[EX]$H^1(RR^n)\to L^2(RR^n)$ non è compatta
Tutti sappiamo che, se $\Omega \subset RR^n$ è un aperto limitato, con un buon bordo, allora l'immersione $i: H^1(Omega)\to L^2(Omega)$ è compatta.
La stessa cosa non vale su $\Omega=RR^n$. Lo si dimostri.
La stessa cosa non vale su $\Omega=RR^n$. Lo si dimostri.
Risposte
Non capisco se è considerato difficile (non lo è affatto) o è poco interessante.
O forse è il periodo. Però è un esercizio che richiede di riflettere un attimo, insomma uno step in più rispetto a "calcolo quest'integrale". La matematica non è fare conti.
O forse è il periodo. Però è un esercizio che richiede di riflettere un attimo, insomma uno step in più rispetto a "calcolo quest'integrale". La matematica non è fare conti.
Magari per invogliare qualche lettore potresti esporre qualche definizione!

Ricordo che \(H^1(\mathbb{R}^N) =W^{1,2}(\mathbb{R}^N)\) è lo spazio di Sobolev definito come segue:
\[
\begin{split}
H^1(\mathbb{R}^N) :=\Bigg\{ u\in L^2(\mathbb{R}^N):\ \exists v_1,\ldots ,v_N &\in L^2(\mathbb{R}^N) \text{ t.c. } \int_{\mathbb{R}^N} v_i\phi = -\int_{\mathbb{R}^N} u\ \frac{\partial \phi}{\partial x_i} \\
&\text{ per } i=1,\ldots ,N \text{ e ogni } \phi \in C_c^\infty (\mathbb{R}^N)\Bigg\}
\end{split}
\]
e, per comodità, si pone \(\nabla u:=(v_1,\ldots ,v_N)\) per ogni \(u\in H^1(\mathbb{R}^N)\).
Si prova che \(H^1(\mathbb{R}^N)\) è uno spazio di Hilbert se dotato del prodotto scalare:
\[
\langle u^1, u^2\rangle_{H^1} := \langle u^1,u^2\rangle_{L^2}+ \langle \nabla u^1,\nabla u^2\rangle_{L^2}
\]
Tale prodotto scalare induce una norma del tutto equivalente a:
\[
\| u\|_{H^1} := \| u\|_{L^2} + \| \nabla u\|_{L^2}
\]
Evidentemente l'applicazione:
\[
j: H^1 (\mathbb{R}^N) \ni u \mapsto u \in L^2(\mathbb{R}^N)
\]
immerge lo spazio di Sobolev \(H^1\) nello spazio di Lebesgue \(L^2\); dato che:
\[
\| j(u)\|_{L^2} = \| u\|_{L^2} \leq \| u\|_{H^1}
\]
e che \(j\) è lineare, l'immersione \(j\) è continua.
Dire che l'immersione \(j\) è compatta, invece, significa affermare che:
\[
\text{per ogni } X\subseteq H^1(\mathbb{R}^N) \text{ limitato in norma, l'insieme } j(X)\subseteq L^2(\mathbb{R}^N) \text{ è totalmente limitato}
\]
ossia che:
\[
\text{da ogni successione } (u^n) \text{ limitata in norma } H^1 \text{ è possibile estrarre una sottosuccessione di Cauchy in norma } L^2.
\]
Per dimostrare che \(j\) non è compatta, allora, basta trovare una successione \((u^n)\subset H^1(\mathbb{R}^N)\) limitata in norma \(H^1\) dalla quale non è possibile estrarre alcuna sottosuccessione convergente in \(L^2(\mathbb{R}^N)\)...
Prima di continuare chiedo a Gaal conferma della bontà di ciò che ho scritto.
\[
\begin{split}
H^1(\mathbb{R}^N) :=\Bigg\{ u\in L^2(\mathbb{R}^N):\ \exists v_1,\ldots ,v_N &\in L^2(\mathbb{R}^N) \text{ t.c. } \int_{\mathbb{R}^N} v_i\phi = -\int_{\mathbb{R}^N} u\ \frac{\partial \phi}{\partial x_i} \\
&\text{ per } i=1,\ldots ,N \text{ e ogni } \phi \in C_c^\infty (\mathbb{R}^N)\Bigg\}
\end{split}
\]
e, per comodità, si pone \(\nabla u:=(v_1,\ldots ,v_N)\) per ogni \(u\in H^1(\mathbb{R}^N)\).
Si prova che \(H^1(\mathbb{R}^N)\) è uno spazio di Hilbert se dotato del prodotto scalare:
\[
\langle u^1, u^2\rangle_{H^1} := \langle u^1,u^2\rangle_{L^2}+ \langle \nabla u^1,\nabla u^2\rangle_{L^2}
\]
Tale prodotto scalare induce una norma del tutto equivalente a:
\[
\| u\|_{H^1} := \| u\|_{L^2} + \| \nabla u\|_{L^2}
\]
Evidentemente l'applicazione:
\[
j: H^1 (\mathbb{R}^N) \ni u \mapsto u \in L^2(\mathbb{R}^N)
\]
immerge lo spazio di Sobolev \(H^1\) nello spazio di Lebesgue \(L^2\); dato che:
\[
\| j(u)\|_{L^2} = \| u\|_{L^2} \leq \| u\|_{H^1}
\]
e che \(j\) è lineare, l'immersione \(j\) è continua.
Dire che l'immersione \(j\) è compatta, invece, significa affermare che:
\[
\text{per ogni } X\subseteq H^1(\mathbb{R}^N) \text{ limitato in norma, l'insieme } j(X)\subseteq L^2(\mathbb{R}^N) \text{ è totalmente limitato}
\]
ossia che:
\[
\text{da ogni successione } (u^n) \text{ limitata in norma } H^1 \text{ è possibile estrarre una sottosuccessione di Cauchy in norma } L^2.
\]
Per dimostrare che \(j\) non è compatta, allora, basta trovare una successione \((u^n)\subset H^1(\mathbb{R}^N)\) limitata in norma \(H^1\) dalla quale non è possibile estrarre alcuna sottosuccessione convergente in \(L^2(\mathbb{R}^N)\)...
Prima di continuare chiedo a Gaal conferma della bontà di ciò che ho scritto.

Beh, gli spazi di Sobolev non sono uno spazio poi così poco standard da necessitare una definizione!
Ovviamente Gugo ha scritto tutto benissimo.
Ovviamente Gugo ha scritto tutto benissimo.
Bene, Gaal.
Ora che ho avuto conferma, concludo.
L'idea della costruzione che segue è questa: visto che ho a disposizione tutto lo spazio che voglio, per ottenere una successione limitata dalla quale non si possono estrarre successioni di Cauchy mi basta scegliere una funzione non nulla e spostarla "all'infinito"...
Piaciuto il trucchetto?
Ora che ho avuto conferma, concludo.
L'idea della costruzione che segue è questa: visto che ho a disposizione tutto lo spazio che voglio, per ottenere una successione limitata dalla quale non si possono estrarre successioni di Cauchy mi basta scegliere una funzione non nulla e spostarla "all'infinito"...
Piaciuto il trucchetto?

Molto bene!
L'idea è la stessa venuta a me.
Io ho ragionato leggermente più generalmente: considero una qualunque funzione $f\in H^1(RR^n)$, costruisco la successione delle traslate $f_n:=f(\cdot - nv)$, ove $n\in NN$ e $v$ è un qualunque versore.
Si ha allora che $f_n$ hanno tutte la stessa norma in $H^1$ e in $L^2$, ma convergono debolmente in $L^2$ a $0$, quindi non possono convergere fortemente in $L^2$.
Se volete, scrivo per bene la questione della convergenza debole.
Ovviamente il tutto è generalizzabile a un qualunque insieme nel quale "si può scappare all'infinito", ad esempio un insieme che, nella direzione $v$, sia grande almeno una striscia di larghezza $\delta>0$.
L'idea è la stessa venuta a me.
Io ho ragionato leggermente più generalmente: considero una qualunque funzione $f\in H^1(RR^n)$, costruisco la successione delle traslate $f_n:=f(\cdot - nv)$, ove $n\in NN$ e $v$ è un qualunque versore.
Si ha allora che $f_n$ hanno tutte la stessa norma in $H^1$ e in $L^2$, ma convergono debolmente in $L^2$ a $0$, quindi non possono convergere fortemente in $L^2$.
Se volete, scrivo per bene la questione della convergenza debole.
Ovviamente il tutto è generalizzabile a un qualunque insieme nel quale "si può scappare all'infinito", ad esempio un insieme che, nella direzione $v$, sia grande almeno una striscia di larghezza $\delta>0$.
"Gaal Dornick":
Ovviamente il tutto è generalizzabile a un qualunque insieme nel quale "si può scappare all'infinito" [...]
E no, caro mio... Troppo semplice!

Esistono domini non limitati \(\Omega \subseteq \mathbb{R}^N\) per i quali l'immersione \(W^{1,p}(\Omega) \to L^q(\Omega)\) è compatta per \(p\leq q
Adams, The Rellich-Kondrachov Theorem for Unbounded Domains, A.R.M.A. 29 (1968), n° 5, pp.90-94
oppure al libro dello stesso autore:
Adams & Fournier, Sobolev Spaces - Second Edition, Elsevier (2003), cap. 6.