Il ritorno di zenone
Ciao,
tempo fa è stato chiuso un topic riguardo i paradossi di Zenone.
Non contento delle vostre risposte ho cercato e trovato sul web qualcos'altro:
http://www.riflessioni.it/scienze/Achil ... adossi.pdf
Lo scrivo solo per mostrare che non erano fesserie le mie obiezioni.
ciao ciao
tempo fa è stato chiuso un topic riguardo i paradossi di Zenone.
Non contento delle vostre risposte ho cercato e trovato sul web qualcos'altro:
http://www.riflessioni.it/scienze/Achil ... adossi.pdf
Lo scrivo solo per mostrare che non erano fesserie le mie obiezioni.
ciao ciao
Risposte
"GIBI":
I "paradossi" di Zenone, sono appunto "paradossi" e come tali non hanno mai trovato una risposta adeguata e forse non la troveranno mai. Su di essi si sono concentrati tutti i maggiori filosofi da Platone a Russell senza mai proporre una soluzione convincente.
I paradossi di Zenone sono insolubili soltanto se si assume il punto di vista che essi siano appunto dei paradossi. A mio modestissimo avviso essi sono invece abbastanza chiari, a patto di considerarli però delle pure e semplici dimostrazioni per assurdo, come fa Attilio Frajese nel suo libro Attraverso la storia della matematica, Veschi, Roma, 1962.
Ciò che Zenone voleva dimostrare non è tanto l’impossibilità che Achille raggiunga la tartaruga (cosa del tutto ovvia), bensì l’assurdità di concepire lo spazio come un insieme discreto di punti, come facevano i pitagorici. In pratica, Zenone diceva questo: se lo spazio è discreto, allora Achille non raggiunge la tartaruga, ma poiché questo è assurdo deve essere valida la proposizione contraria, e cioè se Achille raggiunge sempre la tartaruga (qualunque sia la distanza che separa l’atleta dall’animale), allora lo spazio è un continuum. Detto in linguaggio moderno: non possiamo rappresentare i punti dello spazio soltanto con i numeri razionali, come pretendevano i pitagorici (poiché salterebbero fuori serie e successioni che non hanno limite), e quindi sono necessari i numeri reali (con i quali è possibile rappresentare matematicamente un continuum).
Zenone non faceva altro che esporre le idee del suo maestro Parmenide, secondo il quale era inconcepibile una realtà cangiante a seconda delle opinioni degli osservatori. Un’interessante interpretazione del pensiero di Parmenide fu avanzata da Federigo Enriques un’ottantina di anni fa (si può leggere qui), ma non sembra che i professori di filosofia se ne siano mai accorti.
"flambeau":
Ciao,
tempo fa è stato chiuso un topic riguardo i paradossi di Zenone.
Non contento delle vostre risposte ho cercato e trovato sul web qualcos'altro:
http://www.riflessioni.it/scienze/Achil ... adossi.pdf
Lo scrivo solo per mostrare che non erano fesserie le mie obiezioni.
ciao ciao
Caro Flambeau, te lo dico per l'ultima volta. Le tue obiezioni erano fesserie si. (come lo è anche il file che hai linkato). Vuoi una prova? esso dice che: come è possibile che il tempo scorra oltre la somma di infiniti intervalli di tempo? Come dire "infiniti intervalli di tempo, sono infiniti (esatto), quindi durano un tempo infinito (conclusione implicita e SBAGLIATA, non paradossale. Proprio sbagliata) e quindi oltre ad essi il tempo non scorre.
Credere che il paradosso di Zenone sia ancora un paradosso è da (senza offesa) ignoranti. E occhio a non farti abindolare da un pdf in internet che in giro in rete ci sono le peggio cose: basta guardare certi siti internet che ogni tanto vegnono proposti qui, come teorie per rivoluzionare la fisica classica o siti che ti dimostrano che i tumori non esistono.
chiudo per ovvi motivi.