La Forza Elastica

Bemipefe
Salve!

Sto ripassando la Forza elastica....... e sono dubbioso sul calcolo della velocità del moto armonico generato da tale Forza.

Si sa che : $F_E = - k*x$ specificando che $F_E$ è la forza elastica.

Ora se vogliamo ricavare l'accelerazione eseguiamo: $a = F/m = -(k*x)/(m) = - ((k)/(m)) * x = $....

e fin quì nulla di strano. Se non che ad un certo punto salta fuori $\omega$ che io sò che è la velocità dei moti armonici, ma il passaggi che fà illibro, non è molto chiaro:

$a = F/m = -(k*x)/(m) = - ((k)/(m)) * x = -(\omega^2)*x $

Ora io non sò però come arrivare a tale risultato, cioè dall'equazione sembrerebbe che $\omega^2 = k/m$ .....??? ...e chi me lo assicura?

Se integrassi $F = -k*x$ , per trovare $a$ sarebbe corretto? ...altrimenti non saprei proprio come arrivare a trovare $\omega$

Qual'è il fattore che mi fà capire che la forza elastica, così descritta, è un moto armonico?.... a parte che uno melo dica.

:-k

Risposte
mircoFN1
Proviamo a metterla così:
$\omega^2 = k/m$
è solo una 'posizione' ovvero chiamo $\omega$ la quantità che si ottiene dall'operazione $(k/m)^(1/2)$.
Oltre al nome esotico, questo è lecito perchè la quantità $k/m$ è sicuramente positiva (per definizione delle due grandezze) e quindi $\omega$ è un numero reale! Inoltre per il particolare problema $\omega$ è una costante (non dipende dal tempo e dallo spazio)
Si tratta ora di stablire cosa abbiamo creato.
1) dall'analisi dimensionale ricaviamo subito che si tratta del reciproco di un tempo (quindi una grandezza imparentata con frequenze, pulsazioni e simili)
2) per andare più a fondo nell'analisi del suo significato (ovvero per comprendere meglio che cosa rappresenta fisicamente) è necessario analizzare la legge di moto (del corpo attaccato alla molla). Lo possiamo fare sperimentalmente (se abbiamo un laboratorio) oppure possiamo cercare di risolvere l'equazione (differenziale) della dinamica. In questo secondo caso cerchiamo una soluzione dell'equazione ($F=ma$):
$(d^2x)/dt^2=-\omega^2x$
se non non hai studiato le eq. differenziali, prova a chiederti quale funzione ha la derivata seconda proporzionale all'opposto delle funzione stessa e verifica che le funzioni armoniche del tempo (per esempio: $Asin(\omegat+\theta)$ per ogni $A$ e $\theta$) hanno proprio questa proprietà. Da qui trovi la legge del moto armonico e interpreti $\omega$ come la pulsazione ....

A commento generale direi che spesso i libri non si preoccupano di fornire una spiegazione logica dei procedimenti ma solo formale e i dubbi sorgono come di fronte al dilemma tra l'uovo e la gallina.

ciao

Bemipefe
...e i dubbi sorgono come di fronte al dilemma tra l'uovo e la gallina.

Hai sicuramente capito cos'è che mi rendeva perplesso......

...ora tu dici che analizzando la formula (non ho capito quale di preciso però) si vede che è il reciproco di un tempo, ma io non vedo nessun tempo analizzando la formula....$k$ è la costante elastica che varia da materiale a materiale e non credo che abbia una misura ma credo che sia invece un numero semplice. In oltre $m$ è la massa, e se $\omega$ poi viene trovato , giustamente come affermi tu, ma allora c'è qualcosa che non và visto che io sò che $\omega$ analizzato dimensionalmente è $rad/s$ . Ammettendo che un corpo abbia una massa costante $m$ e così anche una costante $k$ allora si arriverebbe ad affermare che anche $\omega $ è costante. E se $omega$ è la pulsazione, ossia una velocità, abbiamo una velocità costante......e questo è strano in un moto armonico in cui si ha velocità positive e negative.

Altra cosa....perchè la derivata seconda? Cosa dovrebbe venirmi fuori da cio ?

Che cosa intendi per "legge del moto armonico" ? Cioè a cosa è riferita la legge ?

Grazie
CIAO!

mircoFN1
Quando si comunica è necessario assumere un livello di concetti condivisi. Ho fatto assunzioni errate.
Mi potresti dire a che livello scolastico sei con la Fisica? (Liceo, Univ., tua passione,...).
Le tue domande sono degne di un corso elementare di Meccanica che non sono in grado di darti. Provo a rispondere alle prime.

Ci riferiamo al moto unidimensionale (su una retta) di un corpo puntiforme di massa $m$ soggetta solo alla forza di una molla di costante elastica $k$ che ha l'asse nella direzione della retta (nessuna altra forza è agente). La molla ha un estremo fissato e l'altro attaccato al corpo. Prendiamo un sistema di riferimento con l'asse $x$ sulla retta e con origine sul corpo quando la molla è a riposo.
1) la formula da analizzare dimensionalmente è la definizione
$\omega^2 = k/m$
La grandezza fisica $k$ (costante elastica della molla) ha un significato chiaro (anche sperimentale): consente di calcolare la forza che la molla esercita quando il suo estremo libero viene spostato di una certa quantità $x$. Infatti, se la molla è ideale la formula che ne rappresenta il comportamento è:
$F=-kx$
si interpreta così:
- la forza è opposta allo spostamento (se $x$ è positivo la forza ha componente $x $ negativa e viceversa: è una forza 'di richiamo')
- il modulo della forza è proporzionale allo spostamento (questa è un'ipotesi ed equivale ad assumere la molla elastica ideale)
- la costante di proporzionalità $k$ è una caratteristica della molla, la posso misurare anche in condizioni statiche con un dinamometro e con un righello: estendo la molla di $s$ metri e misuro la forza esercitata $P$ Newton da cui misuro $k=P/s$.
Da qui vedi che $k$ ha le dimensioni di [Forza]/[lunghezza] ovvero nel SI di $MT^(-2)$
Pertanto le dimensioni di $\omega$ sono $T^(-1)$

2) Nota che $rad$ è adimensionale (rapporto tra arco e raggio) e quindi le dimensoni tornano!

3) $\omega$ è effettivamente costante per il moto di una massa attaccata a una molla. Si ipotizza infatti che la costante elastica della molla sia una sua proprietà che non è modificata dal moto (è un'ipotesi più che ragionevole per molti oggetti che sfruttano le proprietà elastiche del materiale) e quindi che $F=-kx$ sia valida anche se $x$ varia nel tempo. In quese condizioni, puoi fare tutto quello che vuoi alla massa ma, dal momento in cui la lasci libera di muoversi sotto l'effetto della sola molla, il suo moto diventerà armonico e il periodo (frequenza, pulsazione, ecc...) sarà sempre lo stesso! Se avrai perturbato poco la molla, il moto sarà lento e di piccola ampiezza, altrimenti sarà veloce e di grande ampiezza. Il rapporto tra ampiezza e velocità però non cambia. Se vuoi, prendila come evidenza sperimentale, non dovrebbe stupirti se accetti l'analoga legge di isocronismo del pendolo per piccole oscillazioni.

4) $\omega$ non è una velocità ma una velocità angolare. In un moto circolare la velocità perferica è proporzionale al raggio per cui puoi avere moti alla stessa velocità angolare e diverse velocità (periferiche) secondo l'ampiezza della traiettoria (raggio del cerchio). E' la stessa cosa che succede nel moto armonico (che in effetti è la proiezione su un diametro di un moto circolare uniforme).

Mi fermo qui, per il resto dimmi se almeno per ora ci capiamo, se ti sto aiutando o se stiamo perdendo tempo.

ciao

Bemipefe
Il livello a cui sono è quello universitario. Sto studiando per l'esame di Fisica I (ormai da un quasi un anno , tra prese e lasciate).
Non è che abbia la fissa di questa materia ma mi piace.

Diciamo che più o meno ho capito cosa vuoi dire, quindi $\omega$ mi definisce la velocità angolare cono cui si sposta il corpo di massa $m$ di una distanza ossia ampiezza $A$ con ipoteticamente $\omega = A/T$ dove $T$ è il periodo. Ora però il motoarmonico è descritto diversamente, cioè da $\omega = (k/m)^(1/2)$ .
Ponendo $m$ = massa $s$ = spazio $t$ = tempo ....
...analizzo le dimensioni di $k$, e devo arrivare a definire $k$ con le dimensioni $k = m*(s/t)$ che moltiplicate per $1/m$ ($m$ è i valore che divide nella formula k ) devono dare necessariamente le grandezze di una velocità , che sono $s/t$, quindi $k$ altro non può essere ricavato che da $m*(s/t)$ cioè $k$ sembra a questo punto essere la quantità di moto del corpo di massa $m$ essendo la quantità di moto calcolata con $p= m*v$ (il mio libro chiama la quantità di moto $p$)

Se quello che ho detto è giusto la cosa divente più chiara , e sicuramente più interessante.

cavallipurosangue
Guarda che la velocità angolare in ogni caso ha come dimensione $1/s$ perchè il radiante non ha dimensione fisica, infatti si sa che $v=\omega\cdotr$ quindi si nota che la dimensioni della velocità linerare $m/s$ con quella legge sono rispettate. quindi dalla definizione ARBITRARIA: $k=m\omega^2=>{kg}/s^2=N/m$
che è prorpio la dimensione della costante elastica della molla...

mircoFN1
"Bemipefe":
Il livello a cui sono è quello universitario. Sto studiando per l'esame di Fisica I (ormai da un quasi un anno , tra prese e lasciate).
Non è che abbia la fissa di questa materia ma mi piace..


Non mi pare però che tu abbia l'atteggiamento giusto. Hai la tendenza a prendere le formule per come sono piuttosto che comprenderne il significato fisico e quindi la natura sperimentale e di misura.

"Bemipefe":

Diciamo che più o meno ho capito cosa vuoi dire, quindi $\omega$ mi definisce la velocità angolare cono cui si sposta il corpo di massa $m$ di una distanza ossia ampiezza $A$ con ipoteticamente $\omega = A/T$ dove $T$ è il periodo.

Veramente questo non l'ho detto. In effetti nel moto armonico
$\omega = (2\pi) /T$

"Bemipefe":
Ora però il motoarmonico è descritto diversamente, cioè da $\omega = (k/m)^(1/2)$ .
Ponendo $m$ = massa $s$ = spazio $t$ = tempo ....
...analizzo le dimensioni di $k$, e devo arrivare a definire $k$ con le dimensioni $k = m*(s/t)$ che moltiplicate per $1/m$ ($m$ è i valore che divide nella formula k ) devono dare necessariamente le grandezze di una velocità , che sono $s/t$, quindi $k$ altro non può essere ricavato che da $m*(s/t)$ cioè $k$ sembra a questo punto essere la quantità di moto del corpo di massa $m$ essendo la quantità di moto calcolata con $p= m*v$ (il mio libro chiama la quantità di moto $p$)

Se quello che ho detto è giusto la cosa divente più chiara , e sicuramente più interessante.


In questo discorso non riesco a seguirti....L'analisi dimensionale aiuta ma non è tutto (il lavoro e il momento di una forza hanno le stesse dimensioni!)
La definizione di moto armonico è quella di un corpo la cui legge oraria (posizione in funzione del tempo) è data da una relazione del tipo:
$x(t)=A\sin(\omegat+\theta)$
in cui $A$ è una distanza (ampiezza) (mm)
$\omega$ è la pulsazione (1/sec) di cui sopra
$\theta$ è chiamata fase (numero puro) e dipende dall'istante in cui si inizia a misurare il $t$ tempo.

Posso suggerirti di rivedere a fondo le basi e magari di farti aiutare da qualcuno più vicino e assiduo.

Buona fortuna...

cavallipurosangue
Per fare più chiarezza direi che il moto armonico è quella condizione di moto per cui si verifica:
$m\ddot{x}+kx=0=>\ddot{x}+k/mx=0=>\ddot{x}+\omega^2x=0$
Per trovare le soluzioni dell'equazione differenziale dobbiamo trovare le radici del polinomio complesso associato: $z^2+\omega^2=0=>z=\pmi\omega$
Quindi essendo le due soluzioni complesse coniugate si hanno soluzioni dell'equazione differenziale omogenea di questo tipo:
$x(t)=c_1\cos(\omegat)+c_2\sin(\omegat)$
Conoscendo poi le condizioni iniziali del sistema riesci a ricavarti la legge oraria. Diciamo che nel caso più frequante si ha questo problema di Cauchy:
${(\ddot{x}+\omega^2x=0),(x(0)=x_0),(\dot{x}(0)=0):}=>x(t)=x_0cos(\omegat)$

Bemipefe
Ok Grazie a Tutti!


Non mi pare però che tu abbia l'atteggiamento giusto. Hai la tendenza a prendere le formule per come sono piuttosto che comprenderne il significato fisico e quindi la natura sperimentale e di misura.


Beh...... in realtà se avessi fatto così non avrei fatto le domande che ho fatto, e in generale tendo sempre a capire le cose piuttosto che impararle a memoria, perchè oltre ad essere una cosa che non riesco a fare è una cosa poco profiqua.

Il mio problema principale è che non ho fatto mai fisica. Alle superiori ho fatto l'ITC, ed ora ritrovarmi a stududiare Fisica e a livello universitari non è facile......abbiate un pò di comprensione. E poi il libro che uso non è sicuramente adatto ad uno nella mia condizione....... sapreste indicarmi un testo chiaro e completo?

Allora.... si è puntualizzato che $\omega$ ha dimensioni di $1/s$ (con $s$ = secondi) e fin quì ci sono. Poi si è detto che $v = \omega * r$ ($r$ immagino sia il raggio della circonferenza o semicirconferenza).
Se ben ricordo si era detto infatti che la velocità periferica dipende dal raggio.

Quindi tornando alla Forza Elastica....

...quindi dalla definizione ARBITRARIA: $k=m\omega^2=>{kg}/s^2=N/m$


Potesti definire meglio le componenti? ....per esempio $m$ = metro o massa ?

Se $omega = 1/t$ ($t$ = tempo) allora $omega^2 = 1/t^2$ no?
Quindi ma allora abbiamo che $omega^2 = k/m$ e le dimensioni devono tornare.... quindi $omega^2 = (m*(1)/(t^2))/(m) = 1/t^2$ e fin qui ci siamo no?
Ma allora $k = m*1/t^2$ ed infatti $F_E = -(k*x)$ e $x$ , che non ho capito ancora cos'è , non puo essere altro che una lunghezza, cioè unagrandezza dello spazio. Quindi $F_E = m*1/t^2 * s = m*m/t^2 = F $ ....adesso credo di aver centrato le dimensioni , altrimenti non tornerebbe neanche $F_E$.

Ho dedotto bene?

Bemipefe
Piccola correzione , scusate:

$F_E = m*1/t^2 * s = m*s/t^2 = F $

mircoFN1
Ti stai muovendo nella direzione giusta. Tuttavia insisto che non è dal forum che potrai trovare risposte alle tue vere domande.
Purtroppo sei vittima di uno scellerato populismo imperante che illude gli studenti di poter frequentare tranquillamente facoltà scientifiche o tecniche con una preparazione inadeguata di Matematica e Fisica. Intendo dire senza prove di ammissione serie (come per esempio fanno in Francia).
Non che sia impossibile andare avanti e laurearsi, in linea di principio, ma questa situazioneti obbliga a recuperare da solo le competenze che i tuoi compagni del Liceo Scientifico hanno sviluppato in più anni di attività.
Che facoltà fai?

Consiglio minimo: quando usi le dimensioni metti le grandezze tra parentesi quadre (è una convenzione abbastanza usata in generale). Nel caso specifico quella $m$ è una massa.

Dacci dentro ma preparati a dover lavorare molto!

Marco831
Mirco, non condivido la tua posizione sul fatto che gente dello Scientifico sia in assoluto più preparata di altri solo perchè certe cose le ha viste alle superiori.

Io ho fatto l'ITIS ma quando è venuto il test d'ingresso al politecnico di milano (e anche i vari corsi di fisica e analisi), diciamo che mi sono lasciato alle spalle una percentuale mooooolto rilevante di gente, scientifico o non scientifico (evito di parlare di classifiche per non fare il "bauscia").

Concordo appieno sulla necessità di avere prove di ammissione selettive (magari con un modello pseudo statunitense: centri test sparsi in italia con prove unificate a seconda dell'indirizzo. Una volta ottenuto il risultato fai l'application a tutte le università che ti interessano e vedi quelle che ti accettano) ma eviterei di dare giudizi basati sulle conoscenze presunte che uno dovrebbe possedere.

Mi associo invece a quanto dici sul fatto che a certe lacune non si puo rimediare tramite un forum. Serve una struttura di apprendimento più articolata che solo un libro (o meglio, un libro+frequenza alle lezioni) puo darti.

Consigli per libri:
Ottimo libro (a mio avviso) ma che richiede delle basi matematiche adeguate e ha un livello di astrazione medio-alto: Mazzoldi-Nigro-Voci "fisica vol.1"
Libro dal basso profilo; compromesso tra un approccio da scuole superiori e matematica universitaria (in realtà piuttosto basilare): Serway, Beichner "fisica vol I"

mircoFN1
"Marco83":
Mirco, non condivido la tua posizione sul fatto che gente dello Scientifico sia in assoluto più preparata di altri solo perchè certe cose le ha viste alle superiori.

Io ho fatto l'ITIS ma quando è venuto il test d'ingresso al politecnico di milano ......"


Hai ragione, mi sono espresso in modo frettoloso. Volevo dire una preparazione almeno di livello pari a quella che viene (o meglio dovrebbe essere) impartita nei LS. Un ITI va benissimo se fatto bene (anche il LS deve essere fatto bene).
Penso di poter sostenere la validità di questa affermazione in media, perchè ovviamente può essere sbagliata per il singolo individuo che può avere propensioni o capacità particolari. In effetti, l'accesso dovrebbe essere condizionato da prove oggettive, indipendenti dal diploma di maturità e obbligatorie per tutte le Facoltà di un certo tipo su tutto il territorio nazionale. Alla fine di queste prove si ha qualche elemento oggettivo per dire: hai o meno le carte in regola per cominciare.
Quello che non considero corretto (soprattutto per gli studenti e le loro famiglie) è che le facoltà Tecn.-Scient. accolgano facilmente diplomati di certe Sc.Sup. (come IPSIA o nel caso dell'amico Bemipefe ITC) in cui il livello della matematica è ridicolo e la fisica spesso non esiste.
In questi casi uno se la deve cavare da solo (o prima o dopo la maturità) proprio nell'apprendimento delle questioni basilari che formano il metodo e stabiliscono il linguaggio di discipline oggettivamente complesse. E i problemi non sono solo da ricercarsi in difetti di motivazione o limitate potenzialità intellettuali degli studenti. L'effetto prodotto da questa situazione è l'enorme percentuale di abbandoni che spesso si verificano dopo qualche anno dall'immatricolazione e quindi quando sono stati prodotti danni economici e soprattutto psicologici.
Se leggi questo topic ti rendi conto che talvolta sembra un dialogo tra persone che parlano lingue diverse.
L'accesso libero a certe facoltà mi pare un assurdo per un sistema formativo che funziona!

Ciao

Bemipefe
Grazie Ragazzi!


(evito di parlare di classifiche per non fare il "bauscia").


...cioè?

Io faccio Scienze Informatiche e la situazione è questa. Quando feci l'iscrizione il test era puramente di orientamento, cioè serviva per vedere a che livello eri, e considera che su 400 persone arrivai 250 esimo..... e quindi non ero il meno preparato. Il mio intento era di iscrivermi a Ingegnieria Informatica, però sapev che il test non l'avrei mai passato e l'estate non mi sono premurato di colmare le lacune, oltre ciò ingegnieria ha dei ritmi diversi, e se non sei preparato non c'è nulla da fare, l'hanno prossimo ricominci. Ogni hanno prima dell'inizio del 1° anno di corso viene fatto un precorso di 2 settimane che rende l'idea su cosa dover studiare ma non colma i vuoti.

Ora è vero che chi ha fatto lo scientifico a più basi matematiche e fisiche, ma la mia impreparazione non mi ha impedito di passare esami come Logica Matematica , Programmazione I , Architettura degli Elaboratori I e II. Certo Calcolo Differenziale(Analisi I) non l'ho passato, così come Fisica I che anzi non ho mai provato a dare, vista la mia preparazione.

Adesso sono al secondo anno e rispetto a prima qualche cosa di fisica e matematica la sò, ma non sono ancora arrivato ad un livello di preparazione adeguato.

Adesso ho 4 esami all'attivo e se avessi dovuto fare il test d'ammissione, beh forse non mi sarei iscritto e avrei potuto colmare le lacune, tanto un anno lo quasi già perso essendo teoricamente fuoricorso, ma adesso è troppo tardi. La verità è che ho sottovalutato le propedeuticità e ho sopravvalutato le mie capacità. Il primo semestre di lezione è stato per alcune materie molto noioso, voi capite.....non capivo un H di logica predicativa e limiti delle funzioni. Fino ad ora ho sempre studiato sul libro e per qualche consiglio mi sono sempre avvalso di questo forum, purtroppo non ho amici che mi possano aiutare in questo senso. Ho studiato molto e i risultati si iniziano a vedere solo che come ripeto è un anno che stò sopra queste materie.

Andare a lezione di Fisica è impossibile visto che non ho tempo, sequendo anche i corsi del secondo anno, e poi anche se seguissi dovrei comunque stare al passo, nel senso che non serve a nulla seguire se poi non riesci a stare al passo, e con certi prof. la cosa è moto difficile. Un esempio.... il Prof di Sistemi Operativi, molto preparato e amabile, nella prime due lezioni ha introdotto cose che noi avremmo dovuto rivedere dettagliatamente in 120 pg di libro , in inglese peraltro.

Le cose da noi funzionano che devi portare avanti 5 materie in un semestre (loro lo chiamano così) e un semestre se va bene sono 2 mesi e una settimana. Quindi mi sono reso conto che più di 2 materie a bimestre (io lo chiamerei così) non ce la fai a portare avanti, soprattutto se hai degli arretrati come me.

La Soluzione? Studiare , studiare, studiare ....... e forse vale la pena scocciare un pò più le scatole anche ai prof. , ma io penso che la base sia sempre lo studio individuale, le lezioni aiutano certo (se tieni il ritmo), ma quello che ti dicono a lezione non è sempre tutto quello che c'è da sapere, o comunque non tutti le cose vengono dette.

Vabbe..... sono OT se mi servirà ancora una mano spero ci sarete........ma secondo voi.......sono messo proprio malaccio?

mircoFN1
La tua lettera è purtroppo una conferma di quanto penso....

un consiglio:

se Fisica è obbligatoria per laurearti (anche se capisco te ne frega poco per gli studi che fai e forse non ti servità nella professione saper trattare una forza elastica, ma non si sa mai!!!) lascia stare il resto, cerca di seguire prima di tutto quella e studia molto.
Non vorrei essere nei panni di chi ha finito gli esami (magari anche la tesi) e deve fare ancora Fisica!

ciao e buon lavoro :!:

giacor86
maddai, fisica 1 è così carina!! :D

Bemipefe
Ripeto....

Non è che abbia la fissa di questa materia ma mi piace.


...altrimenti a questo punto starei studiando altre materie no? ...come molti per altro tendono a fare. E poi ho bisogno di Fisica I in primis perchè avere una cultura scientifica di base per un informatico è fondamentale, visto che questa scienza è utilizzata in molti campi, e non mi dispiacerebbe lavorare ...perche no in un laboratorio di fisica come gestore dei dati, o comunque rimanere nell'ambito scientifico. In secundis poi mi serve perchè devo sostenere anche Fisica II.

Tuttavia vincolante a questa materia è Analisi. Infatti molte formule di Fisica I con integrali e derivazioni particolari non le ho capite. Quindi sarà mia premura fare anche questa materia.

CIAO!

Bemipefe
Vorrei sapere se la componente $A$ del moto armonico che io interpretocome :


L'ampiezza del moto, ossia la massima distanza angolare percorsa dal punto, misurata dal punto di partenza fino a quello di massima distanza da questo, in altre parole l'ampiezza angolare della traiettoria.


...se si possa sostituire a $2pi$ nella formula $omega = (2pi)/(T) .

Ossia nel caso di un pendolo che percorre la distanza di $+pi/4$ e $-pi/4$ allora $A = pi/4$ Giusto?
Quindi non ha senso scrivere $omega= (2pi)/(T)$ semmai $omega= (pi/4)/(T)$ e visto che $A = pi/4$ possiamo scrivere $omega= (A)/(T)$

E ' giusto il mio raggionamento?

giuseppe87x
$omega$ è una grandezza angolare. $A$ invece misura lo spostameno in metri.

Bemipefe
Allora $A$ è la lunghezza della traiettoria. Non avevo capito

Grazie :smt039

giuseppe87x
Si, è lo spostamento dalla posizione di riposo. Ciao.

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