Sono abbastanza intelligente per studiare ingegneria?
Forse questa non è la sezione adatta a postare questo argomento, e forse la domanda a molti di voi potrà sembrare stupida. Però si tratta di un pensiero che mi ha afflitto alquanto in questi ultimi mesi e volevo sapere che cosa ne pensano quelli che di voi hanno più esperienza.
Sono al primo anno di ingegneria (dell'automazione) e mi sto preparando per gli esami del secondo semestre. Finora ho dato tutti quelli del primo con una media del 26 ( per prima cosa, è buona una media del genere? A volte leggo di sì, altre volte leggo invece di persone che mantengono una media del 28/29 e mi deprimo...). Il fatto è che, per la prima volta nella mia vita, mi trovo circondato da persone molto intelligenti e intuitive. Nella mia classe liceale erano tutti un po' caproni, senza offesa per loro, e quindi io avevo successo con minimo sforzo (cosa che non mi ha per nulla aiutato quest'anno, che devo lavorare sul serio). Ad esempio vedo che alcuni sono molto partecipativi durante le lezioni, pongono delle ottime domande mentre io spesso non capisco immediatamente ciò che viene spiegato, e se faccio una domanda è spesso un chiarimento abbastanza banale o una richiesta di spiegazioni.
Questi ultimi tre mesi in particolare, mi sono trovato in difficoltà perché abbiamo avuto un professore di Fisica II un po' particolare, un vero e proprio fisico delle particelle che spiegava in maniera estremamente teorica. Si sono lamentati un po' tutti di lui, a dire la verità, e spesso alle sue domande alla classe c'era quasi scena muta. Però c'è sempre quel gruppetto di una decina di studenti almeno, che sembra avere ben chiare le cose, e non capisco davvero come facciano. Mi ritrovo a dover dare quest'esame a fine luglio dovendo ristudiare il materiale quasi daccapo, visto che gli appunti che sono riuscito a prendere in classe sono ben poco utili.
Allora, qual è secondo voi, il segreto di questi studenti? Sono semplicemente più in gamba di me? Hanno un'intelligenza superiore alla media? Semplificando MOLTO bruscamente, direste che serva un determinato QI per farcela? Io e il mio misero 117 ce la possiamo fare?
Insomma, un po' mi dispiace per aver creato questo topic incredibilmente dispersivo che parla in realtà quasi solo delle mie paure irrazionali. Più concretamente, mi piacerebbe avere qualche consiglio pratico su come studiare, visto che non sono sicuro di aver acquisito ancora un "metodo" particolarmente efficace. Voi vi siete mai trovati in una situazione simile alla mia di Fisica II? Se sì, come l'avete risolta?
Ringrazio infinitamente in anticipo chiunque di voi abbia la pazienza di rispondere a quello che, ripeto, è un topic alquanto scemo.
Sono al primo anno di ingegneria (dell'automazione) e mi sto preparando per gli esami del secondo semestre. Finora ho dato tutti quelli del primo con una media del 26 ( per prima cosa, è buona una media del genere? A volte leggo di sì, altre volte leggo invece di persone che mantengono una media del 28/29 e mi deprimo...). Il fatto è che, per la prima volta nella mia vita, mi trovo circondato da persone molto intelligenti e intuitive. Nella mia classe liceale erano tutti un po' caproni, senza offesa per loro, e quindi io avevo successo con minimo sforzo (cosa che non mi ha per nulla aiutato quest'anno, che devo lavorare sul serio). Ad esempio vedo che alcuni sono molto partecipativi durante le lezioni, pongono delle ottime domande mentre io spesso non capisco immediatamente ciò che viene spiegato, e se faccio una domanda è spesso un chiarimento abbastanza banale o una richiesta di spiegazioni.
Questi ultimi tre mesi in particolare, mi sono trovato in difficoltà perché abbiamo avuto un professore di Fisica II un po' particolare, un vero e proprio fisico delle particelle che spiegava in maniera estremamente teorica. Si sono lamentati un po' tutti di lui, a dire la verità, e spesso alle sue domande alla classe c'era quasi scena muta. Però c'è sempre quel gruppetto di una decina di studenti almeno, che sembra avere ben chiare le cose, e non capisco davvero come facciano. Mi ritrovo a dover dare quest'esame a fine luglio dovendo ristudiare il materiale quasi daccapo, visto che gli appunti che sono riuscito a prendere in classe sono ben poco utili.
Allora, qual è secondo voi, il segreto di questi studenti? Sono semplicemente più in gamba di me? Hanno un'intelligenza superiore alla media? Semplificando MOLTO bruscamente, direste che serva un determinato QI per farcela? Io e il mio misero 117 ce la possiamo fare?
Insomma, un po' mi dispiace per aver creato questo topic incredibilmente dispersivo che parla in realtà quasi solo delle mie paure irrazionali. Più concretamente, mi piacerebbe avere qualche consiglio pratico su come studiare, visto che non sono sicuro di aver acquisito ancora un "metodo" particolarmente efficace. Voi vi siete mai trovati in una situazione simile alla mia di Fisica II? Se sì, come l'avete risolta?
Ringrazio infinitamente in anticipo chiunque di voi abbia la pazienza di rispondere a quello che, ripeto, è un topic alquanto scemo.
Risposte
Per prima cosa: lascia perdere il QI e tutto quell'insieme di ca**ate. Non è possibile quantificare qualcosa di complicato come l'intelligenza con un singolo numero. Dopotutto cosa significa essere intelligente? Di certo non è imparare a risolvere degli stupidi quiz che sono più legati ad abilità apprendibili che ad abilità innate*. Ci sono diversi modi di ragionare e tutti i tipi di abilità, che siano relazionali, logiche, artistiche, atletiche.. hanno una loro utilità e possono contribuire all'idea che abbiamo dell'intelligenza di una persona.
La domanda più corretta sarebbe piuttosto: ho le abilità necessarie per ottenere una laurea in Ingegneria e trovare lavoro? La risposta è certamente sì a meno che tu non ti perda d'animo solo perché hai conosciuto per la prima volta persone che al momento sembrano avere più talento e intuito di te. Forse queste persone avevano solo un modo di ragionare più affine a quello del professore. Può capitare a tutti, anche a persone che consideriamo dei geni. Ad esempio, Feynman ha preso un Nobel per la fisica, ma era famoso per le sue domande "stupide e banali". A volte ragionamenti che per alcune persone sono semplici e chiari, per altre sono incomprensibili. Io ho per esempio un modo di affrontare le materie scientifiche molto basato sull'intuito e sulla mia abilità di visualizzare i concetti e vedere pattern e relazioni tra le diverse parti. Se seguo una lezione o una conferenza con una persona che ha un modo di ragionare a me affine, non avrò molte difficoltà a seguirlo e a fare domande intelligenti. Se invece ho davanti una persona che ha un approccio molto più formale e rigido, mi troverò più in difficoltà e mi perderò nei suoi ragionamenti. Ma entrambi gli approcci hanno i loro vantaggi e svantaggi e non ha senso dire che io sia più o meno intelligente di un altra persona solo perché riusciamo meglio o peggio a fare qualcosa. Non è detto insomma che in altri esami o altre situazioni tu non possa far provare loro quelle stesse sensazioni di inferiorità che ora provi nei loro confronti.
Sei poi solo al secondo semestre del primo anno. Conta ancora molto quello che si è fatto al liceo. Io avevo ad esempio avuto la fortuna di aver fatto molto bene fisica e di aver quindi trovato molte poche difficoltà nei primi esami di fisica. Semplicemente conoscevo già molti degli argomenti trattati. Le mie conoscenze erano meno approfondite ma è certo più facile approfondire qualcosa che impararlo da zero o quasi. È quindi un altra possibile spiegazione per i voti maggiori e le domande più intelligenti di alcuni tuoi compagni.
In effetti ti troverai sempre nella vita ad incontrare persone più esperte e abili di te. L'importante è continuare a mettersi alla prova e imparare dai propri errori e dalle persone più esperte di noi. Dicono che per diventare esperto in qualsiasi tipo di abilità siano necessarie 10000 ore di pratica e se parli con qualsiasi "genio" vedrai che ha faticato molto per arrivare a quel tipo di abilità e conoscenza. Se non riesci a comprendere gli argomenti di fisica dai tuoi appunti o dal libro, puoi provare a chiedere aiuto a qualcuno che invece ha compreso quegli argomenti. Può essere un tuo collega o un professore o .. Potresti anche scoprire che anche quegli studenti che pensi abbiano capito tutto in realtà hanno dubbi e difficoltà..
* Le persone con più alto QI saranno insomma sempre le persone a cui più interessa avere un alto QI e che con sufficiente sforzo possono migliorare ulteriormente. Oltretutto la maggior parte dei quiz che ho visto sono formalmente senza senso (mal definiti e con regole/assunzioni nascoste).
La domanda più corretta sarebbe piuttosto: ho le abilità necessarie per ottenere una laurea in Ingegneria e trovare lavoro? La risposta è certamente sì a meno che tu non ti perda d'animo solo perché hai conosciuto per la prima volta persone che al momento sembrano avere più talento e intuito di te. Forse queste persone avevano solo un modo di ragionare più affine a quello del professore. Può capitare a tutti, anche a persone che consideriamo dei geni. Ad esempio, Feynman ha preso un Nobel per la fisica, ma era famoso per le sue domande "stupide e banali". A volte ragionamenti che per alcune persone sono semplici e chiari, per altre sono incomprensibili. Io ho per esempio un modo di affrontare le materie scientifiche molto basato sull'intuito e sulla mia abilità di visualizzare i concetti e vedere pattern e relazioni tra le diverse parti. Se seguo una lezione o una conferenza con una persona che ha un modo di ragionare a me affine, non avrò molte difficoltà a seguirlo e a fare domande intelligenti. Se invece ho davanti una persona che ha un approccio molto più formale e rigido, mi troverò più in difficoltà e mi perderò nei suoi ragionamenti. Ma entrambi gli approcci hanno i loro vantaggi e svantaggi e non ha senso dire che io sia più o meno intelligente di un altra persona solo perché riusciamo meglio o peggio a fare qualcosa. Non è detto insomma che in altri esami o altre situazioni tu non possa far provare loro quelle stesse sensazioni di inferiorità che ora provi nei loro confronti.
Sei poi solo al secondo semestre del primo anno. Conta ancora molto quello che si è fatto al liceo. Io avevo ad esempio avuto la fortuna di aver fatto molto bene fisica e di aver quindi trovato molte poche difficoltà nei primi esami di fisica. Semplicemente conoscevo già molti degli argomenti trattati. Le mie conoscenze erano meno approfondite ma è certo più facile approfondire qualcosa che impararlo da zero o quasi. È quindi un altra possibile spiegazione per i voti maggiori e le domande più intelligenti di alcuni tuoi compagni.
In effetti ti troverai sempre nella vita ad incontrare persone più esperte e abili di te. L'importante è continuare a mettersi alla prova e imparare dai propri errori e dalle persone più esperte di noi. Dicono che per diventare esperto in qualsiasi tipo di abilità siano necessarie 10000 ore di pratica e se parli con qualsiasi "genio" vedrai che ha faticato molto per arrivare a quel tipo di abilità e conoscenza. Se non riesci a comprendere gli argomenti di fisica dai tuoi appunti o dal libro, puoi provare a chiedere aiuto a qualcuno che invece ha compreso quegli argomenti. Può essere un tuo collega o un professore o .. Potresti anche scoprire che anche quegli studenti che pensi abbiano capito tutto in realtà hanno dubbi e difficoltà..

* Le persone con più alto QI saranno insomma sempre le persone a cui più interessa avere un alto QI e che con sufficiente sforzo possono migliorare ulteriormente. Oltretutto la maggior parte dei quiz che ho visto sono formalmente senza senso (mal definiti e con regole/assunzioni nascoste).
Ciao, anche io sono uno studente di ingegneria (elettronica però)
La media del 26 è un'ottima media non preoccuparti. Nel corso degli anni di studio mi sono fatto una mia idea (sbagliata o meno) della media accademica, secondo me non inquadra bene le vere potenzialità dello studente. Dal mio punto di vista il voto di un esame dipende da tanti fattori (perlomeno per esperienza personale). Ovviamente lo studente deve aver ben chiaro tutti gli argomenti trattati nel corso di studio (e quando dico ben chiari, sempre secondo il mio pensiero e metodo, non significa aver imparato a memoria per filo e per segno quanto scritto sul libro e/o detto dal prof bensì aver capito bene non solo in teoria cosa riguarda quella determinata cosa ma anche come si può applicare al mondo reale, in sostanza a cosa potrebbe servirmi quando un giorno sarò ingegnere). Adesso ipotizzando che lo studente abbia realmente appreso così a fondo ogni singolo argomento del corso allora ci si aspetterebbe un 30/e lode assicurato, ma non è sempre così. Gli altri fattori che determinano l'esito di un esame sono : lo stato psicologico dello studente (ansia,stress,..) e lo stato psicologico del professore..Ebbene sì, mi è capitato diverse volte di sedermi ad un esame con un professore che non era in grado di sostenere un esame (per problemi personali che lo rendevano nervoso o semplicemente perchè apparteneva alla "categoria" dei professori "frustrati" che (se non sei andato più volte nel suo studio anche solo per farti vedere e quindi nutrire l'ego del prof) ti rendono l'esame talmente difficile da farti dubitare delle tue conoscenze.
Bada bene però, con questo non sto assolutamente dicendo che tutti i prof siano così o che (in quest ultimo caso) lo studente non abbia colpe. Quello che ho scritto è più che altro un avvertimento per metterti un pò sul chi va là. Quello che dico non è per sentito dire ma per esperienza personale..Durante le sessione autunnale mi è capitato di sostenere un esame con un prof che a lezione aveva un linguaggio un pò "colorito" (ci sta, rendeva le lezioni più leggere ed ogni tanto spezzava il ritmo per farti respirare un pò), il problema è che (probabilmente) apparteneva alla suddetta "categoria"..All'esame va per primo un ragazzo che (per quanto mi hanno raccontato) andava spesso ai suoi ricevimenti per chiedere qualsiasi cosa gli venisse in mente (anche senza cognizione di causa)..risultato? domande semplicissime, risposte vaghe quasi sempre completate dal prof e voto 28..Poi tocca a me (avevo preparato quell'esame molto bene ed ero sicuro di me) che non ero mai andato al ricevimento perchè non ne sentivo la necessità..risultato? la prima cosa che mi ha chiesto è stata: "lei è mai venuto al mio ricevimento? mi sembra di non averla mai vista..", ovviamente risposi di no senza aggiungere motivazioni (per evitare di sembrare pieno di me), l'esame continua con varie domande tutte molto specifiche a cui arrivava un pronta risposta (considera che mi chiese addirittura un argomento che non era in programma ma che [per fortuna] avevo fatto perchè mi incuriosiva, risposi a quella domanda e lui mi disse che la mia risposta era corretta ma non poteva valutarla perchè non era in programma..), comunque dopo un pò di botta e risposta il prof si arrende e mi da 26 con la scusante che non avendo partecipato ai suoi ricevimenti non avevo dimostrato un reale interesse nell'approfondire la sua materia (assolutamente senza senso!).
Quindi, in conclusione, studia per te stesso perchè (per quanto mi riguarda) il voto è fine a se stesso e non sempre "misura" il tuo reale grado di conoscenza della materia.
Tranquillo, perlomeno all'inizio (primo anno) è normale non capire tutto e subito. A volte ti sembrerà anche di aver capito bene un argomento durante la spiegazione in aula ma ritornando a casa ti sembrerà tutto molto confuso. E' giusto così, a lezione (poichè i tempi sono ridotti) le spiegazioni vengono fatte in massa (una media di 30-40 pagine a lezione) quindi è normalissimo non avere tutti i concetti subito chiari, questi dubbi vanno compensati con lo studio personale.
Mi è capitato anche questo ma il prof era di Fisica I. Il suo metodo potremmo anche considerarlo corretto per un corso di ingegneria (intera lezione in inglese, approccio più ingegneristico che fisico in ogni singolo argomento, ecc..) però ci sono anche dei problemi che (a distanza di anni) non posso giustificare..Innanzitutto seguire un'intera lezione in inglese (con molti termini tecnici) non mi sembra proponibile al primo anno, seconda cosa molto più importante, era fissato con la "Lagrangiana" che sicuramente non è adatta per spiegare un argomento ad uno studente che sta iniziando a gettare le fondamenta del palazzo..in questo modo si rischia di costruirlo partendo dal tetto..
Fortunatamente ho capito subito la situazione e me ne sono tirato fuori, non ho più seguito le sue lezioni ed ho aspettato l'anno successivo (cambiava il prof) per seguire un vero corso di Fisica I e "mi sono salvato". Infatti, quando ho seguito il corso di Fisica II insieme ad alcuni colleghi che avevano "dato" la materia con quel prof strampalato di Fisica I, questi già dalla prima lezione non riuscivano nemmeno a spiegarsi il perchè la legge di Coulomb era analiticamente uguale alla legge di gravitazione di Newton..semplicemente perchè avevano imparato a memoria quella tanto "amata" Lagrangiana senza in realtà studiare Fisica I..
Adesso, per concludere, non so se ti trovi in questo caso (prof che spiega argomenti che non rispecchiano assolutamente il nome del corso) oppure semplicemente il prof vi educa ad utilizzare un linguaggio più consono (tecnico) per la materia. In ogni caso valuta tu il da farsi, è vero che in caso di "cambio prof" perdi un semestre però se ne vale la pena (come è stato nel mio caso) ti ripagherà in futuro (perchè in tal caso avrai veramente appreso la materia e non una sua "imitazione").
Potrebbe essere come potrebbe non essere
a parte gli scherzi, secondo me dipende tantissimo dalle basi liceali. Se si hanno delle basi forti (ed una buona propensione verso lo studio) allora si hanno buone probabilità di entrare "quasi" subito nell'ottica universitaria.
Mi dispiace non esserti utile in questa domanda finale ma purtroppo non esiste un metodo di studio corretto ed uno sbagliato ma esiste il metodo di studio giusto per te. Devi essere tu a tentare varie strade/metodi e vedere quale si rivela il più efficace in proporzione a ore di studio impiegate -> comprensione della materia -> possibilità di avere altro tempo a disposizione per approfondire e/o consolidare. Inizialmente scrivevo dei riassunti del libro (che spesso non erano per niente riassuntivi) perdendo così molto tempo, negli anni ho affinato la tecnica del riassunto aumentando la qualità piuttosto che la quantità (e questo si è rivelato efficace per me perchè ha migliorato la visione generale della materia, è sbagliato considerare ogni capitolo a sè stante ma tutto fa parte di un unico blocco di conoscenze). Poi ci sono altre materie più discorsive (Fisica, teoria dei Sistemi, ecc..) che non hanno bisogno di riassunti, possono (e devono) essere studiate direttamente dal libro (a differenza di materia come Analisi, le quali senza riassunti non riesco proprio a farle).
"Zultacchie":
una media del 26, è buona una media del genere?
La media del 26 è un'ottima media non preoccuparti. Nel corso degli anni di studio mi sono fatto una mia idea (sbagliata o meno) della media accademica, secondo me non inquadra bene le vere potenzialità dello studente. Dal mio punto di vista il voto di un esame dipende da tanti fattori (perlomeno per esperienza personale). Ovviamente lo studente deve aver ben chiaro tutti gli argomenti trattati nel corso di studio (e quando dico ben chiari, sempre secondo il mio pensiero e metodo, non significa aver imparato a memoria per filo e per segno quanto scritto sul libro e/o detto dal prof bensì aver capito bene non solo in teoria cosa riguarda quella determinata cosa ma anche come si può applicare al mondo reale, in sostanza a cosa potrebbe servirmi quando un giorno sarò ingegnere). Adesso ipotizzando che lo studente abbia realmente appreso così a fondo ogni singolo argomento del corso allora ci si aspetterebbe un 30/e lode assicurato, ma non è sempre così. Gli altri fattori che determinano l'esito di un esame sono : lo stato psicologico dello studente (ansia,stress,..) e lo stato psicologico del professore..Ebbene sì, mi è capitato diverse volte di sedermi ad un esame con un professore che non era in grado di sostenere un esame (per problemi personali che lo rendevano nervoso o semplicemente perchè apparteneva alla "categoria" dei professori "frustrati" che (se non sei andato più volte nel suo studio anche solo per farti vedere e quindi nutrire l'ego del prof) ti rendono l'esame talmente difficile da farti dubitare delle tue conoscenze.
Bada bene però, con questo non sto assolutamente dicendo che tutti i prof siano così o che (in quest ultimo caso) lo studente non abbia colpe. Quello che ho scritto è più che altro un avvertimento per metterti un pò sul chi va là. Quello che dico non è per sentito dire ma per esperienza personale..Durante le sessione autunnale mi è capitato di sostenere un esame con un prof che a lezione aveva un linguaggio un pò "colorito" (ci sta, rendeva le lezioni più leggere ed ogni tanto spezzava il ritmo per farti respirare un pò), il problema è che (probabilmente) apparteneva alla suddetta "categoria"..All'esame va per primo un ragazzo che (per quanto mi hanno raccontato) andava spesso ai suoi ricevimenti per chiedere qualsiasi cosa gli venisse in mente (anche senza cognizione di causa)..risultato? domande semplicissime, risposte vaghe quasi sempre completate dal prof e voto 28..Poi tocca a me (avevo preparato quell'esame molto bene ed ero sicuro di me) che non ero mai andato al ricevimento perchè non ne sentivo la necessità..risultato? la prima cosa che mi ha chiesto è stata: "lei è mai venuto al mio ricevimento? mi sembra di non averla mai vista..", ovviamente risposi di no senza aggiungere motivazioni (per evitare di sembrare pieno di me), l'esame continua con varie domande tutte molto specifiche a cui arrivava un pronta risposta (considera che mi chiese addirittura un argomento che non era in programma ma che [per fortuna] avevo fatto perchè mi incuriosiva, risposi a quella domanda e lui mi disse che la mia risposta era corretta ma non poteva valutarla perchè non era in programma..), comunque dopo un pò di botta e risposta il prof si arrende e mi da 26 con la scusante che non avendo partecipato ai suoi ricevimenti non avevo dimostrato un reale interesse nell'approfondire la sua materia (assolutamente senza senso!).
Quindi, in conclusione, studia per te stesso perchè (per quanto mi riguarda) il voto è fine a se stesso e non sempre "misura" il tuo reale grado di conoscenza della materia.
"Zultacchie":
Ad esempio vedo che alcuni sono molto partecipativi durante le lezioni, pongono delle ottime domande mentre io spesso non capisco immediatamente ciò che viene spiegato, e se faccio una domanda è spesso un chiarimento abbastanza banale o una richiesta di spiegazioni.
Tranquillo, perlomeno all'inizio (primo anno) è normale non capire tutto e subito. A volte ti sembrerà anche di aver capito bene un argomento durante la spiegazione in aula ma ritornando a casa ti sembrerà tutto molto confuso. E' giusto così, a lezione (poichè i tempi sono ridotti) le spiegazioni vengono fatte in massa (una media di 30-40 pagine a lezione) quindi è normalissimo non avere tutti i concetti subito chiari, questi dubbi vanno compensati con lo studio personale.
"Zultacchie":
Questi ultimi tre mesi in particolare, mi sono trovato in difficoltà perché abbiamo avuto un professore di Fisica II un po' particolare, un vero e proprio fisico delle particelle che spiegava in maniera estremamente teorica.
Mi è capitato anche questo ma il prof era di Fisica I. Il suo metodo potremmo anche considerarlo corretto per un corso di ingegneria (intera lezione in inglese, approccio più ingegneristico che fisico in ogni singolo argomento, ecc..) però ci sono anche dei problemi che (a distanza di anni) non posso giustificare..Innanzitutto seguire un'intera lezione in inglese (con molti termini tecnici) non mi sembra proponibile al primo anno, seconda cosa molto più importante, era fissato con la "Lagrangiana" che sicuramente non è adatta per spiegare un argomento ad uno studente che sta iniziando a gettare le fondamenta del palazzo..in questo modo si rischia di costruirlo partendo dal tetto..
Fortunatamente ho capito subito la situazione e me ne sono tirato fuori, non ho più seguito le sue lezioni ed ho aspettato l'anno successivo (cambiava il prof) per seguire un vero corso di Fisica I e "mi sono salvato". Infatti, quando ho seguito il corso di Fisica II insieme ad alcuni colleghi che avevano "dato" la materia con quel prof strampalato di Fisica I, questi già dalla prima lezione non riuscivano nemmeno a spiegarsi il perchè la legge di Coulomb era analiticamente uguale alla legge di gravitazione di Newton..semplicemente perchè avevano imparato a memoria quella tanto "amata" Lagrangiana senza in realtà studiare Fisica I..
Adesso, per concludere, non so se ti trovi in questo caso (prof che spiega argomenti che non rispecchiano assolutamente il nome del corso) oppure semplicemente il prof vi educa ad utilizzare un linguaggio più consono (tecnico) per la materia. In ogni caso valuta tu il da farsi, è vero che in caso di "cambio prof" perdi un semestre però se ne vale la pena (come è stato nel mio caso) ti ripagherà in futuro (perchè in tal caso avrai veramente appreso la materia e non una sua "imitazione").
"Zultacchie":
Hanno un'intelligenza superiore alla media?
Potrebbe essere come potrebbe non essere

"Zultacchie":
Più concretamente, mi piacerebbe avere qualche consiglio pratico su come studiare, visto che non sono sicuro di aver acquisito ancora un "metodo" particolarmente efficace.
Mi dispiace non esserti utile in questa domanda finale ma purtroppo non esiste un metodo di studio corretto ed uno sbagliato ma esiste il metodo di studio giusto per te. Devi essere tu a tentare varie strade/metodi e vedere quale si rivela il più efficace in proporzione a ore di studio impiegate -> comprensione della materia -> possibilità di avere altro tempo a disposizione per approfondire e/o consolidare. Inizialmente scrivevo dei riassunti del libro (che spesso non erano per niente riassuntivi) perdendo così molto tempo, negli anni ho affinato la tecnica del riassunto aumentando la qualità piuttosto che la quantità (e questo si è rivelato efficace per me perchè ha migliorato la visione generale della materia, è sbagliato considerare ogni capitolo a sè stante ma tutto fa parte di un unico blocco di conoscenze). Poi ci sono altre materie più discorsive (Fisica, teoria dei Sistemi, ecc..) che non hanno bisogno di riassunti, possono (e devono) essere studiate direttamente dal libro (a differenza di materia come Analisi, le quali senza riassunti non riesco proprio a farle).
"Oiram92":
Mi dispiace non esserti utile in questa domanda finale ma purtroppo non esiste un metodo di studio corretto ed uno sbagliato ma esiste il metodo di studio giusto per te. Devi essere tu a tentare varie strade/metodi e vedere quale si rivela il più efficace in proporzione a ore di studio impiegate -> comprensione della materia -> possibilità di avere altro tempo a disposizione per approfondire e/o consolidare. Inizialmente scrivevo dei riassunti del libro (che spesso non erano per niente riassuntivi) perdendo così molto tempo, negli anni ho affinato la tecnica del riassunto aumentando la qualità piuttosto che la quantità (e questo si è rivelato efficace per me perchè ha migliorato la visione generale della materia, è sbagliato considerare ogni capitolo a sè stante ma tutto fa parte di un unico blocco di conoscenze). Poi ci sono altre materie più discorsive (Fisica, teoria dei Sistemi, ecc..) che non hanno bisogno di riassunti, possono (e devono) essere studiate direttamente dal libro (a differenza di materia come Analisi, le quali senza riassunti non riesco proprio a farle).
Tanto per rafforzare questo punto sul "non esiste un metodo di studio giusto per tutti". Al contrario di Oiram io non ho mai né fatto riassunti, né sottolineato libri, né preso appunti a lezione. In effetti prendere appunti è sempre stato più una fonte di distrazione che qualcosa di utile a lezione e non ho mai sentito il bisogno di scrivere riassunti. Il mio metodo di studio è sempre stato quello di leggere molte volte (il giorno prima dell'esame mi capitava di "sfogliarlo" completamente anche qualche decina di volte) il libro/dispense/slide con una sempre maggiore attenzione ai dettagli. Le prime letture hanno quindi lo scopo di ottenere una visione di insieme dei concetti e delle relazioni tra le varie parti per poi aggiungere sempre più dettagli man mano che lo studio prosegue.
@Oiram92: Riguardo alla tua esperienza con il professore.. Dimostra più che altro quanto sia importante confrontarsi con altre persone che abbiano già dato l'esame. Mi è ad esempio anche capitato di sopravvalutare tantissimo alcuni esami che erano poi delle farse. Per quanto sia importante studiare per se stessi, sapere cosa vuole il professore è sempre utile (soprattutto negli esami su argomenti che ci interessano meno).
@Zultacchie: Ho dimenticato una cosa sulla media, a meno di voler continuare nel mondo accademico non ha alcuna importanza con quanto esci! Soprattutto alla triennale. Il tempo di laurea è in molti casi più importante. Meglio uscire con 100, ma mettendoci 5 anni (parlo di magistrale), che con 110L dopo 10 anni. La media del 26 va più che bene e hai tutto il tempo di migliorare se lo desideri.
"apatriarca":
@Oiram92: Riguardo alla tua esperienza con il professore.. Dimostra più che altro quanto sia importante confrontarsi con altre persone che abbiano già dato l'esame. Mi è ad esempio anche capitato di sopravvalutare tantissimo alcuni esami che erano poi delle farse. Per quanto sia importante studiare per se stessi, sapere cosa vuole il professore è sempre utile (soprattutto negli esami su argomenti che ci interessano meno).
Si è molto importante sapere anche qualcosa in più sul prof (atteggiamento, domande particolari ecc..) in modo da essere preparati (anche psicologicamente) per l'esame che si andrà ad affrontare. Tuttavia ti assicuro che in quel caso ne avevo discusso con altri colleghi più grandi quindi ero preparato anche agli "insulti scherzosi" che dicevano facesse di tanto in tanto (l'ho omesso nel racconto ma durante il corso dell'esame mi prendeva "in giro" per il pizzetto..e le frasi erano anche abbastanza pesanti..). Ammetto di aver sbavato leggermente in qualche risposta (ma niente di esagerato anche perchè i contenuti c'erano sempre) ma quando un prof ti da il voto ancora prima di sederti è difficile (se non impossibile) fargli cambiare idea..anche i miei colleghi al termine dell'esame hanno "protestato" per il mio voto ma io (e credo di aver fatto bene) non ho battuto ciglio. Mi è capitato troppo spesso di vedere altri colleghi contestare (esageratamente) il voto esasperando il prof che quindi (piuttosto che dargli la materia) li rimandava al prossimo appello serbando anche un pò di astio (alcuni miei colleghi che hanno fatto questo "sbaglio" stanno ancora tentando di dare la materia dopo diversi appelli perchè ancora una volta il prof ha il coltello dalla parte del manico e quindi puntualmente li mette in difficoltà ad ogni esame proprio per fargli "scottare" la volta in cui sono stati poco rispettosi del suo giudizio..)
Ma sì, figurati.. È successo a tutti e hai fatto bene ad accettare senza troppe storie. Soprattutto perché è difficile ammettano di essere stati troppo severi nel giudizio e la cosa migliore che può capitarti e che ti diano una ulteriore possibilità sotto forma di nuova domanda (che non sarà certo facile visto che l'hai pure fatto innervosire). E poi devo ammettere di essermi quasi sempre pentito di aver rifiutato un voto abbastanza positivo come un 26. Alla fine nella mura carriera universitaria ho preso tutti i voti (dal 18 al 30 e lode) e sono comunque uscito con 110 sia alla triennale che alla specialistica.
E poi c'è sempre la sfiga, nulla ti può ad esempio preparare ad uno scritto in cui perdi un ora dietro un esercizio in cui il professore ha fatto un errore nello scrivere un equazione e verrà quindi annullato..
E poi c'è sempre la sfiga, nulla ti può ad esempio preparare ad uno scritto in cui perdi un ora dietro un esercizio in cui il professore ha fatto un errore nello scrivere un equazione e verrà quindi annullato..