitur - eruditus a Socrate. Bello Peloponnesio huius consilio et autorictate Athenienses bellum Syracusanis indixerunt.Ad quod gerendum ipse dux electus est. Id cum appararetur, accidit ut una nocte omnes Hermae, qui in oppido erant Athenis, deicerentur. Suspicio maxime convenire in Alcibiadem videbatur, quod potentior quam privatus existimabatur. Aspergebatur etiam infamia, quod in domo sua facere mysteria dicebatur, quod nefas erant more Atheniensium.

vi prego aiutatemi

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studente1212
ok grazxie lo stesso

freddytvb
Cliniae filius, Atheniensis. In hoc, quid natura efficere possit, videtur experta. Constat enim inter omnes, qui de eo memoriae prodiderunt, nihil illo fuisse excellentius vel in vitiis vel in virtutibus. 2 Natus in amplissima civitate summo genere, omnium aetatis suae multo formosissimus, ad omnes res aptus consiliique plenus - namque imperator fuit summus et mari et terra, disertus, ut in primis dicendo valeret, quod tanta erat commendatio oris atque orationis, ut nemo ei [dicendo] posset resistere -, dives; 3 cum tempus posceret, laboriosus, patiens; liberalis, splendidus non minus in vita quam victu; affabilis, blandus, temporibus callidissime serviens: 4 idem, simulac se remiserat neque causa suberat, quare animi laborem perferret, luxuriosus, dissolutus, libidinosus, intemperans reperiebatur, ut omnes admirarentur in uno homine tantam esse dissimilitudinem tamque diversam naturam.
Educatus est in domo Pericli - privignus enim eius fuisse dicitur -, eruditus a Socrate; socerum habuit Hipponicum, omnium Graeca lingua loquentium ditissimum: ut, si ipse fingere vellet, neque plura bona comminisci neque maiora posset consequi, quam vel natura vel fortuna tribueret. 2 Ineunte adulescentia amatus est a multis amore Graecorum, in eis Socrate; de quo mentionem facit Plato in symposio. Namque eum induxit commemorantem se pernoctasse cum Socrate neque aliter ab eo surrexisse, ac filius a parente debuerit. 3 Posteaquam robustior est factus, non minus multos amavit; in quorum amore, quoad licitum est odiosa, multa delicate iocoseque fecit, quae referremus, nisi maiora potiora haberemus.
Bello Peloponnesio huius consilio atque auctoritate Athenienses bellum Syracusanis indixerunt; ad quod gerendum ipse dux delectus est, duo praeterea collegae dati, Nicia et Lamachus. 2 Id cum appararetur, priusquam classis exiret, accidit, ut una nocte omnes Hermae, qui in oppido erant Athenis, deicerentur praeter unum, qui ante ianuam erat Andocidi. Itaque ille postea Mercurius Andocidi vocitatus est. 3 Hoc cum appareret non sine magna multorum consensione esse factum, quae non ad privatam, sed publicam rem pertineret, magnus multitudini timor est iniectus, ne qua repentina vis in civitate exsisteret, quae libertatem opprimeret populi. 4 Hoc maxime convenire in Alcibiadem videbatur, quod et potentior et maior quam privatus existimabatur. Multos enim liberalitate devinxerat, plures etiam opera forensi suos reddiderat. 5 Qua re fiebat, ut omnium oculos, quotienscumque in publicum prodisset, ad se converteret neque ei par quisquam in civitate poneretur. Itaque non solum spem in eo habebant maximam, sed etiam timorem, quod et obesse plurimum et prodesse poterat. 6 Aspergebatur etiam infamia, quod in domo sua facere mysteria dicebatur; quod nefas erat more Atheniensium, idque non ad religionem, sed ad coniurationem pertinere existimabatur.
ALCIBIADE [1] Alcibiade, figlio di Clinia, Ateniese. In lui la natura sembra aver sperimentato il suo potere. Tutti quelli che hanno scritto di lui, sanno bene che non ci fu nessuno più straordinario e nelle virtù e nei vizi. 2 Nato in una grande metropoli, di nobilissima stirpe, di gran lunga il più bello di tutti quelli della sua età, ricco, abile in ogni attività e pieno di senno (fu infatti valentissimo comandante per terra e per mare); facondo tanto da essere tra i primi nel parlare, perché tale era il fascino della sua dizione e delle sue parole, che nessuno poteva resistergli; ricco, 3 quando lo richiesero le circostanze: laborioso, resistente, generoso, splendido non meno nella vita pubblica che nella vita privata, affabile, mite, capace di adattarsi alle circostanze: 4 ma non appena allentava la sua tensione e non aveva motivo per impegnarsi, si rivelava sfarzoso, dissoluto, lussurioso, sregolato, sì che tutti si meravigliavano che in una stessa persona ci fosse una così stridente contraddizione e una così varia natura.
[2] Fu allevato nella casa di Pericle (infatti si dice che fosse suo figliastro), istruito da Socrate. Ebbe per suocero Ipponico, di gran lunga il più ricco di tutti i Greci, sì che se anche avesse voluto inventarsele, non avrebbe potuto immaginare più ricchezze né ottenerne di maggiori, rispetto a quelle che o la natura o la fortuna gli aveva concesso. 2 Nella sua prima giovinezza fu amato da molti, come è costume dei Greci, fra cui Socrate e di questo fa cenno Platone nel Simposio. Infatti lo introduce che ricorda di aver dormito con Socrate e di essersi alzato dal suo letto non altrimenti che un figlio si sarebbe alzato dal letto del padre. 3 Dopo che divenne più maturo, ne amò a sua volta altrettanti e nel corso di questi amori commise, finché gli fu lecito, atti biasimevoli, ma anche molti raffinati e spiritosi. Li riferiremmo se non avessimo da parlare di cose più serie ed importanti.
Durante la guerra del Peloponneso gli Ateniesi, seguendo il suo autorevole parere, dichiararono guerra ai Siracusani; ed a condurla fu scelto come comandante lui stesso; gli furono inoltre assegnati due colleghi, Nicia e Lámaco. 2 Mentre si facevano i preparativi, prima che la flotta uscisse dal porto, accadde che in una stessa notte tutte le erme della città venissero abbattute tranne una, che si trovava davanti alla casa di Andocide: così quella fu in seguito chiamata il Mercurio di Andocide. 3 Siccome era evidente che l'azione era stata compiuta con la complicità di molti, che non avevano di mira faccende private, ma dello Stato, la gente fu presa da una grande paura che all'improvviso scaturisse nella città un colpo di Stato per sopprimere la libertà. 4 Sembrava che tutto questo si addicesse a pennello ad Alcibiade, dato che era abbastanza potente e più che un privato cittadino: infatti molti aveva legato a sé con la sua generosità, più ancora aveva fatto suoi sostenitori con la sua attività forense. 5 Per questo motivo, ogni volta che si presentava in pubblico, attirava su di sé gli occhi di tutti e nessuno nella città era considerato pari a lui. Così riponevano in lui non solo una grandissima speranza ma anche timore perché poteva fare del bene o del male in sommo grado. 6 Godeva inoltre di cattiva fama perché si vociferava che in casa sua praticasse i misteri, cosa empia per gli Ateniesi e si riteneva che ciò avesse a che fare non tanto con la religione quanto con una congiura.

La tua versione è un breve riassunto... ho evidenziato qualche frase, il resto non l'ho postato xkè era diverso...

Aspetta, ho trovato anche questa frase...

aspergebatur etiam infamia, quod in domo sua facere mysteria dicebatur: quod nefas erat more atheniensimus ; idque non ad religionem,sed ad coniurationem pertinere existimabatur
si spargeva anche infamia, poichè si diceva che facesse dei misteri in casa sua : ciò era un sacrilegio per l'usanza degli ateniesi; e si credeva che ciò non si riferisse alla religione ma alla congiura

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