Ci sono degli appunti del buco nello zono
ma ci sono degli appunti sul buco nello zono??
Risposte
l'ho trovato su skuola tiscali:
https://www.skuola.net/geografia/effetto-serra-buco-ozono.html
https://www.skuola.net/geografia/effetto-serra-buco-ozono.html
Oddio ZONO è un'industria nata 9 anni fa in California.... :con c'è già un buco????? :O_o :!!!
Nel pavimento o nel bilancio???????
Nel pavimento o nel bilancio???????
Valentinaemy puoi direttamente linkare al sito di wikipedia. ricordatevi di citare sempre le fonti!! Vabbeh sposto perchè comunque non è la sezione adatta.
http://it.wikipedia.org/wiki/Buco_nell'ozono -> questo è il materiale che ti ha messo valentina.
Aggiunto 39 minuti più tardi:
:laugh :laugh :laugh
Potresti postarla nel thread delle battute. :asd
http://it.wikipedia.org/wiki/Buco_nell'ozono -> questo è il materiale che ti ha messo valentina.
Aggiunto 39 minuti più tardi:
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Potresti postarla nel thread delle battute. :asd
IL BUCO NELL'OZONO.
Si definisce comunemente buco nell'ozono la riduzione temporanea dello strato di ozono (ozonosfera) che avviene ciclicamente durante la primavera nelle regioni polari (la diminuzione può arrivare fino al 70% nell'Antartide e al 30% nella zona dell'Artide). Per estensione il termine viene utilizzato per indicare il generico assottigliamento dello strato di ozono della stratosfera che si è riscontrato a partire dai primi anni ottanta (stimata intorno al 5% dal 1979 al 1990).
Lo strato di ozono (O3) funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo circa il 99% della radiazione UV solare), che possono essere dannose per la pelle (melanomi), causare una parziale inibizione della fotosintesi delle piante (con conseguente rischio di diminuzione dei raccolti) e distruggere frazioni importanti del fitoplancton che è alla base della catena alimentare marina.
DINAMICHE DEL FENOMENO
Con gli studi e i dati raccolti negli anni 2000 si sono svelate le dinamiche naturali del fenomeno del buco dell’ozono.
Si è scoperto che la circolazione invernale dell’atmosfera ai poli è simile a quella di un grande vortice: durante molti mesi dell’anno, esiste una massa d’aria fredda, che è isolata dal resto dell’atmosfera e che circola intorno ai poli. La temperatura gelida dentro il vortice polare crea al proprio interno nubi che contengono il cloro che poi causa la dissociazione dell’ozono e più il vortice è freddo e sviluppato e maggiore sarà la formazione di nubi contenenti cloro.
Alla fine della primavera, il vortice polare si rompe e ciò determina l’afflusso di aria con gran contenuto di ozono proveniente dalle zone tropicali. L’aria proveniente dalle zone tropicali è più ricca di ozono perché l’ozono si forma maggiormente nelle aree sopra le zone più calde dove la radiazione solare è più intensa: l’ozono viene infatti prodotto dalle reazioni chimiche provocate dai raggi del Sole a contatto con la stratosfera e si forma maggiormente dove e quando i raggi solari sono più intensi. Lo spostamento verso i poli avviene spontaneamente perché l’aria della stratosfera migra dalle grandi altezze sopra i tropici, dove si forma abbondante ozono, verso altezze minori delle regioni sopra i poli. Quando al polo torna il sole, il suolo riscaldandosi, riscalda l’aria sovrastante povera di ozono che, poiché è meno densa a causa del riscaldamento, sale fino a raggiungere la stratosfera. Qui questa massa d’aria diluisce lo strato ricco di ozono presente in quel luogo spostandolo anche lateralmente. Fenomeni come questo dove correnti d’aria, causate da variazioni termiche, salgono e scendono sono normali e accadono a tutte le latitudini. I movimenti atmosferici che spostano masse d’aria da una zona ad un’altra del globo terrestre non distruggono l’ozono, ma in maniera più semplice lo ridistribuiscono.
Oggi è più chiaro anche il motivo perché il buco dell’ozono è più intenso al Polo Sud rispetto al Polo Nord e perché subisce anche forti variazioni da un anno all’altro. Infatti l’assottigliamento dello strato di ozono polare è fortemente dipendente dall’intensità e dalle temperature gelide del vortice polare che si sviluppa nell’inverno prima del fenomeno: al Polo Sud dove il vortice è più freddo e più intenso (perché meno disturbato dalle correnti oceaniche o dalla presenza di terre vicine) si hanno assottigliamenti maggiori rispetto al Polo Nord, dove al contrario il vortice meno gelido e meno intenso sviluppa al suo interno meno nubi contenenti cloro.
Alla base dell’allargamento o restringimento annuale del buco dell’ozono ci sono 2 fattori principali:
1) la quantità di cloro che reagisce con l’ozono (che dipende dalle temperature più o meno gelide che di anno in anno caratterizzano il vortice polare: quando nella stagione invernale si hanno vortici polari più gelidi e intensi rispetto all'anno precedente, si generano maggiori nubi di cloro che salendo nella stratosfera a primavera, provocheranno maggior distruzione di ozono provocando un allargamento del buco dell’ozono .
2) la quantità di radiazione solare, legata al ciclo undecennale dei raggi cosmici, che raggiunge a primavera la stratosfera polare (radiazione che di fatto scinde le molecole di cloro presenti nelle nubi e le rende libere di reagire con l'ozono stratosferico: maggiore sarà l'azione dei raggi cosmici maggiore sarà la quantità di cloro liberata dalle nubi e pronta a reagire e distruggere l'ozono).
Altra relazione importante è stata trovata tra alcune eruzioni vulcaniche e il succesivo aumento nel buco dell'ozono: le eruzioni vulcaniche emettono, tra le altre cose, diverse particelle che possono interagire con l’ozono, tra cui acido cloridico, aerosol e cloro. Queste sono in grado, quando raggiungono lo strato di ozono, di ridurlo in maniera significativa. Tale correlazione tra vulcani e ozono è stata osservata e misurata dopo alcune grandi eruzioni vulcaniche.
IL CICLO DELL'OZONO
Il meccanismo di schermo è semplice: quando un raggio ultravioletto colpisce una molecola di ozono, questa lo assorbe scindendosi in O2 + O. L'ossigeno monoatomico formato reagisce con una molecola di O2 per formare ancora ozono, e il ciclo quindi ricomincia.
Spero che questo riassunto ti vada bene...ciao!
Si definisce comunemente buco nell'ozono la riduzione temporanea dello strato di ozono (ozonosfera) che avviene ciclicamente durante la primavera nelle regioni polari (la diminuzione può arrivare fino al 70% nell'Antartide e al 30% nella zona dell'Artide). Per estensione il termine viene utilizzato per indicare il generico assottigliamento dello strato di ozono della stratosfera che si è riscontrato a partire dai primi anni ottanta (stimata intorno al 5% dal 1979 al 1990).
Lo strato di ozono (O3) funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo circa il 99% della radiazione UV solare), che possono essere dannose per la pelle (melanomi), causare una parziale inibizione della fotosintesi delle piante (con conseguente rischio di diminuzione dei raccolti) e distruggere frazioni importanti del fitoplancton che è alla base della catena alimentare marina.
DINAMICHE DEL FENOMENO
Con gli studi e i dati raccolti negli anni 2000 si sono svelate le dinamiche naturali del fenomeno del buco dell’ozono.
Si è scoperto che la circolazione invernale dell’atmosfera ai poli è simile a quella di un grande vortice: durante molti mesi dell’anno, esiste una massa d’aria fredda, che è isolata dal resto dell’atmosfera e che circola intorno ai poli. La temperatura gelida dentro il vortice polare crea al proprio interno nubi che contengono il cloro che poi causa la dissociazione dell’ozono e più il vortice è freddo e sviluppato e maggiore sarà la formazione di nubi contenenti cloro.
Alla fine della primavera, il vortice polare si rompe e ciò determina l’afflusso di aria con gran contenuto di ozono proveniente dalle zone tropicali. L’aria proveniente dalle zone tropicali è più ricca di ozono perché l’ozono si forma maggiormente nelle aree sopra le zone più calde dove la radiazione solare è più intensa: l’ozono viene infatti prodotto dalle reazioni chimiche provocate dai raggi del Sole a contatto con la stratosfera e si forma maggiormente dove e quando i raggi solari sono più intensi. Lo spostamento verso i poli avviene spontaneamente perché l’aria della stratosfera migra dalle grandi altezze sopra i tropici, dove si forma abbondante ozono, verso altezze minori delle regioni sopra i poli. Quando al polo torna il sole, il suolo riscaldandosi, riscalda l’aria sovrastante povera di ozono che, poiché è meno densa a causa del riscaldamento, sale fino a raggiungere la stratosfera. Qui questa massa d’aria diluisce lo strato ricco di ozono presente in quel luogo spostandolo anche lateralmente. Fenomeni come questo dove correnti d’aria, causate da variazioni termiche, salgono e scendono sono normali e accadono a tutte le latitudini. I movimenti atmosferici che spostano masse d’aria da una zona ad un’altra del globo terrestre non distruggono l’ozono, ma in maniera più semplice lo ridistribuiscono.
Oggi è più chiaro anche il motivo perché il buco dell’ozono è più intenso al Polo Sud rispetto al Polo Nord e perché subisce anche forti variazioni da un anno all’altro. Infatti l’assottigliamento dello strato di ozono polare è fortemente dipendente dall’intensità e dalle temperature gelide del vortice polare che si sviluppa nell’inverno prima del fenomeno: al Polo Sud dove il vortice è più freddo e più intenso (perché meno disturbato dalle correnti oceaniche o dalla presenza di terre vicine) si hanno assottigliamenti maggiori rispetto al Polo Nord, dove al contrario il vortice meno gelido e meno intenso sviluppa al suo interno meno nubi contenenti cloro.
Alla base dell’allargamento o restringimento annuale del buco dell’ozono ci sono 2 fattori principali:
1) la quantità di cloro che reagisce con l’ozono (che dipende dalle temperature più o meno gelide che di anno in anno caratterizzano il vortice polare: quando nella stagione invernale si hanno vortici polari più gelidi e intensi rispetto all'anno precedente, si generano maggiori nubi di cloro che salendo nella stratosfera a primavera, provocheranno maggior distruzione di ozono provocando un allargamento del buco dell’ozono .
2) la quantità di radiazione solare, legata al ciclo undecennale dei raggi cosmici, che raggiunge a primavera la stratosfera polare (radiazione che di fatto scinde le molecole di cloro presenti nelle nubi e le rende libere di reagire con l'ozono stratosferico: maggiore sarà l'azione dei raggi cosmici maggiore sarà la quantità di cloro liberata dalle nubi e pronta a reagire e distruggere l'ozono).
Altra relazione importante è stata trovata tra alcune eruzioni vulcaniche e il succesivo aumento nel buco dell'ozono: le eruzioni vulcaniche emettono, tra le altre cose, diverse particelle che possono interagire con l’ozono, tra cui acido cloridico, aerosol e cloro. Queste sono in grado, quando raggiungono lo strato di ozono, di ridurlo in maniera significativa. Tale correlazione tra vulcani e ozono è stata osservata e misurata dopo alcune grandi eruzioni vulcaniche.
IL CICLO DELL'OZONO
Il meccanismo di schermo è semplice: quando un raggio ultravioletto colpisce una molecola di ozono, questa lo assorbe scindendosi in O2 + O. L'ossigeno monoatomico formato reagisce con una molecola di O2 per formare ancora ozono, e il ciclo quindi ricomincia.
Spero che questo riassunto ti vada bene...ciao!