Su una dimostrazione su forme chiuse e esatte
Salve. Parlando con la professoressa di Analisi 2 mi ha detto che per dimostrare che per aperti semplicemente connessi di $RR^2$, le 1-forme differenziali di classe $C^1$ e chiuse sono esatte, useremo le formule di Green-Gauss e il teorema di Jordan per le curve. Ora, a me non dispiace questo approccio, tuttavia ero curioso di sapere se ci fosse una dimostrazione che non usasse un risultato (il teorema di Jordan) la cui dimostrazione, che io sappia, non è banale. Per rispondere alla mia domanda, ho guardato sul Pagani-Salsa Analisi Matematica 2 e viene riportata una dimostrazione (anche se in $RR^3$) che effettivamente sfrutta solo la definizione di omotopia tra cammini, senza usare i due teoremi di cui si parlava prima, tuttavia nella dimostrazione viene supposto che la funzione che realizza l'equivalenza omotopica sia $C^1$ e non solo continua, però alla fine della dimostrazione viene detto che queste ipotesi ulteriore può essere omessa approssimando accuratamente la famiglia di curve...e onestamente non mi è chiaro che cosa si intenda. Ora riporto la dimostrazione per intero (in realtà mi limito alla sufficienza, dato che la necessità è ovvia), prima però enuncio il teorema: "Siano $ \omega = F_1 dx+F_2 dy+F_3 dz$, $F=F_1 i+F_2 j+F_3k$ con $F \in C^1(E)$ dove $E$ è un aperto semplicemente connesso di $RR^3$. Allora $\omega$ è esatta in $E$ se e solo se $rot F=0_(RR^3)$ in E."
Io ho provato a trovare un modo, ma "approssimare" mi fa venire in mente solo due cose: Taylor (che tuttavia non indebolisce le ipotesi, anzi...) oppure la definizione di integrale (ovvero considerare somme superiori e inferiori, che tuttavia non penso porti a molto).
Se non vi reca disturbo, potreste dirmi voi cosa ne pensate in merito?
Io ho provato a trovare un modo, ma "approssimare" mi fa venire in mente solo due cose: Taylor (che tuttavia non indebolisce le ipotesi, anzi...) oppure la definizione di integrale (ovvero considerare somme superiori e inferiori, che tuttavia non penso porti a molto).
Se non vi reca disturbo, potreste dirmi voi cosa ne pensate in merito?
Risposte
"La" dimostrazione usa la coomologia di de Rham: su un aperto $U$ semplicemente connesso, \(H^1_\text{dR}(U)=0\), perché la coomologia del punto è banale e perché un aperto semplicemente connesso di \(\mathbb R^2\) è debolmente contraibile, nel senso che ogni mappa continua \(f : S^n \to U\) si estende in maniera unica a meno di omotopia a una mappa definita sul disco, \(\bar f : D^{n+1} \to U\).
E' proprio necessario invocare la coomologia di De Rham? Inoltre, il fatto che sia banale, non discende come conseguenza di questo teorema?
E' proprio necessario invocare la coomologia di De Rham? Inoltre, il fatto che sia banale, non discende come conseguenza di questo teorema?
Con teorie potenti, i teoremi difficili diventano banali... E in ogni caso, non è "necessario" in senso stretto (o almeno credo), ma l'alternativa qual è? L'analisi?
Beh...anche a me piace più la topologia che l'analisi, tuttavia vorrei anche usare cose che conosco e per ora alla coomologia di De Rham non ci sono arrivato e dunque avrei voluto capire più che altro cosa intendeva il libro con "approssimare opportunamente" che penso significhi usare qualcosa di analisi.
@ mklplo
Si tratta del contributo di Goursat al teorema di Cauchy nell'ambito delle funzioni analitiche di variabile complessa:

Volendo approfondire, si trova il materiale in rete. Tuttavia, tutte le dimostrazioni che ho visto sono contenute in risorse sull'analisi complessa.
Si tratta del contributo di Goursat al teorema di Cauchy nell'ambito delle funzioni analitiche di variabile complessa:

Volendo approfondire, si trova il materiale in rete. Tuttavia, tutte le dimostrazioni che ho visto sono contenute in risorse sull'analisi complessa.
Il fatto che se il dominio è rettangolare, allora valga l'equivalenza tra esatte e chiuse lo abbiamo fatto nel corso. A questo punto forse la parte difficile è la seconda. In teoria uno dovrebbe approssimare ogni curva della famiglia con una spezzata di $n$ punti e poi passare al limite?
Prova a dare un'occhiata qui (Dimostrazione di Goursat):
https://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_i ... _di_Cauchy
https://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_i ... _di_Cauchy
Grazie. Vedendola con calma, forse riesco a trarne un modo per capire come riscrivere la dimostrazione originaria del libro.
Questa stessa domanda, ESATTAMENTE la stessa domanda, me la sono posta anche io undici anni fa, lo so perché la ho postata su Math.SE: https://math.stackexchange.com/question ... homotopies. Ci sono anche due risposte, molto interessanti.
Grazie @dissonance per il link, il teorema citato è molto interessante.
Per quanto riguarda la dimostrazione su Wikipedia, c'è una cosa che non mi è chiara. Per quanto riguarda dimostrare che lungo il bordo di un triangolo una forma chiusa ha integrale nullo, pensavo che si potesse dimostrare anche facendo notare ciò: l'insieme è semplicemente connesso e dunque il triangolo è interamente contenuto nell'insieme, ma allora posso restringermi a studiare la forma chiusa sul triangolo, che essendo un sottoinsieme stellato mi permette di dire che la restrizione di questa forma è esatta e dunque lungo il bordo del triangolo, l'integrale è nullo. Il punto che non mi è chiaro è come ciò implichi che lungo una poligonale chiusa, contenuta in un aperto semplicemente connesso, una forma chiusa abbia integrale nullo.
Per quanto riguarda la dimostrazione su Wikipedia, c'è una cosa che non mi è chiara. Per quanto riguarda dimostrare che lungo il bordo di un triangolo una forma chiusa ha integrale nullo, pensavo che si potesse dimostrare anche facendo notare ciò: l'insieme è semplicemente connesso e dunque il triangolo è interamente contenuto nell'insieme, ma allora posso restringermi a studiare la forma chiusa sul triangolo, che essendo un sottoinsieme stellato mi permette di dire che la restrizione di questa forma è esatta e dunque lungo il bordo del triangolo, l'integrale è nullo. Il punto che non mi è chiaro è come ciò implichi che lungo una poligonale chiusa, contenuta in un aperto semplicemente connesso, una forma chiusa abbia integrale nullo.