Ipotesi nel metodo di sostituzione

_Matteo_C1
Ciao a tutti! Vi scrivo perche ho un problema con il metodo di integrazione per sostituzione. Il metodo recita:

Sia $f$ una funzione continua e $g$ una funzione derivabile con derivata continua.
Risulta
$ [int_()^() f(x) dx ]_(x=g(t)) = int_()^()f(g(t))g'(t) dt $
Commento: la formula non richiede che la g(t) sia invertibile. Tuttavia per riportare il risultato finale in funzione di x è necessario che lo sia.


Passo ad un esempio concreto, in cui ho qualche domanda da fare:
$int_()^() (x^3)/(sqrt(1+x^2)) dx $


mi viene da porre

$1+x^2 = t^2$
ossia scegliere

$x=g(t) = sqrt(t^2 -1)$
ma in realtà potrei anche scegliere, a seconda di come voglio il segno di $x$:

$x=g(t) = -sqrt(t^2-1)$

Allora suddivido l'integrazione della funzione in due pezzi:

$int_()^() (x^3)/(sqrt(1+x^2)) dx $ in $x>=0$
$int_()^() (x^3)/(sqrt(1+x^2)) dx $ in$ x<0$
Integrazione per $x>=0$:
Definisco bene la $g(t)$. Dominio: $t in [1,+oo]$. Codominio: $g(t) in [0,+oo]$.
Faccio le sostituzioni ed ottengo:

$int sqrt((t^2-1)^3)/|t| *(t)/sqrt(t^2-1)dt$

ma $|t| = t$ per come ho scelto il dominio di $g(t)$, quindi arriviamo a:

$intsqrt((t^2-1)^2) dt = int |t^2-1| dt = int t^2-1 dt$
in cui ancora, grazie alla scelta giusta del dominio di g(t),$ |t^2-1| = t^2 -1$.
Dopodichè finisco l'integrazione:

$t^3 /3 -t = 1/3{(sqrt(1+x^2))^3-3sqrt(1+x^2)} = sqrt(1+x^2) * (x^2-2)/3$
in cui ho utilizzato $ t = sqrt(1+x^2)$
(se sceglievo il dominio della g negativo avrei dovuto utilizzare $ t=-sqrt(1+x^2)$)

Integrazione per $x<0$:
Scelgo $ x = g(t) = -sqrt(t^2-1)$.
Succede che la differenza di segno durante i passaggi si compensa, e l'integrale che ottengo è lo stesso che nell'integrazione in $x>=0$.

Le domande:
1) durante gli esercizi in classe i professori non si curano minimamente di specificare tutte le ipotesi su $g(t)$(come il dominio od il codominio). Una volta fissata quest'ultima, vanno avanti senza neanche mettere tutti quei moduli che ho messo io, e che poi mi si "semplificano" grazie alla scelta di $g(t)$. Allora mi chiedo: faccio bene (ed è corretto?) ad essere così puntiglioso nell'integrazione, oppure non ne vale la pena, nel senso che succede sempre che eventuali moduli (o quant'altro) si "semplifichino"?

2) nell'integrazione dell'esempio, ho scelto $g$ con dominio $D_g :t>1$, ma potevo benissimo scegliere $t<1$. Ho provato a fare l'integrazione e mi viene sempre lo stesso risultato. Quindi suppongo, che la scelta del dominio $D_g$ sia arbitraria, purchè i valori $g(t)$ siano contenuti nei valori consentiti di $x$, ossia nel dominio della funzione integranda.
E' giusto?

3) Se scegliessi una $g$ tale che i valori $g(t)$ non "riempiano" al variare di $t$ tutti i valori consentiti ad $x$, farei un errore di qualche tipo?
un esempio: $x = g(t) = sin(t)$.
Quello che mi viene da pensare è che una $g$ così sarebbe sicuramente iniettiva, e dunque l'unico problema in cui incapperei sarebbe quello di riesprimere la soluzione in funzione di $x$.

Scusate il post lungo, ma questi dubbi mi stanno facendo diventare matto!! :roll:
Spero in una risposta :)
Grazie per l'attenzione!

Risposte
Sk_Anonymous
Intanto, complimenti per il tuo spirito critico. :smt023 Puoi trovare una risposta, dimostrando il seguente teorema:

Ipotesi

1. $f:[a,b]->RR$ continua.

2. $F:[a,b]->RR$ continua e derivabile.

3. $[c,d] sub [a,b]$.

4. $AA x in [c,d] : F'(x)=f(x)$.

Tesi

$AA x in [a,b] : F'(x)=f(x)$.


Esempio: $int_()^()x dx$

Utilizzando il metodo di sostituzione mediante un generico cambiamento di variabile dipendente da $2$ parametri $a$ e $b$:

$[x=asent+b] rarr [int_()^()x dx=int_()^()(asent+b)acost dt=1/2(asent+b)^2=1/2x^2]$

A rigore, $x in [-a+b,a+b]$ se $a>0$, $x in [a+b,-a+b]$ se $a<0$. Tuttavia, la primitiva ottenuta si può estendere su tutto $RR$. In questo modo, si può evitare di distinguere i diversi intervalli contenuti nel dominio $x in RR$ della funzione $f(x)=x$.

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