Gorgia
Ciao :)
Potreste farmi un commento delle tre tesi fondamentali sull'impensabilità e l'inesprimibilità dell'essere di Gorgia e fare un paragone con l'essere di Parmenide?
1. Nulla c'è
2. Se anche qualcosa c'è, non è conoscibile all'uomo
3. Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri
Ringrazio in anticipo :hi
Potreste farmi un commento delle tre tesi fondamentali sull'impensabilità e l'inesprimibilità dell'essere di Gorgia e fare un paragone con l'essere di Parmenide?
1. Nulla c'è
2. Se anche qualcosa c'è, non è conoscibile all'uomo
3. Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri
Ringrazio in anticipo :hi
Risposte
Le tre affermazioni devono essere lette a partire dall'ultima, cioé:
3 non riusciamo a distinguere tra un discorso efficace o vero
2 per poter conoscere qualcosa deve essere spiegata, me le informazioni non sono vere
1 non esiste nulla
è in contrasto cono la teoria di Parmenide, che affermava l'essere e la sua esistenza e la verità dell'essere, mentre i SOFISTI pensavano che la verità non esistesse perche non si può distinguere dal falso, quindi la verità viene sostituita con il tema dell'utilità, utile che non è solo individuale ma collettivo "CIO' CHE è PIU' UTILE PER LA COMUNITA' E' CIO' CHE E' PIU' VERO PER LA COMUNITA'" , puoi fare un paragone con Senofane che aveva osservato chei popoli diversi hanno divinità diverse e puoi conludere dicendo che LE LEGGI SONO VERITA' RELATIVE AD UNA CERTA COMUNITA'.
3 non riusciamo a distinguere tra un discorso efficace o vero
2 per poter conoscere qualcosa deve essere spiegata, me le informazioni non sono vere
1 non esiste nulla
è in contrasto cono la teoria di Parmenide, che affermava l'essere e la sua esistenza e la verità dell'essere, mentre i SOFISTI pensavano che la verità non esistesse perche non si può distinguere dal falso, quindi la verità viene sostituita con il tema dell'utilità, utile che non è solo individuale ma collettivo "CIO' CHE è PIU' UTILE PER LA COMUNITA' E' CIO' CHE E' PIU' VERO PER LA COMUNITA'" , puoi fare un paragone con Senofane che aveva osservato chei popoli diversi hanno divinità diverse e puoi conludere dicendo che LE LEGGI SONO VERITA' RELATIVE AD UNA CERTA COMUNITA'.
per non sbagliare non dire "nulla esiste" ma sempre "l'ESSERE non esiste", cmq si hai colto nel segno: per dirtelo proprio "terra terra" i sofisti pensavano che non esisteva una realtà sulle cose, ma che a seconda di come qualcosa si diceva si poteva far spostare la realtà e dar ragione a qualcuno piuttosto che ad un altro da qui il famoso discorso di Gorgia in difesa si Elena, quindi la verità insieme all'essere non esiste, e il discorso può essere usato dai politici per pilotare le masse.
Ti accorgi di quanto questa visione è diversa dagli altri filosofi che addirittura all'essere, e alla verità cercano una collocazione fisica, a dimostrazione della sua esistenza
Ti accorgi di quanto questa visione è diversa dagli altri filosofi che addirittura all'essere, e alla verità cercano una collocazione fisica, a dimostrazione della sua esistenza
Grazie Francy, mi è molto più chiaro adesso, era questo che cercavo :)
Dunque, correggimi se sbaglio: Gorgia afferma che nulla esiste, ma se anche qualcosa esistesse noi non potremmo conoscerla nè comunicarla agli altri perchè il linguaggio non per forza rispecchia la realtà, e dunque la verità?
Dunque, correggimi se sbaglio: Gorgia afferma che nulla esiste, ma se anche qualcosa esistesse noi non potremmo conoscerla nè comunicarla agli altri perchè il linguaggio non per forza rispecchia la realtà, e dunque la verità?
Le tre tesi sono esposte nell'opera chiamata Sul non ente e sono:
1. nulla esiste
2. se esiste non è conoscibile dall'uomo
3. se è conoscibile non la si può comunicare ad alcuno, specialmente col solo uso della parola.
Come si può capire dall'enunciazione delle tre frasi per Gorgia tutto è falso; come gli eleatici anche Gorgia si serve del ragionamento per assurdo: se l'essere esistesse nn dovrebbe avere le contraddizioni che emergono dalle caratteristiche attribuitegli dagli eleatici e quindi da questo ne deduce che l'essere non esiste ne segue che non si può neanche comunicarlo attraverso il linguaggio , poiché il linguaggio non ha a che fare con la verità. Quindi l'essere oltre a non esistere, non è pensabile e neanche dicibile. Ricapitolando; per Gorgia nulla è, e se anche fosse non sarebbe conoscibile, ipotizzando che fossimo in grado di conoscerlo non potremmo comunicarlo agli altri. L'uomo non può conoscere la verità delle cose, ma tutto è falso quindi si può far conoscere alla gente cioè che si vuole grazie alla dialettica.
Naturalmente questa concezione contrasta fortemente con quella Parmenidea secondo sui l'ESSERE E' e il NON ESSERE NON E'. Per Parmenide Parmenide al contrario di Gorgia esiste anche la verità che differisce dall'opinione tanto che le colloca in due mondi differenti e senza possibilità di mediazione. Nel suo libro Intorno alla Natura egli descrive il suo viaggio nei due mondi, in quello della verità descrive un palazzo bellissimo davanti al quale lo attendeva la dea della Giustizia, che fa entrare solo chi ritiene giusto che possa entrare; all'interno della città c'era la dea Necessità, poichè tutto ciò che accade è necessario che accada. Dalle parola della dea, Parmenide, apprende l'insegnamento secondo cui: "Solo l'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere". Il mondo della della verità è il mondo dell'Unità, dell'Uno Parmenideo, che è statico eterno e senza tempo. Solo l'essere può essere pensato ed espresso.
1. nulla esiste
2. se esiste non è conoscibile dall'uomo
3. se è conoscibile non la si può comunicare ad alcuno, specialmente col solo uso della parola.
Come si può capire dall'enunciazione delle tre frasi per Gorgia tutto è falso; come gli eleatici anche Gorgia si serve del ragionamento per assurdo: se l'essere esistesse nn dovrebbe avere le contraddizioni che emergono dalle caratteristiche attribuitegli dagli eleatici e quindi da questo ne deduce che l'essere non esiste ne segue che non si può neanche comunicarlo attraverso il linguaggio , poiché il linguaggio non ha a che fare con la verità. Quindi l'essere oltre a non esistere, non è pensabile e neanche dicibile. Ricapitolando; per Gorgia nulla è, e se anche fosse non sarebbe conoscibile, ipotizzando che fossimo in grado di conoscerlo non potremmo comunicarlo agli altri. L'uomo non può conoscere la verità delle cose, ma tutto è falso quindi si può far conoscere alla gente cioè che si vuole grazie alla dialettica.
Naturalmente questa concezione contrasta fortemente con quella Parmenidea secondo sui l'ESSERE E' e il NON ESSERE NON E'. Per Parmenide Parmenide al contrario di Gorgia esiste anche la verità che differisce dall'opinione tanto che le colloca in due mondi differenti e senza possibilità di mediazione. Nel suo libro Intorno alla Natura egli descrive il suo viaggio nei due mondi, in quello della verità descrive un palazzo bellissimo davanti al quale lo attendeva la dea della Giustizia, che fa entrare solo chi ritiene giusto che possa entrare; all'interno della città c'era la dea Necessità, poichè tutto ciò che accade è necessario che accada. Dalle parola della dea, Parmenide, apprende l'insegnamento secondo cui: "Solo l'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere". Il mondo della della verità è il mondo dell'Unità, dell'Uno Parmenideo, che è statico eterno e senza tempo. Solo l'essere può essere pensato ed espresso.
ciao...
GORGIA DI LENTINI
Si colloca nel contesto sofistico: anche per lui il problema del linguaggio è centrale.
Lo ricordiamo come il più notevole rappresentante dell’antica sofistica dopo Protagora, e, insieme al suo maestro Tisia, il creatore dell’arte retorica.
Gorgia nacque a Lentini (nei pressi di Siracusa) verso il 480 a. C.,viaggiò parecchio per le città greche,un po’ come il collega Protagora,ottenendo gran successo col suo insegnamento. La sua fama portò la sua città ad inviarlo in più occasioni come ambasciatore presso altre città (ad Atene, per esempio,dove lasciò a bocca aperta gli Ateniesi per la sua eloquenza). Morì in età molto avanzata (verso il 380, in Tessaglia),dove soggiornava presso il tiranno Giasone di Fere. Come Protagora,anche Gorgia scrisse molto e i suoi scritti erano per lo più orientati verso l’orazione,come il “discorso Olimpico”,proferito ad Olimpia per invitare i Greci a superare le loro discordie e affrontare uniti i barbari e l’ “Epitafio”, finalizzato ad onorare gli Ateniesi caduti in guerra;molto interessanti risultano anche essere l’ “Elogio di Elena” e “La difesa di Palamede”.
Tra i suoi scritti va poi ricordato quello “Sul non essere o della natura” in cui troviamo le tre tesi fondamentali della filosofia di Gorgia: 1) l’essere non è 2)se anche fosse, non sarebbe conoscibile 3)se anche fosse conoscibile, tale conoscenza non sarebbe comunicabile. Quindi per Gorgia, a differenza di Protagora,tutto è falso. Egli arriva a trarre queste conclusioni esaminando profondamente la filosofia ed in particolare quella eleatica; come gli eleatici,anche Gorgia si serve del ragionamento per assurdo:se l’essere ci fosse,sostiene Gorgia,non dovrebbe avere caratteristiche contraddittorie,come invece gli hanno attribuito gli eleatici. Perciò,secondo Gorgia,l’essere è troppo contraddittorio per esistere. Ma la conseguenza più interessante e radicale che egli trae è probabilmente quella secondo cui non è possibile comunicare tramite il linguaggio ciò che è. Il linguaggio non ha nulla a che fare con la verità,non è possibile dire ad altri come realmente stanno le cose. Per questo motivo l’essere,oltre a non esistere,non è pensabile e non è dicibile:queste tre tesi di Gorgia sono l’anticipazione di quello che sarà il “nichilismo”,vale a dire la nullità dell’essere. Sembra essere una filosofia negativa e pessimista,ma in realtà non è così: il ragionamento conduttore è in sostanza che in assenza dell’essere l’uomo è onnipotente, non ha limitazioni. Spieghiamoci meglio:se l’essere è ed è conoscibile non si può far conoscere alla gente ciò che si vuole (perché ci si deve attenere all’essere),ma se non c’è l’essere non si hanno limiti e si può convincere la gente di ogni cosa: chi può dire che una cosa sia falsa se non c’è un qualcosa a cui attenersi(l’essere)?. La verità per Gorgia non conta niente perché non esiste: ciò che conta è la capacità di argomentare. Gorgia era nipote del famoso medico Erodico e diceva che,pur non sapendo niente di medicina,riusciva più di lui a convincere i pazienti a prendere le medicine. Il linguaggio è totalmente distaccato dalla verità:esso non consiste nell’enunciazione di conoscenze,bensì nella persuasione. Nell’Elogio di Elena alla parola viene dato il potere di dominare la vita, influenzandone le scelte anche affettive,per cui Elena non ha colpa per quel che è accaduto tra i Greci e i Troiani perché fu spinta dagli dei o dalle parole. Il discorso è in realtà un puro sfoggio di virtuosità oratorie e Gorgia con l’arte persuasoria dimostra le cose più assurde. Dunque la parola può modificare l’anima di chi la ode,e tramite la poesia può anche indurre nuove esperienze (concezione di cui è evidente la parentela col relativismo gnoseologico di Protagora). Per Gorgia la persuasione è indipendente dal valore di verità di ciò che viene detto,dal momento che la parola pronunciata esercita la sua influenza sull’apparato emotivo degli ascoltatori,non sulle loro eventuali capacità intellettive. La potenza della parola è equiparata da Gorgia alla potenza dei farmaci e degli incantesimi magici. Come detto,Gorgia diceva di essere più capace a far prendere le medicine ai pazienti di quanto non lo fosse lo zio medico:questo risultato può essere ottenuto sulla base di due presupposti. Il primo consiste nel rendersi conto della particolare condizione psicologica in cui si trovano di volta in volta i propri ascoltatori e di valutare il momento opportuno (in Greco “o kairòs”) per parlare e dire determinate cose. Il secondo presupposto consiste nella capacità di usare diversi tipi di discorso appropriati alle circostanze. Il nucleo dell’insegnamento di Gorgia è proprio dato dallo studio delle differenti forme del discorso e della molteplicità delle figure stilistiche da usare per ottenere gli effetti persuasivi desiderati.
:)
GORGIA DI LENTINI
Si colloca nel contesto sofistico: anche per lui il problema del linguaggio è centrale.
Lo ricordiamo come il più notevole rappresentante dell’antica sofistica dopo Protagora, e, insieme al suo maestro Tisia, il creatore dell’arte retorica.
Gorgia nacque a Lentini (nei pressi di Siracusa) verso il 480 a. C.,viaggiò parecchio per le città greche,un po’ come il collega Protagora,ottenendo gran successo col suo insegnamento. La sua fama portò la sua città ad inviarlo in più occasioni come ambasciatore presso altre città (ad Atene, per esempio,dove lasciò a bocca aperta gli Ateniesi per la sua eloquenza). Morì in età molto avanzata (verso il 380, in Tessaglia),dove soggiornava presso il tiranno Giasone di Fere. Come Protagora,anche Gorgia scrisse molto e i suoi scritti erano per lo più orientati verso l’orazione,come il “discorso Olimpico”,proferito ad Olimpia per invitare i Greci a superare le loro discordie e affrontare uniti i barbari e l’ “Epitafio”, finalizzato ad onorare gli Ateniesi caduti in guerra;molto interessanti risultano anche essere l’ “Elogio di Elena” e “La difesa di Palamede”.
Tra i suoi scritti va poi ricordato quello “Sul non essere o della natura” in cui troviamo le tre tesi fondamentali della filosofia di Gorgia: 1) l’essere non è 2)se anche fosse, non sarebbe conoscibile 3)se anche fosse conoscibile, tale conoscenza non sarebbe comunicabile. Quindi per Gorgia, a differenza di Protagora,tutto è falso. Egli arriva a trarre queste conclusioni esaminando profondamente la filosofia ed in particolare quella eleatica; come gli eleatici,anche Gorgia si serve del ragionamento per assurdo:se l’essere ci fosse,sostiene Gorgia,non dovrebbe avere caratteristiche contraddittorie,come invece gli hanno attribuito gli eleatici. Perciò,secondo Gorgia,l’essere è troppo contraddittorio per esistere. Ma la conseguenza più interessante e radicale che egli trae è probabilmente quella secondo cui non è possibile comunicare tramite il linguaggio ciò che è. Il linguaggio non ha nulla a che fare con la verità,non è possibile dire ad altri come realmente stanno le cose. Per questo motivo l’essere,oltre a non esistere,non è pensabile e non è dicibile:queste tre tesi di Gorgia sono l’anticipazione di quello che sarà il “nichilismo”,vale a dire la nullità dell’essere. Sembra essere una filosofia negativa e pessimista,ma in realtà non è così: il ragionamento conduttore è in sostanza che in assenza dell’essere l’uomo è onnipotente, non ha limitazioni. Spieghiamoci meglio:se l’essere è ed è conoscibile non si può far conoscere alla gente ciò che si vuole (perché ci si deve attenere all’essere),ma se non c’è l’essere non si hanno limiti e si può convincere la gente di ogni cosa: chi può dire che una cosa sia falsa se non c’è un qualcosa a cui attenersi(l’essere)?. La verità per Gorgia non conta niente perché non esiste: ciò che conta è la capacità di argomentare. Gorgia era nipote del famoso medico Erodico e diceva che,pur non sapendo niente di medicina,riusciva più di lui a convincere i pazienti a prendere le medicine. Il linguaggio è totalmente distaccato dalla verità:esso non consiste nell’enunciazione di conoscenze,bensì nella persuasione. Nell’Elogio di Elena alla parola viene dato il potere di dominare la vita, influenzandone le scelte anche affettive,per cui Elena non ha colpa per quel che è accaduto tra i Greci e i Troiani perché fu spinta dagli dei o dalle parole. Il discorso è in realtà un puro sfoggio di virtuosità oratorie e Gorgia con l’arte persuasoria dimostra le cose più assurde. Dunque la parola può modificare l’anima di chi la ode,e tramite la poesia può anche indurre nuove esperienze (concezione di cui è evidente la parentela col relativismo gnoseologico di Protagora). Per Gorgia la persuasione è indipendente dal valore di verità di ciò che viene detto,dal momento che la parola pronunciata esercita la sua influenza sull’apparato emotivo degli ascoltatori,non sulle loro eventuali capacità intellettive. La potenza della parola è equiparata da Gorgia alla potenza dei farmaci e degli incantesimi magici. Come detto,Gorgia diceva di essere più capace a far prendere le medicine ai pazienti di quanto non lo fosse lo zio medico:questo risultato può essere ottenuto sulla base di due presupposti. Il primo consiste nel rendersi conto della particolare condizione psicologica in cui si trovano di volta in volta i propri ascoltatori e di valutare il momento opportuno (in Greco “o kairòs”) per parlare e dire determinate cose. Il secondo presupposto consiste nella capacità di usare diversi tipi di discorso appropriati alle circostanze. Il nucleo dell’insegnamento di Gorgia è proprio dato dallo studio delle differenti forme del discorso e della molteplicità delle figure stilistiche da usare per ottenere gli effetti persuasivi desiderati.
:)
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