Hamilton, Fermat, Heisenberg

wedge
un po' di mesi fa studiai il principio variazionale di Hamilton, che dice che la condizione di stazionarietà (per moti non variabili agli estremi) dell'azione è data dalle equazioni di Lagrange.

la derivata dell'azione è infatti
(1) $J'(0) = (pDeltaq)_(t_0)^(t_1) - (HDeltat)_(t_0)^(t_1) + int_(t_0)^(t_1) epsilon(q,dotq,ddotq) dt = 0 $

con epsilon ho indicato il gradiente lagrangiano.

imponendo le variazioni iniziali e finali pari a zero abbiamo $(d/dt) (delL)/(deldotq) - (delL)/(delq) = 0 $

spesso si sente dire che questo equivale al principio di Fermat sul cammino ottico.
a me non è chiarissima la cosa, visto che quest'ultimo dice il cammino geometrico del raggio di luce è minimo del cammino ottico $ s = min int_(A)^(B) n ds$
insomma, come si può dire che il cammino ottico equivale all'azione, e che n equivale alla funzione di Lagrange?

ok, i due principi si assomigliano. ma un qualcosa comune da cui derivarli?

ora vengo ad un volo pindarico / delirio.

partendo da (1) se impongo che il moto sia naturale e derivo una seconda volta, trascurando i termini al secondo ordine ottengo la significativa relazione tra variazioni
$DeltapDeltaq = DeltaH Deltat$

che, a parte la costante h a cui si eguaglia la relazione, è una formulazione del principio di Heisenberg.
so che Heisenberg viene fondamentalmente dal teorema di Fourier, dai pacchetti d'onda eccetera...
ma è possibile che si possa ricavare in prima approssimazione, ossia senza il valore di K per cui $DeltapDeltaq = K$, da principi puramente classici?

grazie a chiunque leggerà e commenterà questo sproloquio

Risposte
Maxos2
Sulla prima mi riservo un po' di riflessione

sulla seconda ti dico che quella non è una formulazione del principio di Heisemberg, perché la versione p,q e quella E,t non sono equivalenti come potrebbe sembrare

La prima versione sancisce che il prodotto delle incertezze sui valori nello stesso istante di q e p è minorato da una costante

Mentre la seconda dice che se uno misura l'energia di un sistema isolato in due istanti successivi di tempo e ne fa la differenza, questa moltiplicata per l'intervallo temporale è minorata dalla medesima costante

In ogni caso, non c'è modo di derivare formulazioni similari delle diseguaglianze di Heisemberg per via classica per un motivo semplice:

il motivo per cui $DeltaqDeltap >= 1/2 h/{2pi}$
è che $[q,p]=h/{2pi}$

cioè il fatto che q e p non sono grandezze fisiche compatibili (= misurabili allo stesso istante), cosa che in Fisica classica è assolutamente priva di ogni senso

wedge
grazie della risposta chiarificatrice.

"Maxos":

è che $[q,p]=h/{2pi}$


sono parentesi di Lagrange quelle?
come dicevo non ho una cultura formale del principio di indeterminazione, l'ho affrontato nel corso sulla crisi della meccanica classica ove in genere viene giustificato a partire dalla relazione di Fourier sui treni d'onda $DeltaxDeltaK > 1$, nella quale inserendo la relazione della lunghezza d'onda di DeBroglie si arriva a $DeltaxDeltap > h/(2pi)$. aspetterò l'anno prossimo per qualcosa di più serio allora!

Maxos2
$[q,p]$ è il commutatore tra i due operatori cioè $qp-pq$

Se due operatori commutano, cioè $qp=pq$, si ha che due misure simultanee di questi sono possibili

in effetti si dimostra in tre righe, lo puoi fare benissimo tu, che se $p$ e $q$ sono due operatori a media nulla allora $DeltaqDeltap>=1/2 |<[q,p]>|$

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.