Dubbio risoluzione prezzo conveniente per entrare a mercato

Marco1985Mn
Buongiorno, piccolo dubbio sull’impostazione della risoluzione di questo esercizio; posto il testo:

In regime di concorrenza perfetta un’azienda sostiene i seguenti costi di produzione espressi dalla funzione di costo $C_q=2q^2+200q+20.000$

Determina a partire da quale prezzo unitario l’impresa trova conveniente entrare nel mercato e calcola entro quali limiti deve mantenersi la produzione, per avere un utile se il prezzo unitario è 780 €.
Pensavo di partire impostando la funzione dei ricavi come $780q$

Incrociando poi con la funzione dei costi trovare una sorta di B.e.p, punto limite per entrare.
Ho visto che però nella soluzione viene impostato il costo marginale e il costo medio e poi vengono incrociate ma non capisco bene questo punto di partenza.
Grazie mille

Risposte
gabriella127
Guarda Marco, questo non è un esercizio banale che si può impostare con l'intuito, si tratta di avere presente la teoria dell'impresa in concorrenza perfetta, massimizzazione del profitto, e preliminarmente curve di costo.
In particolare devi conoscere come sono fatte e come si intersecano le curve di costo medio e marginale classiche con la forma a $U$. Ci dovrebbero stare i grafici sul libro, i grafici qui diventano fondamentali.
Dalle curve di costo devi partire, e sapere come si comporta l'impresa concorrenziale.
Sul libro ci deve stare, non posso sapere come tratta l'argomento e a che livello, né come imposta l'esercizio, va visto specificamente il libro (sono cose standard, ma possono essere fatte a vari livelli).
Poi non so se devi farle a un ragazzo a livello scolastico, e quindi fatte in una forma semplificata, che però io non posso conoscere, e devi riferirti al libro di testo.

Né io posso ripeterti qui tutta la teoria, posso, quando ho tempo stasera o domani, mostrarti il grafico standard e darti qualche spiegazione base.
Però se devi fare esercizi del genere, ti devi riferire a un libro di microeconomia e rivedere la teoria, perché ora le cose si vanno complicando, se no non ne esci.

gabriella127
Prova, però andando a guardare la teoria su un libro, a risponderti alle seguenti domande:

1) Quali sono le principali forme di mercato? Come si definisce la concorrenza perfetta? Come fa l'impresa in regime di concorrenza perfetta a scegliere il volume di produzione ottimo? (E che significa 'volume di produzione ottimo? Qui te lo dico io, il volume che massimizza il profitto).

2) Che cos'è e come si costruisce la curva di offerta dell'impresa concorrenziale?

3) In quali casi all'impresa conviene produrre o meno? (Qui c'è la distinzione tra breve e lungo periodo, e vanno distinti i costi di breve e lungo periodo).

Comincia limitandoti a guardare il punto 1) che è il passo fondamentale.

Marco1985Mn
allora:
concorrenza perfetta, monopolio, oligopolio.
concorrenza perfetta sono tante piccole imprese e tanti piccoli acquirenti che non possono influenzare il mercato. Il prezzo deriva dall'incontro della domanda e dell'offerta. Pertanto il prezzo è determinato da leggi di mercato e non discrezionale.
il massimo profitto sarà nel prezzo applicabile.
Abbozzo queste:)

gabriella127
Giusto, solo che la definizione di concorrenza perfettta va completata con altre caratteristiche, ma è vero che la cosa fondamentale è che le imprese non influenzano il prezzo (si dice che sono price takers ).
Non capisco però che vuol dire 'il massimo profitto sarà nel prezzo applicabile'.
La massimizzazione del profitto (o 'scelta del volume ottimo di produzione') non si riassume in una frase, è da studiare, curve dei costi comprese, ti tocca :D .

Tra le forme di mercato c'è anche la concorrenza monopolistica.

Marco1985Mn
"gabriella127":
Giusto, solo che la definizione di concorrenza perfettta va completata con altre caratteristiche, ma è vero che la cosa fondamentale è che le imprese non influenzano il prezzo (si dice che sono price takers ).
Non capisco però che vuol dire 'il massimo profitto sarà nel prezzo applicabile'.
La massimizzazione del profitto (o 'scelta del volume ottimo di produzione') non si riassume in una frase, è da studiare, curve dei costi comprese, ti tocca :D .

Tra le forme di mercato c'è anche la concorrenza monopolistica.

Ci ho provato :) la concorrenza monopolistica è un'ossimoro :D

gabriella127
Il tuo salumaio è in concorrenza monopolistica! :-D (davvero, anche se non lo sa)

gabriella127
Ho ritrovato un grafico base che avevo già fatto sulla concorrenze perfetta, te lo riporto qui sotto ora senza commento, se vuoi conoscere l'argomento 'massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta', devi conoscere e spiegare questo grafico.



Il grafico a sinistra rappresenta il mercato, il grafico a destra l'impresa. $MC$ è il costo marginale, $AVC$ è il costo medio (qui variabile, ma per ora non ci badare), $P$ ilprezzo di mercato, $D$ domanda, $S$ offerta, $Q$ quantità di mercato, $Q_f$ quantità prodotta dall'impresa.
Naturalmente tutto ciò ha un corrispettivo matematico.
Buon divertimento! :D

Marco1985Mn
direi che il massimo profitto si realizza quando il ricavo marginale = costo marginale, punto in cui è massima la distanza tra il ricavo marginale e il costo medio?

Marco1985Mn
non capisco perchè nella soluzione dell'esercizio però il prof eguagli costo marginale e costo medio

gabriella127
È giusto che la condizione di massimizzazione del profitto è costo marginale=ricavo marginale, però la distanza dal costo medio non c'entra, la condizione viene da altre considerazioni: si tratta di un problema di massimizzazione vincolata, in cui il vincolo è la funzione di costo.

Domanda: cos'è il ricavo marginale in concorrenza perfetta?

Non so che faccia il professore, credo che il costo medio entri quando deve stabilire se all'impresa conviene o no entrare nel mercato, così tirando a indovinare, con la massimizzione non c'entra.

Marco1985Mn
il prof trova:
costo marginale $4q+200$
costo medio $2q+200+(20000/q)$
trova il valore per cui costo marginale è uguale a costo medio (punto di cui non capisco utilità)
ricavando che $q=100$
in $q=100$ ricava che il costo medio è $600$ quindi ritiene che con un prezzo di vendita superiore
a 600 sia conveniente entrare a mercato trovando un prezzo di pareggio.
Se il prezzo di equilibrio è 780 allora dovrò trovare la quantità di equilibrio che mi pareggerà il costo medio.
quindi cerco di uguagliare $780 = 2q+200+(20000/q)$ ricavando due quantità di equilibrio:
250 e 40.
Ma quel maledetto incrocio tra costo marginale e medio non mi dice nulla. Non capisco perchè parta da li quando su tutte le spiegazioni trovo che il miglior profitto è dato dall'incontro tra ricavo marginale e costi marginali

gabriella127
Alllora, ti rispondo in generale poi leggo con calma, ora non ho il tempo di guardare i numeri.
Ci sono due problemi distinti che non vanno confusi.

1) Una cosa è la massimizzazione del profitto, per cui deve essere costo marginale= ricavo marginale (prezzo in concorrenza perfetta)

2) Questione diversa è un secondo step, la questione se l'impresa deve scegliere se stare nel mercato o no: se i profitti sono negativi, pur massimizzandoli, all'impresa non conviene stare sul mercato.
Per stabilire questo conta il costo medio, perché se il prezzo è al di sotto del costo medio (per il lungo periodo) non conviene stare sul mercato, si è in perdita.
Quindi l'impresa uguaglierà il costo marginale al prezzo e starà sul mercato solo a partire dal punto in cui (guarda la figura) il costo marginale è uguale al costo medio, cioè da dove le due curve si incrociano in su. Cioè se il prezzo è superiore a quel punto di incrocio.
Se il prezzo sta al di sotto del livello in cui si incrociano, cioè sotto il costo medio, all'impresa non conviene stare sul mercato.

Il pezzo della curva costo marginale a partire dall'intersezione con il costo medio è poi la curva di offerta dell'impresa: a partire da quel punto in su produce, per un prezzo al di sotto no, non produce.

Non ho letto i numeri, ma nel tuo esercizio la logica dovrebbe essere la stessa (anche se non hai le curve a $U$, ma un'altra forma, la teoria è uguale).

Questo è il quadro teorico di riferimento generale da tenere presente.

gabriella127
Se vogliamo vederlo sul grafico, quello di sopra a destra modificato, il professore sta cercando il punto $H$, dove costo medio e costo marginale sono uguali:



Come vedi, a un prezzo superiore (o uguale) a $P_0$, che coincide con il punto in cui costo marginale e costo medio sono uguali, come al prezzo $P_1$, conviene produrre, se il prezzo è al di sotto di $P_0$, come in corrispondenza di $P_2$ non conviene, si è in perdita.

Quindi si prende come curva di offerta dell'impresa (ossia, quanto l'impresa produce e vuole vendere in funzione del prezzo) solo il pezzo del costo marginale a partire da $H$, la parte verde.

gabriella127
Quello sopra è una sintesi del quadro teorico base di riferimento per la concorrenza perfetta, dato in modo semplificato. In particolare, in questo tipo di problemi va tenuta presente la distinzione tra breve e lungo periodo, in cui le condizioni produco-non produco-esco dal mercato sono diverse.

Il tuo è un problema di breve periodo. Da che si vede? Che nella funzione di costo ci sono i costi fissi, la parte di costi che non dipende dalla quantità. Mentre nel lungo periodo tutti i costi sono variabili.
Il breve periodo è più complicato perché c'è la distinzione tra costi fissi e variabili.

Sono questioni un po' impicciose, perché bisogna vedre i vari casi, e poi bisogna vedere come l'ha fatto il libro a cui ti riferisci o il professore.
Insomma, qua si tratta della teoria dell'impresa e dell'offerta, cioè di vari capitoli di un libro di microeconomia.

Marco1985Mn
Grazie davvero Gabriella per le fantastiche spiegazioni e il tempo dedicatomi.
Cerco di rispondere con ordine:
1) ricavo marginale = indica l'aumento dei ricavi che deriva dall'incremento di una unità aggiuntiva di prodotto
ci sono un paio di cose che non mi sono chiare però:

1) perchè l'incrocio tra costo marginale e costo medio è cosi importante per decidere se entrare a mercato oppure no. La curva di costo marginale mi dice di quanto è aumentato il costo per l'aggiunta di una unità di prodotto. Leggendo un pochino ho visto che effettivamente rappresenta l'accelerazione dei costi, quindi si muove molto più rapidamente dei costi medi.
Però oltre a quello perchè mi permette di decidere se entrare a mercato? non potrei guardare il prezzo unitario applicato sul mercato e confrontarlo con il costo medio? finchè il prezzo unitario che esce dal mercato in concorrenza perfetta è maggiore del costo medio unitario significa che mi conviene entrare su quel mercato. Che mi frega del costo marginale?

2)sto per dire una cazz..ata ma purtruppo ho difficoltà a metabolizzare questo argomento da sempre: nel grafico che mi hai gentilmente postato la retta rossa è la retta del ricavo marginale. Ma se la retta del costo marginale supera quella del ricavo marginale significa che il costo per una unità aggiuntiva di prodotto supera l'incremento di ricavi per una unità aggiuntiva di prodotto giusto?
quindi successivamente all'incrocio tra costo marginale e ricavo marginale l'impresa dovrebbe essere in perdita no? perchè allora diciamo che dopo il punto H l'azienda ha convenienza ad entrare sul mercato?
non è vero, se i costi crescono piu rapidamente dei ricavi è in perdita.
Scusa il papiro ma sto andando in tilt, troppe ore di lavoro, troppe studenti, troppo tutto



Marco1985Mn
Anche da questo grafico vedo solamente che l'incrocio tra costo marginale e costo medio mi fornisce il minimo dei costi medi unitari. Ma da li in avanti poi il costo medio salirà e non risulterà più conveniente produrre quando supererò la retta del ricavo marginale




gabriella127
Sì, questa è la relazione tra i costi che vale per qualunque impresa a prescindere dalla forma di mercato, poi in concorrenza perfetta c'è la retta orizzontale che rappresenta il prezzo di mercato/ricavo marginale.

Marco1985Mn
"gabriella127":
Sì, questa è la relazione tra i costi che vale per qualunque impresa a prescindere dalla forma di mercato, poi in concorrenza perfetta c'è la retta orizzontale che rappresenta il prezzo di mercato/ricavo marginale.


Però perchè non posso utilizzare solo il confronto tra prezzo unitario di mercato e costo medio unitario e mi serve anche incrocio tra costo marginale e costo medio?

gabriella127
L'impresa decide quanto vorrebbe produrre-offrire l'impresa a quel dato prezzo, e questo lo fa massimizzando il profitto con la condizione costo marginale=prezzo, poi va a vedere se ti conviene stare sul mercato o no guardando il costo medio: l'impresa offre la quantità ottima sullla curva di costo marginale, a seconda del prezzo, ma solo dal punto $H$ in poi. Questa è la sintesi della teoria dell'offerta dell'impresa.

Come illustrato dalla figura che hai postato, il punto di incrocio tra costo marginale e medio coincide con il punto di minimo del costo medio, quindi si può dire che l'impresa non entrerà nel mercato se il prezzo è inferiore al costo medio minimo. Perciò calcoli quell'incrocio.

In sintesi di nuovo: se il prezzo è al di sotto del punto $A$ della tua figura l'impresa offrirà $0$ (esce dal mercato), se il prezzo è al di sopra di $A$ l'impresa offre la quantità data dalla curva di costo marginale.

Marco1985Mn
Perfetto tutto chiaro.
Aggiungo un pezzo sperando vada bene.
"Se l'azienda dovesse produrre quantità del bene dopo il punto di incontro tra costo marginale e ricavo marginale (prezzo) sarebbe comunque in profitto visto che ricavo marginale > costo medio unitario, ma non sarebbe l'ottimo profitto, in quanto per una unità aggiuntiva di bene prodotto, il costo marginale supera il ricavo marginale e pertanto in sostanza aumentando 1 unità le quantità prodotte e vendute si avrebbe una diminuzione del profitto totale. Corretto?
Grazie mille

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