Massimi e minimi su un vincolo
Ragazzi, buonasera, mi trovo alle prese con questo esercizio, ma non so se sto precedendo nel modo giusto:
Determinare massimo e minimo della funzione:
$f(x,y)=(x+y)^3/3$
sul vincolo compatto $x^2/2+xy+y^2=2$;
Procedo in questo modo:
Consideriamo la funzione lagrangiana $zeta(x,y,lambda)=(x+y)^3/3-lambda(x^2/2+4y^2-1)$ dove $f_x=(x+y)^2$ ed $f_y=(x+y)^2$
$g_x=x+y$ ed $g_y=x+2y$
Imposto il sistema:
${ ( (x+y)^2-lambda(x+y)=0 ),( (x+y)^2-lambda(x+2y)=0 ),( x^2/2+xy+y^2=2 ):} $
da cui
${ ( (x+y)^2=lambda(x+y) ),( (x+y)^2-lambda(x+2y)=0 ),( x^2+2xy+2y^2=4 ):} => -lambday=0 => lambda=0$ ed $y=0$
Allora se $lambda=0$
${ ( x^2+2xy+y^2=0 ),( lambda=0 ),( x^2+2xy+2y^2=4 ):} => { (x^2+2xy=-y^2 ),( lambda=0 ),(y^2=4 ):} => y_1=-2$ ed $y_2=2$
Adesso $lambda=0$ e $y_2=2$ ottengo:
$x^2+4x+4=0 => x=(-4+-sqrt(16-16))/2=-2$ ottengo il punto $A=(-2,2,0)$
mentre $lambda=0$ e $y_1=-2$ ottengo:
$x^2-4x+4=0 => x=(-4+-sqrt(16-16))/2=2$ ottengo il punto $B=(2,2,0)$
Poi:
$y=0$ ottengo:
${ (x^2-lambdax=0 ),( y=0 ),(x^2+2xy+2y^2=4 ):} =>x(x-lambda)=0 => x_1=0 $ ed $x_2=lambda$ quindi:
se $x_1=0$ e $y=0$ ottengo $C=(0,0,0)$
mentre se $y=0$ e $x=lambda$ ottengo:
${ (x=lambda),( y=0 ),(x^2=4 ):}=> x_1=-2$ ed $x_2=2$ e quindi ho $D=(-2,0,-2)$ ed $E=(2,0,2)$
adesso trovati i punti critici, verifico se sono di minimo o di massimo.
Il vincolo è un ellisse (insieme compatto) e la funzione $f(x,y)$ è continua, quindi per il teorema di Weierstrass essa ammette massimo e minimo assoluto sul vincolo considerato.
Per vedere di che natura sono i punti critici sostituisco nella funzione di partenza i punti trovati:
$f(A)=0$; $f(B)=64/3$; $f(C)=0$; $f(D)=-8/3$; $f(E)=8/3$
quindi il valore più grande è massimo($f(B)=64/3$) ed il più piccolo ($f(D)=-8/3$) minimo;
Principalmente volevo chiedere: è giusto procedere in questo modo? Se si ho commesso errori?
P.s. ho usato questo simbolo ($zeta$) per indicare la funzione lagrangiana poichè non trovo il simbolo che usa il mio libro
Determinare massimo e minimo della funzione:
$f(x,y)=(x+y)^3/3$
sul vincolo compatto $x^2/2+xy+y^2=2$;
Procedo in questo modo:
Consideriamo la funzione lagrangiana $zeta(x,y,lambda)=(x+y)^3/3-lambda(x^2/2+4y^2-1)$ dove $f_x=(x+y)^2$ ed $f_y=(x+y)^2$
$g_x=x+y$ ed $g_y=x+2y$
Imposto il sistema:
${ ( (x+y)^2-lambda(x+y)=0 ),( (x+y)^2-lambda(x+2y)=0 ),( x^2/2+xy+y^2=2 ):} $
da cui
${ ( (x+y)^2=lambda(x+y) ),( (x+y)^2-lambda(x+2y)=0 ),( x^2+2xy+2y^2=4 ):} => -lambday=0 => lambda=0$ ed $y=0$
Allora se $lambda=0$
${ ( x^2+2xy+y^2=0 ),( lambda=0 ),( x^2+2xy+2y^2=4 ):} => { (x^2+2xy=-y^2 ),( lambda=0 ),(y^2=4 ):} => y_1=-2$ ed $y_2=2$
Adesso $lambda=0$ e $y_2=2$ ottengo:
$x^2+4x+4=0 => x=(-4+-sqrt(16-16))/2=-2$ ottengo il punto $A=(-2,2,0)$
mentre $lambda=0$ e $y_1=-2$ ottengo:
$x^2-4x+4=0 => x=(-4+-sqrt(16-16))/2=2$ ottengo il punto $B=(2,2,0)$
Poi:
$y=0$ ottengo:
${ (x^2-lambdax=0 ),( y=0 ),(x^2+2xy+2y^2=4 ):} =>x(x-lambda)=0 => x_1=0 $ ed $x_2=lambda$ quindi:
se $x_1=0$ e $y=0$ ottengo $C=(0,0,0)$
mentre se $y=0$ e $x=lambda$ ottengo:
${ (x=lambda),( y=0 ),(x^2=4 ):}=> x_1=-2$ ed $x_2=2$ e quindi ho $D=(-2,0,-2)$ ed $E=(2,0,2)$
adesso trovati i punti critici, verifico se sono di minimo o di massimo.
Il vincolo è un ellisse (insieme compatto) e la funzione $f(x,y)$ è continua, quindi per il teorema di Weierstrass essa ammette massimo e minimo assoluto sul vincolo considerato.
Per vedere di che natura sono i punti critici sostituisco nella funzione di partenza i punti trovati:
$f(A)=0$; $f(B)=64/3$; $f(C)=0$; $f(D)=-8/3$; $f(E)=8/3$
quindi il valore più grande è massimo($f(B)=64/3$) ed il più piccolo ($f(D)=-8/3$) minimo;
Principalmente volevo chiedere: è giusto procedere in questo modo? Se si ho commesso errori?
P.s. ho usato questo simbolo ($zeta$) per indicare la funzione lagrangiana poichè non trovo il simbolo che usa il mio libro

Risposte
Non mi sono soffermato sull'effettiva risoluzione algebrica del sistema della lagrangiana, ma il metodo è quasi quello corretto.
Quasi perché prima di procedere al calcolo dei punti stazionari vincolati (quelli della lagrangiana) dovresti cercare i punti stazionari liberi, cioè vedere dove si annulla il gradiente della funzione. In questo caso non è un problema perché il punto dove si annulla il gradiente (cioè l'origine) è un punto stazionario vincolato, quindi anche se non te lo sei calcolato ti è uscito dopo.
Ma concettualmente, prima di procedere al calcolo della lagrangiana, vedi dove si annulla il gradiente.
Quasi perché prima di procedere al calcolo dei punti stazionari vincolati (quelli della lagrangiana) dovresti cercare i punti stazionari liberi, cioè vedere dove si annulla il gradiente della funzione. In questo caso non è un problema perché il punto dove si annulla il gradiente (cioè l'origine) è un punto stazionario vincolato, quindi anche se non te lo sei calcolato ti è uscito dopo.
Ma concettualmente, prima di procedere al calcolo della lagrangiana, vedi dove si annulla il gradiente.
Forse le cose si semplificano un pochino facendo un cambiamento di variabile.
Dato che il vincolo si riscrive:
\[
\left( \frac{x}{2}\right)^2 + \left( \frac{x}{2} + y\right)^2 = 2
\]
ponendo:
\[
\begin{cases}
\xi = \frac{x}{2}\\
\eta = \frac{x}{2} + y
\end{cases}
\]
esso si riscrive come una circonferenza in forma canonica:
\[
\xi^2 + \eta^2 = 2
\]
Facendo il medesimo cambiamento di variabili nella funzione obiettivo si vede che essa non cambia, i.e. che:
\[
f(\xi, \eta) = \frac{(\xi + \eta)^3}{3}
\]
(infatti è banale constatare che \(\xi + \eta = x+y\)).
Dunque il problema proposto è equivalente a trovare gli estremi della $f$ sulla circonferenza canonica di raggio $\sqrt{2}$.
Questo problema si risolve facilmente, poiché si vede quasi ad occhio (o, più formalmente, usando la disuguaglianza tra media aritmetica e media quadratica e la disparità di $f$) che $f$ è massima quando $\xi = \eta >0$, ossia per $\xi, \eta = 1$, ed è minima per $\xi=\eta <0$ ossia per \(\xi,\eta =-1\)\; .
Ciò importa che gli estremi del problema originario sono presi in \((2,0)\) (punto di massimo) ed in \((-2,0)\) (punto di minimo).
Dato che il vincolo si riscrive:
\[
\left( \frac{x}{2}\right)^2 + \left( \frac{x}{2} + y\right)^2 = 2
\]
ponendo:
\[
\begin{cases}
\xi = \frac{x}{2}\\
\eta = \frac{x}{2} + y
\end{cases}
\]
esso si riscrive come una circonferenza in forma canonica:
\[
\xi^2 + \eta^2 = 2
\]
Facendo il medesimo cambiamento di variabili nella funzione obiettivo si vede che essa non cambia, i.e. che:
\[
f(\xi, \eta) = \frac{(\xi + \eta)^3}{3}
\]
(infatti è banale constatare che \(\xi + \eta = x+y\)).
Dunque il problema proposto è equivalente a trovare gli estremi della $f$ sulla circonferenza canonica di raggio $\sqrt{2}$.
Questo problema si risolve facilmente, poiché si vede quasi ad occhio (o, più formalmente, usando la disuguaglianza tra media aritmetica e media quadratica e la disparità di $f$) che $f$ è massima quando $\xi = \eta >0$, ossia per $\xi, \eta = 1$, ed è minima per $\xi=\eta <0$ ossia per \(\xi,\eta =-1\)\; .
Ciò importa che gli estremi del problema originario sono presi in \((2,0)\) (punto di massimo) ed in \((-2,0)\) (punto di minimo).