Reverse auction

Cheguevilla
Lancio un sasso nello stagno del moderatore cattivissimo.
In questi giorni si è parlato di reverse auction, poichè questa dovrebbe rappresentare una delle soluzioni per la vendita degli asset finanziari inclusa nel piano Bush.

Quello che so io (e solitamente è diverso dalla realtà dei fatti) di una reverse auction è questo:
In una reverse auction, il compratore annuncia un prezzo e la quantità che sarebbe disposto ad acquistare a quel prezzo.
A questo punto, il venditore dichiara la quantità che è disposto a vendere a quel prezzo.
Se la quantità in vendita è maggiore di quella che il compratore è disposto ad acquistare, il compratore dovrà proporre una nuova offerta.
Si continua così fino a che l'offerta e la domanda coincidono (o la domanda supera l'offerta).

Ci sono alcune cose che non mi convincono molto.
A quanto ho capito, in questo modo, il venditore non necessariamente riesce a vendere la totalità dei beni inizialmente messi in vendita. È vero?
In questo caso, chi decide quali "pezzi" saranno venduti e quali no?

Risposte
Fioravante Patrone1
"Cheguevilla":

A quanto ho capito, in questo modo, il venditore non necessariamente riesce a vendere la totalità dei beni inizialmente messi in vendita. È vero?

Beh, anche se metto all'asta un quadro, con una normale asta "all'inglese", potrà ben capitare che quel quadro faccia schifo a tutti i partecipanti all'asta.
Insomma, se tu vuoi vendere dei titoli spazzatura, non è detto che ci riesci. O magari ci riesci, ma ad un prezzo talmente basso che non ci recuperi nemmeno le spese (e per questo motivo potresti aver fissato un prezzo positivo: dopotutto, meglio buttare nella spazzatura titoli spazzatura che perdere tempo e denaro per la ufficializzazione della cessione).

"Cheguevilla":

In questo caso, chi decide quali "pezzi" saranno venduti e quali no?

Una asta seria dovrebbe avere delle regole dettagliate ed esaustive.
Quindi dovrebbe essere scritto nel regolamento.

gianni831
Da una ricerca che ho fatto ho pututo dedurre che le aste inverse (reverse auction), sono una tipologia di aste on-line in cui l’acquirente avanza una richiesta per un bene, indicando la soglia di prezzo che è disposto a spendere, ed un gruppo di potenziali venditori propone delle offerte. A differenza delle altre tipologie d’asta, nell’asta inversa sono i venditori a svolgere un ruolo attivo, offrendo al ribasso entro un arco di tempo predeterminato. Qualora si osservi un notevole aumento delle offerte negli ultimi secondi prima della chiusura dell’asta, l’acquirente ha facoltà di prolungarla di qualche minuto, mettendo a disposizione un’overtime, al fine di spuntare un prezzo d’acquisto ancora più basso. Questo tipo d’asta è proprio di mercati in cui la domanda è in eccesso e si usa in casi in cui è difficile che i venditori possano creare un cartello.
La possibilità di collusione on – line tra venditore e banditore è molto più ridotta rispetto alle aste tradizionali dal momento che l’asta è gestita in maniera automatica da un software. Nonostante ciò, esistono delle forme di collusione che compaiono proprio nel mercato on – line, date dalla possibilità che una sola persona, fornita di diverse identità e- mail, possa alterare il meccanismo d’asta. In particolare può ricorrere a due strategie: il bid shielding e lo shilling.
Vediamo come operano questi due sistemi:
 Con il bid shielding, il compratore, da solo o con altri, cerca di abbassare il prezzo di aggiudicazione del bene. Questa strategia è articolata nelle seguenti fasi: all’inizio il bidder inoltra un’offerta bassa e solo in un secondo momento un amico oppure egli stesso con un altro nickname effettua un’ offerta molto elevata, allo scopo di proteggere l’offerta bassa, scoraggiando altri compratori ad entrare nell’asta. Poco prima della fine dell’asta il secondo bidder fa ritirare la propria offerta sostenendo, per esempio, che si è trattato di un errore di battitura, ed il bene viene aggiudicato a colui che aveva offerto all’inizio il prezzo più basso.
 La strategia dello shilling replica un comportamento ben noto nelle asta tradizionali: il venditore o un suo amico innalza il prezzo d’asta facendo un’offerta sul proprio bene, nella speranza di un ulteriore rilancio. L’offerta al rialzo è, però, pericolosa per il venditore, perché i bidders potrebbero non rilanciare. Anche in questo caso, il venditore può raggirare il problema ritirando all’ultimo momento la propria offerta.

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