Limite con coordinate polari

Ulyx3s
Voglio condividere con voi il dubbio che mi è venuto alla mente nel discutere con un mio compagno riguardo la risoluzione di un limite in 2 variabili.
Sappiamo che il limite

$ lim_((x,y) -> (0,0)) f(x,y) $
Può essere trasformato in coordinate polari, ovvero:
$ lim_(p-> 0) f(p*cos(A),p*sin(A)) $

cosa vuol dire questo? a mio parere vuol dire variare l angolo $A$ e per ogni angolo far tendere il "raggio" a 0, dunque l esistenza del secondo limite secondo me non implica l esistenza del limite, perchè è come mettersi su ogni retta passante per zero e tendere a zero con il modulo, quindi se il limite non esiste per $y=x^(3/2)$, non me ne accorgo.

Il mio compagno sosteneva invece che il limite esiste sicuramente, in quanto secondo lui $A$ non è un angolo fissato ma può essere anche una funzione di p!
quindi io con il limite ho incluso il caso $y=x^(3/2)$ perchè per un certo $A=f(p)$ questo è verificato...a me pare un pò strana questa cosa, perchè secondo me sia con il metodo delle coordinate polari che con quello delle direzioni y=mx non si conclude che il limite esiste..
cosa dite voi?

Risposte
dissonance
Non mi ricordo se ti ho già segnalato questo vecchio link, vedi un po' se ti è utile:

https://www.matematicamente.it/forum/pos ... tml#369836

Ulyx3s
ok, però nel caso "banale" che proponi te è una funzione descritta per casi e quindi è facile porre le condizioni tra il raggio e l angolo in modo da trovare il non-limite.

ma io vorrei sapereanche a titolo teorico, trasformando in coordinate polari è come mettersi sulle varie direzioni oppure prendi giàin considerazione le curve particolari?

grazie

dissonance
A livello teorico mi sembra che sia tutto completamente spiegato da questa proposizione:

Sia $f$ una funzione reale di due variabili definita in un intorno bucato di $(0, 0)$ e sia $bar{f}$ l'espressione locale di $f$ in coordinate polari $(rho, theta)$. Sono equivalenti:

a) esiste $l \in RRuu{+-infty}$ tale che $lim_{(x, y) \to (0, 0)} f(x, y)=l$;
b) esiste $l \in RR uu {+-infty}$ tale che $lim_{rho \to 0^+} bar{f}(rho, theta) = l$ uniformemente rispetto a $theta \in [0, 2pi)$.

Ulyx3s
ok, allora c è qualcosa che continuo a non capire.

Si prenda l esempio:

$ f(x,y)=(x^2*y^3)/(x^4+y^6) $
Vogliamo calcolare:
$lim_((x,y) -> (0,0)) f(x,y) $

Passiamo in cordinate polari:
$lim_(p -> 0) (p^5*cos(a)^2*sin(a)^3)/(p^4*(cos(a)^4+p^2*sin(a)^6))= (p*cos(a)^2*sin(a)^3)/((cos(a)^4+p^2*sin(a)^6))=0$

Quindi potrei concludere che il limite è 0 perchè non dipende da a?

tuttavia sulla curva $y=x^(2/3)$ il limite è 1/2.

dov è che sbaglio?

dissonance
Quindi potrei concludere che il limite è 0 perchè non dipende da a?
Qui sbagli. E' vero che per qualsiasi $a$ quel limite vale $0$ ma non esiste uniformemente rispetto ad $a$. E' un concetto sottile, purtroppo. Immagina di prendere $a$ via via più vicine a $pi/2$. Allora quel coseno a denominatore diventa sempre più piccolo più rapidamente di quanto non faccia il coseno a numeratore. Quando $rho$ tende a $0$ tutto si rimpicciolisce fino a sparire, ma il parametro $rho$ deve fare sempre più fatica via via che $a$ è più vicino a $pi/2$. Diverso sarebbe stato se avessi avuto

$rho*["qualcosa di limitato che non dipende da "rho]$.

In questo caso puoi concludere che il limite esiste e vale $0$, perché quel "qualcosa di limitato" è in valore assoluto più piccolo di una costante $M$ e quindi tutta l'espressione tende a zero come $M*rho$, e qui l'uniformità è evidente.

Ulyx3s
mmm..
ok allora nuovo esempio (che mi pare contraddire l ultimissima cosa che hai detto)...


$lim_((x,y) -> (0,0)) (x^2*y)/(x+y)$

in coordinate polari:

$lim_(p -> 0) = (p^3)/(p)*(cos(a)^2*sin(a))/(cos(a)+sin(a))$

che è proprio della forma [p * (cosa finita che non pidende da p]. quindi pare zero il limite.

tuttavia su $y=x^3-x$ vale -1... why?? O_o

comunque grazie per la pazienza...

dissonance
E no, studia bene la funzione $frac{cos(a)^2sin(a)}{cos(a)+sin(a)}$. Cosa succede in un intorno di $-pi/4$?

Ulyx3s
ah, perchè anche quello non deve andare a più infinito...ok...

dunque in conclusione questo metodo delle polari è il miglior rapporto qualità/prezzo, nel senso che è abbastanza semplice ed è un indicatore sicuro dell esistenza del limite o meno...certamente come già detto considerando la conclusione affermativa solo in caso di uniformità del limite...

ok adesso devo ancora comprendere tutto alla perfezione ma ci penserò su... grazie 1000!!

Galoisfan
Scusate se riesumo un post molto vecchio ma non riesco a trovare da nessuna parte una dimostrazione della proposizione:

"dissonance":
A livello teorico mi sembra che sia tutto completamente spiegato da questa proposizione:



Sia $f$ una funzione reale di due variabili definita in un intorno bucato di $(0, 0)$ e sia $bar{f}$ l'espressione locale di $f$ in coordinate polari $(rho, theta)$. Sono equivalenti:



a) esiste $l \in RRuu{+-infty}$ tale che $lim_{(x, y) \to (0, 0)} f(x, y)=l$;

b) esiste $l \in RR uu {+-infty}$ tale che $lim_{rho \to 0^+} bar{f}(rho, theta) = l$ uniformemente rispetto a $theta \in [0, 2pi)$.



Potreste darmi qualche riferimento bibliografico?

dissonance
Ma guarda, fai prima a dimostrartela da te che a cercare sui libri. E' tutta questione di tradurre in epsilon e delta le affermazioni a) e b).

paolotesla91
Ciao. Io avrei dato una spiegazione meno formalizzata ma che intuitivamente funziona. Immagina di studiare la funzione in un intorno del punto $(x_0,y_0)$, ciò significa prendere un palla di centro il punto e raggio $r>0$ opportuno. Se trasformi tutto in coordinate polari in sostanza vai a studiare come si comporta la tua funzione nell'intorno di quel punto e, come ti ha fatto notare dissonance, ciò può non valere per qualche angolo $\theta$. Questo ragionamento, se ci rifletti un pò, avvalora il fatto dell'uniformità :D.

Spero di essermi spiegato.

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