Aiuto domande Hegel!
1- La legge del divenire e la dialettica. Illustra i suoi momenti nella filosofia hegeliana.
2-il sistema hegeliano si fonda su tre capisaldi: enunciali, fornendo in modo sintetico le linee guida.
3-cos'è l'assoluto per hegel
4-esponi le critiche di hegel a fichte
5-esponi le critiche di hegel a shelling
6-perché hegel è considerato l'ultimo dei greci
Se potete rispondete per favore!!!
2-il sistema hegeliano si fonda su tre capisaldi: enunciali, fornendo in modo sintetico le linee guida.
3-cos'è l'assoluto per hegel
4-esponi le critiche di hegel a fichte
5-esponi le critiche di hegel a shelling
6-perché hegel è considerato l'ultimo dei greci
Se potete rispondete per favore!!!
Risposte
prego, chiudo!
Grazie mille :)
ti rispondo insieme alla 1 e alla 2 e alla 3 = la legge del divenire si esplica tramite la dialettica, con Hegel abbiamo il culmine dell'idealismo che con lui diventerà ASSOLUTO. nella "fenomenologia dello spirito" egli dice che lo spirito si manifesta nel mondo, nella storia è come se la vita fosse divisa su due livelli uno dello spirito e l'altro della storia, in cui la storia è concretizzazione dello spirito che va avanti non in maniera casuale, ma ogni momento storico è una tappa della vita dello spirito. I personaggi storici più importanti quindi sono coloro che hanno saputo meglio degli altri interpretare questo spirito. in hegel quindi abbiamo che:
SPIRITO = REALTA' ; FINITO = INFINITO ; METODO = CONTENUTO ;
La sfera dell'essere quindi in hegel coincide con quella del DOVER ESSERE: tutto avviene perchè è giusto che accada = giustificazionismo storico. La filosofia che comprende l'assoluto è proprio la filosofia.
la sostanza er Hegel è la ragione e non è statica, ma dinamica e vive dialetticamente 3 momenti:
1. idea fuoir da sé (tesi) = Il primo momento è simile a Dio prima della creazione (non il Dio delle religioni positive)
2. idea esce da sé (antitesi) = è il momento della natur
3. idea che torna in sé (sintesi) = differisce dalla tesi perchè si è passati dall'antitesi.
Questi tre momenti logici riassumono la filosofia Hegeliana, che si rifà alla dialettica dei 3 momenti: la dialettica è legge di pensiero e realtà. Per Hegel l'intelletto è inferiore alla ragione, che è la cosa più importante.
i 3 momenti della dialettica, tesi, antitesi e sintesi corrispondono ai seguenti momenti:
1. TESI: si vedono le cose in sé
2. ANTITESI: si vedono le cose più specifiche (es. nella natura io vedo un albero)
3. SINTESI: si coglie l'identità degli opposti, tale identità si coglie si ha perchè appartengono ad un unico contesto.
Lo svolgersi dialettico dell'assoluto si identifica con l'assoluto stesso, l'assoluto = storia: ASSOLUTO = STORIA ASSOLUTO.
La ragione che esalta Hegel, non è quella illuminista che si basa sul principio di identità e non contraddizione, ma al contrario quella che rientra nel meccanismo dialettico in cui A=B.
CRITICA A FICHTE:
Per Fichte la vita è come una retta di cui si conosce l'inizio, ma nn la fine, ed . Hegel muove la criticasu due aspetti:
1) Fichte, non risolve il dualismo oggetto soggetto, perchè vede l'oggetto come un ostacolo pur tentando, c'è opposizione tra finito e infinito che nn si incontrano
2) l'assoluto in Fichte è come un ideale da raggiungere, ma che concretamente non si raggiunge mai.
CRITICA SCHELLING:
Schelling a differenza di Fichte identifica assoluto e nn assoluto, ma per Hegel qui manca l'opposizione tanto che paragona la sua concezione ad una notte in cui tutte le vacche sono nere, ovvero dove c'è un'identità indifferenziata, inoltre un'altra critica sta nell'intuizionismo di S. secondo cui la coscienza possa innalzarsi immediatamente e in modo fulmio al sapere grazie all'intuizione
ULTIMO DEI GRECI:
Anche in veste di filosofo della storia Hegel ha compiuto un’azione decisiva: ha mostrato in essa la presenza della ragione. Si schiudeva così una realtà completamente nuova: la storicità, infatti, era altra cosa rispetto alla ragione. La «ragione», il «logos», la «logica», erano gli strumenti di quel grande occhio pensante che i Greci tenevano dischiuso sul mondo. Per noi anche il mondo storico appartiene alla razionalità: in questa scorgiamo la vicenda della lotta dell’uomo per la conquista della libertà sociale e della vita associata in tutte le sue forme. La storia della libertà rappresenta, in fondo, anche per la filosofia, la sua fonte ultima di legittimazione. Proprio per questo non è possibile rinvenire la ragione nella storia; e in tal senso non possiamo concordare con Hegel, anche se continuare a cercarla è, e rimane, un bisogno insopprimibile. Non solo le promesse della religione, ma anche gli sforzi del nostro pensiero sono rivolti a precorrere la storia. Cerchiamo, ad esempio, di anticipare le possibili soluzioni alla nostra crisi ecologica attuale, di prevenire i pericoli di devastazione ad opera di fanatici o di impedire un cattivo uso del nostro potenziale tecnico distruttivo: anche questo fa parte della nostra libertà e del nostro tentativo di sviluppare razionalmente il mondo da noi costruito, e di difenderlo. In questo senso due cose sono inscindibili: da un lato il cosmo ordinato degli antichi, cioè la natura, che comprende anche il mondo umano, e dall’altro il mondo cristiano quello della storia salvifica e della storia terrena. È il peculiare intrecciarsi di questi due mondi a determinare il senso del nostro momento storico, il senso della finitezza di ciascuno e di quella continuità dello spirito che vincola e unifica tutti. Questo mi sembra essere il grande passo compiuto da Hegel. Una volta Heidegger ha detto di lui: «Hegel è stato l’ultimo filosofo greco», riferendosi al fatto che Hegel, già nella Logica, ha sviluppato in modo esaustivo tutte le forme della possibilità:… dall’essere indeterminato, sino all’idea, esprimendo però anche il mondo reale (nella nozione di un pensiero che necessariamente si determina e si completa) e dando così vita alla filosofia della storia, alla filosofia dell’arte e a quella della religione, la quale, con la sua specificità, ha tentato di avvicinare a noi persino la religione rivelata, cercando di renderla comprensibile. Capisco perfettamente le riserve della Chiesa cristiana nei confronti di Hegel, nel senso che il messaggio di redenzione (nella sua unicità) non può essere completamente oscurato dalla tendenza illuministica dell’umanità. Ma non per questo si deve rinunciare a cercare di realizzare questa promessa di salvezza anche nella nostra personale riconciliazione con la realtà, con la nostra vita, con la storia, con i destini della cultura; insomma, questo modello di conciliazione, proprio della religione, può essere un obiettivo al quale tendere anche nella nostra vita intellettuale. Vedremo che questa istanza influenzerà profondamente la ricezione della filosofia hegeliana nella successiva storia del pensiero, e che l’incidenza di Hegel nella nostra storia politica è stata notevole e tale da dominare ancora molti aspetti della filosofia contemporanea. (tratto da: www.emsf.rai.it)
SPIRITO = REALTA' ; FINITO = INFINITO ; METODO = CONTENUTO ;
La sfera dell'essere quindi in hegel coincide con quella del DOVER ESSERE: tutto avviene perchè è giusto che accada = giustificazionismo storico. La filosofia che comprende l'assoluto è proprio la filosofia.
la sostanza er Hegel è la ragione e non è statica, ma dinamica e vive dialetticamente 3 momenti:
1. idea fuoir da sé (tesi) = Il primo momento è simile a Dio prima della creazione (non il Dio delle religioni positive)
2. idea esce da sé (antitesi) = è il momento della natur
3. idea che torna in sé (sintesi) = differisce dalla tesi perchè si è passati dall'antitesi.
Questi tre momenti logici riassumono la filosofia Hegeliana, che si rifà alla dialettica dei 3 momenti: la dialettica è legge di pensiero e realtà. Per Hegel l'intelletto è inferiore alla ragione, che è la cosa più importante.
i 3 momenti della dialettica, tesi, antitesi e sintesi corrispondono ai seguenti momenti:
1. TESI: si vedono le cose in sé
2. ANTITESI: si vedono le cose più specifiche (es. nella natura io vedo un albero)
3. SINTESI: si coglie l'identità degli opposti, tale identità si coglie si ha perchè appartengono ad un unico contesto.
Lo svolgersi dialettico dell'assoluto si identifica con l'assoluto stesso, l'assoluto = storia: ASSOLUTO = STORIA ASSOLUTO.
La ragione che esalta Hegel, non è quella illuminista che si basa sul principio di identità e non contraddizione, ma al contrario quella che rientra nel meccanismo dialettico in cui A=B.
CRITICA A FICHTE:
Per Fichte la vita è come una retta di cui si conosce l'inizio, ma nn la fine, ed . Hegel muove la criticasu due aspetti:
1) Fichte, non risolve il dualismo oggetto soggetto, perchè vede l'oggetto come un ostacolo pur tentando, c'è opposizione tra finito e infinito che nn si incontrano
2) l'assoluto in Fichte è come un ideale da raggiungere, ma che concretamente non si raggiunge mai.
CRITICA SCHELLING:
Schelling a differenza di Fichte identifica assoluto e nn assoluto, ma per Hegel qui manca l'opposizione tanto che paragona la sua concezione ad una notte in cui tutte le vacche sono nere, ovvero dove c'è un'identità indifferenziata, inoltre un'altra critica sta nell'intuizionismo di S. secondo cui la coscienza possa innalzarsi immediatamente e in modo fulmio al sapere grazie all'intuizione
ULTIMO DEI GRECI:
Anche in veste di filosofo della storia Hegel ha compiuto un’azione decisiva: ha mostrato in essa la presenza della ragione. Si schiudeva così una realtà completamente nuova: la storicità, infatti, era altra cosa rispetto alla ragione. La «ragione», il «logos», la «logica», erano gli strumenti di quel grande occhio pensante che i Greci tenevano dischiuso sul mondo. Per noi anche il mondo storico appartiene alla razionalità: in questa scorgiamo la vicenda della lotta dell’uomo per la conquista della libertà sociale e della vita associata in tutte le sue forme. La storia della libertà rappresenta, in fondo, anche per la filosofia, la sua fonte ultima di legittimazione. Proprio per questo non è possibile rinvenire la ragione nella storia; e in tal senso non possiamo concordare con Hegel, anche se continuare a cercarla è, e rimane, un bisogno insopprimibile. Non solo le promesse della religione, ma anche gli sforzi del nostro pensiero sono rivolti a precorrere la storia. Cerchiamo, ad esempio, di anticipare le possibili soluzioni alla nostra crisi ecologica attuale, di prevenire i pericoli di devastazione ad opera di fanatici o di impedire un cattivo uso del nostro potenziale tecnico distruttivo: anche questo fa parte della nostra libertà e del nostro tentativo di sviluppare razionalmente il mondo da noi costruito, e di difenderlo. In questo senso due cose sono inscindibili: da un lato il cosmo ordinato degli antichi, cioè la natura, che comprende anche il mondo umano, e dall’altro il mondo cristiano quello della storia salvifica e della storia terrena. È il peculiare intrecciarsi di questi due mondi a determinare il senso del nostro momento storico, il senso della finitezza di ciascuno e di quella continuità dello spirito che vincola e unifica tutti. Questo mi sembra essere il grande passo compiuto da Hegel. Una volta Heidegger ha detto di lui: «Hegel è stato l’ultimo filosofo greco», riferendosi al fatto che Hegel, già nella Logica, ha sviluppato in modo esaustivo tutte le forme della possibilità:… dall’essere indeterminato, sino all’idea, esprimendo però anche il mondo reale (nella nozione di un pensiero che necessariamente si determina e si completa) e dando così vita alla filosofia della storia, alla filosofia dell’arte e a quella della religione, la quale, con la sua specificità, ha tentato di avvicinare a noi persino la religione rivelata, cercando di renderla comprensibile. Capisco perfettamente le riserve della Chiesa cristiana nei confronti di Hegel, nel senso che il messaggio di redenzione (nella sua unicità) non può essere completamente oscurato dalla tendenza illuministica dell’umanità. Ma non per questo si deve rinunciare a cercare di realizzare questa promessa di salvezza anche nella nostra personale riconciliazione con la realtà, con la nostra vita, con la storia, con i destini della cultura; insomma, questo modello di conciliazione, proprio della religione, può essere un obiettivo al quale tendere anche nella nostra vita intellettuale. Vedremo che questa istanza influenzerà profondamente la ricezione della filosofia hegeliana nella successiva storia del pensiero, e che l’incidenza di Hegel nella nostra storia politica è stata notevole e tale da dominare ancora molti aspetti della filosofia contemporanea. (tratto da: www.emsf.rai.it)
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