Hegel (188616)
Che cos'è lo spirito per Hegel?
Miglior risposta
Vedi qui:
La filosofia dello spirito
Nel sistema hegeliano, è lo spirito a produrre le più alte realizzazioni umane, dalle istituzioni alla filosofia. Come ogni altro momento della filosofia hegeliana, lo spirito si dialettizza in tre momenti: spirito soggettivo, spirito oggettivo, spirito assoluto.
Spirito soggettivo
È il momento di transizione in cui lo Spirito emerge dalla Natura e attraverso essa passa nell'uomo cosciente e infine nella sua attività di pensiero e azione.
L'antropologia si occupa dello studio dell'anima, la quale non è altro che quel legame tra spirito e natura inteso da Hegel come carattere.
La fenomenologia studia lo spirito come
"coscienza",
"autocoscienza",
"ragione".
La psicologia studia lo spirito nelle sue manifestazioni ossia: Conoscere teoretico, attività pratica e volere libero.
Il conoscere teoretico è quel processo tramite cui la ragione trova se stessa dentro di sé.
L'attività pratica è quell'unità di manifestazioni tramite cui lo spirito giunge in possesso di sé stesso dall'esterno.
Il volere libero non è altro che la sintesi dei primi due momenti in quanto lo spirito, dopo aver trovato se stesso sia interiormente che esteriormente, si rende conto di essere libero.
L'individuo in cui si è incarnato lo Spirito soggettivo ha raggiunto la sua completezza e quindi riprende quel compito di una ricerca del vero e del bene universali andata delusa nelle fasi precedenti. A questo punto il soggetto individuale si rende conto di dover affrontare un compito infinito con forze finite. Lo soccorrerà lo spirito oggettivo che incarnandosi in forme e istituzioni superindividuali potenzierà le sue forze finite. Questo avverrà in un primo grado nella Legge esteriore che indicherà il vero e il bene a tutti coloro che la riconosceranno come tale.
Spirito oggettivo
Se lo spirito soggettivo è lo spirito individuale, la sua antitesi non può essere che lo spirito collettivo, vale a dire quello spirito che si oggettiva, si manifesta nelle istituzioni sociali e politiche che regolano la vita dell'uomo. Al termine della formazione dell'individuo, nell'individualità in sé e per sé, ultimo grado della Ragione, l'individuo tentava di dare completezza alla sua raggiunta maturità razionale cercando di realizzare un vero e un bene che potessero essere condivisi da tutti; ma il suo tentativo falliva perché si scontrava con i progetti di altri individui che cercavano di realizzare anch'essi il loro ideale di vero e di bene (problema della libertà) e perché l'individuo si rendeva conto che le sue forze finite erano inadeguate a realizzare un compito infinito come quello del vero e del bene universali. Adesso sarà lo Spirito oggettivo a risolvere le difficoltà. Sarà la legge ad indicare coattivamente il vero e il bene universali e nel contempo lo stesso diritto risolverà il problema della libertà riconoscendo a ciascuno
tanta libertà quanta questi è disposto a riconoscerne agli altri.
Fonte: http://fatti-su.it/fenomenologia_dello_spirito
Ciao Laura!
La filosofia dello spirito
Nel sistema hegeliano, è lo spirito a produrre le più alte realizzazioni umane, dalle istituzioni alla filosofia. Come ogni altro momento della filosofia hegeliana, lo spirito si dialettizza in tre momenti: spirito soggettivo, spirito oggettivo, spirito assoluto.
Spirito soggettivo
È il momento di transizione in cui lo Spirito emerge dalla Natura e attraverso essa passa nell'uomo cosciente e infine nella sua attività di pensiero e azione.
L'antropologia si occupa dello studio dell'anima, la quale non è altro che quel legame tra spirito e natura inteso da Hegel come carattere.
La fenomenologia studia lo spirito come
"coscienza",
"autocoscienza",
"ragione".
La psicologia studia lo spirito nelle sue manifestazioni ossia: Conoscere teoretico, attività pratica e volere libero.
Il conoscere teoretico è quel processo tramite cui la ragione trova se stessa dentro di sé.
L'attività pratica è quell'unità di manifestazioni tramite cui lo spirito giunge in possesso di sé stesso dall'esterno.
Il volere libero non è altro che la sintesi dei primi due momenti in quanto lo spirito, dopo aver trovato se stesso sia interiormente che esteriormente, si rende conto di essere libero.
L'individuo in cui si è incarnato lo Spirito soggettivo ha raggiunto la sua completezza e quindi riprende quel compito di una ricerca del vero e del bene universali andata delusa nelle fasi precedenti. A questo punto il soggetto individuale si rende conto di dover affrontare un compito infinito con forze finite. Lo soccorrerà lo spirito oggettivo che incarnandosi in forme e istituzioni superindividuali potenzierà le sue forze finite. Questo avverrà in un primo grado nella Legge esteriore che indicherà il vero e il bene a tutti coloro che la riconosceranno come tale.
Spirito oggettivo
Se lo spirito soggettivo è lo spirito individuale, la sua antitesi non può essere che lo spirito collettivo, vale a dire quello spirito che si oggettiva, si manifesta nelle istituzioni sociali e politiche che regolano la vita dell'uomo. Al termine della formazione dell'individuo, nell'individualità in sé e per sé, ultimo grado della Ragione, l'individuo tentava di dare completezza alla sua raggiunta maturità razionale cercando di realizzare un vero e un bene che potessero essere condivisi da tutti; ma il suo tentativo falliva perché si scontrava con i progetti di altri individui che cercavano di realizzare anch'essi il loro ideale di vero e di bene (problema della libertà) e perché l'individuo si rendeva conto che le sue forze finite erano inadeguate a realizzare un compito infinito come quello del vero e del bene universali. Adesso sarà lo Spirito oggettivo a risolvere le difficoltà. Sarà la legge ad indicare coattivamente il vero e il bene universali e nel contempo lo stesso diritto risolverà il problema della libertà riconoscendo a ciascuno
tanta libertà quanta questi è disposto a riconoscerne agli altri.
Fonte: http://fatti-su.it/fenomenologia_dello_spirito
Ciao Laura!
Miglior risposta