RIV.FRANCESE
Domani ho una verifica importante e sono bloccata sulla riv francese. Vorrei sapere di Robespierre, qualcuno mi può aiutare?Grazie.
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Secondo Robespierre, l'unico rimedio per portare la Francia ad un ordine naturale è quello di rovesciare quel mondo corrotto, purgare il corpo sociale, restaurare un "Regno della Virtù": in pratica accendere il fuoco rivoluzionario per purificare la Francia e porre fine, una volta per tutte allo scandalo del Male proveniente dall'aristocrazia e dai falsi francesi.
In Robespierre ritroviamo quindi la sublimazione dell'amore per la rivoluzione in una sorta di nuova religiosità, che avrebbe dovuto animare tutto il popolo: «Cittadini», avrebbe detto alla Convenzione il 27 marzo 1793, «solo l'energia repubblicana e la Virtù possono salvare lo Stato. Da dove vengono i nostri pericoli? Non solo dagli aristocratici dichiarati, che abbiamo vinto e respinto ben lontano dal nostro territorio, ma da questa moltitudine di uomini deboli, ipocriti, che nascondono il loro attaccamento ai principi nobiliari sotto un aspetto di moderazione e di patriottismo [.] i nostri pericoli vengono dall'impunità accordata a tutti i funzionari pubblici prevaricatori, a tutti i capi dei nostri eserciti, di fronte ai quali si son visti piegare gli stessi rappresentanti del popolo francese».
Lo stesso Terrore, considerato da Robespierre un rimedio doloroso ma giustificato dallo stato di necessità della rivoluzione in corso, trova la sua collocazione nell'ambito della "salute pubblica" della nuova comunità democratica. Scriveva nel foglio periodico "Lettres a ses commettans ", il 28 dicembre 1792:
«La prima fra tutte le leggi è la salute pubblica. Io ho sempre avuto per principio che un popolo, il quale si slancia verso la libertà, deve essere inesorabile verso i cospiratori; che in tal caso la debolezza è crudele, l'indulgenza è barbara, e che una giusta severità è imperiosamente ordinata dall'umanità stessa».
Alla Convenzione, nella seduta dell'8 maggio 1793, Robespierre precisò ulteriormente il contenuto politico-sociale dell'azione rivoluzionaria, individuando i nemici da abbattere: «Colui che non è per il popolo è contro il popolo, colui che ha delle culottes dorate è il nemico di tutti i sanculotti. Esistono due partiti, quello degli uomini corrotti e quello degli uomini virtuosi. Non distinguete gli uomini in base alla loro fortuna e al loro stato, ma in base al loro carattere. Vi sono soltanto due classi d'uomini, gli amici della libertà e dell'uguaglianza, i difensori degli oppressi, gli amici dell'indulgenza e i fautori dell'opulenza ingiusta e dell'aristocrazia tirannica».
Il 18 piovoso, dell'anno II, Robespierre declama alla Convenzione nazionale i principi di morale politica che la devono guidare nell'amministrazione interna della Repubblica: «[.] Qual è lo
Guillottin, l’inventore
della macchina di morte
scopo a cui tendiamo? Il pacifico godimento della libertà e dell'uguaglianza; il regno di quella giustizia eterna le cui leggi sono state incise non già sul marmo o sulla pietra, ma nel cuore di tutti gli uomini, anche in quello dello schiavo che le dimentica e del tiranno che le nega. Vogliamo un ordine di cose nel quale ogni passione bassa e crudele sia incatenata, nel quale ogni passione benefica e generosa sia ridestata dalle leggi; nel quale l'ambizione sia il desiderio di meritare la gloria e di servire la patria; ove le distinzioni non nascano altro che dalla stessa uguaglianza; nel quale il cittadino sia sottomesso al magistrato, e il magistrato al popolo, e il popolo alla giustizia; nel quale la Patria assicuri il benessere a ogni individuo, e nel quale ogni individuo goda con orgoglio della prosperità e della gloria della Patria; nel quale tutti gli animi si ingrandiscano con la continua comunione dei sentimenti repubblicani, e con l'esigenza di meritare la stima di un grande popolo; nei quale le arti siano gli ornamenti della libertà che le nobilita, il commercio sia la fonte della ricchezza pubblica e non soltanto quella dell'opulenza mostruosa di alcune case(tratto da http://www.storiain.net/arret/num119/artic5.asp , dove troverai tante altre cose,quindi puoi prendere qualsiasi informazione ti serva...)
...prego
In Robespierre ritroviamo quindi la sublimazione dell'amore per la rivoluzione in una sorta di nuova religiosità, che avrebbe dovuto animare tutto il popolo: «Cittadini», avrebbe detto alla Convenzione il 27 marzo 1793, «solo l'energia repubblicana e la Virtù possono salvare lo Stato. Da dove vengono i nostri pericoli? Non solo dagli aristocratici dichiarati, che abbiamo vinto e respinto ben lontano dal nostro territorio, ma da questa moltitudine di uomini deboli, ipocriti, che nascondono il loro attaccamento ai principi nobiliari sotto un aspetto di moderazione e di patriottismo [.] i nostri pericoli vengono dall'impunità accordata a tutti i funzionari pubblici prevaricatori, a tutti i capi dei nostri eserciti, di fronte ai quali si son visti piegare gli stessi rappresentanti del popolo francese».
Lo stesso Terrore, considerato da Robespierre un rimedio doloroso ma giustificato dallo stato di necessità della rivoluzione in corso, trova la sua collocazione nell'ambito della "salute pubblica" della nuova comunità democratica. Scriveva nel foglio periodico "Lettres a ses commettans ", il 28 dicembre 1792:
«La prima fra tutte le leggi è la salute pubblica. Io ho sempre avuto per principio che un popolo, il quale si slancia verso la libertà, deve essere inesorabile verso i cospiratori; che in tal caso la debolezza è crudele, l'indulgenza è barbara, e che una giusta severità è imperiosamente ordinata dall'umanità stessa».
Alla Convenzione, nella seduta dell'8 maggio 1793, Robespierre precisò ulteriormente il contenuto politico-sociale dell'azione rivoluzionaria, individuando i nemici da abbattere: «Colui che non è per il popolo è contro il popolo, colui che ha delle culottes dorate è il nemico di tutti i sanculotti. Esistono due partiti, quello degli uomini corrotti e quello degli uomini virtuosi. Non distinguete gli uomini in base alla loro fortuna e al loro stato, ma in base al loro carattere. Vi sono soltanto due classi d'uomini, gli amici della libertà e dell'uguaglianza, i difensori degli oppressi, gli amici dell'indulgenza e i fautori dell'opulenza ingiusta e dell'aristocrazia tirannica».
Il 18 piovoso, dell'anno II, Robespierre declama alla Convenzione nazionale i principi di morale politica che la devono guidare nell'amministrazione interna della Repubblica: «[.] Qual è lo
Guillottin, l’inventore
della macchina di morte
scopo a cui tendiamo? Il pacifico godimento della libertà e dell'uguaglianza; il regno di quella giustizia eterna le cui leggi sono state incise non già sul marmo o sulla pietra, ma nel cuore di tutti gli uomini, anche in quello dello schiavo che le dimentica e del tiranno che le nega. Vogliamo un ordine di cose nel quale ogni passione bassa e crudele sia incatenata, nel quale ogni passione benefica e generosa sia ridestata dalle leggi; nel quale l'ambizione sia il desiderio di meritare la gloria e di servire la patria; ove le distinzioni non nascano altro che dalla stessa uguaglianza; nel quale il cittadino sia sottomesso al magistrato, e il magistrato al popolo, e il popolo alla giustizia; nel quale la Patria assicuri il benessere a ogni individuo, e nel quale ogni individuo goda con orgoglio della prosperità e della gloria della Patria; nel quale tutti gli animi si ingrandiscano con la continua comunione dei sentimenti repubblicani, e con l'esigenza di meritare la stima di un grande popolo; nei quale le arti siano gli ornamenti della libertà che le nobilita, il commercio sia la fonte della ricchezza pubblica e non soltanto quella dell'opulenza mostruosa di alcune case(tratto da http://www.storiain.net/arret/num119/artic5.asp , dove troverai tante altre cose,quindi puoi prendere qualsiasi informazione ti serva...)
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