Relazioni d'equivalenza
Non ho capito bene questo esercizio all'università e non riesco a fare gli esercizi: Sia X = {2, 3, 4, 5, 6, 7}, data la relazione R su X definita da aRb↔a+b è pari, verificare che si tratta di una relazione d'equivalenza e determinare l'insieme quoziente X/R.
Risposte
Ciao Daniele!
Sono una studentessa di matematica.
Ti spiego:
Nel caso che ci presenti, la relazione R è definita come: presi due elementi a e b in X (l'insieme da te scritto), a+b è pari, cioè a+b=2k, perché un numero è pari se è divisibile per 2, quindi lo scriviamo come multiplo di 2 (con k preso negli interi).
Una relazione si dice di equivalenza se valgono le seguenti proprietà: (riflessiva, simmetrica e transitiva)
1-Riflessiva: qualunque sia a preso in X, aRa se e solo se a+a=2k. Ma a+a=2a che è un numero pari, quindi è verificata la proprietà.
2-Simmetrica: qualunque siano a e b presi in X, aRb se e solo se bRa, cioè che b+a=2h, con h preso sempre negli interi. Ma se prendi due elementi in X, per esempio 2 e 3, vedi che 2+3=5 che è diverso da un numero pari. Quindi, utilizzando un controesempio, abbiamo verificato che la proprietà simmetrica non vale se scegliamo due qualsiasi elementi di X (e la definizione ci dice proprio che le proprietà devono valere per qualunque elemento preso dell'insieme scelto).
Quindi la relazione non è simmetrica e quindi neanche di equivalenza.
Sono una studentessa di matematica.
Ti spiego:
Nel caso che ci presenti, la relazione R è definita come: presi due elementi a e b in X (l'insieme da te scritto), a+b è pari, cioè a+b=2k, perché un numero è pari se è divisibile per 2, quindi lo scriviamo come multiplo di 2 (con k preso negli interi).
Una relazione si dice di equivalenza se valgono le seguenti proprietà: (riflessiva, simmetrica e transitiva)
1-Riflessiva: qualunque sia a preso in X, aRa se e solo se a+a=2k. Ma a+a=2a che è un numero pari, quindi è verificata la proprietà.
2-Simmetrica: qualunque siano a e b presi in X, aRb se e solo se bRa, cioè che b+a=2h, con h preso sempre negli interi. Ma se prendi due elementi in X, per esempio 2 e 3, vedi che 2+3=5 che è diverso da un numero pari. Quindi, utilizzando un controesempio, abbiamo verificato che la proprietà simmetrica non vale se scegliamo due qualsiasi elementi di X (e la definizione ci dice proprio che le proprietà devono valere per qualunque elemento preso dell'insieme scelto).
Quindi la relazione non è simmetrica e quindi neanche di equivalenza.
Charliebrown, mi sa che stai cannando un po' le definizioni.
Vediamo di fare chiarezza.
Una relazione è riflessiva se ogni elemento risulta in relazione con se stesso, e questo va bene.
Una riflessione risulta simmetrica quando, se a è in relazione con b, allora anche b è in relazione con a: per come la definisci tu, invece, pare che debba valere in assoluto con tutti gli elementi e questo è errato.
Infine, una relazione è transitiva se, nel caso in cui a sia in relazione con b, e b in relazione con c, allora pure a risulta in relazione con c.
Ora, guardiamo l'esercizio:
1) riflessività: poiché la somma di un numero con se stesso è sempre pari, in quanto
2) simmetria: se sappiamo che
3) transitività: se sappiamo che
e dal momento che non ci sono limitazioni alla scelta dei valori, risulta che a è in relazione con c.
Detto questo, è facile osservare che le classi di equivalenza sono soltanto due: infatti, per ottenere un numero pari, è necessario sommare tra loro due numeri pari oppure due numeri dispari. Ne segue che puoi suddividere l'insieme dato nei due sottoinsiemi seguenti che rappresentano le classi di equivalenza
Vediamo di fare chiarezza.
Una relazione è riflessiva se ogni elemento risulta in relazione con se stesso, e questo va bene.
Una riflessione risulta simmetrica quando, se a è in relazione con b, allora anche b è in relazione con a: per come la definisci tu, invece, pare che debba valere in assoluto con tutti gli elementi e questo è errato.
Infine, una relazione è transitiva se, nel caso in cui a sia in relazione con b, e b in relazione con c, allora pure a risulta in relazione con c.
Ora, guardiamo l'esercizio:
1) riflessività: poiché la somma di un numero con se stesso è sempre pari, in quanto
[math]a+a=2a[/math]
, la relazione è riflessiva;2) simmetria: se sappiamo che
[math]a+b=2h[/math]
(perché [math]a\mathcal{R} b[/math]
) allora, per commutatività dell'addizione, si ha [math]b+a=2h[/math]
, da cui [math]a\mathcal{R} a[/math]
e quindi la proprietà simmetrica;3) transitività: se sappiamo che
[math]a+b=2h,\ b+c=2k[/math]
allora risulta[math]a+c=2h-b+2k-b=2h+2k-2b=2(h+k-b)[/math]
e dal momento che non ci sono limitazioni alla scelta dei valori, risulta che a è in relazione con c.
Detto questo, è facile osservare che le classi di equivalenza sono soltanto due: infatti, per ottenere un numero pari, è necessario sommare tra loro due numeri pari oppure due numeri dispari. Ne segue che puoi suddividere l'insieme dato nei due sottoinsiemi seguenti che rappresentano le classi di equivalenza
[math][2]=\{2,4,6\}\qquad \qquad [3]=\{3,5,7\}[/math]