TAVOLO DI LAVORO C
Quale differenza esisteva tra l' Egitto e la Mesopotaia a liivello politico.
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Risposte
La civiltà egizia si sviluppò lungo le rive del fiume Nilo dove si trovavano i territori più fertili, mentre la Mesopotamia trovandosi tra due fiumi aveva un'ampia distesa di terre coltivabili.
Fenici Antica popolazione semitica, collegata ai cananei della Palestina, che abitava la regione della Fenicia, sulla costa orientale del Mar Mediterraneo, dove ora si trovano gli stati di Libano e Israele. I fenici furono chiamati così da Omero, mentre nell’Antico Testamento compaiono come “sidoni”.
L’indagine storico-archeologica fa risalire la presenza di popolazioni semitiche sulla costa del Mediterraneo intorno al 2500 a.C., quando furono fondati i primi insediamenti. La Fenicia non costituì mai un regno unificato, ma si caratterizzò per la presenza di numerose città-stato, unite da una struttura politico-sociale simile e influenzate dalle culture sumerica e accadica della vicina Babilonia. Costruite sulla costa o sulle piccole isole adiacenti, città come Tripoli, Biblo, Berito (attuale Beirut), Sidone, Tiro, Gerico e Ugarit diedero un forte impulso al commercio marittimo nel Mediterraneo, nonostante i continui attacchi degli imperi vicini, documentati nel corso dei secoli da ripetuti arresti nello sviluppo urbano ma anche dall’introduzione di nuove tecniche e usanze.
Verso il 1800 a.C. l’Egitto, che stava allora cominciando a espandersi in Medio Oriente, invase e conquistò la Fenicia, mantenendone il controllo fino al 1400 ca. a.C. Le incursioni degli ittiti contro l’Egitto diedero alle città-stato fenicie del nord l’opportunità di ribellarsi e di conquistare l’indipendenza, ma fu solo dopo l’invasione dei popoli del mare (1200 a.C.) che la Fenicia riconquistò la propria autonomia.
Il periodo che ne seguì fu di grande prosperità e sviluppo: i fenici divennero i più famosi commercianti e i più abili navigatori del mondo antico. La fine del controllo egiziano, la contemporanea caduta della potenza micenea e la crisi del commercio terrestre furono alcuni tra i fattori che facilitarono l’espansione fenicia. Le imbarcazioni delle città costiere percorrevano il Mediterraneo, giungendo fino all’oceano Atlantico e al mar Rosso, trasportando legname pregiato dei boschi del Libano, tessuti ricamati e tinti, avori scolpiti, vetro soffiato e altri manufatti preziosi. Le diverse città-stato, tra le quali furono dominanti Biblo, Tiro e Sidone, fondarono numerose colonie mercantili, soprattutto nell’Africa settentrionale (Utica, Ippona e Cartagine), nelle isole di Rodi e di Cipro, nel sud della Spagna (Cadice, Malaga e Tartesso), nelle isole Baleari, a Malta, in Sicilia (Palermo, Solunto, Mozia) e in Sardegna (Tharros, Nora, Sulcis e Cagliari).
Anteprima della sezione
Nell’VIII secolo a.C. le città fenicie furono conquistate dagli assiri, desiderosi di uno sbocco al mare. Alla fine del VII secolo a.C. la Fenicia – eccetto Tiro che riuscì a mantenere la propria indipendenza ancora a lungo – entrò a far parte del regno caldeo di Nabucodonosor II e, nel 539 a.C., dell’impero persiano. Sotto il dominio persiano Sidone divenne la città più importante della regione. Stanche del dominio persiano, dopo la battaglia di Isso (333 a.C.) che sancì la vittoria di Alessandro Magno sulla Persia, le città fenicie capitolarono, eccetto Tiro che rifiutò di sottomettersi e cadde sotto i colpi macedoni al termine di un assedio durato sette mesi. Dopo la sconfitta, i fenici furono assorbiti nel regno seleucide, perdendo gradualmente la propria identità culturale; le città furono progressivamente ellenizzate e persero gran parte dell’antica prosperità. Nel 64 a.C. quando la regione divenne parte della provincia romana della Syria, scomparve anche il nome Fenicia.
Nonostante le difficoltà di tracciare una storia completa della civiltà fenicia - sia per la mancanza di documenti coevi sia soprattutto per la particolare organizzazione politica che non diede mai vita a un regno unitario - essa giocò un ruolo fondamentale di collegamento tra Oriente e Occidente e lasciò importanti contributi alla storia della cultura occidentale, tra i quali l’invenzione dell’alfabeto, l’introduzione della tinta purpurea, chiamata “porpora di Tiro”, e la diffusione del vetro. Le loro manifatture, in particolare quella dei tessuti e delle tinture, la lavorazione dei metalli e del vetro erano molto celebri nel mondo antico.
Le informazioni che possediamo oggi sulla religione fenicia sono attribuite ai testi ritrovati a Ras Shamra (Ugarit), oltre a quanto riportato nella Bibbia. Il dio supremo era El affiancato dalla dea madre Asherah, mentre Asthoreth era la dea della fecondità e della fertilità, forse una delle dee più importanti del culto fenicio. A livello locale ciascuna città era posta sotto la protezione di una particolare divinità (Baal, “il Signore”), cui era dedicato il più importante luogo di culto urbano. Fuori dalle mura di ogni città si trovavano le necropoli e i tofet, cimiteri riservati al resti dei bambini offerti in sacrificio agli dei, come documentano le iscrizioni votive scolpite nelle urna di terracotta.
"Egizi":
Con il termine Antico Egitto si intende la civiltà sviluppatasi in quella sottile striscia di terra
Fenici Antica popolazione semitica, collegata ai cananei della Palestina, che abitava la regione della Fenicia, sulla costa orientale del Mar Mediterraneo, dove ora si trovano gli stati di Libano e Israele. I fenici furono chiamati così da Omero, mentre nell’Antico Testamento compaiono come “sidoni”.
L’indagine storico-archeologica fa risalire la presenza di popolazioni semitiche sulla costa del Mediterraneo intorno al 2500 a.C., quando furono fondati i primi insediamenti. La Fenicia non costituì mai un regno unificato, ma si caratterizzò per la presenza di numerose città-stato, unite da una struttura politico-sociale simile e influenzate dalle culture sumerica e accadica della vicina Babilonia. Costruite sulla costa o sulle piccole isole adiacenti, città come Tripoli, Biblo, Berito (attuale Beirut), Sidone, Tiro, Gerico e Ugarit diedero un forte impulso al commercio marittimo nel Mediterraneo, nonostante i continui attacchi degli imperi vicini, documentati nel corso dei secoli da ripetuti arresti nello sviluppo urbano ma anche dall’introduzione di nuove tecniche e usanze.
Verso il 1800 a.C. l’Egitto, che stava allora cominciando a espandersi in Medio Oriente, invase e conquistò la Fenicia, mantenendone il controllo fino al 1400 ca. a.C. Le incursioni degli ittiti contro l’Egitto diedero alle città-stato fenicie del nord l’opportunità di ribellarsi e di conquistare l’indipendenza, ma fu solo dopo l’invasione dei popoli del mare (1200 a.C.) che la Fenicia riconquistò la propria autonomia.
Il periodo che ne seguì fu di grande prosperità e sviluppo: i fenici divennero i più famosi commercianti e i più abili navigatori del mondo antico. La fine del controllo egiziano, la contemporanea caduta della potenza micenea e la crisi del commercio terrestre furono alcuni tra i fattori che facilitarono l’espansione fenicia. Le imbarcazioni delle città costiere percorrevano il Mediterraneo, giungendo fino all’oceano Atlantico e al mar Rosso, trasportando legname pregiato dei boschi del Libano, tessuti ricamati e tinti, avori scolpiti, vetro soffiato e altri manufatti preziosi. Le diverse città-stato, tra le quali furono dominanti Biblo, Tiro e Sidone, fondarono numerose colonie mercantili, soprattutto nell’Africa settentrionale (Utica, Ippona e Cartagine), nelle isole di Rodi e di Cipro, nel sud della Spagna (Cadice, Malaga e Tartesso), nelle isole Baleari, a Malta, in Sicilia (Palermo, Solunto, Mozia) e in Sardegna (Tharros, Nora, Sulcis e Cagliari).
Anteprima della sezione
Nell’VIII secolo a.C. le città fenicie furono conquistate dagli assiri, desiderosi di uno sbocco al mare. Alla fine del VII secolo a.C. la Fenicia – eccetto Tiro che riuscì a mantenere la propria indipendenza ancora a lungo – entrò a far parte del regno caldeo di Nabucodonosor II e, nel 539 a.C., dell’impero persiano. Sotto il dominio persiano Sidone divenne la città più importante della regione. Stanche del dominio persiano, dopo la battaglia di Isso (333 a.C.) che sancì la vittoria di Alessandro Magno sulla Persia, le città fenicie capitolarono, eccetto Tiro che rifiutò di sottomettersi e cadde sotto i colpi macedoni al termine di un assedio durato sette mesi. Dopo la sconfitta, i fenici furono assorbiti nel regno seleucide, perdendo gradualmente la propria identità culturale; le città furono progressivamente ellenizzate e persero gran parte dell’antica prosperità. Nel 64 a.C. quando la regione divenne parte della provincia romana della Syria, scomparve anche il nome Fenicia.
Nonostante le difficoltà di tracciare una storia completa della civiltà fenicia - sia per la mancanza di documenti coevi sia soprattutto per la particolare organizzazione politica che non diede mai vita a un regno unitario - essa giocò un ruolo fondamentale di collegamento tra Oriente e Occidente e lasciò importanti contributi alla storia della cultura occidentale, tra i quali l’invenzione dell’alfabeto, l’introduzione della tinta purpurea, chiamata “porpora di Tiro”, e la diffusione del vetro. Le loro manifatture, in particolare quella dei tessuti e delle tinture, la lavorazione dei metalli e del vetro erano molto celebri nel mondo antico.
Le informazioni che possediamo oggi sulla religione fenicia sono attribuite ai testi ritrovati a Ras Shamra (Ugarit), oltre a quanto riportato nella Bibbia. Il dio supremo era El affiancato dalla dea madre Asherah, mentre Asthoreth era la dea della fecondità e della fertilità, forse una delle dee più importanti del culto fenicio. A livello locale ciascuna città era posta sotto la protezione di una particolare divinità (Baal, “il Signore”), cui era dedicato il più importante luogo di culto urbano. Fuori dalle mura di ogni città si trovavano le necropoli e i tofet, cimiteri riservati al resti dei bambini offerti in sacrificio agli dei, come documentano le iscrizioni votive scolpite nelle urna di terracotta.
"Egizi":
Con il termine Antico Egitto si intende la civiltà sviluppatasi in quella sottile striscia di terra