Traslazione secondo un vettore
Sia \(\displaystyle L_u: V\rightarrow V \) una traslazione secondo il vettore \(\displaystyle \mathbf{u}\in V \). Per quali vettori \(\displaystyle \mathbf{u} \) \(\displaystyle L_u \) è un'applicazione lineare? Dimostrare quanto affermato.
Innanzitutto, suppongo che una traslazione sia rappresentabile in questo caso nel modo seguente: se \(\displaystyle \mathbf{v}\in V \), rispetto alla base canonica \(\displaystyle \mathcal{E} \) si scrive \(\displaystyle \mathbf{v}=\alpha_1(1,...,0)+\alpha_n(0,...,1) \) supponendo \(\displaystyle \dim V=n \). L'immagine di questo vettore attraverso la traslazione è \(\displaystyle L_u(\mathbf{v})=\mathbf{v}+t\mathbf{u} \) per uno scalare \(\displaystyle t\in K \). Controllo la linearità:
i) \(\displaystyle L_u(\mathbf{v}+\mathbf{w})=\mathbf{v}+\mathbf{w}+t\mathbf{u} \); devo imporre quindi \(\displaystyle \mathbf{v}+\mathbf{w}+t\mathbf{u}=L_u(\mathbf{v})+L_u(\mathbf{w})=\mathbf{v}+\mathbf{w}+2t\mathbf{u} \);
ii) \(\displaystyle L_u(\alpha\mathbf{v})=\alpha\mathbf{v}+t\mathbf{u} \) deve essere uguale a \(\displaystyle \alpha\mathbf{v}+\alpha t\mathbf{u} \).
Tuttavia mi sembra non ci sia modo di far funzionare la cosa se non per la "traslazione banale" con \(\displaystyle \mathbf{u}=0 \), neanche abbandonando lo scalare e prendendo \(\displaystyle L_u(\mathbf{v})=\mathbf{v}+\mathbf{u} \) come definizione. Ammetto che questo mi suona un po' strano perché ero convinto, in partenza, che una traslazione fosse un'applicazione lineare. Magari sono ingenuo io! Cosa ne pensate?
Innanzitutto, suppongo che una traslazione sia rappresentabile in questo caso nel modo seguente: se \(\displaystyle \mathbf{v}\in V \), rispetto alla base canonica \(\displaystyle \mathcal{E} \) si scrive \(\displaystyle \mathbf{v}=\alpha_1(1,...,0)+\alpha_n(0,...,1) \) supponendo \(\displaystyle \dim V=n \). L'immagine di questo vettore attraverso la traslazione è \(\displaystyle L_u(\mathbf{v})=\mathbf{v}+t\mathbf{u} \) per uno scalare \(\displaystyle t\in K \). Controllo la linearità:
i) \(\displaystyle L_u(\mathbf{v}+\mathbf{w})=\mathbf{v}+\mathbf{w}+t\mathbf{u} \); devo imporre quindi \(\displaystyle \mathbf{v}+\mathbf{w}+t\mathbf{u}=L_u(\mathbf{v})+L_u(\mathbf{w})=\mathbf{v}+\mathbf{w}+2t\mathbf{u} \);
ii) \(\displaystyle L_u(\alpha\mathbf{v})=\alpha\mathbf{v}+t\mathbf{u} \) deve essere uguale a \(\displaystyle \alpha\mathbf{v}+\alpha t\mathbf{u} \).
Tuttavia mi sembra non ci sia modo di far funzionare la cosa se non per la "traslazione banale" con \(\displaystyle \mathbf{u}=0 \), neanche abbandonando lo scalare e prendendo \(\displaystyle L_u(\mathbf{v})=\mathbf{v}+\mathbf{u} \) come definizione. Ammetto che questo mi suona un po' strano perché ero convinto, in partenza, che una traslazione fosse un'applicazione lineare. Magari sono ingenuo io! Cosa ne pensate?
Risposte
L'ingenuità è curabile:
Se $(a+b)+u = a+u+b+u$, cancellando da ambo le parti $a+b$ si ha $2u=u$; sottraendo $u$ da ambo le parti, $u=0$.
Se $(a+b)+u = a+u+b+u$, cancellando da ambo le parti $a+b$ si ha $2u=u$; sottraendo $u$ da ambo le parti, $u=0$.
Ok! Mi sono informato ed effettivamente la traslazione è una trasformazione affine, ma non lineare. Grazie!