Videogiochi cattivi maestri
videogiochi cattivi maestri?
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Risposte
ciao sonia! mi dispiace ma questo è l'unica cosa con cui ti posso aiutare!
I bambini e gli adolescenti che passano il tempo al computer appassionandosi a videogiochi violenti finiscono per diventare aggressivi e ansiosi: tendono a imitare mosse pericolose sperimentate nel gioco, polemizzano con gli insegnanti e hanno perfino un peggior rendimento a scuola. Come se non bastasse, i ragazzini più attratti dai giochi sanguinari sono anche i più influenzabili, destinati a manifestarne più facilmente gli "effetti collaterali" sul comportamento. Queste fosche conclusioni arrivano dall'ultimo congresso dell'American Psychological Association, dove è stata presentata una revisione di tutti gli studi svolti sull'argomento durante gli ultimi vent'anni. Questa ricerca sembra non lasciare spazio ai dubbi: i giochi elettronici violenti sono dannosi, allentano i freni inibitori dell'aggressività e incidono pesantemente sul comportamento di bimbi e adolescenti in un periodo delicatissimo per la loro maturazione psicologica, quando stanno imparando che cosa è giusto e cosa non lo è. Difficile obiettare, dando un'occhiata ai videogame preferiti dai ragazzini: da Carmageddon, che tanto fece discutere alla fine degli anni ’90, fino a Manhunt, ritirato in Gran Bretagna lo scorso anno perché un diciassettenne vi si ispirò per uccidere un amico.
Ma secondo alcuni esperti non dovremmo criminalizzare i giochi elettronici di per sè, quanto piuttosto farne un buon uso: dovremmo temere la carenza di relazioni sociali e affettive di bimbi e adolescenti. Un'accusa che riecheggia le parole di Kevin Browne, psichiatra inglese che nel febbraio scorso dalle pagine di Lancet ha tuonato contro i videogiochi cruenti e i loro effetti deleteri sulla psiche dei giovani, tirando in ballo anche i genitori e denunciando che non prestare attenzione ai contenuti e alle immagini cui vengono esposti i nostri figli di fronte al computer altro non è che una forma di maltrattamento emotivo
SPERO DI ESSERE STATA UTILE!
I bambini e gli adolescenti che passano il tempo al computer appassionandosi a videogiochi violenti finiscono per diventare aggressivi e ansiosi: tendono a imitare mosse pericolose sperimentate nel gioco, polemizzano con gli insegnanti e hanno perfino un peggior rendimento a scuola. Come se non bastasse, i ragazzini più attratti dai giochi sanguinari sono anche i più influenzabili, destinati a manifestarne più facilmente gli "effetti collaterali" sul comportamento. Queste fosche conclusioni arrivano dall'ultimo congresso dell'American Psychological Association, dove è stata presentata una revisione di tutti gli studi svolti sull'argomento durante gli ultimi vent'anni. Questa ricerca sembra non lasciare spazio ai dubbi: i giochi elettronici violenti sono dannosi, allentano i freni inibitori dell'aggressività e incidono pesantemente sul comportamento di bimbi e adolescenti in un periodo delicatissimo per la loro maturazione psicologica, quando stanno imparando che cosa è giusto e cosa non lo è. Difficile obiettare, dando un'occhiata ai videogame preferiti dai ragazzini: da Carmageddon, che tanto fece discutere alla fine degli anni ’90, fino a Manhunt, ritirato in Gran Bretagna lo scorso anno perché un diciassettenne vi si ispirò per uccidere un amico.
Ma secondo alcuni esperti non dovremmo criminalizzare i giochi elettronici di per sè, quanto piuttosto farne un buon uso: dovremmo temere la carenza di relazioni sociali e affettive di bimbi e adolescenti. Un'accusa che riecheggia le parole di Kevin Browne, psichiatra inglese che nel febbraio scorso dalle pagine di Lancet ha tuonato contro i videogiochi cruenti e i loro effetti deleteri sulla psiche dei giovani, tirando in ballo anche i genitori e denunciando che non prestare attenzione ai contenuti e alle immagini cui vengono esposti i nostri figli di fronte al computer altro non è che una forma di maltrattamento emotivo
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