Estremi vincolati con lagrange

streghettaalice
Salve,
ho un dubbio per il ritrovamento degli estremi vincolati .
Noi utilizziamo il metodo dei moltiplicatori di lagrange e attraverso quello trovo dei punti.
Per il Teorema ( dei moltiplicatori) non è detto che tutti questi punti sono vincolati per la funzione , è solo una condizione necessaria, ma allora perchè quando li troviamo negli esercizi diamo per scontato che sono invece vincolati per f?

Risposte
DavideGenova1
Se ho ben capito i tuoi dubbi, posso dire che i punti che soddisfano le equazioni ottenute con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, se sono estremi, sono estremi vincolati, ma non sono necessariamente estremi se prescindi dal vincolo. Tuttavia i punti che soddisfano tali equazioni non sono necessariamente estremi neanche vincolati, mentre se un punto è un estremo vincolato deve soddisfare tali equazioni (è una condizione necessaria). Una volta certi che un punto è soluzione del sistema di equazioni in questione (cioè che è un punto critico della lagrangiana) per sapere se è anche un estremo sul vincolo bisogna verificare, nel modo opportuno di volta in volta, il comportamento della funzione intorno a quel punto.
Spero di esserti stato di qualche aiuto...
Ciao!

streghettaalice
Credo di si praticamente dopoaver trovato gli ipotetici punti per vedere se sono quelli che cerco (quelli vincolati) , controllo se appartengono al vincolo e se di conseguenza sono vincolati

DavideGenova1
Sì, ma bisogna anche verificare se sono realmente estremi (il fatto che soddisfino le equazioni ottenute con il metodo dei moltiplicatori è solo una condizione necessaria, ma non basta a qualificarli come estremi). Sul vincolo di tipo \(g(x,y)=k\), che è un chiuso di $RR^n$, la funzione in esame $f$ assumerà massimo e minimo per il teorema di Weierstrass, quindi su quel vincolo il punto su cui $f$ assume il valore più grande è il massimo, quello su cui assume il valore più piccolo è il minimo (vincolati, naturalmente).
Se poi il vincolo che studi non fosse solo definito dai punti $(x,y)$ tali che \(g(x,y)=k\) (il tipo di vincolo su cui vale il teorema dei moltiplicatori di Lagrange), ma comprendesse anche dei punti interni (tipo per esempio \(g(x,y) \leq k\)), bisogna quindi verificare se i punti critici in cui $\nabla f=\vec 0$ nell'aperto (es.: i punti tali che \(g(x,y) < k\)) che è insieme dei punti interni del vincolo sono massimi, minimi o punti di sella, per esempio con il test della hessiana, se dà una risposta, o studiando in altro modo -qui direi che dipenda molto da caso a caso- il variare di $f$ intorno ai punti critici, e, se ci sono massimi o minimi nell'aperto, bisogna vedere se i valori lì assunti da $f$ sono a loro volta maggiori del massimo o minori del minimo assunti sul vincolo \(g(x,y)=k\), nel qual caso "scalzerebbero" gli estremi trovati con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange sul solo vincolo \(g(x,y)=k\).
Nel caso che ci fossero punti in cui $f$ o $g$ non sono di classe $C^1$ (che è posta come condizione al teorema dei moltiplicatori almeno nella dimostrazione che conosco io) guarderei se anche lì i valori che assume $f$ sono a loro volta maggiori del massimo o minori del minimo.
Ciao!

streghettaalice
si ma per questo non credo ci sia problema perchè negli esercizi è richiesto il massimo e minimo assoluti quindi di conseguenza gli stazionari non estremi saranno "scartati" naturalmente..

dissonance
"DavideGenova":
Sul vincolo di tipo \(g(x,y)=k\), che è un chiuso di $RR^n$, la funzione in esame $f$ assumerà massimo e minimo per il teorema di Weierstrass,

Non necessariamente, per quello occorre che il vincolo sia compatto. Per esempio il vincolo \(x=0\) in \(\mathbb{R}^2\) è chiuso ma non è compatto e difatti la funzione \(f(x, y)=y\) non assume su di esso né massimo né minimo. Di questo, volendo, potremmo accorgerci applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange e notando che su questo vincolo non c'è neanche un punto critico per \(f\).

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