Spinta di Archimede: si vabbè, però...
Sono al mare a mollo galleggiando e noto che:
_se mi metto in posizione da "morto", quindi orizzontale e pancia in sù, galleggio (e respiro);
_se mi metto in verticale trovado una posizione di momentaneo equilibrio (anche se per solo pochi secondi, evitando di muovere mani e piedi), riesco comunque a galleggiare tenendo la bocca fuori dal'acqua.
Siccome Archimede mi insegna che la spinta che ricevo è pari al peso dell'acqua spostata, mi aspetterei che, una volta trovata una posizione di galleggiamento in cui non intervengono forse esterne (propulsione di mani o piedi), qualunque posizione scelgo il volume del mio corpo immerso è sempre uguale.
L'impressione, invece, è che se faccio il morto il volume del mio corpo fuori dall'acqua sia molto maggiore rispetto alla posizione verticale. Perchè? Intervengono forse questioni legate alla tensione superficiale?
_se mi metto in posizione da "morto", quindi orizzontale e pancia in sù, galleggio (e respiro);
_se mi metto in verticale trovado una posizione di momentaneo equilibrio (anche se per solo pochi secondi, evitando di muovere mani e piedi), riesco comunque a galleggiare tenendo la bocca fuori dal'acqua.
Siccome Archimede mi insegna che la spinta che ricevo è pari al peso dell'acqua spostata, mi aspetterei che, una volta trovata una posizione di galleggiamento in cui non intervengono forse esterne (propulsione di mani o piedi), qualunque posizione scelgo il volume del mio corpo immerso è sempre uguale.
L'impressione, invece, è che se faccio il morto il volume del mio corpo fuori dall'acqua sia molto maggiore rispetto alla posizione verticale. Perchè? Intervengono forse questioni legate alla tensione superficiale?
Risposte
La questione dell'equilibrio stabile mi interessa, e si, non ne so niente. Per cui sei hai una spiegazione che vada oltre la fisica del liceo e che spieghi questo fenomeno sono tutto orecchi.
L'argomentazione del parallelepipedo immerso ha senso fintanto che parliamo di parallelepipedi (vedi galline sferiche e omogenee).
Io in ogni caso non ho ancora capito qual è la tua posizione: è un'impressione sbagliata di avere più o meno volume emerso nelle due situazioni descritte oppure la situazione non è descritta sufficientemente bene dal solo principio di Archimede per cui interviene la statica dei galleggianti?
Nel primo caso: mi sta bene come risposta, ma ti chiedo: hai mai provato? Ci hai mai fatto caso?
Nel secondo caso: sei in grado di spiegarmi perché i due volumi sono diversi?
Però delle due opzioni l'una, non puoi dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
L'argomentazione del parallelepipedo immerso ha senso fintanto che parliamo di parallelepipedi (vedi galline sferiche e omogenee).
Io in ogni caso non ho ancora capito qual è la tua posizione: è un'impressione sbagliata di avere più o meno volume emerso nelle due situazioni descritte oppure la situazione non è descritta sufficientemente bene dal solo principio di Archimede per cui interviene la statica dei galleggianti?
Nel primo caso: mi sta bene come risposta, ma ti chiedo: hai mai provato? Ci hai mai fatto caso?
Nel secondo caso: sei in grado di spiegarmi perché i due volumi sono diversi?
Però delle due opzioni l'una, non puoi dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
LA mia posizione è che i volumi emersi , nelle due situazioni, sono uguali. L'ho detto fin dall'inizio. Quindi si tratta di una sensazione. Prescindo dal fatto che il corpo umano non è rigido,. non so fino a che punto questo possa influire . Come pure, prescindo dall'effetto "parallelepipedo" , che non è come una gallina perfettamente sferica e omogenea. Rileggiti l'esempio, se ti aggrada.
Vuoi informazioni sulla statica dei galleggianti ?
LA statica dei galleggianti si fonda sul principio di Archimede, non sono cose distinte. L'argomentazione del parallelepipedo ha senso. Esistono molti mezzi marittimi che hanno forma parallelepipeda, salvo slanci di prua o di poppa, come in alcuni pontoni. Ma ovviamente ha senso anche da un punto di vista puramente teorico; la didattica sui corpi galleggianti si basa alquanto, inizialmente , su corpi geometricamente ben definiti. Una gallina perfettamente sferica ed omogenea galleggia in condizioni di equilibrio indifferente : comunque la giri , galleggiante in acqua , rimane in equilibrio nella posizione in cui l'hai girata . Del resto, se metti in mare un pallone di gomma, che è uguale alla gallina , te ne rendi conto subito.
Anche i cilindri sono molto usati, nella didattica dell'argomento . Un cilindro circolare retto, se soddisfa certe condizioni, galleggia in equilibrio indifferente se le due basi sono perpendicolari alla superficie dell'acqua, quindi le generatrici sono orizzontali. Ma non sempre ! Se il cilindro ha poca altezza , rispetto al raggio di base, non è stabile . Dipende da tanti fattori. Un lungo palo lo è , un disco poco spesso no . Non si può fare una casistica.
E un cilindro messo con generatrici verticali ? Dipende , anche qui. LA teoria dei galleggianti prende in esame, in profondità , i cosiddetti "galleggianti cilindrici" , che hanno generatrici perfettamente verticali nell'intorno della superficie di galleggiamento , non importa quale sia la forma della restante parte del corpo immersa e di quella emersa, non importa quale sia la curva direttrice (non deve essere una circonferenza). Un galleggiante cilindrico può essere in equilibrio iniziale stabile, come ad es una boa cilindrica; oppure può essere in equilibrio iniziale instabile , e allora si rovescia, o si inclina parzialmente . Il motivo c'è , ma per spiegarlo occorre un corso di statica , con tanto di formule. Occorrono nozioni come metacentro, raggio metacentrico, altezza metacentrica , curve e superfici dei centri di carena , momenti sbandanti, coppia di stabilità....e francamente non è questa la sede per fare questi discorsi .[nota]Tutto ciò ha bisogno infatti di opportune formulazioni teoriche, non ci si può limitare a descrizioni qualitative.[/nota].
Se vuoi avere solo un assaggio di che cosa è la stabilità iniziale dell'equilibrio di un corpo galleggiante , qui c'è una introduzione pubblicata dal nostro sito, non completa, per scuole superiori. Però anche in essa ci sono degli errori. Per es, l'autore sorvola rapidamente sul caso del cilindro , ma come ho detto prima bisogna fare delle distinzioni ; poi l'autore dice che , nel caso del parallelepipedo , che è anch'esso un galleggiante cilindrico come prima definito:
In conclusione delle tre posizioni di equilibrio la più stabile è quella con la dimensione minore in verticale.
ma è errato. Dipende ! Non ha senso parlare di maggiore o minore stabilità, qui ci si riferisce alla cosiddetta stabilità trasversale iniziale, i grandi spostamenti angolari vengono dopo. Per grandi spostamenti angolari, dovuti a cause varie, anche il corpo inizialmente più stabile può rovesciarsi. Intuitivamente , se il parallelepipedo sporge poco dal mare, anche col lato lungo verticale normale alla superficie il galleggiamento può essere stabile.
Degli appunti fatti meglio sono questi.
Ma i discorsi non finiscono qui , come si può immaginare.
Cercando nel forum, ho trovato anche questo , dove sono spiegate nozioni di base. Se ti interessa, dacci un'occhiata. Dai un'occhiata anche a quest'altra conversazione .
Ora ho veramente terminato. Per uno thread come questo, è fin troppo. In mezza pagina ho ampiamente superato la fisica del liceo.
Vuoi informazioni sulla statica dei galleggianti ?
LA statica dei galleggianti si fonda sul principio di Archimede, non sono cose distinte. L'argomentazione del parallelepipedo ha senso. Esistono molti mezzi marittimi che hanno forma parallelepipeda, salvo slanci di prua o di poppa, come in alcuni pontoni. Ma ovviamente ha senso anche da un punto di vista puramente teorico; la didattica sui corpi galleggianti si basa alquanto, inizialmente , su corpi geometricamente ben definiti. Una gallina perfettamente sferica ed omogenea galleggia in condizioni di equilibrio indifferente : comunque la giri , galleggiante in acqua , rimane in equilibrio nella posizione in cui l'hai girata . Del resto, se metti in mare un pallone di gomma, che è uguale alla gallina , te ne rendi conto subito.
Anche i cilindri sono molto usati, nella didattica dell'argomento . Un cilindro circolare retto, se soddisfa certe condizioni, galleggia in equilibrio indifferente se le due basi sono perpendicolari alla superficie dell'acqua, quindi le generatrici sono orizzontali. Ma non sempre ! Se il cilindro ha poca altezza , rispetto al raggio di base, non è stabile . Dipende da tanti fattori. Un lungo palo lo è , un disco poco spesso no . Non si può fare una casistica.
E un cilindro messo con generatrici verticali ? Dipende , anche qui. LA teoria dei galleggianti prende in esame, in profondità , i cosiddetti "galleggianti cilindrici" , che hanno generatrici perfettamente verticali nell'intorno della superficie di galleggiamento , non importa quale sia la forma della restante parte del corpo immersa e di quella emersa, non importa quale sia la curva direttrice (non deve essere una circonferenza). Un galleggiante cilindrico può essere in equilibrio iniziale stabile, come ad es una boa cilindrica; oppure può essere in equilibrio iniziale instabile , e allora si rovescia, o si inclina parzialmente . Il motivo c'è , ma per spiegarlo occorre un corso di statica , con tanto di formule. Occorrono nozioni come metacentro, raggio metacentrico, altezza metacentrica , curve e superfici dei centri di carena , momenti sbandanti, coppia di stabilità....e francamente non è questa la sede per fare questi discorsi .[nota]Tutto ciò ha bisogno infatti di opportune formulazioni teoriche, non ci si può limitare a descrizioni qualitative.[/nota].
Se vuoi avere solo un assaggio di che cosa è la stabilità iniziale dell'equilibrio di un corpo galleggiante , qui c'è una introduzione pubblicata dal nostro sito, non completa, per scuole superiori. Però anche in essa ci sono degli errori. Per es, l'autore sorvola rapidamente sul caso del cilindro , ma come ho detto prima bisogna fare delle distinzioni ; poi l'autore dice che , nel caso del parallelepipedo , che è anch'esso un galleggiante cilindrico come prima definito:
In conclusione delle tre posizioni di equilibrio la più stabile è quella con la dimensione minore in verticale.
ma è errato. Dipende ! Non ha senso parlare di maggiore o minore stabilità, qui ci si riferisce alla cosiddetta stabilità trasversale iniziale, i grandi spostamenti angolari vengono dopo. Per grandi spostamenti angolari, dovuti a cause varie, anche il corpo inizialmente più stabile può rovesciarsi. Intuitivamente , se il parallelepipedo sporge poco dal mare, anche col lato lungo verticale normale alla superficie il galleggiamento può essere stabile.
Degli appunti fatti meglio sono questi.
Ma i discorsi non finiscono qui , come si può immaginare.
Cercando nel forum, ho trovato anche questo , dove sono spiegate nozioni di base. Se ti interessa, dacci un'occhiata. Dai un'occhiata anche a quest'altra conversazione .
Ora ho veramente terminato. Per uno thread come questo, è fin troppo. In mezza pagina ho ampiamente superato la fisica del liceo.
Grazie per la delucidazione sulla fisica dei fludi (sinceramente, so che ogni post costa tempo), però se, come tu dici, non ha niente a che fare con il mio caso allora non valeva neanche la pena citarla.
Invece ho ricevuto una risposta sensata su un altro sito, che invece che negare il fenomeno (volumi diversi) o aggrapparsi ciecamente alla teoria, propone semplicemente che, in posizione supina, i polmoni tendano ad essere più pieni di aria, quindi in volume del mio corpo aumenta quindi aumenta relativamente anche il volume del mio corpo fuori dall'acqua.
Questa spiegazione mi convince, anzi, aggiungerei che nella posizione supina la pressione sulla cassa toracica -la parte del nostro corpo più facilmente comprimobile/decomprimibile- è inferiore, pertando tende ad espandersi di più facilmente rispetto a quando è immesa nell'acqua.
Invece ho ricevuto una risposta sensata su un altro sito, che invece che negare il fenomeno (volumi diversi) o aggrapparsi ciecamente alla teoria, propone semplicemente che, in posizione supina, i polmoni tendano ad essere più pieni di aria, quindi in volume del mio corpo aumenta quindi aumenta relativamente anche il volume del mio corpo fuori dall'acqua.
Questa spiegazione mi convince, anzi, aggiungerei che nella posizione supina la pressione sulla cassa toracica -la parte del nostro corpo più facilmente comprimobile/decomprimibile- è inferiore, pertando tende ad espandersi di più facilmente rispetto a quando è immesa nell'acqua.
"Shackle":
In mezza pagina ho ampiamente superato la fisica del liceo.
Se mi dici questo forse ci siamo intesi male sulla questione della "fisica del liceo", non ti stavo stuzzicando nè sfidando o qualsiasi cosa tu abbia pensato.
Anche per quanto riguarda la questione delle "galline sferiche" hai capito male. Ti copio la barzelletta così magari ti arriva il senso.
"C'è un contadino che ha un allevamento di galline, che però non fanno nemmeno un uovo, quindi chiama un fisico perché lo aiuti. Il fisico si mette a fare i suoi calcoli e alla fine dice: "Ho una soluzione. Però funziona solo con delle galline sferiche in ambiente sottovuoto."
Per tornare IT comunque provo a scrivere un po' più in dettaglio il mio pensiero.
1) Il galleggiamento di un corpo (anche umano) immobile e immerso in acqua dipende solo dalla spinta di Archimede. Non può dipendere dalla tensione superficiale che si sente solo all'interfaccia acqua aria e che quindi, per un corpo anche parzialmente immerso, è del tutto trascurabile.
2) Un corpo pertanto galleggia se il volume occupato nell'acqua (il cosiddetto fluido spostato) è pari al peso del corpo stesso, da ciò consegue che qualunque sia la forma del corpo, il suo assetto in acqua e la distribuzione interna di pesi, il volume di acqua occupato/spostato deve essere sempre lo stesso se il peso del corpo non varia. Non si scappa.
3) Stando supini o proni in acqua può (forse) sembrare che il proprio volume immerso, sia minore di quello che risulta immerso stando in acqua in posizione verticale, ma è solo una impressione: se da supini o proni si alza la testa di poco in pratica tutto il resto del corpo quasi si immerge d'altronde...
Inoltre basta ripetere l'esperimento in piscina o al lago invece che al mare, e si vede che nel fare "il morto" si riesce a stento a tenere il viso fuori dall'acqua, mentre stando in verticale si riesce a tenere fuori dall'acqua solo la parte più alta della testa, in pratica non si riesce, stando fermi, a respirare fuori dall'acqua in assetto verticale (tutto questo a meno di non avere una notevolissima massa grassa). Non vedo insomma in queste condizioni grosse differenze nel valore di volume immerso. CVD.
1) Il galleggiamento di un corpo (anche umano) immobile e immerso in acqua dipende solo dalla spinta di Archimede. Non può dipendere dalla tensione superficiale che si sente solo all'interfaccia acqua aria e che quindi, per un corpo anche parzialmente immerso, è del tutto trascurabile.
2) Un corpo pertanto galleggia se il volume occupato nell'acqua (il cosiddetto fluido spostato) è pari al peso del corpo stesso, da ciò consegue che qualunque sia la forma del corpo, il suo assetto in acqua e la distribuzione interna di pesi, il volume di acqua occupato/spostato deve essere sempre lo stesso se il peso del corpo non varia. Non si scappa.
3) Stando supini o proni in acqua può (forse) sembrare che il proprio volume immerso, sia minore di quello che risulta immerso stando in acqua in posizione verticale, ma è solo una impressione: se da supini o proni si alza la testa di poco in pratica tutto il resto del corpo quasi si immerge d'altronde...
Inoltre basta ripetere l'esperimento in piscina o al lago invece che al mare, e si vede che nel fare "il morto" si riesce a stento a tenere il viso fuori dall'acqua, mentre stando in verticale si riesce a tenere fuori dall'acqua solo la parte più alta della testa, in pratica non si riesce, stando fermi, a respirare fuori dall'acqua in assetto verticale (tutto questo a meno di non avere una notevolissima massa grassa). Non vedo insomma in queste condizioni grosse differenze nel valore di volume immerso. CVD.
@ Nato_ pigro
Ah, ma allora non vuoi proprio intendere ? Che cosa ho detto ? Ho detto questo :
ti dirò , avevo anche scritto, e poi cancellato, ( giacchè io scrivo e cancello quello che voglio, sia ciò che mi fa comodo sia ciò che NON mi fa comodo , checchè ne pensi qualcuno
), che il corpo quando è in verticale è sottoposto ad una pur lieve pressione idrostatica crescente con la profondità, e potrebbe esserci una leggerissima contrazione del volume dovuta a questo fatto . Poi l'ho cancellato, perchè mi sembrava una cosa un po' troppo vaga, e pure sciocca...
Adesso tu dici che ti convince la storia che in posizione supina i polmoni tendano a essere più pieni di aria , e quindi il volume del corpo aumenta : è tutta da dimostrare, questa tesi ! Poi aggiungi che:
ma quando sei supino, si suppone che hai la cassa toracica rivolta verso l'alto, diciamo "all'asciutto" , quindi l'acqua non esercita nessuna pressione su di essa. Prova a espellere l'aria quando sei supino, e vedi se le cose peggiorano sensibilmente . Oppure prova a prendere molta aria e trattenerla, quando ti metti in verticale , e vedi che cosa cambia.
Io direi che non ti accorgi neppure delle differenze, in entrambi i casi ...
Guarda, se mettiamo mano alla deformabilità dei corpi, non ne usciamo più. Perciò penso di chiuderla qui .
In quanto alle brevi note sulla statica dei galleggianti , avevi detto che l'argomento ti interessava , perciò le ho scritte. In ogni caso, ora hai qualche informazione in più , spero
, e saprai come meglio comportarti quando vai in barca, per esempio evitando di mettere la zattera di salvataggio e altri pesi sul tettuccio del tuo cabinato da 10 m, per non alzare il baricentro. E consigliando anche ai tuoi amici come fare , visto che vivi in una città di mare.
PS : come sempre , grazie Faussone
PPS : non mi sono sentito stuzzicato, nè dall'accenno alla fisica da liceo, nè dalle galline sferiche e omogenee . LA barzelletta è simpatica.
Ah, ma allora non vuoi proprio intendere ? Che cosa ho detto ? Ho detto questo :
"Shackle, con tanta pazienza,":
Prescindo dal fatto che il corpo umano non è rigido,. non so fino a che punto questo possa influire
ti dirò , avevo anche scritto, e poi cancellato, ( giacchè io scrivo e cancello quello che voglio, sia ciò che mi fa comodo sia ciò che NON mi fa comodo , checchè ne pensi qualcuno

Adesso tu dici che ti convince la storia che in posizione supina i polmoni tendano a essere più pieni di aria , e quindi il volume del corpo aumenta : è tutta da dimostrare, questa tesi ! Poi aggiungi che:
...aggiungerei che nella posizione supina la pressione sulla cassa toracica -la parte del nostro corpo più facilmente comprimobile/decomprimibile- è inferiore, pertando tende ad espandersi di più facilmente rispetto a quando è immesa nell'acqua.
ma quando sei supino, si suppone che hai la cassa toracica rivolta verso l'alto, diciamo "all'asciutto" , quindi l'acqua non esercita nessuna pressione su di essa. Prova a espellere l'aria quando sei supino, e vedi se le cose peggiorano sensibilmente . Oppure prova a prendere molta aria e trattenerla, quando ti metti in verticale , e vedi che cosa cambia.
Io direi che non ti accorgi neppure delle differenze, in entrambi i casi ...
Guarda, se mettiamo mano alla deformabilità dei corpi, non ne usciamo più. Perciò penso di chiuderla qui .
In quanto alle brevi note sulla statica dei galleggianti , avevi detto che l'argomento ti interessava , perciò le ho scritte. In ogni caso, ora hai qualche informazione in più , spero

PS : come sempre , grazie Faussone

PPS : non mi sono sentito stuzzicato, nè dall'accenno alla fisica da liceo, nè dalle galline sferiche e omogenee . LA barzelletta è simpatica.
"Faussone":
3) Stando supini o proni in acqua può (forse) sembrare che il proprio volume immerso, sia minore di quello che risulta immerso stando in acqua in posizione verticale, ma è solo una impressione: se da supini o proni si alza la testa di poco in pratica tutto il resto del corpo quasi si immerge d'altronde...
d'altronde?
hai letto questo mio intervento?
"nato_pigro":
Invece ho ricevuto una risposta sensata su un altro sito, che invece che negare il fenomeno (volumi diversi) o aggrapparsi ciecamente alla teoria, propone semplicemente che, in posizione supina, i polmoni tendano ad essere più pieni di aria, quindi in volume del mio corpo aumenta quindi aumenta relativamente anche il volume del mio corpo fuori dall'acqua.
Questa spiegazione mi convince, anzi, aggiungerei che nella posizione supina la pressione sulla cassa toracica -la parte del nostro corpo più facilmente comprimobile/decomprimibile- è inferiore, pertando tende ad espandersi di più facilmente rispetto a quando è immesa nell'acqua.
Non ho capito cosa aggiunge alla questione provare in piscina piuttosto che in acqua salata. In acqua salata il fenomeno delle "differenza di volumi", se c'è (e io penso che ci sia), è solo più evidente.
"Faussone":
2) Un corpo pertanto galleggia se il volume occupato nell'acqua (il cosiddetto fluido spostato) è pari al peso del corpo stesso, da ciò consegue che qualunque sia la forma del corpo, il suo assetto in acqua e la distribuzione interna di pesi, il volume di acqua occupato/spostato deve essere sempre lo stesso se il peso del corpo non varia. Non si scappa.
Tutto verissimo. Però negare un fenomeno perchè non lo si riesce a far accordare con la teoria non mi sembra un atteggiamento da scienziati. La prima cosa da fare non è contrastare il fenomeno ma (1) appurarlo il più precisamente possibile (ok, io sono parita da una mia impressione, ma non potendola misurare mi appellavo anche alla vostra esperienza), la seconda è (2) vedere se se ipotesi della teoria sono verificate (e secondo è questo il caso: volume della cassa toracica che cambia), la terza è (3) allargare la casistica di fenomeni trattati dalla teoria (intervenono altri fenomeni in generale trascurabili?), la quarta (4) confutare la teoria.
Tutte le risposte che ho ricevute sembravano difendere il punto 4, ma non io non lo stavo assolutamente attacando. Volevo che mi aiutaste a trovare qualcosa nel punto 2 oeventualmente nel 3 (ho suggerito io la tensione superificiale). Tutto qui

"nato_pigro":
Invece ho ricevuto una risposta sensata su un altro sito, che invece che negare il fenomeno (volumi diversi) o aggrapparsi ciecamente alla teoria, propone semplicemente che, in posizione supina, i polmoni tendano ad essere più pieni di aria, quindi in volume del mio corpo aumenta quindi aumenta relativamente anche il volume del mio corpo fuori dall'acqua.
Questa spiegazione mi convince, anzi, aggiungerei che nella posizione supina la pressione sulla cassa toracica -la parte del nostro corpo più facilmente comprimobile/decomprimibile- è inferiore, pertando tende ad espandersi di più facilmente rispetto a quando è immesa nell'acqua.
Sì ho letto quella supposta spiegazione e secondo me non spiega nulla, nel senso: perché mai i polmoni tendono a essere più pieni stando supini? Se per te è così allora è colpa tua che trucchi l'esperimento!

...o meglio forse stai spiegando una percezione con un'altra percezione, allora tanto vale confutare la prima percezione sbagliata.
Tra l'altro se riempi i polmoni stando in verticale, non credo che la tua percezioni cambi di molto.
"nato_pigro":
Non ho capito cosa aggiunge alla questione provare in piscina piuttosto che in acqua salata. In acqua salata il fenomeno delle "differenza di volumi", se c'è (e io penso che ci sia), è solo più evidente.
No, è solo più fallace la percezione in mare secondo me, per questo ho aggiunto di provare in piscina, in cui il peso minore dell'acqua fa affondare tutto il corpo di più anche da supini, e rende meno ingannevole quella sensazione.
"nato_pigro":
Però negare un fenomeno perchè non lo si riesce a far accordare con la teoria non mi sembra un atteggiamento da scienziati. La prima cosa da fare non è contrastare il fenomeno ma (1) appurarlo il più precisamente possibile (ok, io sono parita da una mia impressione, ma non potendola misurare mi appellavo anche alla vostra esperienza), la seconda è (2) vedere se se ipotesi della teoria sono verificate (e secondo è questo il caso: volume della cassa toracica che cambia), la terza è (3) allargare la casistica di fenomeni trattati dalla teoria (intervenono altri fenomeni in generale trascurabili?), la quarta (4) confutare la teoria.
Tutte le risposte che ho ricevute sembravano difendere il punto 4, ma non io non lo stavo assolutamente attacando. Volevo che mi aiutaste a trovare qualcosa nel punto 2 oeventualmente nel 3 (ho suggerito io la tensione superificiale). Tutto qui
Anche questa è una tua ...percezione, a me non interessa(va) proprio per nulla "difendere" la presunta tua confutazione di Archimede, figuriamoci se Archimede ha bisogno di me come avvocato

Tra l'altro sono un grande frequentatore di mari e piscine quindi so di cosa stiamo parlando anche in senso sperimentale
