Lavoro di volume

bmabs
Ciao ragazzi, ho ancora bisogno di voi per cercar di far luce su un concetto che non riesco ad afferrare appieno.

$\deltaW=p dV$

Questo sia nel caso abbia una trasformazione che sia costante in pressione o meno; mi spiego meglio: in effetti integrando p può variare e l'integrale mi tiene conto dell'intero "percorso". Un esempio è il caso quasistatico in cui la pressione la faccio variare raggiungendo equilibri successivi e conosco la "funzione p" per tutti gli infiniti stati di equilibrio. Ho comunque una variazione di p nel tempo.

Cercando di capire perché non avesse avuto senso la formulazione $v dP$ ho cercato nel forum e trovato che questa formulazione si applica in sistemi aperti (per cui vi sia scambio di materia il che implica variazione di pressione)

Ora quello che non capisco è perché se il cambio di pressione è in un sistema chiuso si usi $p$ che varia nella "Infinitesima" $dV$ (quasistatico), mentre se (alla fine ho sempre un cambio di pressione) ma con materia che se ne va: $vdP$

Non riesco intuitivamente ad afferrare questa duplice lettura: sia nel caso quasi statico che nel caso perda materia ho una variazione di p, quindi perché dp si usa solo in uno dei due casi? Grazie :)

Risposte
jimbolino
Ho aperto la tua domanda perché incuriosito. Sto infatti anche io studiando l'argomento e quindi aspetta qualcuno di più esperto.

Così ad occhio penso non ti convenga ragionare per pezzettini infinitesimi. Il motivo, credo, è che in un caso hai una variazione di volume e la funzone $p$ e funzione del volume. Integri quindi in $pdV$.

Nel caso di perdita di massa puoi vedere come se il volume sia in relazione a tale perdita di particelle che va diminuire la pressione. Hai una $V(p)$ da cui: $Vdp$ ed integri.

Ovviamente, nel caso sia p=cost non ha senso alcuno crearne una funzione $V(p)$ e quindi $Vdp$ non ha proprio significato, mentre $pdV$ lo ha ancora.

Vediamo però la risposta giusta di chi passerà avrà voglia di confermare o smentire. Comunque, seguo

bmabs
Potrebbe essere una buona soluzione, ma allora anche nel quasi statico potrei scrivere, invertendola: $vdp=dW$

Shackle
Spero che si faccia vivo Faussone, esperto indiscusso di termodinamica, e chiarisca meglio tuoi dubbi. Per quanto posso fare, ho cercato nel forum e ho trovato questa sua risposta :

https://www.matematicamente.it/forum/vi ... 35#p623597

che dovrebbe iniziare a far luce sull'argomento.

Faussone
Il dubbio espresso da bmabs non ha a che fare con la termodinamica, ma più col concetto di lavoro o ancora più in generale col concetto di integrale.

Il lavoro è definito come prodotto (scalare ma, ma consideriamo di esser in una dimensione) tra forza e spostamento.
Se la forza varia in funzione dello spostamento come scrivi l'integrale che esprime il lavoro?
$\int F dS$ o $int s dF$?
Tieni conto che il lavoro sarebbe l'area sottesa dalla curva che ti dà la forza come funzione dello spostamento..

bmabs
Grazie a tutti per le risposte.

1) @faussone sicuramente nel primo modo :),ok quindi il problema è un po' quello sollevato da jimbolino... però per quale motivo allora quando perdo materia la V è in funzione di P? $VdP$

2) Mi piacerebbe chiedere una seconda precisazione $pdV$ si dice sempre essere laformula a pressione costante, tuttavia è più corretto dire "pressione costante o anche utilizzabile nel caso quasistatico". Lì in realtà non è costante p, purtuttavia si può usare. Sbaglio?

Grazie ancora e buona serata!

Faussone
"bmabs":
Grazie a tutti per le risposte.

1) @faussone sicuramente nel primo modo :),ok quindi il problema è un po' quello sollevato da jimbolino... però per quale motivo allora quando perdo materia la V è in funzione di P? $VdP$

Leggi qui.
"bmabs":

2) Mi piacerebbe chiedere una seconda precisazione $pdV$ si dice sempre essere laformula a pressione costante, tuttavia è più corretto dire "pressione costante o anche utilizzabile nel caso quasistatico". Lì in realtà non è costante p, purtuttavia si può usare. Sbaglio?


Certo, vale anche per trasformazioni non isobare, ma l'integrale solo per trasformazioni quasi statiche.

bmabs
Grazie ancora, in effetti quella che hai linkato è proprio la discussione cui mi riferivo. Tuttavia sento che mi sfugge ancora il motivo. Cioè riesco a vederlo dell'esempio tuttavia non capisco come ci si arrivi: se mi svegliassi un giorno non mi verrebbe da dire oh guarda dovrei fare l'integrale di $VdP$ per calcolare il lavoro in un caso del genere.
Faccio a botte con l'intuizione del perché sia proprio quello.

Sul secondo dubbio, invece, tutto chiaro! :)

Faussone
"bmabs":
Cioè riesco a vederlo dell'esempio tuttavia non capisco come ci si arrivi: se mi svegliassi un giorno non mi verrebbe da dire oh guarda dovrei fare l'integrale di $ VdP $ per calcolare il lavoro in un caso del genere.
Faccio a botte con l'intuizione del perché sia proprio quello.


Non ho ben capito a che tipo di intuizione vorresti arrivare, non tutto in fisica è immediatamente intuibile col senso comune.
Comunque in quel link avevo descritto l'esempio del compressore volumetrico con pistone, lì si capisce abbastanza "intuitivamente" perchè si arriva a un integrale di tipo $V dp$.

bmabs
Grazie! :)

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