Su una caratterizzazione del limite di una successione
Salve a tutti,
spesso nelle dimostrazioni di analisi si rende necessario dover dimostrare la convergenza di una successione.
Tuttavia quasi sempre, non si riesce a fare vedere la disuguaglianza sul "primo" $\epsilon$ ma, per esempio, su
$\epsilon/2$ e cose di questo tipo.
Siccome mi scoccio a dover imporre condizioni del tipo
sia $\epsilon >0$ allora fissato $\epsilon_1 :=\epsilon/2 $ ...etc.
mi chiedevo se non fosse possibile caratterizzare il concetto di limite di un successione con un teoremino
di questo tipo:
TEOREMA
Sia $(a_{n})_{n}$ una successione di reali convergente, $L\in\mathbb{R}$.
Allora sono equivalenti:
(a) $\forall\varepsilon>0\exists v\in\mathbb{N}$ $\forall n\geq v:|a_{n}-L|<\varepsilon$
(b) $\forall\varepsilon>0\exists f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$
invertibile, $\exists v\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v:|a_{n}-L|
Dimostrazione
(a)$\Rightarrow$(b)
Sia $\varepsilon>0$. Sia $f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$
tale che $\forall x\in\mathbb{R}_{+}^{*}f(x):=\frac{1}{x}$.
$f$ è invertibile con inversa $f^{-1}(x)=\frac{1}{x}$.
Inoltre $f(\varepsilon)=\frac{1}{\varepsilon}>0$ e quindi $\exists v\in\mathbb{N}\forall n\geq v:|a_{n}-L|<\frac{1}{\varepsilon}=f(\varepsilon)=\frac{1}{\varepsilon}>0$.
(b)$\Rightarrow$(a)
Sia $\varepsilon>0$.
Per HP $\exists f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$invertibile,
$\exists v\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v:|a_{n}-L|
Sia $\varepsilon_{1}:=f^{-1}(\varepsilon)>0$.
Applicando di nuovo l'ipotesi, $\exists v_{1}\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v_{1}:|a_{n}-L|
Hai ragione.
Mi viene da pensare quindi che la formulazione corretta sia
TEOREMA
Sia $(a_{n})_{n}$ una successione di reali convergente, $L\in\mathbb{R}$.
Allora sono equivalenti:
(a) $\forall\varepsilon>0\exists v\in\mathbb{N}$ $\forall n\geq v:|a_{n}-L|<\varepsilon$
(b) $exists f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$ invertibile tc $ \forall\varepsilon>0$
, $\exists v\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v:|a_{n}-L|
Naturalmente ora dovrei trovare l'errore nella dimostrazione precedente; solo che ... non lo trovo!
Un aiutino?
Ma a me non sembra che il fatto di lasciare "convergente" determini un problema.
Tra l'altro quando dico che $(a_n)_n$ è convergente, non so se che converge ad $L$.
Quindi l'informazione iniziale "Siano una successione [...] "
e la parte in (a) non sono equivalenti.
Ti dirò, in realtà la forma che hai proposto tu
piace di più anche a me!
Ho messo convergente, perchè (a questo punto) credo di avere ancora qualche confusione su come
si debbano dare ipotesi e tesi.
Ad esempio, un'altra cosa che non mi è chiara, è quando a volte capita di dover giustificare una formula (per esempio) di derivazione per una certa funzione $f$.
Nella tesi in questione, i miei prof specificano sempre 2 questioni:
1) $f$ è derivabile.
2)formula.
Secondo me la prima è inutile.
Cioè, se scrivo una formula del tipo $f'=....$ non è implicitamente contenuto il fatto che $f$ sia derivabile?
[/quote]
Ok, ok. Sul ridondante anch'io avevo forti sospetti.
Ti ringrazio moltissimo per l'aiuto datomi.
Alla prox.
spesso nelle dimostrazioni di analisi si rende necessario dover dimostrare la convergenza di una successione.
Tuttavia quasi sempre, non si riesce a fare vedere la disuguaglianza sul "primo" $\epsilon$ ma, per esempio, su
$\epsilon/2$ e cose di questo tipo.
Siccome mi scoccio a dover imporre condizioni del tipo
sia $\epsilon >0$ allora fissato $\epsilon_1 :=\epsilon/2 $ ...etc.
mi chiedevo se non fosse possibile caratterizzare il concetto di limite di un successione con un teoremino
di questo tipo:
TEOREMA
Sia $(a_{n})_{n}$ una successione di reali convergente, $L\in\mathbb{R}$.
Allora sono equivalenti:
(a) $\forall\varepsilon>0\exists v\in\mathbb{N}$ $\forall n\geq v:|a_{n}-L|<\varepsilon$
(b) $\forall\varepsilon>0\exists f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$
invertibile, $\exists v\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v:|a_{n}-L|
Dimostrazione
(a)$\Rightarrow$(b)
Sia $\varepsilon>0$. Sia $f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$
tale che $\forall x\in\mathbb{R}_{+}^{*}f(x):=\frac{1}{x}$.
$f$ è invertibile con inversa $f^{-1}(x)=\frac{1}{x}$.
Inoltre $f(\varepsilon)=\frac{1}{\varepsilon}>0$ e quindi $\exists v\in\mathbb{N}\forall n\geq v:|a_{n}-L|<\frac{1}{\varepsilon}=f(\varepsilon)=\frac{1}{\varepsilon}>0$.
(b)$\Rightarrow$(a)
Sia $\varepsilon>0$.
Per HP $\exists f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$invertibile,
$\exists v\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v:|a_{n}-L|
Sia $\varepsilon_{1}:=f^{-1}(\varepsilon)>0$.
Applicando di nuovo l'ipotesi, $\exists v_{1}\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v_{1}:|a_{n}-L|
Risposte
Quando in un teorema la relazione di limite o altre che necessitano di un $epsilon >0$ nella definizione originale, sono invece soddisfatte da un'altra quantità, purchè positiva e passibile di essere scelta in modo arbitrario, le dimostrazioni vanno ugualmente bene.
[edit] Il fatto che si fanno miracoli per cercare di far venire alla fine una quantità $epsilon$(poi non è sempre così), non deve farti pensare che sia proprio necessario, basta che sia positiva ma ARBITRARIA.
[edit] Il fatto che si fanno miracoli per cercare di far venire alla fine una quantità $epsilon$(poi non è sempre così), non deve farti pensare che sia proprio necessario, basta che sia positiva ma ARBITRARIA.
Lo so, ma in realtà volevo sapere se il discorso di prima andava bene...
Passo! 
PS
Giustifico la risposta perchè a mio avviso stai perdendo tempo, mia opinione personale, puoi rigettarla in toto ovviamente!

PS
Giustifico la risposta perchè a mio avviso stai perdendo tempo, mia opinione personale, puoi rigettarla in toto ovviamente!
Ok, no problem.

Secondo me non stai perdendo tempo, invece. Quando sarai più esperto potrai sorvolare su queste cose bollandotele mentalmente come "ovvie", ma adesso è un utile esercizio sforzarsi di formalizzare tutto.
La tua proposizione è quasi vera: con questo enunciato tu permetti a $f$ di dipendere da $epsilon$, il che non va bene. Supponiamo infatti che la tua proposizione sia vera: segue da ciò che $0=1$. Consideriamo infatti la successione $a_n=(0, 0, 0, ...)$. Fissato $epsilon>0$, definiamo una funzione $f: (0, +\infty) \to (0, +\infty)$ bigettiva mediante la
${(f(x)=x, epsilon > 1), (f(x)=1/x, epsilon <=1):}$
Allora per ogni $n>=1$, risulta che $|a_n-1|<=f(epsilon)$, da cui per il tuo teorema $a_n\to 1$, ma essendo $a_n$ una successione costante, è anche $a_n\to 0$. Per unicità del limite ricaviamo che $0=1$.
La tua proposizione è quasi vera: con questo enunciato tu permetti a $f$ di dipendere da $epsilon$, il che non va bene. Supponiamo infatti che la tua proposizione sia vera: segue da ciò che $0=1$. Consideriamo infatti la successione $a_n=(0, 0, 0, ...)$. Fissato $epsilon>0$, definiamo una funzione $f: (0, +\infty) \to (0, +\infty)$ bigettiva mediante la
${(f(x)=x, epsilon > 1), (f(x)=1/x, epsilon <=1):}$
Allora per ogni $n>=1$, risulta che $|a_n-1|<=f(epsilon)$, da cui per il tuo teorema $a_n\to 1$, ma essendo $a_n$ una successione costante, è anche $a_n\to 0$. Per unicità del limite ricaviamo che $0=1$.
"dissonance":
Secondo me non stai perdendo tempo, invece. Quando sarai più esperto potrai sorvolare su queste cose bollandotele mentalmente come "ovvie", ma adesso è un utile esercizio sforzarsi di formalizzare tutto.

"dissonance":
La tua proposizione è quasi vera: con questo enunciato tu permetti a $f$ di dipendere da $epsilon$, il che non va bene. Supponiamo infatti che la tua proposizione sia vera: segue da ciò che $0=1$. Consideriamo infatti la successione $a_n=(0, 0, 0, ...)$. Fissato $epsilon>0$, definiamo una funzione $f: (0, +\infty) \to (0, +\infty)$ bigettiva mediante la
${(f(x)=x, epsilon > 1), (f(x)=1/x, epsilon <=1):}$
Allora per ogni $n>=1$, risulta che $|a_n-1|<=f(epsilon)$, da cui per il tuo teorema $a_n\to 1$, ma essendo $a_n$ una successione costante, è anche $a_n\to 0$. Per unicità del limite ricaviamo che $0=1$.
Hai ragione.
Mi viene da pensare quindi che la formulazione corretta sia
TEOREMA
Sia $(a_{n})_{n}$ una successione di reali convergente, $L\in\mathbb{R}$.
Allora sono equivalenti:
(a) $\forall\varepsilon>0\exists v\in\mathbb{N}$ $\forall n\geq v:|a_{n}-L|<\varepsilon$
(b) $exists f:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$ invertibile tc $ \forall\varepsilon>0$
, $\exists v\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v:|a_{n}-L|
Naturalmente ora dovrei trovare l'errore nella dimostrazione precedente; solo che ... non lo trovo!

Un aiutino?
E no, ancora non è ben detto. Togli "convergente" dall'enunciato.
- [*:3esn5o79]Siano $(a_n)$ una successione di numeri reali e $L\in RR$. Sono equivalenti
a) blablabla;
b) blablabla.
Vera una delle due, diremo che $(a_n)$ è convergente ad $L$. [/*:m:3esn5o79][/list:u:3esn5o79]Così mi pare vada meglio. In questa forma la scrivi come proposizione-definizione; una alternativa è
- [*:3esn5o79]Siano $(a_n)$ una successione di numeri reali e $L\in RR$. Sono equivalenti
a) blablabla, ovvero $(a_n)$ è convergente ad $L$;
b) blablabla.[/*:m:3esn5o79][/list:u:3esn5o79]così hai scritto solo una proposizione, e non una definizione.
Ed ecco l'errore nella dimostrazione:
"dark121it":
Sia $\varepsilon_{1}:=f^{-1}(\varepsilon)>0$.
Applicando di nuovo l'ipotesi, $\exists v_{1}\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v_{1}:|a_{n}-L|Chi ti ha detto che $|a_n-L|
"dissonance":
E no, ancora non è ben detto. Togli "convergente" dall'enunciato.
Ma a me non sembra che il fatto di lasciare "convergente" determini un problema.

Tra l'altro quando dico che $(a_n)_n$ è convergente, non so se che converge ad $L$.
Quindi l'informazione iniziale "Siano una successione [...] "
e la parte in (a) non sono equivalenti.
Ti dirò, in realtà la forma che hai proposto tu
"dissonance":
Siano $(a_n)$ una successione di numeri reali e $L\in RR$. Sono equivalenti
a) blablabla;
b) blablabla.
piace di più anche a me!

Ho messo convergente, perchè (a questo punto) credo di avere ancora qualche confusione su come
si debbano dare ipotesi e tesi.
Ad esempio, un'altra cosa che non mi è chiara, è quando a volte capita di dover giustificare una formula (per esempio) di derivazione per una certa funzione $f$.
Nella tesi in questione, i miei prof specificano sempre 2 questioni:
1) $f$ è derivabile.
2)formula.
Secondo me la prima è inutile.
Cioè, se scrivo una formula del tipo $f'=....$ non è implicitamente contenuto il fatto che $f$ sia derivabile?
"dissonance":
Ed ecco l'errore nella dimostrazione:
[quote="dark121it"]Sia $\varepsilon_{1}:=f^{-1}(\varepsilon)>0$.
Applicando di nuovo l'ipotesi, $\exists v_{1}\in\mathbb{N}$ tc $\forall n\geq v_{1}:|a_{n}-L|Chi ti ha detto che $|a_n-L|
In pratica, se ho capito bene, fissato $\varepsilon_{1}:=f^{-1}(\varepsilon)>0$ posso trovare una
funzione $g:\mathbb{R}_{+}^{*}\to\mathbb{R}_{+}^{*}$ invertibile
tc definitivamente $|a_{n}-L|garantisce che $g=f$. Giusto?
"dark121it":Ma non è "un problema". Dal punto di vista logico il tuo enunciato era corretto, però aveva una ipotesi ridondante che si poteva eliminare. In genere è sempre meglio ridurre al minimo le ipotesi per aumentare l'applicabilità delle proposizioni. Ad esempio per applicare il tuo enunciato precedente sarebbe stato necessario, preliminarmente, verificare che la successione è convergente a qualche limite: tutto lavoro inutile.
Ma a me non sembra che il fatto di lasciare "convergente" determini un problema.
Cioè, se scrivo una formula del tipo $f'=....$ non è implicitamente contenuto il fatto che $f$ sia derivabile?Qui è diverso. Si, certamente su un libro di fisica o di un argomento applicato nel momento in cui si scrive $f'$ si suppone implicitamente che $f$ sia derivabile e buonanotte; ma in un discorso matematico è molto brutto fare così. Se la funzione è derivabile allora ha senso parlare di derivata e il simbolo $f'$ acquista un significato univoco. Ma nel caso precedente non era necessario supporre $a_n$ convergente per dare un significato univoco alla formula $\forall epsilon \exists \nu\ "etc"...$.
Ed ecco l'errore nella dimostrazione:[...] però nessuno miGiusto.
garantisce che $g=f$. Giusto?
"dissonance":Ma non è "un problema". Dal punto di vista logico il tuo enunciato era corretto, però aveva una ipotesi ridondante che si poteva eliminare. In genere è sempre meglio ridurre al minimo le ipotesi per aumentare l'applicabilità delle proposizioni.
[quote="dark121it"]Ma a me non sembra che il fatto di lasciare "convergente" determini un problema.
[/quote]
Ok, ok. Sul ridondante anch'io avevo forti sospetti.
Ti ringrazio moltissimo per l'aiuto datomi.

Alla prox.

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