Kernel di una trasformazione

Manuk1
Salve a tutti!
Ho l'esame di Geometria fra venti giorni ma, nonostante abbia consultato più libri, non ho ancora ben chiaro il significato del sottospazio nucleo $Ker(A)$ associato ad una trasformazione lineare (al di là della definizione $Ker(A)={bb x in RR | A bb x= bb 0}$).
Ancor meno ho chiaro il metodo per trovarne una base ed il perché sia così...

Se ho fatto una domanda troppo stupida, insultatemi pure :D .

Ciao

Risposte
Per "significato" intendi importanza, casi di utilizzo?

Data una applicazione lineare $f:V \to W$, dove $V$ e $W$ sono due $C$-spazi vettoriali, il nucleo, o kernel, di $f$ è $ker(f)=\{v \in V\ |\ f(v)=0 \in W\}$. Il kernel di f entra in gioco nei seguenti sensi:

1) misura "quanto è lontano f dall'essere iniettiva". Infatti la f è iniettiva se e solo se il suo nucleo è zero (ovvero $ker(f)=\{0\}$): se la f è iniettiva allora ogni volta che $f(v)=0$ si ha $v=0$ (in quanto $0=f(0)=f(v)$), e se il nucleo è zero e $f(v)=f(v')$ allora $0=f(v)-f(v')=f(v-v')$ e quindi $v=v'$ (perché $v-v' \in ker(f)$). Questo tra l'altro dice che se $w \in W$ ha $v \in V$ tra le sue antiimmagini, allora l'insieme delle antiimmagini di $w$ è esattamente $v+ker(f)=\{v+u\ |\ u \in ker(f)\}$. Un insieme del tipo $v+ker(f)$ si dice "laterale" di $ker(f)$.

2) Il primo teorema di omomorfismo dà un modo per calcolare l'immagine dell'applicazione lineare (o omomorfismo) $f:V \to W$ a meno di isomorfismi, in quanto afferma che $V/(ker(f)) \cong f(V)$. Ciò implica tra l'altro che $dim(V)=dim(ker(f))+dim(f(V))$.

3) I sistemi lineari (omogenei) con arbitrari finiti numeri di equazioni e di incognite si può tradurre in termini matriciali ove ciò che si cerca è proprio il nucleo di una applicazione lineare. Per farti un esempio, se hai il sistema che consiste delle equazioni $3x-2y=0$ e $x+4z=0$ allora, riscrivendo in forma matriciale:

$((3,-2,0),(1,0,4))((x),(y),(z))=((0),(0))$

Come vedi si tratta di trovare il nucleo dell'applicazione lineare $RR^3 \to RR^2$ di matrice $((3,-2,0),(1,0,4))$ (infatti stai cercando i vettori 3-dimensionali che vengono mandati in 0 tramite tale matrice!).

Quanto al come trovare una base, considera il mio esempio di prima, $A=((3,-2,0),(1,0,4)):\ RR^3 \to RR^2$. Come dicevo, il nucleo di A (qui intendo "il nucleo dell'applicazione lineare che ha A come matrice nella base canonica) consiste di quei $v=((x),(y),(z)) \in RR^3$ tali che $Av=0$, ovvero

$((3,-2,0),(1,0,4))((x),(y),(z))=((0),(0))$

Nel caso di dimensioni maggiori c'è il metodo di eliminazione di Gauss, che partendo dalla matrice iniziale (in questo caso $A$) con operazioni elementari sulle righe (che si traduce nel moltiplicare per opportune matrici quadrate a sinistra della dimensione del codominio) riduce il problema ad uno di più facile soluzione. Qui possiamo ridurci a risolvere il sistema $3x-2y=0$, $x+4z=0$ per sostituzione, ottenendo $x=-4z$ e $y=-6z$. Naturalmente ciò non identifica un elemento unico di $RR^3$ ma un insieme di elementi (il nucleo di A!): usando il parametro $k \in RR$ otteniamo le soluzioni $((x),(y),(z))=((-4k),(-6k),(k))=((-4),(-6),(1))k$. Ciò dice esattamente che il nucleo di A è quel sottospazio di $RR^3$ generato da $((-4),(-6),(1))$. Quindi il nucleo di $f$ ha dimensione 1 e il vettore $((-4),(-6),(1))$ identifica una sua base. Per la formula sulle dimensioni scritta sopra, l'immagine di f ha dunque dimensione 2 e la f è quindi suriettiva. Ciò si poteva dedurre calcolando il rango della matrice A.

Spero di averti dato un'idea :D

Ciao.

Manuk1
Beh, grazie mille.
Devo dire che mi sei stato di grande utilità, soprattutto nella parte dei sistemi lineari che è poi quella che mi interessa maggiormente; come dicevo, non ho trovato molta chiarezza nei testi scolastici.

Grazie ancora, se mi verranno altri dubbi di algebra lineare "riciclerò" questo topic :-D
Ciao

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