Ingegneria matematica lavoro
Buongiorno a tutti, recentemente ho sostenuto il til al politecnico di Torino e l'ho passato abbastanza bene (90/100), perciò sarei tentato di iscrivermi lì, più precisamente a matematica per l'ingegneria, che credo essere il corso di laurea su misura per me. Per la specialistica pensavo Milano, perché mi sembra migliore di Torino, ma questo si vedrà, la mia domanda è: cosa fa un ingegnere matematico, non cosa potrebbe fare. Chiedo perciò, specialmente a gente che si è laureata in ingegneria matematica, come raptorista, tecnos, vanzan, delle testimonianze autentiche su quali sono gli impieghi (ed eventualmente gli stipendi) ottenuti da ingegneri matematici neolaureati di vostra conoscenza. Sul sito del politecnico infatti nella voce "soddisfazione dei laureati" c'è un divario abissale nella dicitura "utilizza in maniera elevata le competenze ottenute con la laurea": 11% dei laureati dopo tre anni (valore bassissimo, per me questo è l'aspetto più importante, anche più dei quattrini che uno porta a casa) 50% dopo cinque anni (valore discreto se non buono); che singnificano questi dati? Che è difficile fare ciò per cui si ha studiato?
Grazie in anticipo a tutti.
Grazie in anticipo a tutti.
Risposte
Ciao,
ti parlo da ingegnere matematico: le offerte di lavoro arrivano, anche perche' il 90 percento del lavoro lo fa l'appartenere al database del Polito o Polimi cui attingono le imprese.
Riguardo la paga, dovrebbe essere in linea con quella di altri ingegneri, credo, e dipendente dal lavoro che si va a fare.
Riguardo invece la percentuale di persone che credono di non applicare quello per cui hanno studiato, si fa riferimento a un concetto assai piu' generale: nessuno fa nulla dall'inizio alla fine, perche' le realta' industriali sono assai complesse.
Spiego questa cosa con un esempio relativo a chi sceglie il ramo industriale di ingegneria matematica.
Se a lezione, in vari esami tra loro interconnessi, vedi una panoramica totale ed affascinante, partendo dalla fisica dei fluidi e della turbolenza, passando per la loro modellazione al calcolatore, parlando nel linguaggio dell'analisi funzionale, fino ad arrivare ad ottenere quindi parametri relativi al comportamento di manufatti come turbine o alettoni, e ci sono altri esami ancora dove ti spiegano come tali parametri possono essere ottimizzati con varie tecniche, appunto, di ottimizzazione...
Uno studente potrebbe credere che a lavoro lo mettono la mattina alla lavagna e la sera al computer a simulare.
Nella realta' invece si finisce a focalizzarsi su una cosa assai ristretta, per ovvi motivi aziendali, se non si prosegue con un dottorato presso una facolta' di ingegneria o di scienze ( o di economia, agraria, psicologia... gli ingegneri matematici possono fare praticamente qualsiasi phd che contempli un poco di modeling). Ad esempio, se si finisce in una ditta di CFD magari ti mettono a fare mesh su modelli CAD, o se entri in una ditta di consulenza invece di sviluppare nuovi algoritmi di data mining ti mettono a smanettare con database ed sql.
Io resto dell'opinione che, con i tempi che corrono, meglio un lavoro settoriale che rimanere senza
ti parlo da ingegnere matematico: le offerte di lavoro arrivano, anche perche' il 90 percento del lavoro lo fa l'appartenere al database del Polito o Polimi cui attingono le imprese.
Riguardo la paga, dovrebbe essere in linea con quella di altri ingegneri, credo, e dipendente dal lavoro che si va a fare.
Riguardo invece la percentuale di persone che credono di non applicare quello per cui hanno studiato, si fa riferimento a un concetto assai piu' generale: nessuno fa nulla dall'inizio alla fine, perche' le realta' industriali sono assai complesse.
Spiego questa cosa con un esempio relativo a chi sceglie il ramo industriale di ingegneria matematica.
Se a lezione, in vari esami tra loro interconnessi, vedi una panoramica totale ed affascinante, partendo dalla fisica dei fluidi e della turbolenza, passando per la loro modellazione al calcolatore, parlando nel linguaggio dell'analisi funzionale, fino ad arrivare ad ottenere quindi parametri relativi al comportamento di manufatti come turbine o alettoni, e ci sono altri esami ancora dove ti spiegano come tali parametri possono essere ottimizzati con varie tecniche, appunto, di ottimizzazione...
Uno studente potrebbe credere che a lavoro lo mettono la mattina alla lavagna e la sera al computer a simulare.
Nella realta' invece si finisce a focalizzarsi su una cosa assai ristretta, per ovvi motivi aziendali, se non si prosegue con un dottorato presso una facolta' di ingegneria o di scienze ( o di economia, agraria, psicologia... gli ingegneri matematici possono fare praticamente qualsiasi phd che contempli un poco di modeling). Ad esempio, se si finisce in una ditta di CFD magari ti mettono a fare mesh su modelli CAD, o se entri in una ditta di consulenza invece di sviluppare nuovi algoritmi di data mining ti mettono a smanettare con database ed sql.
Io resto dell'opinione che, con i tempi che corrono, meglio un lavoro settoriale che rimanere senza

Grazie per la risposta! In effetti erano dati preoccupanti, ma a me basterebbe (anche se è una cosa che dico ora e che quindi ha validità pressoché nulla) fare un qualcosa attinente a quello che ho studiato (magari nel ramo fluidodinamico...) anche se il mio sogno è la ricerca.
Posso chiederti che mansioni attualmente svolgi, e se ritieni la laurea in ingegneria matematica una laurea valida (e magari anche bella) e se valuti la scelta della specialistica a milano una buona scelta (perché mi pareva migliore l'offerta didattica del polimi, con più esami di matematica pura e di fisica matematica).
Grazie in anticipo.
Posso chiederti che mansioni attualmente svolgi, e se ritieni la laurea in ingegneria matematica una laurea valida (e magari anche bella) e se valuti la scelta della specialistica a milano una buona scelta (perché mi pareva migliore l'offerta didattica del polimi, con più esami di matematica pura e di fisica matematica).
Grazie in anticipo.
Volevo anche chiedere se lavorativamente parlando c'è differenza tra un ingegnere matematico ed un matematico (magari applicato). E a livello di stipendi e mansioni svolte? Il fatto è che sono molto indeciso, poiché non sono ancora in grado di capire se mi piace USARE la matematica o mi piace LA matematica. Detto questo voi laureati esperti cosa consigliate? Tenete presente che io non sono per niente un genio, non ho mai fatto le olimpiadi di matematica del mio liceo (È una passione esplosa abbastanza di recente, quando in classe abbiamo cominciato il calcolo differenziale), in altre parole temo di non farcela, di uscire con voti mediocri, di finire disoccupato (come altri matematici che conoscono i miei genitori, infatti mi sconsigliano fortemente questo corso di laurea...).
Vi prego rispondete in tanti!
Vi prego rispondete in tanti!
Un primo consiglio che ti dò è di evitare di vedere i corsi di laurea come percorsi a sé stanti. Tra un matematico applicato che ha avuto la premura di fare tirocinio e tesi aziendali e si è scelto vari esami da facoltà applicate ed un ingegnere matematico la differenza lavorativa è minima. Tra un ingegnere matematico e un matematico standard è grande perché il matematico standard ha in genere una sua sensibilità che lo porta a non interessarsi a temi terreni, e potrebbe, se uscito con voti non brillanti, avere un poco di problemi di inserimento lavorativo. Detto questo, di matematici disoccupati non ne conosco, molti hanno fatto specialistiche di stampo non matematico e molti altri sono nelle società di consulenza a fare quello che farebbe qualsiasi ingegnere, altri ancora stanno in terza fascia o insegnano già nelle private.
Un ultimo appunto...
Come hanno detto (non mi ricordo chi purtroppo) su orientamento universitario, un ingegnere mediocre negli studi, 4 anni fuoricorso, ma che si sa far valere nei primi anni di lavoro (anche fosse lavoro monotematico e ripetitivo ed a stipendio bassissimo) a 35/38 anni è messo molto meglio di un fisico o di un matematico puro che ha avuto gli stessi inghippi con la laurea.
Morale: usa il cuore se vuoi , ma in caso bisogna sgobbare molto sui libri! Se vuoi avere sempre le spalle coperte senza consacrare per forza 5 anni sui libri "sì o sì", buttati su qualsiasi laurea tecnica.
Un ultimo appunto...
Come hanno detto (non mi ricordo chi purtroppo) su orientamento universitario, un ingegnere mediocre negli studi, 4 anni fuoricorso, ma che si sa far valere nei primi anni di lavoro (anche fosse lavoro monotematico e ripetitivo ed a stipendio bassissimo) a 35/38 anni è messo molto meglio di un fisico o di un matematico puro che ha avuto gli stessi inghippi con la laurea.
Morale: usa il cuore se vuoi , ma in caso bisogna sgobbare molto sui libri! Se vuoi avere sempre le spalle coperte senza consacrare per forza 5 anni sui libri "sì o sì", buttati su qualsiasi laurea tecnica.
Grazie per la risposta. Anch'io penso che una laurea in matematica o fisica o la si fa bene o serve a poco, detto questo io sono dispostissimo a spaccarmi il cervello sui libri, purché siano argomenti che mi piacciono DAVVERO, il mio dubbio principale era che magari a matematica si affrontano argomenti tali per cui il numero di ore di studio è ininfluente, o si è geni o si può passare una vita senza cavare un ragno da un buco.
Allora il mio consiglio è vedere per bene di che tratta la matematica con un qualsiasi corso di laurea triennale, che sia completo (non sbilanciato né sulla teoria né sulla pratica). Dopo un anno/ un anno e mezzo potrai tirare le tue somme, e se sei davvero impelagato iniziare una triennale o un corso di stampo tecnico con fine di inserimento lavorativo, magari con tre/quattro esami convalidati. Dopo una triennale di matematica standard, potrai comunque accedere a varie specialistiche, quindi avrai modo di aggiustare la mira in itinere.
Quindi secondo te la scelta migliore è una triennale in matematica ed una specialistica in ingegneria matematica? No perché ho chiesto una cosa del genere sempre su matematicamente e mi hanno risposto che è meglio non fare questi "aggiustamenti"...
Io ho fatto come hai detto tu ora, triennale in matematica e magistrale in ingegneria matematica. L'ho fatto perlopiù per ragioni logistiche.
Non c'è una ricetta perfetta per tutto, e hai sempre modo di aggiustare il tiro. Gente con una triennale di ing mat è andata a fare specialistiche super teoriche in matematica pura e senza particolari patemi (ok che di loro erano ottimi studenti..)
Quello che la gente dice sul forum è espressione delle loro esperienze e del loro modo di vedere le cose e quindi non prenderle come ricette inamovibili.
L'unica cosa che mi sento di consigliarti come "ricetta" relativa a quello che ho visto i in molti percorsi è che la triennale sia svolta nei tempi o giù di lì, magari vicino casa, e la specialistica dove è più giusto farla per evidenti motivi di piano di studi.
Non c'è una ricetta perfetta per tutto, e hai sempre modo di aggiustare il tiro. Gente con una triennale di ing mat è andata a fare specialistiche super teoriche in matematica pura e senza particolari patemi (ok che di loro erano ottimi studenti..)
Quello che la gente dice sul forum è espressione delle loro esperienze e del loro modo di vedere le cose e quindi non prenderle come ricette inamovibili.
L'unica cosa che mi sento di consigliarti come "ricetta" relativa a quello che ho visto i in molti percorsi è che la triennale sia svolta nei tempi o giù di lì, magari vicino casa, e la specialistica dove è più giusto farla per evidenti motivi di piano di studi.
Era infatti quello che avevo in mente. Ti faccio le ultimissime domande approfittando della tua gentilezza, matematica è davvero così difficile/impossibile? Hai dovuto recuperare tanti esami prima di accedere alla magistrale? Il mio timore principale è di non.essere in grado di affrontarla, perché me la hanno sempre descritta come una roba mostruosa, totalmente diversa dal liceo (quindi uno come cavolo fa a capire se può fare matematica se i voti del liceo non sono un punto di riferimento?).
Provo a darti qualche risposta.
Nel mio caso al PoliTo non ho dovuto integrare nulla di extra, solo scegliere un piano di studi consono che mi ha fatto recuperare qualche lacuna qua e là.
Matematica a mio avviso è difficile ma non difficilissima, ed Ingmat si attesta sullo stesso livello di difficoltà credo.
Per farla bene si necessita di una forma mentis particolare, questo sì.
Non c'è modo di saperlo al liceo se ne sei dotato perché tra due otto in pagella, uno che ha la forma mentis matematica e l'altro che semplicemente fa bene la consegna, ma ha poca fantasia, non c'è differenza macroscopica fino a che non ci si immatricola all'università.
Nel mio caso al PoliTo non ho dovuto integrare nulla di extra, solo scegliere un piano di studi consono che mi ha fatto recuperare qualche lacuna qua e là.
Matematica a mio avviso è difficile ma non difficilissima, ed Ingmat si attesta sullo stesso livello di difficoltà credo.
Per farla bene si necessita di una forma mentis particolare, questo sì.
Non c'è modo di saperlo al liceo se ne sei dotato perché tra due otto in pagella, uno che ha la forma mentis matematica e l'altro che semplicemente fa bene la consegna, ma ha poca fantasia, non c'è differenza macroscopica fino a che non ci si immatricola all'università.
Ok allora deciderò con calma e al massimo se mi rendo conto di non essere in grado di affrontare Matematica (o Ingegneria Matematica che sia) cambierò facoltà...grazie ancora per le esaurienti risposte.