Domande di geografia
1- che cosa è la Politica Agricola Comune (pac)?
2-in che modo la politica agricola comune è stata riformata nl 2003 e pe quali motivi?
3-a che scopo sono stati creati il programma SER e i CRS? qual'è il loro obbiettivo?
4- VERSO QUALI AREE GEOGRAFICHE SI INDIRIZZANO PREVALENTEMENTE GLI AIUTI DELL'UNIONE EUROPEA PER LO SVILUPPO?
2-in che modo la politica agricola comune è stata riformata nl 2003 e pe quali motivi?
3-a che scopo sono stati creati il programma SER e i CRS? qual'è il loro obbiettivo?
4- VERSO QUALI AREE GEOGRAFICHE SI INDIRIZZANO PREVALENTEMENTE GLI AIUTI DELL'UNIONE EUROPEA PER LO SVILUPPO?
Risposte
-Una politica in evoluzione
Marchio di qualità UE per il vero Parmigiano.
La politica agricola dell’UE (PAC) è in continua evoluzione. Alle sue origini, 50 anni fa, l’accento era posto sulla necessità di produrre cibo sufficiente per un’Europa che usciva da un decennio di carestie dovute alla guerra. I sussidi alla produzione su vasta scala e l’acquisto delle eccedenze nell’interesse della sicurezza alimentare appartengono ormai al passato. L’attuale politica dell’UE punta a far sì che i produttori di alimenti di ogni genere (cereali, carne, frutta e verdura o vino) siano in grado di competere in modo autonomo sui mercati dell’UE e su quelli mondiali.
A tal fine, la politica agricola ha subito una serie di importanti riforme negli ultimi anni. I testi normativi sono stati resi più brevi e più comprensibili. Nell'ambito della cosiddetta "organizzazione comune dei mercati" sono stati soppressi circa 80 atti legislativi.
Spendere dove è più necessario
Le reti di assistenza finanziaria sono mantenute, ma vengono utilizzate in maniera molto più selettiva. La PAC interviene, ad esempio, con un sostegno finanziario a favore degli agricoltori colpiti da catastrofi naturali o da epidemie animali, come l'afta epizootica o la febbre catarrale degli ovini.
Se necessario, la PAC provvede ad integrare il reddito degli agricoltori per assicurare loro un tenore di vita accettabile. Questa assistenza è tuttavia legata al rispetto degli obiettivi più generali di igiene degli allevamenti, sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali, tutela del paesaggio rurale tradizionale e protezione degli uccelli e della fauna selvatica.
Ampia scelta a prezzi equi: un principio fondamentale della politica agricola dell'UE.
Rispondere alle nuove esigenze
Le riforme hanno liberato risorse per promuovere alimenti di qualità e competitivi a livello internazionale, processi innovativi nell’agricoltura e nella trasformazione alimentare, nonché lo sviluppo rurale, compresa la diversificazione delle economie rurali. Da una consultazione pubblica sulla politica di qualità dei prodotti agricoli è emerso che, secongo gli agricoltori europei, la concorrenza mondiale e il soddifacimento della domanda dei consumatori rappresentano le sfide principali.
I consumatori sono diventati molto più attenti alla qualità, e i marchi volontari dell’UE permettono loro di operare scelte consapevoli. Esistono marchi con una chiara indicazione dell'origine geografica per i prodotti alimentari ottenuti con ingredienti o con metodi tradizionali, nonché per gli alimenti biologici.
I fondi UE per la ricerca sostengono inoltre l’innovazione nel settore agricolo aumentando la produttività e promuovendo nel contempo un maggiore rispetto dell’ambiente. Alcuni progetti puntano, ad esempio, ad utilizzare le colture agricole come fonti energetiche senza sottrarle alla destinazione primaria, vale a dire l’alimentazione umana e animale, ad esempio recuperando sottoprodotti e prodotti di scarto.
Una concorrenza più leale
Le riforme della PAC sono state realizzate anche per rendere il commercio mondiale più equo, ad esempio riducendo il rischio di creare distorsioni sui mercati con le sovvenzioni concesse dall’UE per l’esportazione della produzione eccedentaria. Nel cosiddetto ciclo di negoziati di Doha per la liberalizzazione degli scambi internazionali, l’UE ha proposto di sopprimere integralmente le sovvenzioni all’esportazione entro il 2013 anche in caso di fallimento dei negoziati.
Nell'ambito di queste trattative, l’UE si è inoltre detta disposta a ridurre in modo significativo i dazi all’importazione sui prodotti agricoli. Tuttavia, anche in assenza di tali misure, l’UE è già oggi il primo importatore mondiale di prodotti alimentari, nonché il più grande acquirente delle derrate alimentari del terzo mondo.
Una verifica dello "stato di salute" della PAC
L’iniziativa più recente è la “valutazione dello stato di salute” della politica agricola, che è stata decisa dai leader dell'UE nel 2008 e prevede una serie di riforme. L'iniziativa offre la possibilità di adattare la PAC alle nuove sfide ed opportunità, come ad esempio il cambiamento climatico.
L'obiettivo è modernizzare e semplificare la PAC e sopprimere le restrizioni nei confronti degli agricoltori, aiutandoli a reagire meglio ai segnali del mercato e a far fronte alle nuove sfide. Ad esempio, elimina l'obbligo di mettere a riposo il 10% dei terreni coltivabili, aumenta gradualmente le quote latte fino alla loro abolizione nel 2015 e prevede il ricorso all'intervento sui mercati (acquisto delle eccedenze da parte dell'UE) come sistema di sicurezza in caso abbassamento eccessivo dei prezzi alimentari. Infine, verranno ridotti i pagamenti diretti agli agricoltori trasferendo le risorse su un fondo per lo sviluppo delle regioni rurali.
Il costo della PAC
Nonostante le riforme, la politica agricola comune resta la più integrata di tutte le politiche dell’UE. Di conseguenza, assorbe buona parte del bilancio dell’Unione europea. Tuttavia, se negli anni Settanta raggiungeva quasi il 70% del bilancio dell’UE, nel periodo 2007-2013 la quota della spesa agricola è scesa al 34%. Questo risultato è dovuto all’espansione delle altre competenze dell’UE, ai risparmi generati dalle riforme ed al trasferimento di parte della spesa agricola (11%) allo sviluppo rurale.
Marchio di qualità UE per il vero Parmigiano.
La politica agricola dell’UE (PAC) è in continua evoluzione. Alle sue origini, 50 anni fa, l’accento era posto sulla necessità di produrre cibo sufficiente per un’Europa che usciva da un decennio di carestie dovute alla guerra. I sussidi alla produzione su vasta scala e l’acquisto delle eccedenze nell’interesse della sicurezza alimentare appartengono ormai al passato. L’attuale politica dell’UE punta a far sì che i produttori di alimenti di ogni genere (cereali, carne, frutta e verdura o vino) siano in grado di competere in modo autonomo sui mercati dell’UE e su quelli mondiali.
A tal fine, la politica agricola ha subito una serie di importanti riforme negli ultimi anni. I testi normativi sono stati resi più brevi e più comprensibili. Nell'ambito della cosiddetta "organizzazione comune dei mercati" sono stati soppressi circa 80 atti legislativi.
Spendere dove è più necessario
Le reti di assistenza finanziaria sono mantenute, ma vengono utilizzate in maniera molto più selettiva. La PAC interviene, ad esempio, con un sostegno finanziario a favore degli agricoltori colpiti da catastrofi naturali o da epidemie animali, come l'afta epizootica o la febbre catarrale degli ovini.
Se necessario, la PAC provvede ad integrare il reddito degli agricoltori per assicurare loro un tenore di vita accettabile. Questa assistenza è tuttavia legata al rispetto degli obiettivi più generali di igiene degli allevamenti, sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali, tutela del paesaggio rurale tradizionale e protezione degli uccelli e della fauna selvatica.
Ampia scelta a prezzi equi: un principio fondamentale della politica agricola dell'UE.
Rispondere alle nuove esigenze
Le riforme hanno liberato risorse per promuovere alimenti di qualità e competitivi a livello internazionale, processi innovativi nell’agricoltura e nella trasformazione alimentare, nonché lo sviluppo rurale, compresa la diversificazione delle economie rurali. Da una consultazione pubblica sulla politica di qualità dei prodotti agricoli è emerso che, secongo gli agricoltori europei, la concorrenza mondiale e il soddifacimento della domanda dei consumatori rappresentano le sfide principali.
I consumatori sono diventati molto più attenti alla qualità, e i marchi volontari dell’UE permettono loro di operare scelte consapevoli. Esistono marchi con una chiara indicazione dell'origine geografica per i prodotti alimentari ottenuti con ingredienti o con metodi tradizionali, nonché per gli alimenti biologici.
I fondi UE per la ricerca sostengono inoltre l’innovazione nel settore agricolo aumentando la produttività e promuovendo nel contempo un maggiore rispetto dell’ambiente. Alcuni progetti puntano, ad esempio, ad utilizzare le colture agricole come fonti energetiche senza sottrarle alla destinazione primaria, vale a dire l’alimentazione umana e animale, ad esempio recuperando sottoprodotti e prodotti di scarto.
Una concorrenza più leale
Le riforme della PAC sono state realizzate anche per rendere il commercio mondiale più equo, ad esempio riducendo il rischio di creare distorsioni sui mercati con le sovvenzioni concesse dall’UE per l’esportazione della produzione eccedentaria. Nel cosiddetto ciclo di negoziati di Doha per la liberalizzazione degli scambi internazionali, l’UE ha proposto di sopprimere integralmente le sovvenzioni all’esportazione entro il 2013 anche in caso di fallimento dei negoziati.
Nell'ambito di queste trattative, l’UE si è inoltre detta disposta a ridurre in modo significativo i dazi all’importazione sui prodotti agricoli. Tuttavia, anche in assenza di tali misure, l’UE è già oggi il primo importatore mondiale di prodotti alimentari, nonché il più grande acquirente delle derrate alimentari del terzo mondo.
Una verifica dello "stato di salute" della PAC
L’iniziativa più recente è la “valutazione dello stato di salute” della politica agricola, che è stata decisa dai leader dell'UE nel 2008 e prevede una serie di riforme. L'iniziativa offre la possibilità di adattare la PAC alle nuove sfide ed opportunità, come ad esempio il cambiamento climatico.
L'obiettivo è modernizzare e semplificare la PAC e sopprimere le restrizioni nei confronti degli agricoltori, aiutandoli a reagire meglio ai segnali del mercato e a far fronte alle nuove sfide. Ad esempio, elimina l'obbligo di mettere a riposo il 10% dei terreni coltivabili, aumenta gradualmente le quote latte fino alla loro abolizione nel 2015 e prevede il ricorso all'intervento sui mercati (acquisto delle eccedenze da parte dell'UE) come sistema di sicurezza in caso abbassamento eccessivo dei prezzi alimentari. Infine, verranno ridotti i pagamenti diretti agli agricoltori trasferendo le risorse su un fondo per lo sviluppo delle regioni rurali.
Il costo della PAC
Nonostante le riforme, la politica agricola comune resta la più integrata di tutte le politiche dell’UE. Di conseguenza, assorbe buona parte del bilancio dell’Unione europea. Tuttavia, se negli anni Settanta raggiungeva quasi il 70% del bilancio dell’UE, nel periodo 2007-2013 la quota della spesa agricola è scesa al 34%. Questo risultato è dovuto all’espansione delle altre competenze dell’UE, ai risparmi generati dalle riforme ed al trasferimento di parte della spesa agricola (11%) allo sviluppo rurale.