Riassunti
ragazzi mi servono i riassunti di questi libri nn è urgente:
il vecchio e il mare
10 piccoli indiani ----> aghata Cristie
il cavaliere inesistente----->italo calvino
il vecchio e il mare
10 piccoli indiani ----> aghata Cristie
il cavaliere inesistente----->italo calvino
Risposte
Chiudo!
ok capito!!! sai sn 1 pò rintronatoooo...skerzooooo 8)8)8):lol:lol:lol:lol W le forze speciali!!!!!!!
OK:lol
Le paternali = i discorsi che fa un padre verso il figlio ---> quindi i rimproveri o i consigli o i discorsi morali
Cmq Mario scherzo...;)
Cmq Mario scherzo...;)
eh marios se lo dice gaara ke lui se ne intende ha ragione e poi nn bisogna farlo incazzare xke altrimenti manda giù 1 diluvio sull'Italia..anke se adesso cm adesso nnguasterebbe!!!!!
ps: ke vuò di fare le paternali..spiegati cn 1 linguaggio nn da aristocratico grazzie gaara!!!!!
ps: ke vuò di fare le paternali..spiegati cn 1 linguaggio nn da aristocratico grazzie gaara!!!!!
SuperGaara :
[quote]Eldest92 :
grazie mille(sei proprio unGenio XD):lol
No Eldest...ti sbagli di brutto...:lol
[/quote]
Cm???
Eldest92 :
grazie mille(sei proprio unGenio XD):lol
No Eldest...ti sbagli di brutto...:lol
Eldest92 :
grazie mille(sei proprio unGenio XD):lol
Io? Mah...Grazie;)!
Mitra...mo fai anke le paternali...
:lol:lol
:lol:lol
eh si si..certo cm no!!!!!! arda furbetta......se leggono i libri....a me piacciono qll fanta-thriller e di fantapolitica cm qll di Tom Clancy's...mitiko ste scrittore......
ma è uguale cmq grazie;)
cmq io li leggo i libri ma nn quelli pallosi di scuola
(aveva già letto 2 di questi libri ma nn me li ricordavo)
spero di esserti stato utile..anke xke qst è qll ke ho trovato.....ciauu e leggili ogni tanto i libri... ok??
cmq io li leggo i libri ma nn quelli pallosi di scuola
(aveva già letto 2 di questi libri ma nn me li ricordavo)
10 piccoli indiani
Titolo originale Ten Little Niggers
Autore: Agatha Christie
Anno (1a pubblicazione) : 1939
Genere: Romanzo
Sottogenere: Letteratura gialla
Dieci piccoli indiani è un romanzo giallo scritto da Agatha Christie.
Fu pubblicato in Gran Bretagna nel 1939; in Italia uscì per la prima volta nell'agosto 1946 con il titolo "...e poi non rimase nessuno", romanzo numero 10 della collana Il Giallo Mondadori, edita da Arnoldo Mondadori Editore.
La trama
Dieci persone, che non si conoscono tra di loro, vengono invitate a soggiornare per l'estate in una splendida villa di Nigger Island, un'isola deserta non lontana dalle coste del Devon, in Inghilterra. Nonostante nessuno di loro conosca il padrone di casa, per curiosità o necessità tutti accettano l'invito. Al loro arrivo trovano, nella lussuosa dimora, solamente i due servitori, che avvertono gli ospiti dell'assenza del padrone di casa, dovuta a non meglio precisati disguidi; inoltre, incorniciata sopra il camino delle rispettive camere, vi è una filastrocca per bambini e, la sera stessa dell'arrivo, un disco che accusa tutti, ospiti e servitù, di essere assassini. Da questo momento prende il via un'apparentemente inspiegabile catena di delitti: la tensione cresce con lo scorrere delle ore e ogni ospite si ritrova ad essere allo stesso tempo sospettato di essere l'assassino e conscio di poter diventare la successiva vittima.
Il titolo e la filastrocca
Il romanzo fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten Little Niggers (Dieci piccoli negretti), a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: questa è in realtà una canzone americana, scritta nel 1868 da Septimus Winner e anch'essa pubblicata inizialmente come Ten Little Niggers e successivamente trasformata in Ten Little Indians. Per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l'anno seguente, in occasione dell'uscita del libro negli Stati Uniti: in quest'occasione, venne scelto come nuovo titolo l'ultimo verso della filastrocca, And Then There Were None, dato che nigger è utilizzato in America come termine dispregiativo. Anche in Italia la Arnoldo Mondadori Editore, prima casa editrice a pubblicare il romanzo (nel 1946), scelse la seconda versione, titolando ...E poi non ne rimase nessuno. Questo rimase fino al 1977, ma non piacque e così venne definitivamente cambiato con il più musicale Dieci piccoli indiani.
Personaggi
I dieci personaggi principali, in ordine di apparizione, sono:
- Lawrence Wargrave, un giudice in pensione sospettato di aver condannato a morte alcune persone più per antipatia che per spirito di giustizia, invitato sull'isola attraverso una lettera falsificata.
- Vera Elisabeth Claythorne, una giovane insegnante di ginnastica che ha dovuto rinunciare al suo lavoro di governante dopo la morte di un bambino, Cyril, da lei accudito e per il quale ha subito un processo giudiziario dal quale è uscita innocente, invitata sull'isola apparentemente come segretaria della signora Owen.
- Philip Lombard, un ex-capitano ed esploratore dal passato turbolento in crisi finanziaria, giunto sull'isola allo scopo di aiutare in faccende poco chiare il proprietario della casa.
- Emily Caroline Brent, un'anziana signorina benestante, molto religiosa e dal comportamento severo, da sempre restia a mostrare compassione e comprensione verso gli altri.
- John Gordon Macarthur, un anziano vedovo e veterano della Grande Guerra, per sua scelta allontanatosi dagli ex-colleghi dell'esercito, anche a causa di alcune voci su una sua vendetta consumata nei confronti di un giovane soldato, amante di sua moglie.
- Il dottor Edward Armstrong, un medico chirurgo che nel corso degli anni, pur dovendo nascondere alcuni scheletri, ha saputo ottenere una certa fama; è stato chiamato sull'isola dal proprietario della casa per seguire la salute della moglie di questi.
- Anthony James Marston, scapestrato rampollo di una ricca famiglia inglese, con la fama di playboy e un'irrefrenabile passione per le automobili e l'alta velocità, che in passato l'ha messo più volte nei guai.
- William Henry Blore, un massiccio ex-agente di polizia che ha intrapreso la carriera di ispettore privato, invitato sull'isola poiché incaricato dal proprietario della casa di far luce sul passato degli altri ospiti.
- Thomas Rogers, il maggiordomo, e la sua sensibilissima moglie Ethel, cuoca e cameriera, eredi di una parte della fortuna della ricca signora presso cui prestavano servizio in precedenza e assunti come servitù dal padrone di casa.
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Italo Calvino, Il cavaliere inesistente
Carlomagno passa in rassegna le sue truppe. Tra lerciume, fango e sangue, un cavaliere sembra quasi irreale: armatura bianca, lucida e pulita e portamento regale. Si tratta di Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez. Questi impiega il tempo libero a riordinare e controllare il campo, è sempre sveglio e attento e non lesina ordini e critiche a sottoposti e colleghi, atteggiamento che lo rende piuttosto indigesto. Arruolatosi per vendicare il padre ucciso dai mori, il giovane Rambaldo si innamora di Bradamante, algida guerriera cui deve la vita, ma questa è invaghita di Agilulfo e non lo corrisponde. Durante un banchetto, Torrismondo mette in dubbio la liceità del titolo del Cavaliere Inesistente che si vede così costretto a portare a Carlomagno le prove della verginità di Sofronia, salvata da violenza molto tempo prima. Parte con lo scudiero Gurdulù, destinazione Marocco, dove la trova trecentosessantacinquesima moglie di un sovrano che dedica una notte dell’anno a ciascuna di esse. Sofronia è ancora illibata, Agilulfo la libera e la riporta in patria. Per una serie di coincidenze, Torrismondo, che deve anch’egli provare la liceità del suo titolo legato al fatto di essere figlio dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Graal, una mattina si sveglia nudo in una grotta accanto a una donna: Sofronia, sua madre. A questo punto Agilulfo non può più provarne la verginità e Torrismondo ha commesso un grave reato che gli costerà il titolo. Fuggono entrambi ma Torrismondo ritorna perchè deduce che, se Sofronia era vergine prima del loro incontro, non poteva essere sua madre. Infatti sono fratelli, per la precisione fratellastri “acquisiti” con madre e padre diversi, quindi non c’è incesto e possono «amarsi per l’eternità». Rambaldo, cercando Agilulfo, ne trova l’armatura e un foglio che gli conferisce il diritto di usarla. Incontra poi Bradamante che lo scambia per l’amato cavaliere e fanno l’amore. Scoperto l’inganno, offesa e ferita, quest’ultima si ritira in un convento di clausura. Molto più tardi Rambaldo andrà a cercarla e lei accetterà il suo amore... nel più classico del «e vissero felici e contenti», ma solo dopo aver terminato questo racconto. A differenza delle altre opere della trilogia infatti, la voce narrante non è di un personaggio parallelo allo svolgimento della storia, ma di Bradamante che, durante il suo periodo di clausura per fuggire dai peccati e dall’impossibile amore per un... cavaliere inesistente, si serve di continui flash back per ricostruire gli avvenimenti.
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spero di esserti stato utile..anke xke qst è qll ke ho trovato.....ciauu e leggili ogni tanto i libri... ok???;););););)
Titolo originale Ten Little Niggers
Autore: Agatha Christie
Anno (1a pubblicazione) : 1939
Genere: Romanzo
Sottogenere: Letteratura gialla
Dieci piccoli indiani è un romanzo giallo scritto da Agatha Christie.
Fu pubblicato in Gran Bretagna nel 1939; in Italia uscì per la prima volta nell'agosto 1946 con il titolo "...e poi non rimase nessuno", romanzo numero 10 della collana Il Giallo Mondadori, edita da Arnoldo Mondadori Editore.
La trama
Dieci persone, che non si conoscono tra di loro, vengono invitate a soggiornare per l'estate in una splendida villa di Nigger Island, un'isola deserta non lontana dalle coste del Devon, in Inghilterra. Nonostante nessuno di loro conosca il padrone di casa, per curiosità o necessità tutti accettano l'invito. Al loro arrivo trovano, nella lussuosa dimora, solamente i due servitori, che avvertono gli ospiti dell'assenza del padrone di casa, dovuta a non meglio precisati disguidi; inoltre, incorniciata sopra il camino delle rispettive camere, vi è una filastrocca per bambini e, la sera stessa dell'arrivo, un disco che accusa tutti, ospiti e servitù, di essere assassini. Da questo momento prende il via un'apparentemente inspiegabile catena di delitti: la tensione cresce con lo scorrere delle ore e ogni ospite si ritrova ad essere allo stesso tempo sospettato di essere l'assassino e conscio di poter diventare la successiva vittima.
Il titolo e la filastrocca
Il romanzo fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten Little Niggers (Dieci piccoli negretti), a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: questa è in realtà una canzone americana, scritta nel 1868 da Septimus Winner e anch'essa pubblicata inizialmente come Ten Little Niggers e successivamente trasformata in Ten Little Indians. Per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l'anno seguente, in occasione dell'uscita del libro negli Stati Uniti: in quest'occasione, venne scelto come nuovo titolo l'ultimo verso della filastrocca, And Then There Were None, dato che nigger è utilizzato in America come termine dispregiativo. Anche in Italia la Arnoldo Mondadori Editore, prima casa editrice a pubblicare il romanzo (nel 1946), scelse la seconda versione, titolando ...E poi non ne rimase nessuno. Questo rimase fino al 1977, ma non piacque e così venne definitivamente cambiato con il più musicale Dieci piccoli indiani.
Personaggi
I dieci personaggi principali, in ordine di apparizione, sono:
- Lawrence Wargrave, un giudice in pensione sospettato di aver condannato a morte alcune persone più per antipatia che per spirito di giustizia, invitato sull'isola attraverso una lettera falsificata.
- Vera Elisabeth Claythorne, una giovane insegnante di ginnastica che ha dovuto rinunciare al suo lavoro di governante dopo la morte di un bambino, Cyril, da lei accudito e per il quale ha subito un processo giudiziario dal quale è uscita innocente, invitata sull'isola apparentemente come segretaria della signora Owen.
- Philip Lombard, un ex-capitano ed esploratore dal passato turbolento in crisi finanziaria, giunto sull'isola allo scopo di aiutare in faccende poco chiare il proprietario della casa.
- Emily Caroline Brent, un'anziana signorina benestante, molto religiosa e dal comportamento severo, da sempre restia a mostrare compassione e comprensione verso gli altri.
- John Gordon Macarthur, un anziano vedovo e veterano della Grande Guerra, per sua scelta allontanatosi dagli ex-colleghi dell'esercito, anche a causa di alcune voci su una sua vendetta consumata nei confronti di un giovane soldato, amante di sua moglie.
- Il dottor Edward Armstrong, un medico chirurgo che nel corso degli anni, pur dovendo nascondere alcuni scheletri, ha saputo ottenere una certa fama; è stato chiamato sull'isola dal proprietario della casa per seguire la salute della moglie di questi.
- Anthony James Marston, scapestrato rampollo di una ricca famiglia inglese, con la fama di playboy e un'irrefrenabile passione per le automobili e l'alta velocità, che in passato l'ha messo più volte nei guai.
- William Henry Blore, un massiccio ex-agente di polizia che ha intrapreso la carriera di ispettore privato, invitato sull'isola poiché incaricato dal proprietario della casa di far luce sul passato degli altri ospiti.
- Thomas Rogers, il maggiordomo, e la sua sensibilissima moglie Ethel, cuoca e cameriera, eredi di una parte della fortuna della ricca signora presso cui prestavano servizio in precedenza e assunti come servitù dal padrone di casa.
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Italo Calvino, Il cavaliere inesistente
Carlomagno passa in rassegna le sue truppe. Tra lerciume, fango e sangue, un cavaliere sembra quasi irreale: armatura bianca, lucida e pulita e portamento regale. Si tratta di Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez. Questi impiega il tempo libero a riordinare e controllare il campo, è sempre sveglio e attento e non lesina ordini e critiche a sottoposti e colleghi, atteggiamento che lo rende piuttosto indigesto. Arruolatosi per vendicare il padre ucciso dai mori, il giovane Rambaldo si innamora di Bradamante, algida guerriera cui deve la vita, ma questa è invaghita di Agilulfo e non lo corrisponde. Durante un banchetto, Torrismondo mette in dubbio la liceità del titolo del Cavaliere Inesistente che si vede così costretto a portare a Carlomagno le prove della verginità di Sofronia, salvata da violenza molto tempo prima. Parte con lo scudiero Gurdulù, destinazione Marocco, dove la trova trecentosessantacinquesima moglie di un sovrano che dedica una notte dell’anno a ciascuna di esse. Sofronia è ancora illibata, Agilulfo la libera e la riporta in patria. Per una serie di coincidenze, Torrismondo, che deve anch’egli provare la liceità del suo titolo legato al fatto di essere figlio dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Graal, una mattina si sveglia nudo in una grotta accanto a una donna: Sofronia, sua madre. A questo punto Agilulfo non può più provarne la verginità e Torrismondo ha commesso un grave reato che gli costerà il titolo. Fuggono entrambi ma Torrismondo ritorna perchè deduce che, se Sofronia era vergine prima del loro incontro, non poteva essere sua madre. Infatti sono fratelli, per la precisione fratellastri “acquisiti” con madre e padre diversi, quindi non c’è incesto e possono «amarsi per l’eternità». Rambaldo, cercando Agilulfo, ne trova l’armatura e un foglio che gli conferisce il diritto di usarla. Incontra poi Bradamante che lo scambia per l’amato cavaliere e fanno l’amore. Scoperto l’inganno, offesa e ferita, quest’ultima si ritira in un convento di clausura. Molto più tardi Rambaldo andrà a cercarla e lei accetterà il suo amore... nel più classico del «e vissero felici e contenti», ma solo dopo aver terminato questo racconto. A differenza delle altre opere della trilogia infatti, la voce narrante non è di un personaggio parallelo allo svolgimento della storia, ma di Bradamante che, durante il suo periodo di clausura per fuggire dai peccati e dall’impossibile amore per un... cavaliere inesistente, si serve di continui flash back per ricostruire gli avvenimenti.
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spero di esserti stato utile..anke xke qst è qll ke ho trovato.....ciauu e leggili ogni tanto i libri... ok???;););););)
grazie mille(sei proprio un
Genio XD):lol

La trama del libro
Questo libro racconta la storia di Santiago, un pescatore cubano. Inizialmente Santiago viene aiutato da Manolo, un ragazzo al quale Santiago insegna l'arte della pesca. Tuttavia dopo 82 giorni in cui non è ancora riuscito a pescare nessun pesce, Santiago viene abbandonato da Manolo. L'ottantatresimo giorno Santiago, in solitudine intraprende la via per il mare con la sua barca, ma ad un certo punto un grandissimo pesce abboca l'amo di Santiago e trascina al largo il vecchio pescatore con la sua barca.
Dopo tre giorni di continue battaglie, Santiago riesce ad uccidere il pesce e a issarlo a bordo. Tuttavia nel viaggio di ritorno per il porto molti squali lo attaccano e si mangiano il grosso pesce che il pescatore era riuscito con tanto sacrificio a pescare.
Quando rientra al porto...
I personaggi del libro
Santiago
E' il vecchio pescatore cubano che riesce a pescare il pesce Marlin di oltre 10 metri, per poi perderlo per colpa degli squali
Manolo
E' un ragazzo aiutante di Manolo, che tuttavia lo abbandona dopo che per 82 giorni Manolo non è riuscito a pescare alcun pesce.
Il pesce
A Parigi, Carlo Magno stava passando in rassegna le sue truppe ed era finalmente giunto al serrafila, un certo cavaliere di nome Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez, che si rifiutò però di mostrare il suo viso, sostenendo che lui non esisteva; dopo alcune sollecitazioni, però, il misterioso cavaliere sollevò la celata e… l’armatura era veramente vuota! Ma come era possibile tutto questo?
Questo cavaliere aveva la capacità di fare tutte le cose che gli venivano assegnate in modo perfetto, senza mai trasgredire le regole, e per questo suo modo di fare, era antipatico a tutti. Inoltre, non aveva bisogno né di mangiare né di bere, né di respirare e né di dormire, ed era un instancabile guerriero. Di notte, amava passeggiare meditando e, proprio durante una sua passeggiata notturna, conobbe un cavaliere mai visto prima, di nome Rambaldo, giunto fin lì per vendicare la morte del padre, il marchese Gherardo di Rossiglione, ucciso dall’Argalif Isoarre. Solo l’indomani però, Rambaldo scoprì che in realtà Agilulfo non esisteva e che era solo un ammasso di inutile e scocciatrice ferraglia. Giunse un altro giorno e i cavalieri decisero di cominciare a muoversi, per raggiungere gli Infedeli. Dopo numerose ed estenuanti ore di galoppo, si accamparono in una radura, dove udirono degli strani versi, emessi da un certo Gurdulù, un pazzo in cerca della sua personalità, che a volte addirittura credeva di essere un animale o un oggetto. Il Re, colpito da questo strano uomo, decise di farlo diventare scudiero di un altro bizzarro individuo: Agilulfo, fornito di personalità ma sprovvisto di un corpo.
La mattina dopo, mentre tutti i cavalieri, agghindati nelle loro cigolanti e pesanti armature, con le lance e gli scudi in mano, erano pronti a combattere contro gli Infedeli, Rambaldo aveva un solo scopo: uccidere l’Argalif Isoarre. Dopo averlo cercato ovunque si trovò di fronte al suo scudiero che aveva il compito di portare sempre con sé un paio di occhiali, perché l’Argalif Isoarre era miope. Quando quest’uomo stava per porgere gli occhiali all’Argalif Isoarre, Rambaldo li frantumò con la lancia, proprio mentre un suo compagno lo trapassava da parte a parte. Rambaldo corse via ma, rifugiatosi in un uno spiazzo a prima vista deserto, fu improvvisamente attaccato da due mori. Ma, proprio mentre stava per soccombere sotto i potenti colpi dei due, intervenne un altro cavaliere, dalla guarnacca color pervinca, grazie al quale riuscì a sconfiggere i due mori. Una volta vinta la battaglia, il misterioso cavaliere pervinca scappò via, e a Rambaldo non rimase altra soluzione che rincorrerlo tra il fitto boschetto ai lati della radura. Lo perse di vista ma poi, quando stava cercando un ruscello per abbeverarsi, lo trovò, nudo e immerso nell’acqua. Allora capì che il “cavaliere” pervinca…in realtà era una donna!
Da qui il racconto prosegue narrato da Suor Teodera, che inizia a descrivere la situazione nel campo. Era l’ora del rancio, e Rambaldo raggiunse Agilulfo e gli spiegò che voleva diventare anch’egli un paladino, per coprirsi di gloria e difendere la fede cristiana. Ma Agilulfo smentì subito questa falsa illusione, facendo capire a Rambaldo le responsabilità di un’eventuale nomina al grado di paladino.
L’indomani Rambaldo ritrovò il cavaliere pervinca, di nome Bradamante e la sfidò a tiro con l’arco. Agilulfo, che passava di lì per caso, fu notato dalla bella Bradamante, che si innamorò perdutamente di lui: egli, infatti, non era uno sciattone come gli altri cavalieri, ma era preciso e metodico, infallibile e severo, proprio come Bradamante sognava; lo invitò a tirare con l’arco, e Bradamante se ne innamorò ancora di più, colpita dalla sua precisione. Rambaldo, rassegnandosi all’amore che ormai legava Agilulfo e la bella Bradamante, seguì gli altri cavalieri, ed incontrò Torrismondo, un giovane guerriero convinto che la guerra per la santa fede fosse inutile e che solo i Cavalieri del San Gral si sarebbero salvati.
L’indomani ancora, Agilufo andò al banchetto imperiale e, poiché tutti i cavalieri si vantavano inutilmente delle loro imprese raccontando solo un mucchio di fandonie, lui seguiva meticolosamente il filo del discorso correggendoli e smentendoli, citando anche i documenti in cui si poteva costatare tutto ciò che affermava.
A questo punto, si alzò Torrismondo, il quale affermò che in realtà anche Agilurfo aveva una piccola macchia in quanto la donna che aveva tratto in salvo dai briganti non era una vergine come lui sosteneva, ma in realtà era Sofronia, sua madre, che lo aveva dato alla luce vent’anni fa, ancora tredicenne, e, temendo le ire dei genitori, era scappata nei boschi. Questo significava che Agilulfo non poteva essere riconosciuto cavaliere poiché non aveva mai salvato una donna vergine come invece lui credeva; così decise di partire in cerca di Sofronia, che si era fatta monaca, seguito da Gurdulù. Quando Bradamante vide Agilulfo partire, piena di amore volle seguirlo in tutta fretta, e, appena Rambaldo vide che Bradamante partiva, per lo stesso motivo, volle seguirla.
Dal canto suo Torrismondo, non poteva più essere cavaliere, poiché avendo confessato di essere figlio di Sofronia, non era di nobile stirpe; anch’egli allora partì, cercando l’Ordine del San Gral, che aveva messo incinta Sofronia, e tentando di farsi riconoscere come figlio dall’Ordine in generale.
Per facilitare la comprensione del racconto, divido il viaggio di Agilulfo da quello di Torrismondo.
Durante il viaggio Agilulfo incontra Priscilla, una dama che si innamora di lui e con cui trascorre una notte bellissima, elogiando e vezzeggiando la dama. Poi Agilulfo approda finalmente in Inghilterra, dove risiede il convento di Sofronia: purtroppo però il convento era stato raso al suolo da un gruppo di pirati Mori, che avevano deportato le monache in Marocco, come schiave. Allora Agilulfo e gli altri si imbarcarono per il Marocco, in cerca della bella Sofronia. Giunti in Marocco chiesero notizie ad un gruppo di pescatori di perle per il sovrano marocchino, e scoprirono che Sofronia era stata destinata in sposa al sultano: giunto all’interno della stanza in cui alloggiava Sofronia, la prese e fuggì con lei inseguito dalle guardie saracene.
Torrismondo, invece, cavalcando per foreste e per boschi, raggiunse la terra di Curvaldia, dove apprese che i Cavalieri dell’Ordine erano in una foresta. Finalmente incontrò l’Ordine dei Cavalieri del San Gral, che purtroppo non poterono riconoscerlo loro figlio. I Cavalieri gli proposero però di rimanere con loro e di entrare a far parte dell’Ordine. Per molti giorni si concentrò, pensando solamente alla natura e alla fede. Ma quando giunse il giorno della riscossione dei tributi e i cavalieri si accanirono senza motivo sui contadini che non avevano nulla da dare loro, Torrismondo si schierò dalla parte dei contadini, difendendoli con accanimento. Lasciò allora i Cavalieri dell’Ordine e fuggì a cavallo. Scorse una grotta e si recò al suo interno, per riflettere. Proprio lì si nascondeva Sofronia con la quale si intrattenne piacevolmente. Ma ecco che, all’improvviso, giunse Carlo Magno e i due vennero scoperti. Scoprendo dunque che Sofronia non era una vergine, Agilulfo vide svanire il suo titolo paladino, nonché la sua intera personalità. Rambaldo cercò Agilulfo ma al suo posto trovò soltanto la sua armatura, che si apprestò ad indossare in ricordo di colui che gli era stato amico.
Sofronia e Torrismondo, celebrate le nozze al cospetto di Carlo Magno, si recarono in Curvaldia, di cui erano diventarono i conti, e che nel frattempo era rifiorita.
Nel frattempo Bradamante ritornò al suo convento, poiché essa in verità era una suora: si faceva chiamare Suor Teodora. Aveva dunque due personalità: Bradamante, era la donna che si innamorava sempre di uomini diversi e collezionava delusioni su delusioni, Suor Teodora era invece la religiosa che si rifugiava nel convento dopo ogni sofferenza d’amore.
Riflettendo però, questa volta scoprì di amare veramente il giovane Rambaldo. Egli, intanto, l’aveva cercata per mari e per monti, ma adesso era lì, proprio sotto il portico del convento che la chiamava innamorato. Bradamante uscì dal convento sperando che questo suo amore fosse durato per sempre in modo da non doverci più tornare!
Spazio
La vicenda si svolge nell’epoca medioevale, durante le crociate contro gli Infedeli e l’impero di Carlo Magno. Gli ambienti più ricorrenti sono i villaggi, le sale dei castelli, i campi di battaglia e i monasteri. Ed è appunto in questi luoghi che si svolge la vicenda, in accampamenti, foreste, villaggi, campi di battaglia e banchetti, dove sono presenti per lo più cavalieri. L’unico castello presente è quello della dama Priscilla. I luoghi, come i personaggi, non sono descritti, o, al massimo, sono presenti solo alcuni dettagli che lasciano al lettore la possibilità di spaziare con la mente, immaginando ogni cosa.
Tempo
La vicenda si svolge nel Medioevo, durante il periodo dell'impero di Carlo Magno e delle Crociate, cioè delle guerre per la fede. L’arco di tempo in cui si svolge la vicenda è piuttosto lungo e non ben definito, ma si può intuire che essa duri più di qualche mese. Il racconto si può dividere seguendo, nella parte conclusiva, i viaggi di Agilulfo e di Torrismondo, mentre per quanto riguarda il resto del racconto, tutto è ben omogeneo.
La narrazione è abbastanza lenta e non segue un ordine preciso; per la maggior parte è in ordine cronologico, tuttavia, durante i viaggi dei due cavalieri, essa si interrompe in più punti.
Linguaggio
Il linguaggio utilizzato da Calvino è un italiano "medio", arricchito con vocaboli provenienti dai linguaggi settoriali relativi a diverse discipline (la gastronomia, le armature antiche, ecc.).
Lo si può definire preciso e limpido e, grazie all’uso di particolari espressioni, riesce a far riflettere il lettore sulla sua realtà. A volte il linguaggio è “integrato” con il periodo in cui è ambientato il romanzo con classiche espressioni medioevali.
Il contenuto del libro è semplice da comprendere, anche grazie alle note che ci sono alla fine di ogni capitolo, che facilitano la comprensione.
Narratore
L'intreccio della storia è svelato dalla monaca Suor Teodora, che scrive all'interno di un convento, la quale si rivelerà poi essere, nel finale, nientemeno che Bradamante. Il narratore è dunque esterno palese, poiché racconta la vicenda da un punto di vista del tutto estraneo alla stessa, senza mai commentare o giudicare.
Dieci persone, che non si conoscono tra di loro, vengono invitate a soggiornare per l'estate in una splendida villa di Nigger Island, un'isola deserta non lontana dalle coste del Devon, in Inghilterra. Nonostante nessuno di loro conosca il padrone di casa, per curiosità o necessità tutti accettano l'invito.
Al loro arrivo trovano, nella lussuosa dimora, solamente i due servitori, che avvertono gli ospiti dell'assenza del padrone di casa, dovuta a non meglio precisati disguidi; inoltre, incorniciata sopra il camino delle rispettive camere, vi è una filastrocca per bambini e, la sera stessa dell'arrivo, un disco che accusa tutti, ospiti e servitù, di essere assassini.
Da questo momento prende il via un'apparentemente inspiegabile catena di delitti: la tensione cresce con lo scorrere delle ore e ogni ospite si ritrova ad essere allo stesso tempo sospettato di essere l'assassino e conscio di poter diventare la successiva vittima.
Il titolo del libro subì alcuni cambiamenti nel corso della sua storia.
Il romanzo fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten Little Niggers (Dieci piccoli negretti), a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: questa è in realtà una canzone americana, scritta nel 1868 da Septimus Winner e anch'essa pubblicata inizialmente come Ten Little Niggers e successivamente trasformata in Ten Little Indians.
Per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l'anno seguente, in occasione dell'uscita del libro negli Stati Uniti: in quest'occasione, venne scelto come nuovo titolo l'ultimo verso della filastrocca, And Then There Were None, dato che nigger è utilizzato in America come termine dispregiativo. Anche in Italia la Arnoldo Mondadori Editore, prima casa editrice a pubblicare il romanzo (nel 1946), scelse la seconda versione, titolando ...E poi non ne rimase nessuno. Questo rimase fino al 1977, ma non piacque e così venne definitivamente cambiato con il più musicale Dieci piccoli indiani. Il nuovo titolo piacque ma non negli U.S.A. dove rimane, ancora oggi, And Then There Were None.
Personaggi
I dieci personaggi principali, in ordine di apparizione, sono:
Lawrence Wargrave, un giudice in pensione sospettato di aver condannato a morte alcune persone più per antipatia che per spirito di giustizia, invitato sull'isola attraverso una lettera falsificata.
Vera Elisabeth Claythorne, una giovane insegnante di ginnastica che ha dovuto rinunciare al suo lavoro di governante dopo la morte di un bambino, Cyril, da lei accudito e per il quale ha subito un processo giudiziario dal quale è uscita innocente, invitata sull'isola apparentemente come segretaria della signora Owen.
Philip Lombard, un ex-capitano ed esploratore dal passato turbolento in crisi finanziaria, giunto sull'isola allo scopo di aiutare in faccende poco chiare il proprietario della casa.
Emily Caroline Brent, un'anziana signorina benestante, molto religiosa e dal comportamento severo, da sempre restia a mostrare compassione e comprensione verso gli altri.
John Gordon Macarthur, un anziano vedovo e veterano della Grande Guerra, per sua scelta allontanatosi dagli ex-colleghi dell'esercito, anche a causa di alcune voci su una sua vendetta consumata nei confronti di un giovane soldato, amante di sua moglie.
Il dottor Edward Armstrong, un medico chirurgo che nel corso degli anni, pur dovendo nascondere alcuni scheletri, ha saputo ottenere una certa fama; è stato chiamato sull'isola dal proprietario della casa per seguire la salute della moglie di questi.
Anthony James Marston, scapestrato rampollo di una ricca famiglia inglese, con la fama di playboy e un'irrefrenabile passione per le automobili e l'alta velocità, che in passato l'ha messo più volte nei guai.
William Henry Blore, un massiccio ex-agente di polizia che ha intrapreso la carriera di ispettore privato, invitato sull'isola poiché incaricato dal proprietario della casa di far luce sul passato degli altri ospiti.
Thomas Rogers, il maggiordomo, e la sua sensibilissima moglie Ethel, cuoca e cameriera, eredi di una parte della fortuna della ricca signora presso cui prestavano servizio in precedenza e assunti come servitù dal padrone di casa.
Questo libro racconta la storia di Santiago, un pescatore cubano. Inizialmente Santiago viene aiutato da Manolo, un ragazzo al quale Santiago insegna l'arte della pesca. Tuttavia dopo 82 giorni in cui non è ancora riuscito a pescare nessun pesce, Santiago viene abbandonato da Manolo. L'ottantatresimo giorno Santiago, in solitudine intraprende la via per il mare con la sua barca, ma ad un certo punto un grandissimo pesce abboca l'amo di Santiago e trascina al largo il vecchio pescatore con la sua barca.
Dopo tre giorni di continue battaglie, Santiago riesce ad uccidere il pesce e a issarlo a bordo. Tuttavia nel viaggio di ritorno per il porto molti squali lo attaccano e si mangiano il grosso pesce che il pescatore era riuscito con tanto sacrificio a pescare.
Quando rientra al porto...
I personaggi del libro
Santiago
E' il vecchio pescatore cubano che riesce a pescare il pesce Marlin di oltre 10 metri, per poi perderlo per colpa degli squali
Manolo
E' un ragazzo aiutante di Manolo, che tuttavia lo abbandona dopo che per 82 giorni Manolo non è riuscito a pescare alcun pesce.
Il pesce
A Parigi, Carlo Magno stava passando in rassegna le sue truppe ed era finalmente giunto al serrafila, un certo cavaliere di nome Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez, che si rifiutò però di mostrare il suo viso, sostenendo che lui non esisteva; dopo alcune sollecitazioni, però, il misterioso cavaliere sollevò la celata e… l’armatura era veramente vuota! Ma come era possibile tutto questo?
Questo cavaliere aveva la capacità di fare tutte le cose che gli venivano assegnate in modo perfetto, senza mai trasgredire le regole, e per questo suo modo di fare, era antipatico a tutti. Inoltre, non aveva bisogno né di mangiare né di bere, né di respirare e né di dormire, ed era un instancabile guerriero. Di notte, amava passeggiare meditando e, proprio durante una sua passeggiata notturna, conobbe un cavaliere mai visto prima, di nome Rambaldo, giunto fin lì per vendicare la morte del padre, il marchese Gherardo di Rossiglione, ucciso dall’Argalif Isoarre. Solo l’indomani però, Rambaldo scoprì che in realtà Agilulfo non esisteva e che era solo un ammasso di inutile e scocciatrice ferraglia. Giunse un altro giorno e i cavalieri decisero di cominciare a muoversi, per raggiungere gli Infedeli. Dopo numerose ed estenuanti ore di galoppo, si accamparono in una radura, dove udirono degli strani versi, emessi da un certo Gurdulù, un pazzo in cerca della sua personalità, che a volte addirittura credeva di essere un animale o un oggetto. Il Re, colpito da questo strano uomo, decise di farlo diventare scudiero di un altro bizzarro individuo: Agilulfo, fornito di personalità ma sprovvisto di un corpo.
La mattina dopo, mentre tutti i cavalieri, agghindati nelle loro cigolanti e pesanti armature, con le lance e gli scudi in mano, erano pronti a combattere contro gli Infedeli, Rambaldo aveva un solo scopo: uccidere l’Argalif Isoarre. Dopo averlo cercato ovunque si trovò di fronte al suo scudiero che aveva il compito di portare sempre con sé un paio di occhiali, perché l’Argalif Isoarre era miope. Quando quest’uomo stava per porgere gli occhiali all’Argalif Isoarre, Rambaldo li frantumò con la lancia, proprio mentre un suo compagno lo trapassava da parte a parte. Rambaldo corse via ma, rifugiatosi in un uno spiazzo a prima vista deserto, fu improvvisamente attaccato da due mori. Ma, proprio mentre stava per soccombere sotto i potenti colpi dei due, intervenne un altro cavaliere, dalla guarnacca color pervinca, grazie al quale riuscì a sconfiggere i due mori. Una volta vinta la battaglia, il misterioso cavaliere pervinca scappò via, e a Rambaldo non rimase altra soluzione che rincorrerlo tra il fitto boschetto ai lati della radura. Lo perse di vista ma poi, quando stava cercando un ruscello per abbeverarsi, lo trovò, nudo e immerso nell’acqua. Allora capì che il “cavaliere” pervinca…in realtà era una donna!
Da qui il racconto prosegue narrato da Suor Teodera, che inizia a descrivere la situazione nel campo. Era l’ora del rancio, e Rambaldo raggiunse Agilulfo e gli spiegò che voleva diventare anch’egli un paladino, per coprirsi di gloria e difendere la fede cristiana. Ma Agilulfo smentì subito questa falsa illusione, facendo capire a Rambaldo le responsabilità di un’eventuale nomina al grado di paladino.
L’indomani Rambaldo ritrovò il cavaliere pervinca, di nome Bradamante e la sfidò a tiro con l’arco. Agilulfo, che passava di lì per caso, fu notato dalla bella Bradamante, che si innamorò perdutamente di lui: egli, infatti, non era uno sciattone come gli altri cavalieri, ma era preciso e metodico, infallibile e severo, proprio come Bradamante sognava; lo invitò a tirare con l’arco, e Bradamante se ne innamorò ancora di più, colpita dalla sua precisione. Rambaldo, rassegnandosi all’amore che ormai legava Agilulfo e la bella Bradamante, seguì gli altri cavalieri, ed incontrò Torrismondo, un giovane guerriero convinto che la guerra per la santa fede fosse inutile e che solo i Cavalieri del San Gral si sarebbero salvati.
L’indomani ancora, Agilufo andò al banchetto imperiale e, poiché tutti i cavalieri si vantavano inutilmente delle loro imprese raccontando solo un mucchio di fandonie, lui seguiva meticolosamente il filo del discorso correggendoli e smentendoli, citando anche i documenti in cui si poteva costatare tutto ciò che affermava.
A questo punto, si alzò Torrismondo, il quale affermò che in realtà anche Agilurfo aveva una piccola macchia in quanto la donna che aveva tratto in salvo dai briganti non era una vergine come lui sosteneva, ma in realtà era Sofronia, sua madre, che lo aveva dato alla luce vent’anni fa, ancora tredicenne, e, temendo le ire dei genitori, era scappata nei boschi. Questo significava che Agilulfo non poteva essere riconosciuto cavaliere poiché non aveva mai salvato una donna vergine come invece lui credeva; così decise di partire in cerca di Sofronia, che si era fatta monaca, seguito da Gurdulù. Quando Bradamante vide Agilulfo partire, piena di amore volle seguirlo in tutta fretta, e, appena Rambaldo vide che Bradamante partiva, per lo stesso motivo, volle seguirla.
Dal canto suo Torrismondo, non poteva più essere cavaliere, poiché avendo confessato di essere figlio di Sofronia, non era di nobile stirpe; anch’egli allora partì, cercando l’Ordine del San Gral, che aveva messo incinta Sofronia, e tentando di farsi riconoscere come figlio dall’Ordine in generale.
Per facilitare la comprensione del racconto, divido il viaggio di Agilulfo da quello di Torrismondo.
Durante il viaggio Agilulfo incontra Priscilla, una dama che si innamora di lui e con cui trascorre una notte bellissima, elogiando e vezzeggiando la dama. Poi Agilulfo approda finalmente in Inghilterra, dove risiede il convento di Sofronia: purtroppo però il convento era stato raso al suolo da un gruppo di pirati Mori, che avevano deportato le monache in Marocco, come schiave. Allora Agilulfo e gli altri si imbarcarono per il Marocco, in cerca della bella Sofronia. Giunti in Marocco chiesero notizie ad un gruppo di pescatori di perle per il sovrano marocchino, e scoprirono che Sofronia era stata destinata in sposa al sultano: giunto all’interno della stanza in cui alloggiava Sofronia, la prese e fuggì con lei inseguito dalle guardie saracene.
Torrismondo, invece, cavalcando per foreste e per boschi, raggiunse la terra di Curvaldia, dove apprese che i Cavalieri dell’Ordine erano in una foresta. Finalmente incontrò l’Ordine dei Cavalieri del San Gral, che purtroppo non poterono riconoscerlo loro figlio. I Cavalieri gli proposero però di rimanere con loro e di entrare a far parte dell’Ordine. Per molti giorni si concentrò, pensando solamente alla natura e alla fede. Ma quando giunse il giorno della riscossione dei tributi e i cavalieri si accanirono senza motivo sui contadini che non avevano nulla da dare loro, Torrismondo si schierò dalla parte dei contadini, difendendoli con accanimento. Lasciò allora i Cavalieri dell’Ordine e fuggì a cavallo. Scorse una grotta e si recò al suo interno, per riflettere. Proprio lì si nascondeva Sofronia con la quale si intrattenne piacevolmente. Ma ecco che, all’improvviso, giunse Carlo Magno e i due vennero scoperti. Scoprendo dunque che Sofronia non era una vergine, Agilulfo vide svanire il suo titolo paladino, nonché la sua intera personalità. Rambaldo cercò Agilulfo ma al suo posto trovò soltanto la sua armatura, che si apprestò ad indossare in ricordo di colui che gli era stato amico.
Sofronia e Torrismondo, celebrate le nozze al cospetto di Carlo Magno, si recarono in Curvaldia, di cui erano diventarono i conti, e che nel frattempo era rifiorita.
Nel frattempo Bradamante ritornò al suo convento, poiché essa in verità era una suora: si faceva chiamare Suor Teodora. Aveva dunque due personalità: Bradamante, era la donna che si innamorava sempre di uomini diversi e collezionava delusioni su delusioni, Suor Teodora era invece la religiosa che si rifugiava nel convento dopo ogni sofferenza d’amore.
Riflettendo però, questa volta scoprì di amare veramente il giovane Rambaldo. Egli, intanto, l’aveva cercata per mari e per monti, ma adesso era lì, proprio sotto il portico del convento che la chiamava innamorato. Bradamante uscì dal convento sperando che questo suo amore fosse durato per sempre in modo da non doverci più tornare!
Spazio
La vicenda si svolge nell’epoca medioevale, durante le crociate contro gli Infedeli e l’impero di Carlo Magno. Gli ambienti più ricorrenti sono i villaggi, le sale dei castelli, i campi di battaglia e i monasteri. Ed è appunto in questi luoghi che si svolge la vicenda, in accampamenti, foreste, villaggi, campi di battaglia e banchetti, dove sono presenti per lo più cavalieri. L’unico castello presente è quello della dama Priscilla. I luoghi, come i personaggi, non sono descritti, o, al massimo, sono presenti solo alcuni dettagli che lasciano al lettore la possibilità di spaziare con la mente, immaginando ogni cosa.
Tempo
La vicenda si svolge nel Medioevo, durante il periodo dell'impero di Carlo Magno e delle Crociate, cioè delle guerre per la fede. L’arco di tempo in cui si svolge la vicenda è piuttosto lungo e non ben definito, ma si può intuire che essa duri più di qualche mese. Il racconto si può dividere seguendo, nella parte conclusiva, i viaggi di Agilulfo e di Torrismondo, mentre per quanto riguarda il resto del racconto, tutto è ben omogeneo.
La narrazione è abbastanza lenta e non segue un ordine preciso; per la maggior parte è in ordine cronologico, tuttavia, durante i viaggi dei due cavalieri, essa si interrompe in più punti.
Linguaggio
Il linguaggio utilizzato da Calvino è un italiano "medio", arricchito con vocaboli provenienti dai linguaggi settoriali relativi a diverse discipline (la gastronomia, le armature antiche, ecc.).
Lo si può definire preciso e limpido e, grazie all’uso di particolari espressioni, riesce a far riflettere il lettore sulla sua realtà. A volte il linguaggio è “integrato” con il periodo in cui è ambientato il romanzo con classiche espressioni medioevali.
Il contenuto del libro è semplice da comprendere, anche grazie alle note che ci sono alla fine di ogni capitolo, che facilitano la comprensione.
Narratore
L'intreccio della storia è svelato dalla monaca Suor Teodora, che scrive all'interno di un convento, la quale si rivelerà poi essere, nel finale, nientemeno che Bradamante. Il narratore è dunque esterno palese, poiché racconta la vicenda da un punto di vista del tutto estraneo alla stessa, senza mai commentare o giudicare.
Dieci persone, che non si conoscono tra di loro, vengono invitate a soggiornare per l'estate in una splendida villa di Nigger Island, un'isola deserta non lontana dalle coste del Devon, in Inghilterra. Nonostante nessuno di loro conosca il padrone di casa, per curiosità o necessità tutti accettano l'invito.
Al loro arrivo trovano, nella lussuosa dimora, solamente i due servitori, che avvertono gli ospiti dell'assenza del padrone di casa, dovuta a non meglio precisati disguidi; inoltre, incorniciata sopra il camino delle rispettive camere, vi è una filastrocca per bambini e, la sera stessa dell'arrivo, un disco che accusa tutti, ospiti e servitù, di essere assassini.
Da questo momento prende il via un'apparentemente inspiegabile catena di delitti: la tensione cresce con lo scorrere delle ore e ogni ospite si ritrova ad essere allo stesso tempo sospettato di essere l'assassino e conscio di poter diventare la successiva vittima.
Il titolo del libro subì alcuni cambiamenti nel corso della sua storia.
Il romanzo fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten Little Niggers (Dieci piccoli negretti), a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: questa è in realtà una canzone americana, scritta nel 1868 da Septimus Winner e anch'essa pubblicata inizialmente come Ten Little Niggers e successivamente trasformata in Ten Little Indians.
Per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l'anno seguente, in occasione dell'uscita del libro negli Stati Uniti: in quest'occasione, venne scelto come nuovo titolo l'ultimo verso della filastrocca, And Then There Were None, dato che nigger è utilizzato in America come termine dispregiativo. Anche in Italia la Arnoldo Mondadori Editore, prima casa editrice a pubblicare il romanzo (nel 1946), scelse la seconda versione, titolando ...E poi non ne rimase nessuno. Questo rimase fino al 1977, ma non piacque e così venne definitivamente cambiato con il più musicale Dieci piccoli indiani. Il nuovo titolo piacque ma non negli U.S.A. dove rimane, ancora oggi, And Then There Were None.
Personaggi
I dieci personaggi principali, in ordine di apparizione, sono:
Lawrence Wargrave, un giudice in pensione sospettato di aver condannato a morte alcune persone più per antipatia che per spirito di giustizia, invitato sull'isola attraverso una lettera falsificata.
Vera Elisabeth Claythorne, una giovane insegnante di ginnastica che ha dovuto rinunciare al suo lavoro di governante dopo la morte di un bambino, Cyril, da lei accudito e per il quale ha subito un processo giudiziario dal quale è uscita innocente, invitata sull'isola apparentemente come segretaria della signora Owen.
Philip Lombard, un ex-capitano ed esploratore dal passato turbolento in crisi finanziaria, giunto sull'isola allo scopo di aiutare in faccende poco chiare il proprietario della casa.
Emily Caroline Brent, un'anziana signorina benestante, molto religiosa e dal comportamento severo, da sempre restia a mostrare compassione e comprensione verso gli altri.
John Gordon Macarthur, un anziano vedovo e veterano della Grande Guerra, per sua scelta allontanatosi dagli ex-colleghi dell'esercito, anche a causa di alcune voci su una sua vendetta consumata nei confronti di un giovane soldato, amante di sua moglie.
Il dottor Edward Armstrong, un medico chirurgo che nel corso degli anni, pur dovendo nascondere alcuni scheletri, ha saputo ottenere una certa fama; è stato chiamato sull'isola dal proprietario della casa per seguire la salute della moglie di questi.
Anthony James Marston, scapestrato rampollo di una ricca famiglia inglese, con la fama di playboy e un'irrefrenabile passione per le automobili e l'alta velocità, che in passato l'ha messo più volte nei guai.
William Henry Blore, un massiccio ex-agente di polizia che ha intrapreso la carriera di ispettore privato, invitato sull'isola poiché incaricato dal proprietario della casa di far luce sul passato degli altri ospiti.
Thomas Rogers, il maggiordomo, e la sua sensibilissima moglie Ethel, cuoca e cameriera, eredi di una parte della fortuna della ricca signora presso cui prestavano servizio in precedenza e assunti come servitù dal padrone di casa.
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