Definizione di Limite completa

visind
Salve ragazzi, a breve dovrò sostenere un possibile esame orale di Analisi, e volevo chiedervi nel caso la carissima professoressa mi chiedesse la "definizione di limite" io potrei rispondere in tal modo?

$\lim_{n \to \infty}A_n = l$

Ovvero, una successione $A_n$, converge a $l in RR$ se $AA\epsilon>-0 EE N=N(epsilon) : AAn>-N$ si ha $|A_n - l| -< \epsilon$

Potrebbe andare bene?

Risposte
gugo82
E direi di sì... :-D

Si dice che $(A_n)$ ha limite $l \in RR$ e si scrive $lim_n A_n =l$ se e solo se è verificata quella condizione $epsilon - N$ che citi; quindi tutto a posto.

Ovviamente questa definizione ha senso solo se il limite $l$ è un numero reale; per i casi $l=pm oo$ ci sono definizioni un po' diverse, ma la sostanza è la stessa (sempre condizioni tipo $epsilon - N$ sono...).


P.S.: Mi incuriosice l'uso dell'aggettivo completa... Come mai? Per caso conosci qualche definizione "incompleta"?

visind
Incompleta = errata :-D
Comunque è strano perchè sugli appunti dettati dalla nostra professoressa leggo scritto:

Un numero reale $a$ è il limite della successione $An$ ( si dice che $An$ tende o CONVERGE ad $a$) e si scrive

$\lim_{n \to \infty}A_n = a$

se, qualunque sia $\epsilon>-0$, esiste un $r$ tale che $l-\epsilon--r$

Quel "converge" non è corretto?

gugo82
"visind":
Un numero reale $a$ è il limite della successione $An$ (si dice che $An$ tende o CONVERGE ad $a$) [...] se, qualunque sia $\epsilon>-0$, esiste un $r$ tale che $l-\epsilon--r$

Ovviamente qui c'è un errore/refuso: il limite o lo chiami $a$ o lo chiami $l$... :-D

Ad ogni modo, mutatis mutandis, la tua definizione e quella degli appunti sono la stessa cosa; basta cambiare $N$ con $r$, $l$ con $a$ e spezzare il valore assoluto (ossia scrivere $l-epsilon
"visind":
Quel "converge" non è corretto?

"Converge" è corretto.

visind
Bene, la definizione ce l'abbiamo!
Ma adesso vi svelo che ho difficoltà a comprenderla :oops:

Dunque questa è la definizione

$\lim_{n \to \infty}A_n = l$

se, qualunque sia $\epsilon>-0$, esiste un $r$ tale che $l-\epsilon--r$

Prendendo in cosiderazione il seguente banale limite;

$\lim_{n \to 2}(3x^2)/(3x) = 2$

Allora, con $\epsilon>-0$ ipotizziamo $\epsilon=0,5$

Possiamo affermare che $1,5-<2-<2,5$ (che è l'intorno del limite $l$)

Non mi quadra una cosa, cosa si vuol dire con quel "per ogni $n>-r$" ?
La $r$ che riferimento ha? Quanto dovrebbe valere?
:oops: Probabilmente avrò scritto corbellerie, ma è per cercare di capire :( :(

@melia
ma a che cosa deve tendere $n$? Ad un valore finito o a $oo$?
Hai appena dato la definizione di limite per $n -> +oo$ e cerchi un esempio di convalida con $n -> 2$

ViciousGoblin
Per chiarire l'uso dei termini (anche in vista di un esame :D ) vorrei mettere in evidenza che c'e' differenza (terminologica per l'appunto) tra
"la successione converge" e "la successione ha limite". La prima espressione vuol dire che la successione ha limite finito - la seconda
ammette anche il caso di una successione divergente. Peraltro nella discussione si tratta solo di limiti finiti (mi pare) per cui la mia osservazione
e' probabilmente fuori luogo.

ViciousGoblin
"visind":
Bene, la definizione ce l'abbiamo!
Ma adesso vi svelo che ho difficoltà a comprenderla :oops:

Dunque questa è la definizione

$\lim_{n \to \infty}A_n = l$

se, qualunque sia $\epsilon>-0$, esiste un $r$ tale che $l-\epsilon--r$

Prendendo in cosiderazione il seguente banale limite;

$\lim_{n \to 2}(3x^2)/(3x) = 2$

Allora, con $\epsilon>-0$ ipotizziamo $\epsilon=0,5$

Possiamo affermare che $1,5-<2-<2,5$ (che è l'intorno del limite $l$)

Non mi quadra una cosa, cosa si vuol dire con quel "per ogni $n>-r$" ?
La $r$ che riferimento ha? Quanto dovrebbe valere?
:oops: Probabilmente avrò scritto corbellerie, ma è per cercare di capire :( :(


Stai confondendo limiti di successioni (in cui necessariamente $n\to+\infty$) e limiti di funzione.

EDIT: L'aveva gia' detto @melia :oops:

@melia
"ViciousGoblin":
L'aveva gia' detto @melia :oops:


Repetita iuvant :D

Sidereus1
"visind":

Prendendo in cosiderazione il seguente banale limite;

$\lim_{n \to 2}(3x^2)/(3x) = 2$ ....


In una successione $a_n$ si intende che l'indice $n$ vari sui numeri naturali.

Un'espressione come $\lim_{n \to 2}(3n^2)/(3n) = 2$

ha senso solo se $n$ viene intesa come variabile reale, perché se $n$ è naturale allora 2 non può essere un punto di

accumulazione del dominio della funzione $a_n=(3n^2)/(3n)$

e pertanto la definizione di limite (di funzione) è superflua: basta calcolare il valore $a_n$ per $n=2$

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