Trascinamento e Coriolis
Ho difficoltà a cogliere quali sono le differenze tra queste due accelerazioni. Non capisco cosa "causa" la presenza di entrambe o solo una delle due in casi concreti. Che moto deve seguire il SR non inerziale per l'una e/o l'altra?
Risposte
Se il rif non inerziale è dotato di velocita angolare $vec\omega$, che può essere anche variabile , e se un punto materiale $P$ è dotato di velocità relativa $vecv_r$ nel riferimento detto , che può essere anche essa variabile, il punto $P$ nel rif non inerziale detto è soggetto , tra l'altro, ad una accelerazione di Coriolis, detta anche "complementare" , data da :
$veca_(com) = 2vec\omega\times\vecv_r$
le altre accelerazioni, nel rif non inerziale, sono dette " di trascinamento " . Tutte queste accelerazioni hanno , come causa, la NON inerzialità del riferimento. In un rif non inerziale non vale il principio di inerzia .
Per applicare la 2º legge della dinamica in un riferimento non inerziale , e cioè determinare l'accelerazione di $P$ relativa al riferimento non inerziale, occorre dunque scrivere :
$ vecF + vecF_t + vecF_C = m veca_r$
e cioè bisogna mettere in conto al primo membro, oltre alle forze direttamente applicate , le forze apparenti , dovute a queste accelerazioni prima dette . Le forze apparenti si ottengono moltiplicando la massa per l'accelerazione apparente corrispondente, e cambiando di segno, poiché vanno sommate vettorialmente alle forze reali.
Qui riporto una spiegazione più chiara :
Le immagini sono prese dalla seguente dispensa , dove ci sono pure degli esempi.
Se hai bisogno di altre spiegazioni, chiedi pure.
$veca_(com) = 2vec\omega\times\vecv_r$
le altre accelerazioni, nel rif non inerziale, sono dette " di trascinamento " . Tutte queste accelerazioni hanno , come causa, la NON inerzialità del riferimento. In un rif non inerziale non vale il principio di inerzia .
Per applicare la 2º legge della dinamica in un riferimento non inerziale , e cioè determinare l'accelerazione di $P$ relativa al riferimento non inerziale, occorre dunque scrivere :
$ vecF + vecF_t + vecF_C = m veca_r$
e cioè bisogna mettere in conto al primo membro, oltre alle forze direttamente applicate , le forze apparenti , dovute a queste accelerazioni prima dette . Le forze apparenti si ottengono moltiplicando la massa per l'accelerazione apparente corrispondente, e cambiando di segno, poiché vanno sommate vettorialmente alle forze reali.
Qui riporto una spiegazione più chiara :
Le immagini sono prese dalla seguente dispensa , dove ci sono pure degli esempi.
Se hai bisogno di altre spiegazioni, chiedi pure.
Buonasera mi sono appena iscritto, la dispensa sembra fatta molto bene, ma riporta solo il capitolo 11, il che mi fa supporre ci siano altri capitoli. Se qualcuno sa da dove proviene non è che potrebbe mandare la versione integrale per favore?
Non so aiutarti sulla provenienza di quell'estratto, comunque sul forum tempo fa avevo scritto la trattazione generale qui (è la spiegazione più rigorosa e completa secondo me, ma a secondo del livello a cui sei potrebbe non essere quella più semplice, se vuoi capire tutti i passaggi, ma l'idea dovrebbe dartela).
Grazie mille