Dimostrazione teorema spettrale nel caso reale

matteoorlandini
Ciao a tutti, ho un problema con la dimostrazione del teorema spettrale.
Vi espongo cosa ho negli appunti.

Enunciato: Sia $V$ uno spazio vettoriale reale metrico, $T:Vrarr V$ un endomorfismo lineare. Esiste una base ortonormale di V composta da autovettori di T $hArr$ T è simmetrico.

Dimostrazione:
1. $rarr$) Se esiste una base ortonormale di V composta da autovettori di T allora la matrice associata a T è diagonale e dunque simmetrica, quindi l'endomorfismo è simmetrico.

2. $larr$) Se T è simmetrico devo trovare una base ortonormale di V composta da autovettori di T. Procedo per induzione su n. Se $n=1$ allora $dimV=1$ quindi la matrice associata all'endomorfismo è diagonale e tutti i vettori di V sono autovettori di T. Allora basta prendere un vettore di norma 1 per avere una base ortonormale.
$n-1$ vero
$n$ vero? Devo dimostrare che T ha almeno un autovalore reale. Gli autovalori, per definizione, sono le radici del polinomio caratteristico. Suppongo che esista sempre una radice reale del polinomio caratteristico (dimostrazione omessa).
Dunque $EE lambda_1 in Spec(T)$ (dove Spec(T) è lo spettro di T, cioè l'insieme degli autovalori). Sia $v_1$ autovettore relativo a $lambda_1$ con $||v_1||=1$.
Adesso iniziano i miei problemi.
(grazie all'ultima affermazione) $rArrU=Rv_1rArrT(U)subeUrArrT(U^_|_)subeU^_|_$ perchè T è simmetrico per ipotesi. Adesso non capisco perché ed in che modo uso l'ipotesi induttiva $dimU^_|_=n-1$ e affermo che ${v_2,...,v_n}$ sono base di $U^_|_$ costituita da autovettori di T$rArr{v_1,...,v_n}$ è una base ortonormale di V costituita da autovettori di T.

Vi sarei grato se riuscite a spiegarmi meglio le ultime 2/3 righe di dimostrazione, per il resto ci sono.

Risposte
matteoorlandini
Ragazzi domani ho l'esami, mi potreste aiutare?

j18eos
Se non ho capito male, restringi \(\displaystyle T\) al complemento ortogonale di \(\displaystyle\langle v_1\rangle\) ed applichi l'ipotesi induttiva...

matteoorlandini
"j18eos":
restringi \(\displaystyle T\) al complemento ortogonale di \(\displaystyle\langle v_1\rangle\)


Cosa intendi per "restringi"?

dissonance
Siccome $T(U^\bot)\subset U^\bot$, puoi considerare l'operatore \(\left.T\right|_{U^\bot}\colon U^\bot\to U^\bot\). È la ordinaria restrizione di una funzione ad un sottoinsieme del suo dominio. Adesso \(\left.T\right|_{U^\bot}\) è un operatore simmetrico e definito su uno spazio di una dimensione in meno, quindi puoi applicare l'ipotesi induttiva.

Spero sia chiaro, è una spiegazione raffazzonata (giusto perché hai urgenza). Se non capisci non ti scervellare sulla mia risposta, scervellati piuttosto sul tuo libro.

matteoorlandini
Ti ringrazio, ma non abbiamo fatto le restrizioni. A meno che la prof non le abbia chiamate con un altro nome. Ti ringrazio ancora.

dissonance
Ma si. Se hai una funzione \(f\colon A\to B\), e se \(A'\subset A\), la restrizione \(\left. f\right|_{A'}\) è la funzione definita da
\[
\left.f\right|_{A'}(x)=f(x),\quad \forall x\in A'.\]

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