Trattato sulla tolleranza

minnie1990
vi prego ho bisogno di una relazione sul trattato sulla tolleranza di voltaire

Risposte
SuperGaara
Bene...chiudo :hi

minnie1990
grazie!;)

klight
Il trattato sulla tolleranza è un'opera di polemica civile e politica che ha contribuito a procurare a Voltaire la fama di combattente contro le ingiustizie e le infamie del fanatismo clericale.

“La società si definisce civile ma uccide sulla spinta del fanatismo religioso sostenendo di voler fare cosa grata a Dio e di voler sradicare con la forza il male. Tuttavia se si considerano le guerre di religione, i quaranta scismi dei papi, le menzogne, gli odi accesi dalle differenze di opinione...gli uomini da molto tempo hanno avuto il loro inferno su questa terra”. “La tolleranza è una conseguenza necessaria della nostra condizione umana. Siamo tutti figli della fragilità: fallibili e inclini all'errore. Non resta dunque che perdonarci vicendevolmente le nostre follie. E' questa la prima legge naturale:il principio a fondamento di tutti i diritti umani. Il diritto all'intolleranza è assurdo e barbaro, è il diritto delle tigri, anzi ben più orrido, perché le tigri si fanno a pezzi per mangiare, noi ci sterminiamo per dei paragrafi.”



Il trattato sulla tolleranza si apre con la vicenda di Jean Calas.



Breve riassunto della vicenda:



Jean Calas era un pastore protestante Ugonotto, viveva con la moglie e quattro figli in Francia.

Il figlio maggiore, Marc Antoine, aveva studiato legge ma a causa della sua religione non riusciva a trovare lavoro. Il giovane decide così di convertirsi. Il padre anche se non condivide la scelta non lo ostacola. La sera prima del battesimo di Marc Antoine la famiglia Calas era riunita a cena. In casa erano presenti anche un amico del secondo figlio e la domestica di religione cattolica. Marc Antoine si ritira presto dalla cena. Quando il fratello e l'amico stanno uscendo per una passeggiata serale trovano Marc Antoine impiccato alla trave della cantina. Jean Calas impedisce ai presenti di rivelare che il reagazzo si era suicidato perché in quegli anni a Tolosa era usanza spogliare i suicidi, metterli a faccia in giù sul graticcio e trascinarli per le strade. Calas volle risparmiare al figlio una tale ingiuria e questo si rivelò fatale per lui. Infatti cominciò a spargersi la voce che Jean Calas aveva ucciso il figlio perché voleva convertirsi. Nonostante non ci fossero prove il pastore Ugonotto venne condannato e mandato a morte per ruota, cioè torturato il 19 marzo 1762.





Voltaire iniziò ad interessarsi del caso dopo alcuni mesi che Calas era morto. Il Filosofo argomenta così:

“Un padre potrebbe uccidere il figlio che voglia convertirsi ad una religione diversa dalla sua, solo se fosse preda del fanatismo religioso, ma è riconosciuto ed attestato dai testimoni e conoscenti che Jean Calas non era un fanatico. Dunque non può essersi macchiato del crimine. A prova di questo vi è anche il fatto che la famiglia aveva una domestica cattolica.”





Il caso Calas si colloca nella Francia di metà del XVIII secolo dove sono presenti forti contrasti ideologici-religiosi. Molto in uso la discriminazione sommaria e i processi conclusi senza prove sufficienti con forti accanimenti e violente ritorsioni verso gli esponenti della parte avversa.
Il testo continua portando argomentazioni a favore della tolleranza che “non ha mai provocato una guerra civile, mentre l'intolleranza ha coperto la terra di massacri”. Come esempio illustra il caso delle colonie Inglesi nel Nuovo Mondo che grazie alla tolleranza permisero la fondazione di una società pacifica: “In Pensilvania la disputa teologica e la discordia sono ignorate e il nome solo della loro città di Filadelfia è esempio e vergogna per i popoli che non conoscono ancora la tolleranza.”
Inoltre ripercorrendo la storia antica trova che “di tutti i popoli antichi e civili nessuno abbia ostacolato mai la libertà di pensiero”.
I Greci per esempio per quanto religiosi tolleravano che gli Epicurei negassero l'esistenza dell'anima e la provvidenza. L'unico caso d'intolleranza riscontrato è quello di Socrate.
“Socrate è il solo uomo che i Greci abbiano fatto morire per le sue opinioni. La cosa non fa onore all'intolleranza poiché egli fu il solo che rendesse gloria a Dio e si onorarono tutti coloro che diffondevano le nozioni più indegne delle divinità”.
Anche Roma era una città molto tollerante: “non troverete un solo uomo perseguitato per le sue idee” e la tolleranza era considerata dai Romani come la legge più sacra del diritto delle genti (gli Ebrei commerciavano in città sin dalle guerre Puniche e c'erano sinagoghe al tempo di Augusto).
Voltaire con una forte polemica nei confronti dei Cattolici (“noi Cristiani, noi siamo stati persecutori, carnefici, assassini! E di chi? Dei nostri fratelli. Noi, col crocifisso o la Bibbia in mano, abbiamo distrutto cento città, e non abbiamo smesso.
Vedi se puoi trarne spunto!

Questa discussione è stata chiusa