Insieme dei tempi di un sistemi dinamico - [Teoria sistemi]
Sul libro 'Teoria dei sistemi' di Balestrino - Celentano (pagina 22-23) si legge che
[tex]\mathcal{T}[/tex], "insieme dei tempi" di un sistema dinamico, è "un sottoinsieme ordinato di [tex]\mathbb{R}[/tex]";
inoltre (pagina 32) si definisce un sistema discreto come "un sistema per cui l'insieme dei tempi [tex]\mathcal{T}[/tex] è un insieme discreto, generalmente coincidente con l'insieme dei numeri interi relativi [tex]\mathbb{Z}[/tex]".
Mi chiedo:
- Per "ordinato" si intende un insieme totalmente ordinato o anche parzialmente ordinato?
- Per i sistemi dinamici discreti presentati sui libri sui libri e nei corsi di Automatica (Teoria dei sistemi, Controlli automatici, ...)
e.g. [tex]\left\{\begin{array}{l}x(k+1)=A(k)x(k)+B(k)u(k)\\y(k)=C(k)x(k)+D(k)u(k)\end{array}[/tex]
l'insieme dei tempi può essere un sottoinsieme ordinato discreto di [tex]\mathbb{R}[/tex] qualsiasi (e.g. [tex]\{1, 1.5, 2.66, 5, ...\}[/tex])
oppure dev'essere di norma l'insieme [tex]\mathbb{Z}[/tex]?
[tex]\mathcal{T}[/tex], "insieme dei tempi" di un sistema dinamico, è "un sottoinsieme ordinato di [tex]\mathbb{R}[/tex]";
inoltre (pagina 32) si definisce un sistema discreto come "un sistema per cui l'insieme dei tempi [tex]\mathcal{T}[/tex] è un insieme discreto, generalmente coincidente con l'insieme dei numeri interi relativi [tex]\mathbb{Z}[/tex]".
Mi chiedo:
- Per "ordinato" si intende un insieme totalmente ordinato o anche parzialmente ordinato?
- Per i sistemi dinamici discreti presentati sui libri sui libri e nei corsi di Automatica (Teoria dei sistemi, Controlli automatici, ...)
e.g. [tex]\left\{\begin{array}{l}x(k+1)=A(k)x(k)+B(k)u(k)\\y(k)=C(k)x(k)+D(k)u(k)\end{array}[/tex]
l'insieme dei tempi può essere un sottoinsieme ordinato discreto di [tex]\mathbb{R}[/tex] qualsiasi (e.g. [tex]\{1, 1.5, 2.66, 5, ...\}[/tex])
oppure dev'essere di norma l'insieme [tex]\mathbb{Z}[/tex]?
Risposte
Per quanto riguarda l'ordine, non saprei; probabilmente dipende da cosa rappresentano i modelli.
Per quanto riguarda i sistemi discreti, quello che ti poni è secondo me un "falso problema" poichè, detto molto rozzamente, ogni successione crescente si può mettere in corrispondenza con [tex]$\mathbb{N}$[/tex] (se è dotata di minimo) o con [tex]$\mathbb{Z}$[/tex] (se non è dotata di minimo).
Però non sono un esperto, quindi ti conviene aspettare conferme da chi ne sà più di me.
P.S.: Ingegneria a Napoli?
Per quanto riguarda i sistemi discreti, quello che ti poni è secondo me un "falso problema" poichè, detto molto rozzamente, ogni successione crescente si può mettere in corrispondenza con [tex]$\mathbb{N}$[/tex] (se è dotata di minimo) o con [tex]$\mathbb{Z}$[/tex] (se non è dotata di minimo).
Però non sono un esperto, quindi ti conviene aspettare conferme da chi ne sà più di me.
P.S.: Ingegneria a Napoli?
I modelli di cui parliamo sono generici: possono rappresentare qualsiasi fenomeno, processo, apparecchio.
Riguardo al secondo quesito, è importante la natura dell'insieme e quindi se i campioni delle grandezze in gioco sono equidistanti o meno, avendo tali modelli un riscontro fisico.
PS: Ingegneria non a Napoli ma con professori da Napoli.
Riguardo al secondo quesito, è importante la natura dell'insieme e quindi se i campioni delle grandezze in gioco sono equidistanti o meno, avendo tali modelli un riscontro fisico.
PS: Ingegneria non a Napoli ma con professori da Napoli.
L'importanza della natura dell'insieme degli indici è solo fisica, non matematica; visto che quella che proponi è una definizione matematica di "sistema discreto", che i punti siano equidistanti o meno non importa un granché.
Ovviamente, rinnovo il consiglio di aspettare conferme.
Ovviamente, rinnovo il consiglio di aspettare conferme.
Secondo me non ha molto senso considerare insiemi che, seppur discreti, contengono numeri reali (fermo restando ciò che dice gugo sulla possibilità di metterli in bigezione con [tex]$\mathbb{N}$[/tex]), perché il modello discreto si applica a sistemi che agiscono "per passi", o macchine a stati. Un esempio che mi viene in mente è il codificatore convoluzionale. In pratica questo è costituito da un registro a scorrimento e da varie connessioni. Applicando al codificatore la teoria dei sistemi discreti (si sfrutta la z-trasformata) uno si chiede quale sia l'uscita al passo [tex]$(k+1)$[/tex]-esimo, dato l'ingresso al passo [tex]$k$[/tex]-esimo e al passo [tex]$(k+1)$[/tex]-esimo (ma possono servire anche passi antecedenti). Penso che sarebbe solo un inutile artificio considerare robe del tipo "il passo 1.1-esimo"...
Sono d'accordo.
Però mi rimane sempre un grande dubbio:
Diciamo che di norma l'insieme dei tempi di un sistema discreto è [tex]\mathbb{Z}[/tex].
Supponiamo che [tex]\mathbb{Z}[/tex] sia in corrispondenza con un insieme discreto di numero reali non equidistanti tra loro, ovvero che si utilizzi un passo di discretizzazione/campionamento non costante;
Sarebbero ancora valido modelli di sistemi dinamici discreti come [tex]\left\{\begin{array}{l}x(k+1)=A(k)x(k)+B(k)u(k)\\y(k)=C(k)x(k)+D(k)u(k)\end{array}[/tex] e tutta la teoria attorno?
Però mi rimane sempre un grande dubbio:
Diciamo che di norma l'insieme dei tempi di un sistema discreto è [tex]\mathbb{Z}[/tex].
Supponiamo che [tex]\mathbb{Z}[/tex] sia in corrispondenza con un insieme discreto di numero reali non equidistanti tra loro, ovvero che si utilizzi un passo di discretizzazione/campionamento non costante;
Sarebbero ancora valido modelli di sistemi dinamici discreti come [tex]\left\{\begin{array}{l}x(k+1)=A(k)x(k)+B(k)u(k)\\y(k)=C(k)x(k)+D(k)u(k)\end{array}[/tex] e tutta la teoria attorno?