Parmenide
Raga ma in parmanide il principio ontologico di non-contraddizione è l'essere è e non puo nn essere il nn essere nn è e nn puo essere e poi il ragionamento dialettiko eo dimostrazione x assurdo cos'è?
Risposte
Chiudo
dacordo con voi bravi raga
PROVO A RISPONDERTI CON LE PAROLE DI WIKIPEDIA:
Nel Poema sulla natura Parmenide sostiene che la molteplicità e i mutamenti del mondo fisico sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'Essere: immutabile, ingenerato, finito [2], immortale, unico, omogeneo, immobile, eterno.
La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del filosofo che racconta il suo viaggio immaginario verso la dimora della dea Diche (dea della Giustizia) la quale lo condurrà al «cuore inconcusso della ben rotonda verità». Secondo alcuni, la splendida donna rappresenterà d'ora in poi il significato della filosofia [3]. La dea mostra al filosofo la via dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della verità che conduce alla sapienza e all'Essere (τὸ εἶναι, tò èinai).
Pur non specificando cosa sia questo essere, Parmenide è il filosofo che per primo ne mette a tema esplicitamente il concetto; su di esso egli esprime soltanto una lapidaria formula, la più antica testimonianza in materia, secondo la quale «l'essere è, e non può non essere», «il non-essere non è, e non può essere»:
(GRC)
« η μεν οπως εστιν τε και ως ουκ εστι μη ειναι
...
η δ' ως ουκ εστιν τε και ως χρεών εστι μη ειναι »
(IT)
« è e non è possibile che non sia
...
non è ed è necessario che non sia »
(Parmenide, "Sulla Natura", fr. 2, vv 3;5 - raccolta DIELS KRANZ / fonti: Simplicio, Phys. 116, 25. Proclo, Comm. al Tim.)
Con queste parole Parmenide intende affermare che niente si crea dal niente, e nulla può essere distrutto nel nulla.
Nel Poema sulla natura Parmenide sostiene che la molteplicità e i mutamenti del mondo fisico sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'Essere: immutabile, ingenerato, finito [2], immortale, unico, omogeneo, immobile, eterno.
La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del filosofo che racconta il suo viaggio immaginario verso la dimora della dea Diche (dea della Giustizia) la quale lo condurrà al «cuore inconcusso della ben rotonda verità». Secondo alcuni, la splendida donna rappresenterà d'ora in poi il significato della filosofia [3]. La dea mostra al filosofo la via dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della verità che conduce alla sapienza e all'Essere (τὸ εἶναι, tò èinai).
Pur non specificando cosa sia questo essere, Parmenide è il filosofo che per primo ne mette a tema esplicitamente il concetto; su di esso egli esprime soltanto una lapidaria formula, la più antica testimonianza in materia, secondo la quale «l'essere è, e non può non essere», «il non-essere non è, e non può essere»:
(GRC)
« η μεν οπως εστιν τε και ως ουκ εστι μη ειναι
...
η δ' ως ουκ εστιν τε και ως χρεών εστι μη ειναι »
(IT)
« è e non è possibile che non sia
...
non è ed è necessario che non sia »
(Parmenide, "Sulla Natura", fr. 2, vv 3;5 - raccolta DIELS KRANZ / fonti: Simplicio, Phys. 116, 25. Proclo, Comm. al Tim.)
Con queste parole Parmenide intende affermare che niente si crea dal niente, e nulla può essere distrutto nel nulla.
uhm...allora...premetto che Parmenide è uno degli autori più studiati e difficili dell'antichità, quindi è difficile sia spiegarlo che comprenderlo, cmq ci si prova ;)
Parmenide si contrappone ad Eraclito, secondo cui non si può avere scienza assoluta e necessaria di una certa cosa perché tutto è in continuo mutamento e cambiamento (è nota la frase "non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume" )
Per Parmenide invece il mutamento delle cose sensibili è illusorio, appunto perché ogni cosa che esiste, "è", appunto, e non può "non essere".
L'Essere è tutto ciò che è, e l'Essere non può "non essere" perché sarebbe un non-senso. Quindi l'Essere vive in un eterno presente assoluto, perché "è" e non può "non essere".
Parlare del Non-Essere per Parmenide equivale a un non-senso, perché non si può parlare di ciò che non-è, anche perché già nominarlo fa sembrare che esso sia qualcosa, mentre "non è e non può essere".
Il principio di non-contraddizione in questo senso non è teorizzato, ma è implicito nel "divieto" che Parmenide impone alla realtà di una cosa, cioè che essa, o "è" o "non è".
Non può darsi una predicazione contemporanea. Perciò parlare di una cosa (che è un "ente", una "cosa che è" ) e dire che essa "non è ..." è una contraddizione.
Il ragionamento dialettico è quel tipo di procedimento per cui si tenta di giustificare una proposizione ricercando le ipotesi su cui si possa fondare, o deducendone le conseguenze, che devono essere riconosciute come vere per giustificare la verità della proposizione iniziale.
La dimostrazione per assurdo è una tecnica all'interno della dialettica, per cui per screditare una proposizione, ne deduco tutte le conseguenze logiche, mostrando alla fine che queste giungono in contraddizione; a quel punto, se le conseguenze sono contraddittorie, allora la premessa (che è la proposizione di partenza) è falsa.
Se è falsa una proposizione A, allora la sua negezione è vera, ossia non-A (se è falsa "il Sole gira intorno alla Terra, allora è vera "il Sole NON gira intorno alla terra" ).
Parmenide si contrappone ad Eraclito, secondo cui non si può avere scienza assoluta e necessaria di una certa cosa perché tutto è in continuo mutamento e cambiamento (è nota la frase "non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume" )
Per Parmenide invece il mutamento delle cose sensibili è illusorio, appunto perché ogni cosa che esiste, "è", appunto, e non può "non essere".
L'Essere è tutto ciò che è, e l'Essere non può "non essere" perché sarebbe un non-senso. Quindi l'Essere vive in un eterno presente assoluto, perché "è" e non può "non essere".
Parlare del Non-Essere per Parmenide equivale a un non-senso, perché non si può parlare di ciò che non-è, anche perché già nominarlo fa sembrare che esso sia qualcosa, mentre "non è e non può essere".
Il principio di non-contraddizione in questo senso non è teorizzato, ma è implicito nel "divieto" che Parmenide impone alla realtà di una cosa, cioè che essa, o "è" o "non è".
Non può darsi una predicazione contemporanea. Perciò parlare di una cosa (che è un "ente", una "cosa che è" ) e dire che essa "non è ..." è una contraddizione.
Il ragionamento dialettico è quel tipo di procedimento per cui si tenta di giustificare una proposizione ricercando le ipotesi su cui si possa fondare, o deducendone le conseguenze, che devono essere riconosciute come vere per giustificare la verità della proposizione iniziale.
La dimostrazione per assurdo è una tecnica all'interno della dialettica, per cui per screditare una proposizione, ne deduco tutte le conseguenze logiche, mostrando alla fine che queste giungono in contraddizione; a quel punto, se le conseguenze sono contraddittorie, allora la premessa (che è la proposizione di partenza) è falsa.
Se è falsa una proposizione A, allora la sua negezione è vera, ossia non-A (se è falsa "il Sole gira intorno alla Terra, allora è vera "il Sole NON gira intorno alla terra" ).
ke casotto....i ragazzi di oggi stì tipi di ragionamenti nn li fanno:)....sò cambiati i tempi
allora se l'essere è e il nn essere non è vuol dire Parmenide è categorico, gli opposti nn si incontrano tra di loro non c'è possibilità di mediazione come nel principio di identità matematico secondo cui A=A (principio di identità) e in quanto A non può essere B a è diverso da B (principio di nn contraddizione a diverso da b poichè A=A e B=B)
Sì, il principio di non contraddizione è quello: cioè A è A e non può non essere A, NON A è NON A e non può essere A, supposto A l'essere, come lo intende Parmenide.
La dimostrazione per assurdo è una dimostrazione che parte da basi riconosciute false, per negare la tesi ed arrivare ad un assurdo.
Il ragionamento dialettico (dìa= attraverso lògos= discorso), è un ragionamento che avviene per mezzo di un dialogo fra alcuni interlocutori.
:hi
La dimostrazione per assurdo è una dimostrazione che parte da basi riconosciute false, per negare la tesi ed arrivare ad un assurdo.
Il ragionamento dialettico (dìa= attraverso lògos= discorso), è un ragionamento che avviene per mezzo di un dialogo fra alcuni interlocutori.
:hi
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