Giochino sul cambio

Cheguevilla
Di seguito riporto un banale giochino trovato su un sito straniero.
Premetto che la situazione è praticamente impossibile nella realtà; quello che mi interessa sono le eventuali considerazioni economiche, ed il fatto che io non condivido la risposta trovata su questo sito.

In un certo momento, il dollaro canadese ed il dollaro statunitense sono scontati di 10 centesimi al cambio nel paese opposto. Ovvero, un dollaro canadese in USA vale 90 centesimi di dollaro americano, mentre un dollaro americano in Canada vale 90 centesimi canadesi.
Un uomo entra in un bar negli Stati Uniti, ordina una birra che costa 10 centesimi e paga con un dollaro americano. Riceve come resto un dollaro canadese.
Quindi, attraversa il confine, entra in un bar canadese, ordina una birra da 10 centesimi e paga con un dollaro canadese. Riceve come resto un dollaro americano.
Quest'uomo continua tutto il giorno questa procedura, fino a quando stramazza al suolo ubriaco. In questo istante, egli ha in tasca lo stesso capitale iniziale.
Chi ha pagato le sue birre?


Attendo qualche intervento, dopo di che darò la mia versione e quella del sito in questione.

Risposte
simulatore1
Date le premesse economicamente l'acquisto a costo zero della birra regge.
Lo scenario ipotizzato rappresenta chiaramente un'inefficenza, la relazione fra cambi deve essere al reciproco per escludere possibilità di arbitraggio (dollaro canadese = 0.9 dollare Usa e dollaro Usa = 1.11 dollari canadesi).
Questa situazione può essere solo temporanea. Se uno statunitense camba 1000 dollari riceve 1111 dollari canadesi, li ricambia subito dopo e riceve 1234 dollari Usa... nessuno regala soldi.

Cheguevilla
L'acquisto è a costo quasi zero (secondo la mia interpretazione) per l'utente in questione.
I baristi hanno ricevuto un incasso normalmente e pari al valore ceduto.
Da qualche parte quei soldi devono venire fuori.
Quando ho detto che la situazione non è possibile in realtà, mi riferisco al giorno d'oggi. Tecnicamente, non è impossibile.
La tua considerazione sull'inefficienza è corretta, tuttavia merita di essere elaborata.

Fioravante Patrone1
I due baristi sono un po' tonti (o sono incatenati al bancone).

E' evidente che gli stanno regalando birra.
Non capisco perché il barista USA non va a comprare birra dal suo collega in Canada e viceversa.

Cheguevilla
Attenzione, i baristi non stanno regalando nulla!
In Canada, un dollaro americano vale 90 centesimi di dollaro canadese
I baristi guadagnano 10 centesimi per ogni birra venduta.
Es: all'inizio ho 3 dollari americani, quindi 2,70 dollari canadesi.
Vendo tre birre, quindi ho tre dollari canadesi.
Income: 30 centesimi.
Ad ogni modo, lasciamo perdere il pensiero laterale. La situazione è volutamente estremizzata per mettere in evidenza alcuni fattori.

kinder1
spero di non dire troppe c...
Per ora lascio perdere l'apparente assurdità dello scenario descritto, e provo ad analizzarlo per come è.
Per descrivere in maniera un po' più completa lo scenario bisogna aggiungere ai tre soggetti indicati (i due bar ed il cliente) altri due soggetti che esemplificano la catena attraverso cui si fluiscono gli scambi monetari tra i due paesi, US e Canada. Chiamo questi soggetti uffici cambio.
Modellando i flussi finanziari tra questi soggetti, ed introducendo il fatto che il barista US dà il resto col dollaro canadese che ha comprato all'ufficio cambio US pagandolo 0,9 dollari US (come fà il barista canadese in Canada), si vede che chi ci rimette è il "consolidato" dei due uffici cambio.
Se tale ipotesi è percorribile, posso andare oltre colle speculazioni meta-finanziarie :D

Cheguevilla
Questa strada ha un senso.
Tuttavia, la questione è, a mio parere, di carattere più macroeconomico.
A questo punto, inserisco la soluzione (che non condivido) offerta dal sito da cui ho tratto il quesito.


La strada di kinder è molto percorribile. In un certo senso, è vero che gli uffici di cambio pagano le birre del tizio.
Il discorso andrebbe sviluppato in questo senso, poiché non credo sia chiaro a tutti il motivo per cui gli uffici cambio stanno pagando le birre e soprattutto il perché.
Noto con piacere che non sono stato l'unico a notare l'aspetto macroeconomico della faccenda, al contrario della soluzione semplicistica proposta dal sito.

P.S. La figura degli uffici di cambio può essere comunque trascurata.

SnakePlinsky
"Cheguevilla":
Questa strada ha un senso.
Tuttavia, la questione è, a mio parere, di carattere più macroeconomico.
A questo punto, inserisco la soluzione (che non condivido) offerta dal sito da cui ho tratto il quesito.



Dissento con la soluzione: qui il lavoro centra poco, è il sistema dei cambi che irrealisticamente regala denaro: come detto da altri, basta farsi una corsetta da 2 cambi a poca distanza dal confine per moltiplicare in breve tempo il proprio denaro.

Si tratta di un profitto da arbitraggio, che poi il nostro amico decide di spendere in birra, ma la sua decisione di come spenderli, nè il modo in cui li ottiene (trasportare un bene da A a B, o comodamente seduto in una sala trading) cambiano la natura del profitto. Si pensi al caso in cui semplicemente si fa cambiare il denaro dai 2 baristi. Va aggiunto poi che nessuno pagherebbe per un simile lavoro, esistendo i sistemi di scambio elettronici, molto meno costosi ad eseguito che un ubriaco che traversa il confine usa canada :-D.

Comunque il gioco ha un fondo di verità: quando si cambia denaro c'è sempre una commissione (0,90 non è nemmeno irrrealistico, mi ricordo ancora lire contro corone ceche, 0,9 (!) per piccoli importi nei cambi per strada e in nero). E anche le banche italiane applicavano simili commissioni da cravattari (tempo addietro) per i piccoli importi.

kinder1
Bene, allora continuo con la mia fanta-finanza, per terminare un modello "ragionevole".

PConsidero ora due scenari estremi (forse contrapposti):
1) tra gli "uffici cambio" non avviene nessuno scambio: in questo caso entrambi intaccano le loro riserve valutarie. Da sviluppare ulteriormente per capire dove si arriva alla lunga, quando una delle due ha terminato la riserva (ed il cliente è morto di cirrosi epatica);
2) gli uffici cambio mantengono invariate le loro riserve valutarie, quindi scambiano un dollaro US contro un dollaro canadese. In questo caso, bisognerebbe capire se uno dei due non voglia anche un'ulteriore contropartita, per esempio in oro (qualora non riconoscesse la parità dello scambio uno a uno). Questa strada conduce verso ulteriori considerazioni macroeconomiche in cui non mi avventuro, perché mi smarrirei. Comunque, in assenza della complicazione dell'oro (quindi scambio alla pari), sono entrambi gli uffici che stanno offrendo la birra in maniera simmetrica.

SnakePlinsky
Bene, allora continuo con la mia fanta-finanza, per terminare un modello "ragionevole".


Ti seguo.

Allora, abbiamo un tasso di cambio che reciprocamente vale 1,11111...

Ad ogni cambio (bar :-D) il capitale iniziale del nostro ubriaco aumenta per un fattore 1,11111... Tralasciamo il fatto che decida di spendere il surplus a 1 in birra.

Dopo n cambi (n bar) il suo capitale (vedendolo anche come il suo dollaro + la birra che ha in corpo) è pari a $(1,1111...)^n$.

A $n-> +oo$ il suo capitale (o la birra bevuta) sono + infiniti.

Nella realtà invece il gioco si ferma quando un(a delle banche centrali del) paese non ha più soldi.

Ma... bisogna considerare anche che l'uso indiscriminato di questa strategia dovrebbe far salire il prezzo di dollari usa e deprimere i dollari canadesi, o viceversa (ad ogni cambio l'agente che cambia il denaro deve comprare una moneta e vendere l'altra, quando questo succede con grosse quantità dovrebbe impattare lo stesso tasso di cambio).

Ci stà forse un modello logistico?

Cheguevilla
Attraverso strade diverse, state giungendo entrambi ad una soluzione vicina a quella che ho prospettato io.
Vado a presentare il mio pensiero.
Il tizio lucra su una situazione di non equilibrio. Infatti, questi guadagni sono resi possibili da un disequilibrio del mercato dei cambi.
Chi sostanzialmente paga le birre del furbo signore sono coloro che hanno causato questa situazione di disequilibrio.
Quindi, gli operatori che hanno portato moneta americana dagli USA al Canada o viceversa.
Se gli operatori non hanno perso nulla nelle operazioni (supponiamo perché il tasso di cambio non era negativo), sono gli agenti di cambio ad averci rimesso, offrendo un tasso di cambio incoerente con il rapporto tra domanda e offerta delle due monete.

"kinder":
1) tra gli "uffici cambio" non avviene nessuno scambio: in questo caso entrambi intaccano le loro riserve valutarie. Da sviluppare ulteriormente per capire dove si arriva alla lunga, quando una delle due ha terminato la riserva (ed il cliente è morto di cirrosi epatica);
Sembra lo scenario a cui voleva arrivare questo esempio. Che equivale a supporre la totale assenza degli agenti di cambio. Il rapporto di valore tra le due monete esiste per via di una nota legge che mette in relazione la domanda di un bene e la sua scarsità.
Con il diminuire di reperibilità di moneta straniera si ha un riequilibrio delle quantità, quindi un riequilibrio dei prezzi.
In sostanza:
"SnakePlinsky":
Nella realtà invece il gioco si ferma quando un(a delle banche centrali del) paese non ha più soldi.

Ma... bisogna considerare anche che l'uso indiscriminato di questa strategia dovrebbe far salire il prezzo di dollari usa e deprimere i dollari canadesi, o viceversa (ad ogni cambio l'agente che cambia il denaro deve comprare una moneta e vendere l'altra, quando questo succede con grosse quantità dovrebbe impattare lo stesso tasso di cambio).

Il secondo caso prospettato da kinder va al di là del giochino, supponendo una compensazione esterna che ricondurrebbe il mercato ad un equilibrio attualmente assente.

"SnakePlinsky":
Dissento con la soluzione: qui il lavoro centra poco, è il sistema dei cambi che irrealisticamente regala denaro:...
...Si tratta di un profitto da arbitraggio
Anche io dissento sulla soluzione. Infatti, il sistema dei cambi "regala" denaro, tuttavia non irrealisticamente. In questo caso la situazione è estremizzata, ma non è assolutamente irrealistica.

Il sistema (mercato) dei cambi nell'esempio è inefficiente, e questa inefficienza cagiona un danno a qualcuno.
Questo qualcuno è colui che paga le birre al tizio che fa bene ad approfittare della situazione.
Inoltre, lo stesso tizio contribuisce a riportare equilibrio nel sistema.

E anche le banche italiane applicavano simili commissioni da cravattari (tempo addietro) per i piccoli importi.
Perché, ora no?

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