Sulla def. topologica di limite ??!!
Salve a tutti,
riaffrontavo alcuni concetti di analisi più a livello topologico.. e per strano caso trovo una def. di limite estesa la quale risulta secondo il docente (autore del testo) "topologica", ovvero
.. anche perchè nelle definizioni di \(d\) punto di accumulazione di \( c \subseteq a \) con spazio topologico \((a,b)\) io leggo che \(d \) è elemento di \( a \) quindi mi sfugge qualcosa sul fatto di prendere, come per esempio fa l'autore del testo successivamente, \(x_0 \in \{+\infty,-\infty\}\) come punto di accumulazione di \(A \subseteq \Bbb{R}\).... ora sbaglio io a pensare o sbaglia il testo? e spero di non essere stato troppo frettoloso nel leggere! Ringrazio chiunque per qualsiasi delucidazione.
riaffrontavo alcuni concetti di analisi più a livello topologico.. e per strano caso trovo una def. di limite estesa la quale risulta secondo il docente (autore del testo) "topologica", ovvero
siano dati \( f: \Bbb{R} \supseteq A \to \bar{\Bbb{R}}\), \(x_0\) un punto di accumulazione per \(A \). Si dice che \(l \in \bar{\Bbb{R}}\) è limite di \(f \) per \(x \to x_0\) se "per ogni intorni \(V\) di \(l\) esiste un intorno bucato \(U_\circ\) di \(x_0\) tale che per ogni \( x \in U_\circ \cap A\) risulti \(f(x) \in V\)"a mio modesto e scarso parere non mi pare una definizione topologica di limite, non si capiscono le topologie del dominio e del codominio, in un altro testo all'apparenza migliore leggo che le topologie usuali sono quelle naturali e su questo diciamo che qualche paletto comincio a metterlo, non capisco però perchè non prendere direttamente \( A \subseteq \bar{\Bbb{R}}\) con la topologia naturale di \(\bar{\Bbb{R}}\) piuttosto che \(A \subseteq \Bbb{R}\) con la sua topologia naturale!??

Risposte
L’autore vuole studiare funzioni reali mentre aperti \(A\subseteq \overline{\mathbb{R}} = \mathbb{R} \cup \{-\infty, \infty\}\) potrebbero contenere l’infinito. Quindi quello che fa è considerare \(A\subseteq\mathbb{R} \) e la sua chiusura \(\overline{A}\subseteq\overline{\mathbb{R}}\) nei reali estesi. Dopo di che prende \(\displaystyle x_0 \in \overline{A}-\{\text{punti isolati di }A\} \). Dopo di che \(\displaystyle l \) è il limite se succede quello che hai scritto tu.
Penso comunque che per i limiti, in topologia, si tenda a preferire le teorie delle reti e dei filtri. Non sono un esperto di nessuna dei due.
Penso comunque che per i limiti, in topologia, si tenda a preferire le teorie delle reti e dei filtri. Non sono un esperto di nessuna dei due.
"vict85":thanks intanto della risposta
L’autore vuole studiare funzioni reali mentre aperti \(A\subseteq \overline{\mathbb{R}} = \mathbb{R} \cup \{-\infty, \infty\}\) potrebbero contenere l’infinito. Quindi quello che fa è considerare \(A\subseteq\mathbb{R} \) e la sua chiusura \(\overline{A}\subseteq\overline{\mathbb{R}}\) nei reali estesi. Dopo di che prende \(\displaystyle x_0 \in \overline{A}-\{\text{punti isolati di }A\} \). Dopo di che \(\displaystyle l \) è il limite se succede quello che hai scritto tu.


La definizione di limite topologico che uso, o che ho letto, intanto è la seguente:
Def.: siano dati \((A,\tau)\) e \( (C,\zeta)\) due spazi topologici, \( f \in \displaystyle C^E\) e \(x_0 \in A\), ove \( E \subseteq A \) e \( x_0\) punto di accumulazione per \(E \) (rispetto ad \((A,\tau)\)), un punto \( l \in C\) dicesi limite di \(f \) al tendere di \(x \) a \( x_0\) se $$\forall Y \in \displaystyle\mathcal{U}_{(C,\zeta)}(l) (\exists X \in \displaystyle\mathcal{U}_{(A,\tau)}(x_0)(f((X-\{x_0\} )\cap E) \subseteq Y))$$
P.S.=La notazione usata per la famiglia degli intorni è quella suggerita da j18eos qui
Mio Dio garnak, ma fai davvero o scherzi? Queste sono pippe mentali allo stato puro.
"dissonance":
Mio Dio garnak, ma fai davvero o scherzi? Queste sono pippe mentali allo stato puro.





Ma si, è una baggianata. Aggiungendo i punti $\pm \infty$ a $\mathbb{R}$ e considerando le funzioni come definite in questo spazio "dei reali estesi" si beccano in un colpo solo tutti i limiti del calcolo classico, sia quelli "al finito" $x \to x_0$, sia quelli "all'infinito" $x\to \pm \infty$. Se servono solo limiti del primo tipo non occorre considerare i reali estesi.
P.S.: Non è che devi "chiedere scusa", non hai fatto niente di male. Ma è da un po' che noto questa tua tendenza a porre eccessiva enfasi su aspetti puramente formali. Se uno fa cosi' passa la vita a contemplare i simboli e non sviluppa mai nessuna vera idea.
P.S.: Non è che devi "chiedere scusa", non hai fatto niente di male. Ma è da un po' che noto questa tua tendenza a porre eccessiva enfasi su aspetti puramente formali. Se uno fa cosi' passa la vita a contemplare i simboli e non sviluppa mai nessuna vera idea.
Specialmente in topologia, aggiungerei, in cui può capitare di identificare spazi diversi tramite omeomorfismo e lavarare su uno o sull'altro a seconda di quale viene più comodo. Non che sia diverso in algebra astratta...